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Autore: Maharet    06/12/2005    7 recensioni
Fermo sulla soglia della fattoria, l'uomo rincorreva un ricordo,una storia che sentiva spesso da bambino.Al centro della foresta,nel punto in cui la vegetazione era più fitta,si ergevano le rovine di un'antica costruzione.Quel luogo emanava un senso di pericolo,come se tra le pietre corrose dai secoli,si nascondesse una presenza maligna.Se solo fosse riuscito a ricordare...
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattinata strana. Le nuvole basse formavano una cappa minacciosa,l 'aria era immobile, squarciata solo da lampi violacei. Dava l'impressione che tutti gli elementi si fossero coalizzati, pronti a scatenarsi: la calma che precede la tempesta. Fermo sulla soglia della fattoria, l'uomo rincorreva un ricordo,una storia che sentiva spesso da bambino.Al centro della foresta,nel punto in cui la vegetazione era più fitta,si ergevano le rovine di un'antica costruzione.Quel luogo emanava un senso di pericolo,come se tra le pietre corrose dai secoli,si nascondesse una presenza maligna.Se solo fosse riuscito a ricordare...Sembrava che i lampi ed i fulmini fossero concentrati proprio su quel punto.Scosse la testa,tentando di sorridere.Era stupido,alle soglie del duemila,provare un simile turbamento per un semplice temporale.Sarebbe rientrato in casa,avrebbe acceso la radio e si sarebbe messo a pulire la sua adorata collezione di pistole.Le più vecchie,eredità di suo nonno,erano contenute in una cassetta di legno,anch'essa parte dell'eredità.Più tardi,davanti a un fuoco allegro e scoppiettante,i timori di Alan svanirono come nebbia al sole.Le pistole,anche se scariche,gli davano un senso di sicurezza.Non le usava più da quando,appena quindicenne,aveva ferito accidentalmente Nat,il suo cane. Erano passati dieci anni,ma il rimorso gli aveva impedito di premere nuovamente il grilletto, da allora.Sua sorella Irene,al contrario,era una vera campionessa:a vent'anni aveva già vinto parecchie medaglie.Questo pensiero lo distrasse.Come mai la ragazza non era ancora tornata?Era uscita subito dopo pranzo per uno dei suoi soliti giri in moto,ma ormai era buio e lui non udiva ancora il familiare rombo della vecchia motocicletta. All'improvviso dei colpi alla porta lo fecero sussultare.Sulla soglia c'era Irene,immobile,gli occhi vacui.La sua pelle era di un pallore mortale,e le labbra scarlatte spiccavano come una ferita.La maglietta era strappata,i jeans sporchi e a brandelli,le braccia erano ricoperte di graffi e lividi.Quando vide il fratello abbozzò un sorriso,poi si accasciò a terra priva di sensi.Alan la sollevò e la porto all'interno, preoccupato.

Quando la ragazza riprese i sensi si trovava nel suo letto. Indossava una camicia pulita,e le escoriazioni erano state fasciate.Alan era seduto sulla sponda del letto,accanto a lei. Irene balzò a sedere e si aggrappò al fratello,freneticamente:

-Alan,qualcuno...qualcosa mi ha spinto.Stavo percorrendo con la moto la vecchia strada che costeggia il burrone quando all'improvviso ho avvertito un peso sul sellino,dietro di me.Nello specchietto sono riuscita a vedere solo due occhi verdi,non gli occhi di un essere umano,ma neppure quelli di un animale,te lo giuro.Poi qualcosa mi ha colpito al viso,ho perso il controllo della moto e sono uscita di strada.Per fortuna i cespugli hanno attutito la caduta!Sono corsa fino a casa,ma mi ha seguita,ne sono sicura.Alan,lo sento,è qui fuori.Mi sta aspettando.Ho paura!

L'uomo in altre circostante avrebbe attribuito quelle parole allo shock per la caduta,e non avrebbe dato loro eccessivo peso.Ma conosceva bene Irene,e sapeva che non era tipo da spaventarsi facilmente.Inoltre gli tornarono alla mente i timori di poco prima.

-Calmati ora.io vado a dare un'occhiata!

La stretta della ragazza si fece più spasmodica:

-No,ti prego...per favore.Promettimi che non uscirai finché non sarò guarita del tutto.

 

L'uomo non rispose ma fece una carezza alla sorella ed uscì dalla stanza,per tornare alle sue pistole.Irene aveva bisogno di dormire,e lui di calmarsi.Le mani gli tremavano per la tensione e,mentre riponeva la cassetta delle pistole più vecchie,questa gli scivolò di mano e si schiantò sul pavimento.Alan si chinò a raccoglierla,imprecando,ma la sua mano si bloccò a mezz'aria.Nell'impatto la cassetta si era rotta,rivelando un doppio fondo.Al suo interno erano contenuti una pistola,alcune pallottole ed una lettera.Alan prese quest'ultima.La carta,fragile e giallognola,era percorsa dalla grafia larga ed elegante di suo nonno.Cominciò a leggere,e una nuova luce si accese nei suoi occhi:quella di un cacciatore che ha scoperto il nascondiglio di un animale feroce.Terminata la lettura raccolse il resto.La pistola aveva una pesante impugnatura d'argento.I proiettili, anch'essi d'argento,recavano incise delle piccole croci.

Alan lanciò un'occhiata verso la camera della sorella.Irene era poco più che una bambina,non poteva affrontare l'orrore che li minacciava,anche se era certamente più abile di lui a sparare.Inserì i proiettili nel tamburo,tolse la sicura e lasciò la lettera bene in vista sul tavolo,insieme ad un biglietto per Irene:"Se non dovessi tornare,leggi questa lettera.Ti voglio bene.Alan".Poi uscì nella notte.

Il bosco era buio e silenzioso,come se tutti gli animali lo avessero abbandonato e anche i vecchi alberi trattenessero il respiro,in attesa.Di colpo una figura lo sovrastò,un lupo grigio,alto quasi quanto lui.Gli occhi verdi brillavano come braci nell'oscurità.L'essere gli fu addosso in un baleno,ancor prima che potesse muoversi.L'uomo tentò di lottare,ma la forza del mostro era sovrumana.Il suo ultimo pensiero fu per sua sorella,che dormiva ignara nel suo letto.

La mattina dopo Irene cercò il fratello dappertutto,inutilmente. Poi lo sguardo le cadde sul foglietto ripiegato sul tavolo. Spaventata da quelle poche frasi,aprì febbrilmente la lettera.Il testo era breve:nel bosco nel medioevo sorgeva un tempio dedicato a Satana.Uno stregone,in cambio della vita eterna,gli vendette l'anima.Ogni 50 anni si risvegliava e,in forma di lupo,spargeva il terrore durante la notte.Solo pallottole d'argento potevano ucciderlo.Dopo un plenilunio tornava all'inferno,da dove era venuto:era necessario ucciderlo in quell'arco di tempo.

La ragazza d'un tratto capì.Nel bosco,presso le vecchie rovine,trovò il corpo del fratello:stringeva ancora in pugno la pistola.Il tamburo era pieno,Alan non aveva sparato neppure un colpo.Una lacrima scese sulla guancia di Irene,ma lei se l'asciugò con un gesto rabbioso:non era il momento di piangere,quello.Sarebbe stato facile scappare,chiudersi in casa ed aspettare la successiva luna piena...ma Alan era morto tentando di uccidere il lupo mannaro,e lei non poteva,nè voleva ,tirarsi indietro.Si sedette ed attese il tramonto,poi impugnò la pistola e si preparò,all'erta,all'apparizione del mostro.Era sempre stata brava a sparare,non avrebbe sbagliato proprio questa volta.Una figura si stagliò in cima alle rovine,frapponendosi tra lei e la luna.Un bersaglio facile...Nella notte si sentì uno sparo,ed un urlo disumano echeggiò nella foresta.Poi scese il silenzio,interrotto solo dal frinire dei grilli,dapprima timido,poi sempre più intenso,fino a riempire la notte.

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Approfitto di questo spazio per mandare un grande abbraccio a Damned88. Carissima non sei solo la prima ad aver commentato 'Un mare d'inverno', sei anche l'unica!! Mi sono abituata troppo bene con Amici d'Infanzia.. Dove siete finite mie fedeli lettrici... Sigh Sob...

   
 
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