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Autore: MaTiSsE    18/12/2010    6 recensioni
Bella Swan era una giovane, felice e normalissima adolescente. Edward Masen il suo dolcissimo, splendido ragazzo.
Fin quando qualcosa di oscuro non viene a separarli, distruggendo il loro sogno d'amore.
Edward scompare il giorno del diciassettesimo compleanno di Bella da Forks, piccola cittadina in provincia di Washington.
Dov'è finito Edward?
Come vivrà Bella la sua esistenza senza di lui?
Riusciranno mai a ritrovarsi?
E se questo accadesse, come andranno le cose tra i due?
Leggete per scoprirlo! :)
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più libri/film, Contesto generale/vago
Capitoli:
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nuovissima07

CAPITOLO 7
Dolori Immensi ed Immenso Amore
(POV BELLA)








"Il ciclo di Krebs viene anche definito come ciclo degli acidi....acidi....degli acidi...."
"...Tricarbossilici, Bella. Acidi tricarbossilici. Pensi di farcela a finire di ripetere questo paragrafo entro la mezzanotte? Non dovrebbe essere difficile sai, son cose risapute queste che stiamo studiando!"

Sbuffai, sfilando la matita con cui trattenevo i capelli in una grocchia disordinata sul capo e lanciandola sulla morbida trapunta del letto di Allison. La coinquilina antipatica - Carol mi pare si chiamasse, - era tornata a casa per il fine settimana per cui avevamo una bella stanza doppia a nostra completa disposizione per ben due giorni.

"Scusa Ally."
"Ho capito!" - Esclamò chiudendo il pesante libro di Fondamenti di biologia con un tonfo - "Non è aria! Forza, adesso sputi il rospo Bells."
"Che vuoi dire?" - Mormorai con finta disinvoltura.
"Isabella Swan, mi prendi per una deficiente? Credi davvero che non mi sia accorta di nulla, in tutti questi giorni? Da quando hai incontrato Edward Cullen hai sempre la testa fra le nuvole....E meno male che mi consideri un'amica....Non mi hai detto una sola parola sul questo vostro benedetto colloquio!"

Guardai la mia Allison imbronciata con aria infinitamente triste.
Aveva ragione.
Neanche per un solo istante avevo soddisfatto la sua tenera curiosità riguardo a quello che lei stessa aveva definito come "l' incontro del secolo".
Non un particolare, non una parola.
Mi ero limitata nel risolvere il tutto con uno stentato: "E' tutto a posto Ally, è stato solo un equivoco."
Ma il mio sguardo perso nel vuoto aveva parlato da sè.
Allison non aveva insistito, comprendendo bene, con la sua intelligenza sveglia e sensibile, che avevo molto di più da raccontarle.
Solo che non mi andava.

D'altronde cos'avrei dovuto dirle?
"Sai Ally, il mio fidanzato, il mio Edward, quel ragazzo dolcissimo di cui ti ho tanto parlato, quello che non avrebbe mai fatto del male ad una mosca...Beh sì, proprio lui. Ha ucciso una ragazza. Così, per gioco, soltanto perchè mi somigliava un po'. Almeno questo è quel che mi ha detto."

No, non sarei parsa credibile, anzi: nella migliore delle ipotesi mi avrebbe considerato pazza.
Così, non ce l'avevo fatta a parlarle, a confidarmi.
E forse, tutto sommato, avrei dovuto. Giacchè la realtà, così com'era, non mi pareva per niente semplice da affrontare. Non da sola, almeno.


Dell' incontro con Edward non avevo dimenticato nulla. Tutt'altro.
Nella mia mente vorticavano, ogni istante, le parole con cui  mi aveva trafitto il cuore.

"Sono un assassino, Bella. Ho ucciso una ragazza perchè ti somigliava...Ti somigliava tanto..."

Le avevo ripetute per ore sino a smembrarle e ricompattarle, sino a perderne di vista il reale significato, come se si fosse trattato di semplici suoni privi di un senso od uno scopo. Le avevo io stessa sussurrate nei dormiveglia che precedevano il mio sonno agitato, prima che il buio mi avvolgesse restituendomi l'immagine oscura dell'uomo splendido in cui si era tramutato. Un uomo splendido e crudele, pronto ad uccidere ancora.
Ciò che tormentava maggiormente il mio cuore e la mia mente erano con i suoi occhi, gli occhi di Edward, così carichi di odio.
Non era un caso, infatti, che il momento peggiore si realizzasse quando, in quei sogni angoscianti e carichi di tensione, proprio quegli occhi mutassero il loro colore.
Da caramello a rosso sangue.
Così, senza un reale motivo. Prima che Edward si avventasse su di me con un coltello, pronto ad uccidermi.
Tuttavia, l'incubo riusciva ad interrompersi prima della mia morte; finivo sempre con lo spalancare improvvisamente le palpebre, annaspando nella notte alla ricerca d'aria, riemergendo a fatica nel mondo reale.
E proprio perchè troppe volte avevo finito col svegliarmi urlando, la fronte imperlata di sudore, avevo ridotto ancor di più all'osso le mie ore di sonno.
Non tolleravo i miei incubi, non ora che mi parlavano di sangue. E morte. E crudeltà.

Erano concetti che neanche lontanamente mi riusciva di legare a lui.
Eppure sembrava esser questa adesso la realtà; una nuova realtà con cui mi toccava - mio malgrado - fare i conti.


Mi mancava Edward.
Il mio, Edward.

La verità era una soltanto: dal giorno del nostro incontro si era trasformato in un'ossessione.
Ancora di più rispetto a quanto non fosse stato nei giorni che erano seguiti alla sua scomparsa.
Perchè l'avevo ritrovato ma mai come ora mi era sembrato di perderlo realmente.

La vera scomparsa di Edward è oggi, non la precedente di due anni fa.

All'epoca c'era ancora la speranza di poterlo scoprire un giorno vivo e felice.
Od anche morto, ma prigioniero di un corpo e di una mente che fossero i suoi, quelli che io conoscevo.

Ma alla luce di quanto è accaduto, questa speranza è ormai definitivamente svanita.
Il mio Edward è svanito.

In ogni caso, ho cercato di farmi forza.
Ho pianto per tutta l'angosciosa notte che è seguita al nostro incontro.
Al mattino, tuttavia, mi sono alzata e preparata normalmente.Le vistose occhiaie violacee parlavano da sè dell'agitazione che mi riempiva il petto, ma non ho voluto darvi peso. Ho seguito al solito i miei corsi, studiato con Ally, mangiucchiato qualcosa.
E sempre ho continuato in questo faticoso iter nei giorni a venire.

Ma in ogni cosa c'era lui.
Edward.
Nella matita che spezzavo sottolineando il paragrafo con impeto eccessivo, nei libri rovesciati sul pavimento, nei discorsi che non riuscivo a portare a termine. Nelle telefonate sempre più sporadiche a Charlie. Nelle nostre foto che avevo messo da parte, nascondendole in un cassetto sotto strati di vestiti e cianfrusaglie inutili, insieme al mio povero campanellino.
Quel campanellino che ora lui non voleva più.
C'era lui, soltanto lui, il suo frustrante ricordo, la sua antica risata, la sua mano ghiacciata.
C'era Edward.

E certo tutto questo non era sfuggito alla mia Allison.
Avrei dovuto aspettarmela quella sua reazione, prima o poi. Un banale equivoco non implicava certo la subdola necessità di nascondere qualsiasi dettaglio che potesse parlarmi di lui. Allison l'aveva capito fin troppo bene, da subito.

Perchè continuare a fingere ancora? Non mi fidavo abbastanza della mia amica?

La verità era che non mi fidavo di me stessa.
Perchè parlare ancora di Edward non mi avrebbe resa forte, tutt'altro: avrebbe tristemente lasciato cadere la mia maschera - costruita così difficilmente - di consapevole e fugace sicurezza.
Potevo fingere di star bene sin quando il suo ricordo mentale non si palesava in azioni e parole, nascondendolo in un angolo remoto del cuore. Riuscivo persino a fingere che non si trovasse nel mio stesso luogo e nel mio stesso tempo.
Ma quanto ancora avrei resistito restituendo alla mia quotidianità la sua ritrovata - e certamente alterata - presenza? Avrei finito col cercare spasmodicamente il suo viso tra i mille e più che mi circondavano, avrei voluto vederlo e toccarlo ancora con tutta me stessa, mentre ora, con forza, seppellivo questo desiderio viscerale ed ingannevole sotto strati di terrore e stupida vigliaccheria.

"Bella? Stai bene?"
"Uh?"
"Ti sei imbambolata, gioia...."
"Scusami Ally..."
"Scusami tu, Bells...Ho esagerato. Se non ti va di parlarne lo capisco. Però se hai bisogno sappi che su di me puoi contare..."
"Lo so Ally, grazie...Ma è...E' complicato...Davvero.."
"Posso fare uno sforzo...Abbiamo tempo..." - Rispose sorridendo dolce.

Ricambiai il sorriso con un'occhiata malinconica, lasciandomi cadere sul letto accanto a lei.

"Allison..." - cominciai giocherellando con l'orlo della trapunta. - "Edward...."
"Sì...?"
"Edward Cullen...."
"Ti ascolto Bells.."
"Beh...E'....Edward Masen. Sono davvero la stessa persona."
"Ne ero certa!" - Sbottò lasciando ruzzolare sul pavimento matite e blocchi di appunti. - "Te l'ha confessato, quindi?"
"Già..." - Ripensai a quella sinistra confessione, al suo sguardo di ghiaccio, a quegli insensibili occhi color caramello. Lo stomaco si strinse in una morsa - "Me l'ha rivelato apertamente...Ha confermato quanto fosse inutile proseguire con una farsa poco convincente...."
"E vorrei ben vedere! Mica sei scema, è stato il tuo ragazzo per tre anni! Come ha giustificato la sua assenza, Bella?"
"Oh beh.....! Ally non sono in grado di spiegartelo in maniera approfondita..."
"Non c'è bisogno...Solo quello che vuoi raccontarmi, tesoro..." - Rispose carezzandomi il dorso della mano.
La sua mano era così calda, e morbida!
"Più che altro....Beh, le informazioni certe sono davvero poche. Allison, sembra che siano accadute tante cose...Edward...Edward è cambiato" - Cominciai a torturarmi il labbro inferiore con i denti, in maniera vistosa - "Ha combinato un sacco di guai in questi due anni....Guai grossi....I Cullen l'hanno salvato ma lui non può più fare ritorno a Forks..."

Gli occhi di Allison si dilatarono in un moto di oscura preoccupazione.

"Oh Cielo, Isabella....mi spaventi..."
"Anche io mi sono spaventata...e non poco..."
"E' per questo che non me ne hai parlato prima?"
Annuii.
"Era troppo doloroso..."
"Che intenzioni hai? Lo dirai a tuo padre, alla sua famiglia?"

Scossi la testa.

"Vorrei Ally. Lo vorrei di tutto cuore. Ma non posso. Edward mi ha pregato di non farne parola con nessuno....ed in ogni caso...E' meglio per Elisabeth che non sappia nulla...Sì, è decisamente meglio così..."


Quanto dolore ancora avrebbe dovuto sopportare quella povera madre?
Meglio ritrovare un figlio, scoprendolo un assassino, o crederlo morto ma innocente?
Non ero riuscita a darmi una risposta. Certo che non mi sarei mai consapevolmente incaricata di darle una simile notizia. Perlomeno non ora che dovevo ancora metabolizzare io stessa l'atroce verità.

Nel silenzio angosciante calato nella stanza - la stessa Allison non era stata in grado di aggiungere una sola parola davanti al mio triste racconto, nonostante la sua proverbiale loquacità - udimmo un leggero picchiettare in sottofondo.
Drizzai le orecchie.
Qualcuno bussava alla porta, con un tocco delicatissimo.

"Aspetti qualcuno?" - Domandò Ally perplessa.
"A dir la verità no. Piuttosto tu? Questo è il tuo alloggio..."
Scosse la testa.
"No, figurati...."
"Vabbè, vado io..."

Non mi curai neanche di accertarmi dell'identità del nostro visitatore.
Mi limitai a spalancare la porta, spinta da un moto improvviso ed  indrecifrabile del cuore.
Il mio sesto senso non mi aveva mentito: Alice attendeva al di fuori dell'alloggio.

"Bella! Sapevo di trovarti qui..."
"Alice...ciao..."

Mi riempii gli occhi della sua bella figura. Deliziosa, minuta e delicata come la ricordavo io.
Non l'avevo più rivista dal nostro ultimo colloquio. Non avevo rivisto più nessuno che appartenesse alla famiglia Cullen dopo il mio incontro con Edward. Non si era trattato certamente di un caso: probabilmente lo stesso Edward desiderava limitare al minimo le occasioni di ritrovo tra me ed i membri della sua nuova famiglia.

"Ciao Allison..."
Alice sporse la testolina bruna per salutare la mia amica, agitando la mano.
"Ciao Alice..." - Per la prima volta Ally non ricambiò il gesto gentile di Alice con una smorfia capricciosa. Tutt'altro: tentò un cenno di sorriso tenendo i suoi begli occhi sgranati. Alla luce dell'approssimativo racconto che le avevo esposto, la visita di Alice, in quanto "sorella" di Edward, era fonte di estrema sorpresa tanto per me quanto per lei.

"Vuoi entrare, Alice?"
"In realtà.....Ecco...vorrei parlarti...in privato, se non ti dispiace..."
"Oh! Certo...Allison?"
"Vai Bella, vai....ti...aspetto qui, io..."
"Ok..."
Ringraziai Allison con un sorriso luminoso ed afferrai il cappotto dalla sedia su cui l'avevo adagiato.

"A dopo, Ally"

Prima che la porta si chiudesse delicatamente alle mie spalle, riuscii ad intravedere la mia amica soffiarmi un bacio sulla punta delle dita: il suo modo dolcissimo di starmi accanto. Mi lasciò un'inspiegabile senso di malinconia nel cuore.
Mi avviai lentamente con Alice lungo il corridoio stringendomi nel cappotto.
Non avevo realmente freddo: soltanto voglia di un abbraccio.


***


Ci accomodammo su una panchina presso il piccolo giardino antistante l'alloggio di Allison.
Non mi sfiorò neanche per un momento l'idea di andare all'Auke Lake: portava con sè troppi dolorosi, recenti ricordi. Neanche il più semplice discorso avrebbe potuto prendere forma sulle rive di quel lago; la mia mente avrebbe finito col divagare troppo presto all'immagine di Edward stretto nel suo cappotto nero, sotto un cielo grigio e gonfio. Più gonfio dei miei occhi in lacrime.
In silenzio mi accomodai al mio posto. Tirai fuori dalla borsa un pacchetto di patatine. Me l'aveva portato Allison durante la lezione pomeridiana, preoccupata del fatto che non avessi toccato cibo a pranzo.
Ne sbriciolai accuratamente un paio, distribuendole ad un piccolo gruppo di piccioni riunitosi attorno a me.
Notai con perplessità che neanche uno di quei volatili si avvicinava ad Alice, eppure sembravano davvero affamati e verso di me non mostravano alcun timore.
Feci spallucce, non sapevo davvero darmi una spiegazione.

"Dunque, Alice..." - Cominciai. - "Volevi parlarmi?"
"Bella, so tutto del tuo colloquio con Edward...Mi dispiace tanto..."
"Non sembrava dispiacerti molto quando tentavi di convincermi che non fosse....il mio Edward". - D'improvviso mi sentii fortemente irritata. Sapevo che Alice non aveva alcun dovere nei miei confronti - ci conoscevamo appena - eppure qualcosa mi suggeriva che, con quel suo atteggiamente indecifrabile - avesse finito col tradire la mia fiducia.
Sì, perchè io - inspiegabilmente - mi fidavo di lei.
"Bella scusami! Scusami davvero..." - Mormorò accigliandosi. Mosse impercettibilmente la mano ma i piccioni si spaventarono e finirono col svolazzare pochi metri più in là. - "Sentivo di non avere alcun diritto nel confessarti io una simile verità. Doveva essere Edward, soltanto lui, a farlo...Ma ho impiegato un po' di tempo per convincerlo..."
"Sì, ho visto..."
"Perdonami, Bella. Puoi farlo?" - Coprì il dorso della mia mano con il suo palmo ghiacchiato, così differente dalla stretta calda di Allison, ed io rabbrividii impecettibilmente. Tanto quanto bastava, comunque, per convincerla ad arretrarsi nuovamente. Alzai lo sguardo, mortificata del fatto che avesse male interpretato la mia reazione, e così incontrai i suoi occhi. Quegli occhi  color caramello, ormai tanto familiari. Forse solo leggermente più chiari di quelli di Edward.
Sbattei le palpebre a mia volta prima di fissarla nuovamente, con espressione perplessa.

"Alice..."
"Sì, Bella..."
"Tu ed Edward non siete davvero fratelli. Non c'è alcun legame di parentela tra voi due..."
"E' vero, Bella..."
"Ed allora perchè....perchè avete lo stesso colore di occhi? Che fine hanno fatto gli occhi verdi di Edward, perchè ora sono uguali ai tuoi?"

Il silenzio calò tra di noi per una frazione di secondo. Tanto quanto bastava per farmi intendere che Alice non avrebbe mai voluto rispondere ad una simile domanda.

"Bella....E' complicato..."
"Troppo complicato, Alice...Lo so, è una storia già sentita questa. Però potresti anche solo tentare di spiegarmi... Perchè francamente non ci capisco un granchè."
"Sono cambiate molte cose, Bella...Molte cose in Edward..."
"Che significa? Smetti di essere così vaga anche tu!" - Sbottai - "Che c'entrano i vostri occhi in tutto questo? Alice, perchè Edward ha ucciso una ragazza innocente? Posso capire che diamine gli ha preso?!" - Urlai infine improvvisamente, alzandomi di scatto dalla panchina.

I piccioni volarono via, definitivamente, troppo spaventati anche da me, ormai.

"Bella, per piacere..."
"Per piacere un corno, Alice! Io avevo perso Edward due anni fa...Puff! Svanito nel nulla, senza una spiegazione, senza una sola notizia.." - Sottilineai le mie parole con ampi, esasperati gesti della mano - "...Dopodichè me lo ritrovo qui, dopo due anni, a mille miglia da Forks, a vivere insieme a voi di cui, francamente, non so nulla, mentre a casa ha dei genitori che l'aspettano...Ed in più lo scopro così diverso, cinico, arrogante e....omicida! Edward è un assassino ed io non so ancora il perchè! Debbo accontentarmi delle mezze verità e sono stanca! Il mio cervello sta andando in fiamme Alice, cazzo!"
"Bella...."
"E' decisamente meglio che io vada via di qui, prima che faccia o dica cose di cui potrei pentirmi....Ho sbagliato a seguirti, è questa la verità...Se sei venuta per chiedermi scusa beh...Scuse accettate, Alice! Ma ti prego, lasciami stare ora!"

Mi allontanai trattenendo a stento le lacrime.
Lo sapevo. Avrei parlato di Edward finendo inevitabilmente col piangere.
Non dovevo farlo, ero forte. Non potevo farmi distruggere da qualcuno che neanche per una sola volta, in due lunghi anni, si era curato del mio stato d'animo e del mio dolore; qualcuno che non si era mai chiesto, in tutto quel tempo infinito, come stessi io realmente e quanta forza avessi avuto per non uccidermi in preda all'angoscia.
Non dovevo piangere per quella creatura così spietata in cui si era trasformato, perchè quella creatura non era il mio Edward e non meritava la mia sofferenza.

La dita fredde di Alice sfiorarono il mio polso, racchiudendolo infine in una stretta delicata.

"Isabella, ti prego, ascoltami solo per un attimo. Hai ragione, hai ragione su tutto. Ma ci sono troppe cose da spiegarti e non possiamo dirti tutto in una volta, sarebbe... difficile da comprendere. Tuttavia ti giuro su quanto ho di più caro a questo mondo che verrai a conoscenza di tutto. Tutto. Abbi ancora un altro po' di pazienza, non ti chiedo altro. Ti prego, Bella...
"Perchè dovrei crederti ancora, Alice?"
"Perchè....oh Bella, il perchè non lo so....Ma io ti voglio bene. Inspiegabilmente, lo so, ma mi sento legata a te...E perchè so che anche Edward lo è ancora non permetterò alle vostre strade di dividersi nuovamente...Questo è quanto. Se vuoi credermi ancora io sono qui." - Mormorò infine lasciando la presa sul mio polso e facendo ricadere le braccia lungo i fianchi.

So che Edward lo è ancora....E' ancora legato a te...

La testa mi girava vorticosamente.
Edward legato a me?
E quella bionda? Tanya? Non era nulla per lui?
Che significato avevano ora queste parole?

Decisi che era pressocché inutile continuare a torturare la mia povera testa. In ogni caso era chiaro che nessuna delle mie domande avrebbe trovato risposta, men che meno quest'ultimo quesito. Ormai vivevo in una dimensione paradossale, nebulosa ed irrealistica, tanto valeva farci l'abitudine senza troppe ritrosie. Certe volte avevo l'impressione di trovarmi in una specie di circo degli orrori, piuttosto che al college.

Guardai Alice dritta negli occhi.
Ricambiò con uno sguardo sincero ed un leggero sorriso che le piegava l'angolo della bocca.

"D'accordo Alice." - Sospirai infine, pentita di quella reazione rabbiosa - "Puoi darmi un altro po' di tempo? Ho bisogno di metabolizzarle, certe notizie. Sono ancora un essere umano, io!"

Sussultò inspiegabilmente alle mie parole.
Infine si riscosse sorridendomi apertamente.

"Certo, tutto il tempo che vuoi. E' un tuo diritto. Saprai come trovarmi Bella, quando penserai che sia finalmente giunto il momento di fidarti di me. Io, nel frattempo, ti aspetterò."


***


Nei giorni che seguirono a quel colloquio con Alice mi capitò talvolta di incontrare qualcuno tra i Cullen in giro per il college, vuoi nei giardini, vuoi in corridoio, vuoi in sala mensa. Mai, tuttavia, l'unico Cullen di cui mi importasse realmente.
Ogni qualvolta era presente, Alice mi salutava sempre con grandi cenni della mano, sbracciandosi e sorridendomi e benchè io non avessi ancora preso una decisione definitiva a riguardo del nostro rapporto, finivo sempre col ricambiarla divertita. Ero irrimediabilmente attratta da lei. Generalmente si accompagnava con Jasper, il suo ragazzo. Anche lui mi salutava, normalmente, ma l'atteggiamento era decisamente differente da quello di Alice, cortese ma nettamente più distaccato; si limitava, perlopiù, ad un cenno del capo. Saluto degno di altre epoche, o di altri tipi di educazione, a scelta.
Soltanto una volta mi capitò di incontrarla con la bella biondina che portava il nome di Tanya. Per quell'occasione limitai il nostro incontro, dileguandomi tra la  folla di studenti prima che Alice potesse adocchiarmi. Lo stomaco mi si contorceva in mille spasmi: l'idea di avere a che fare, anche minimamente, con quella ragazza, la consapevolezza che dividesse in suoi giorni con Edward - il mio Edward o chiunque lui fosse diventato - era ancora troppo insopportabile per me.


E poi, un giorno, accadde: rividi anche lui.
Edward.
Nella biblioteca del campus.

Quel giorno eravamo decisamente ansiose, sia io che Allison, trovandoci alla vigilia di una importante prova intercorso. Ci affrettamo per i corridoi dell' Alaska University nel tentativo di recuperare una postazione decente in biblioteca trascinandoci nella corsa Julia, un'amica di Allison con cui, talvolta, scambiavamo appunti e nozioni varie. Giunte a destinazione, ridemmo allegramente di noi stesse per l'inutile agitazione che avevamo finito col trasmetterci l'un l'altra: la biblioteca, infatti, era - stranamente - semivuota.
Semivuota, esatto.
Perchè nell'angolo più nascosto ed isolato della grande sala, un intero tavolo era occupato da sei persone dal viso ormai noto.
Una fra tutte: Edward.
Me ne stetti lì impalata sotto la porta d'ingresso della biblioteca, deglutendo a fatica in un misto di terrore ed incredulità. Era la prima volta che mi riusciva di vederlo, dopo quel nostro terrificante colloquio. E tuttavia ancora mi risuonavano in mente le parole di Alice e la convinzione malcelata che qualcosa di inspiegabile legasse l'Edward crudele a me.

"Bella?"
"Mh..."
"Stai bene?"

Annuii con estrema difficoltà, soppesandoli, nel frattempo, con attenzione. Era la prima volta che mi concedevo il lusso di osservare tanto a lungo gli splendidi membri della famiglia Cullen. Incredibile quanto fossero tutti così inspiegabilmente bellissimi ma soprattutto aggraziati. Mi pareva di veder sedute sei meravigliose statue di cera.

"Non sono sicura che sia tutto ok Bella...Vuoi darmi i tuoi libri, pesano?" - Domandò ancora Allison.

Scossi la testa. Anche Julia mi guardò titubante.

"Bella, andiamocene..."
"No."

Allison mi guardò  ansiosa ma non ricambiai la sua occhiata. Trassi un lungo respiro prima di avviarmi con passo deciso verso il primo posto libero - e comodo - della biblioteca. Udii i suoi assi concitati dietro di me, seguiti a ruota da quelli più delicati di Julia. Ally lasciò infine cadere i libri sul massiccio tavolo in legno con un tonfo, mordendosi il labbro. Era nervosa.

"Ally. Calma. Siamo venute per studiare.....e studieremo"
"Ok."
"Ragazze, francamente non ci capisco nulla...Che problema c'è?"

Un problema enorme, Julia.

Sott'occhio colsi l'espressione tesa di Alice. Anche lei si mordeva il labbro inferiore. Curioso come le mie due amiche - che mal si tolleravano tra loro - sfoggiassero, alla fin fine, gli stessi atteggiamenti.
Ero certa che avrebbe voluto salutarmi. Magari anche correre ad abbracciarmi. Ma c'era Edward e tanto bastava per frenare ogni suo gesto.
Io, dal canto mio, mi sentivo osservata. Nessuno dei Cullen guardava nella mia direzione, se non Alice di nascosto, eppure sentivo gli occhi di tutti loro puntati su di me. Sapevo che, anche se non apertamente, ero il centro del loro pensare, in quel momento.

"Da cosa vogliamo.. cominciare, ragazze?"
"Non so...magari ripassiamo per primo l'ultimo capitolo? Avevo qualche perplessità a riguardo..." - Rispose Julia.
Ally non ci degnò minimamente di attenzione, troppo impegnata nel guardare altrove.
"Allison concentrati per favore..." - Mormorai a fatica.
"No Bella, è che..."
"Cosa?"
"C'è un po' di agitazione al tavolo dei Cullen..."

Davo le spalle a quel tavolo per cui mi risultava piuttosto difficile lanciare un'occhiata nella loro direzione. Tuttavia ruotai leggermente il bacino e con la coda dell'occhio riuscii a cogliere un momento di concitata discussione tra Edward, Alice e la sorella più grande, credo si chiamasse Rosalie: aveva, quest'ultima, uno sguardo tanto severo da incutermi una netta soggezione. Non c'erano troppe parole tra loro, più che altro qualche gesto frettoloso della mano; tuttavia la tensione si leggeva nettamente nel modo in cui Edward ed Alice, soprattutto, si guardavano negli occhi. Sguardi intensi, al limite tra la sofferenza e la rabbia. Pareva quasi che riuscissero a comunicare con la sola forza del pensiero.
Mi sentii improvvisamente confusa e, se possibile, ancor più nervosa.
Scattai nuovamente verso Allison e Julia.

"Co...Continuiamo per piacere..."

Riaprii il libro con mano tremolante.
Allison lasciò cadere la sua agenda personale in terra.
Julia ci sogguardò titubante e fece infine spallucce.
Non riuscivo neanche a voltare pagina. Un senso di nausea si palesò dallo stomaco sino alla gola. Mi sentivo soffocare.

"Io...io non capisco!"

La voce di Edward risuonò chiara e decisa nella sala. L'eco si riprodusse nitido, spezzandosi in mille frammenti nel mio cuore agitato. Qualche altro studente solitario sparso nella stanza alzò lo sguardo dai propri libri. Allison mi fissò sbigottita, Julia guardò Allison ed io....me ne stetti immobile in attesa del destino.
Un tramestìo di sedie mi riscosse dal torpore: Edward aveva lasciato il suo tavolo  e si muoveva a grandi passi verso l'uscita.
Mi passò accanto e nell'aria smossa dal suo passaggio mi arrivò chiaro e deciso il suo splendido profumo.
Mi stordì.
La sua ombra che si allontava rapida  verso luoghi sconosciuti mi spinse ad un improvviso decisione: scattai dalla sedia, presa dall'irrefrenabile impulso di seguirlo.

"Edward! Dove vai?"

Dietro di me il suono di una voce femminile sconosciuta. Mi voltai.
La bionda Tanya se ne stava ferma alle mie spalle; mi trucidò con uno sguardo terrificante, gli occhi scuri puntati dritti nei miei.

"Lascialo stare" - Sibilò con scarsa gentilezza.
"Io...."
"Tanya...andiamo, calmati"

Non so precisamente da dove fossero spuntate Rosalie ed Alice. La velocità fulminante con cui i membri della famiglia Cullen tendevano a spostarsi mi destabilizzava anche in un momento catartico come quello. Le osservai mentre cingevano le spalle di una Tanya tremolante. Con affetto, si sarebbe detto; io tuttavia, leggevo soltanto astio in quel gesto, soprattutto da parte di Alice. Ma probabilmente mi sbagliavo. Da lontano Jasper ed il fratello più grande, il ragazzone di cui mi sfuggiva momentaneamente il nome, se ne stavano tesi ed immobili, in attesa degli eventi.

"Io....non volevo fare nulla di male..."
"Ti - ho - detto" - Ribadì Tanya, la voce quasi metallica - "Che devi lasciarlo perdere...Ti è chiaro?"
"Eh no, cara!" - Sbottò allora Allison, scattando in piedi - "Caso mai lo lasci perdere tu Edward! Non sei in diritto di parlare!"
"Ally!"

Tanya ringhiò letteralmente in direzione di Allison e probabilmente l'avebbre assalita se Alice e Rose non l'avessero tenuta a bada.

"Ehi, ehi...Ok ragazze...Stiamo calme..."
La voce grossa ma gentile del ragazzone bruno arrivò chiara alle mie orecchie. Lui e Jasper ci avevano infine raggiunte.
Il fidanzato di Alice doveva avere un notevole ascendente su Tanya, giacchè la sua sola vicinanza fu in grado di placarla notevolmente. L'espressione tesa di Tanya si rilassò gradualmente e le pupille dilatate ripresero il normale diametro. Ma certo non smise di rivolgermi sguardi terrificanti. La sua reazione era piuttosto semplice da capire. Più comunemente la chiamano gelosia. A me sembrava volesse proprio dirmi "Stai al tuo posto perchè se ti avvicini ad Edward sei morta". Ma in tutta onestà quel che lei mi chiedeva, con le buone o con le cattive maniera, interessava poco. Edward era stato mio e c'era ancora troppo del nostro passato tra di noi, nonostante i cambiamenti e le parole non dette, per lasciarlo andare via senza combattere.

"Bella, Tanya, Allison...Mi spiace, cerchiamo di stare tranquille. Sul serio, non c'è nulla di drammatico..."
"Lo dici tu, Alice.." - Esclamò Allison.
"Noi desideriamo soltanto che la questione possa sistemarsi, definitivamente." -
"Se è davvero questo che vi sta a cuore" - Esclamò ancora Allison, spavalda - "Tenete a bada la vostra amica...Isabella ha tutti i diritti di chiarirsi ancora con Edward."
"Lo penso anch'io" - Rispose Alice a sorpresa. La guardarono tutti in un misto di perplessità e rassegnazione. Tanya digrignò ancora i denti.
"Mi dispiace Tanya. Mi dispiace davvero..." - Fu tutto quel che io riuscii a mormorare. 
Poi persi qualsiasi tipo di resistenza e controllo. Incurante, diedi a tutti loro le spalle ed infine mi allontanai in gran fretta dalla biblioteca. Nella corsa quasi disperata che intrapresi alla ricerca di Edward, l'unica cosa che riuscii ad udire furono le parole ironiche di Allison rivolte a Julia, la quale aveva assistito a bocca aperta a tutta la scena:

"Chiudi la bocca, July. E' tutto ok. Ogni cosa sta semplicemente tornando alla sua esatta collocazione."


***


Nonostante tutto lo conoscevo ancora bene.
Nonostante per mille aspetti non fosse più il mio Edward, sapevo ancora prevedere le sue mosse.
Il vecchio Edward, quand'era triste o arrabbiato, si isolava nei posti che gli stavano più a cuore, quelli che avevano segnato in qualche modo la sua vita, anche in senso negativo.
Ed il nuovo Edward me lo ritrovai seduto lungo le rive dell'Auke Lake, intento a lanciare distrattamente sassolini nell'acqua placida.
Come mi aveva suggerito la mente.
O forse il cuore?
Mi mossi lentamente sul terreno irregolare.
Poi mi adagiai piano accanto a lui, sulle rive di quel lago. Non mi scostò, non si alzò, non andò via.
Tutto sommato desiderava che io lo seguissi.
Continuòa lanciare sassolini, inizialmente in modo rabbioso. Poi sempre più piano. Piccoli cerchi perfetti si allargavano a raggiera sulle acque calme del lago. Li contavo mentalmente nel vano tentativo di darmi ad un'attività che potesse rilassare la mia anima anche solo per un istante.
Non servì a molto.
Allora mi decisi a cantare.
Intonai a bocca chiusa la melodia che Edward amava tanto. Clair de Lune.
Istantaneamente smise di lanciare i sassolini. Guardò davanti a sè per qualche istante, in silenzio. Poi prese a seguirmi, canticchiandola a sua volta.
Mi venne da sorridere.

"Al piano viene molto meglio..."
"Beh, direi di sì..."
"Perchè mi hai seguito?"
"Non c'è un perchè Edward. Si chiama istinto."
"Il tuo istinto dovrebbe suggerirti di starmi lontana..."
"E stando a quel che dici il tuo di istinto dovrebbe mandarmi via...Perchè non l'hai fatto ancora?"

Non rispose. Si limitò a contrarre la mascella.

"Tanya non ha apprezzato il fatto che abbia voluto seguirti...Mi dispiace se litigherai con lei per colpa mia..."
"Tanya.....E' l'ultimo dei miei problemi adesso, Bella...."

Lo guardai perplessa.

"Ma voi state insieme, dovrebbe riguardarti...."

Di nuovo, non rispose.
Rimasi un attimo in silenzio, chiusa in una personale riflessione.
Nella mia corsa frettolosa avevo trascinato con me soltanto la mia borsa.
Ne tirai fuori il diario.

"Edward dì...questo te lo ricordi?"

Sgranò gli occhi.

"Certo...certo che sì, Bella!"

Un sorriso sincero gli illuminò il volto ma si spense troppo presto mentre le sue dita perfette sfogliavano avidamente le pagine della piccola agenda che mi aveva letteralmente strappato di mano. Pagine vissute, piene di ricordi dolcissimi, di particolari che avevano riempito il nostro cuore e le nostre antiche giornate insieme.

"E' stato così tanto tempo fa, Bella..."
"Lo so" - Mormorai a testa bassa.

Si arrestò sulla pagina del 20 di giugno di due anni e mezzo prima. La mia dedica scritta in blu risaltava nitida e dolorosa come un marchio a fuoco:

Nessuno al mondo ti amerà come ti amo io

"Edward...."
"Sì, Bella...."
"Non era una bugia, quella. Nessuno al mondo può amarti più di quanto ti abbia amato io."

Richiuse il diario e si alzò piano.

"Ecco" - Pensai - "L'ho fatto arrabbiare di nuovo!"

Mi restituì il diario e, guardandomi con un'espressione indecifrabile, mormorò le parole più dolci che mai gli avessi sentito pronunciare dal giorno in cui l'avevo ritrovato:

"Lo so, Bella. E per quel che mi riguarda nessuno mai prenderà il tuo posto. Non starò mai più insieme con nessuna come sono stato con te, Bella. Ma io...io non sono più adatto per te. Io sono un mostro, Bella..."
"No, non lo sei.."

Era questa la verità. L'idea sbagliata che mi ero fatta di Edward crollava miseramente davanti al suo sguardo addolorato e forse sincero, per la prima volta dopo tanto tempo.

"Ti prego, lasciami finire. Quel che ti ho raccontato l'altra volta era la verità. Speravo che esporti quella la mia storia così orribile con dei toni tanto aspri potesse indurti ad odiarmi e nonostante tutto mi sono sbagliato perchè tu sei ancora qui. Ma io non lo merito, Bella. Tu sei....sei una splendida creatura, sei così ...candida e e così...bella. Dentro e fuori. Stai lontana da me, ti supplico."
"Edward io...io non capisco tante cose"
"Non posso spiegartele.."
"Dovrei odiarti per questo. Per essertene andato, per non essere tornato, per quel che dici ora e per questi tuoi cambiamenti di umore che mi fanno girare la testa. E c'ho provato, credimi, a detestarti, a non pensare a te, ad avere anche paura di te. Eppure tutti i miei propositi sono miseramente andati persi. Sono giorni interi che mi chiedo cosa ti sia accaduto di così terrificante, perchè tu sia cambiato tanto, perchè tu abbia....ucciso. Ma adesso che ti guardo leggo nei tuoi occhi tanta pena. Ed anche se ho creduto che tu fossi diventato un mostro, davanti a me ora io vedo soltanto il mio Edward di sempre. Angosciato, disperato. Ma sei tu."
"No Bella, ti sbagli....Non sono io...non dipingermi come un eroe, io sono il cattivo. Io sono un assassino"
"E se decidessi nonostante tutto che questo non m'importa, Edward?"
"Oh, t'importerà eccome, Bella! Avrai paura di me, prima o poi, proverai disgusto per quel che sono diventato. Bella, tu ami soltanto...il mio ricordo..."
"Potrei amare anche te, adesso..."

I miei stati d'animo erano - se possibile - ancora più ballerini e volubili del suo umore. Avevo congelato il mio cuore nell'attesa del suo ritorno e così l'avevo lasciato, freddo ed inerme, davanti ad un Edward crudele e terrificante. Eppure mi era bastato così poco per capire che l'amore era ancora tutto lì. Era bastata quella frazione di secondo in cui la maschera di glaciale durezza di Edward era caduta per ricordarmi quanto immenso fosse il mio sentimento per lui. Avrei potuto superare anche la più atroce delle verità perchè l'amore vero è questo. E' irrazionale ed illogico. Non si cura della realtà, di cosa sia giusto e cosa sbagliato. Si cura soltanto della persona amata. E questa persona, per me, era sempre lui, Edward. Nonostante tutto era sempre stato lui.

Mi avvicinai piano al suo viso, carezzandogli incerta la guancia. Temevo di allontanarlo ed invece non si mosse.

"Il tuo buon profumo, Bella..."

Sorrisi.

"Tu...tremi..."
"E' il freddo..." - Mentii soffiando le mie parole sulle sue labbra. Avevo dimenticato il cappotto, questo era vero. Ma non era certo la temperatura di quel freddo novembre a smuovere il mio corpo.
Tutto ciò che desideravo in quel momento erano le sue labbra.
"Ed io non posso neanche pensare di abbracciarti per scaldarti un po', Bella....Non ti scalderò...mai più.."

Mi serrò le spalle con le sue forti mani e mi impedì di avvicinarmi di più al suo bel viso.
Per un attimo soltanto avevo sperato.

Sciocca, illusa Bella!

Piantò i suoi begli occhi nei miei. Color caramello screziato di nero.
Più li guardavo e meno senso riuscivo a trovarci.

"Bella, se davvero mi ami ancora, ti chiedo di fare una cosa per me..."
"Tutto ciò che vuoi..."

Attese un istante, prima di parlare.
Poi riprese:

"Lasciami stare. Non cercarmi più. E se mai ....dovessi essere io a farlo, mandami via. Buttami fuori dalla tua vita e... dal tuo cuore, Bella. Te lo chiedo....per favore."

Lo guardai sbigottita senza proferire parola, mentre si inginocchiava davanti a me, singhiozzando senza lacrime. Era irriconoscibile...Dov'era finito l'Edward crudele?
Dunque, la sua maschera aveva finito col frantumarsi in mille pezzi? Era bastato così poco? Anche per lui il dolore era dunque così insopportabile?

Ma certo.Era chiaro.
Era lui, il vero Edward.
Quello che desiderava piangere per me.

Mai come in quell'occasione le parole pronunciate da Alice, "Edward è ancora legato a te" mi risuonarono più sincere e degne di considerazione: nello stesso istante percepii di potermi ancora fidare di lei.

Edward mi amava. Mi amava ancora.
L'avevo capito, finalmente. Era stata tutta una farsa, una bugia.
Mi teneva lontana soltanto per non farmi soffrire ma sfuggiva al reale desiderio del suo cuore.

"Edward..." - Mormorai, piangendo a grandi lacrime. Gli carezzai la testa ramata piena di angoscia. Mi sembrava un fragile, indifeso bambino.
Eppure lui si definiva "mostro."

"Ti prego, Bella...!"

Desiderai letteralmente di morire, perchè, nonostante tutto, sembrava un sacrilegio opporre un rifiuto alla sua richiesta, a quello sguardo così angosciato e sofferente.

Non si trattava di una minaccia, nè di una crudele intimidazione, ma di una supplica.

Tutto ciò che Edward mi chiedeva, per l'amore che ancora provava per me, era in quelle parole con cui mi scongiurava di lasciarlo andare ancora una volta. O di andare via io, per prima, se lui non fosse stato abbastanza forte.

Tutto in quell' accorata preghiera cui non avrei potuto - mio malgrado - sottrarmi.


"D'accordo..." - Mormorai stringendolo un po' di più nella speranza di calmarlo - "Se è davvero questo ciò che vuoi, Edward non posso farci nulla...Se è questo che ti renderà sereno...Io...io....io lo farò."




Angolo dell'autrice:
Buonasera ragazze!
Anzitutto scusatemi, vi ho fatto attendere davvero a lungo....Purtroppo sono divisa fra mill impegni, in primis il lavoro, poi amici, famiglia, ragazzo....Adesso anche il Natale! Potrete capirmi, è davvero difficile star dietro a tutto! :)
Dunque....cambio di rotta in questo capitolo! Edward non si trattiene più, davanti a quel diario, davanti alla loro storia descritta in mille pagine di ricordi,davanti alla sua Bella che, nonostante tutto, insiste e non demorde, alla fine... cede! Via l'Edward cattivo...E tuttavia, nulla è ancora così semplice...Edward vuole ancora tenere lontana Bella, e lo farà, perchè non si crede affatto l'uomo giusto per lei....Voi cosa ne pensate?
Mi scuso con voi per la scena di rabbia tra Tanya, Bella ed Allison...Non mi piacciono questo tipo di eventi però...è anche vero che Tanya si considera, nonostante tutto, la candidata ideale all'amore di Edward e certo il ritorno di Bella un po' di fastidio doveva darle...immagino già quali possano essere i vostri pensieri, visto che mal tollerate la bionda vampira! :D...Beh, in tutta onestà neanche io la sopporto molto! ;)
Il titolo è un riadattamento della canzone di Battisti...immagino l'abbiate già capito da voi, cmq! :)
Grazie mille come sempre a chi segue, preferisce, ricorda e recensisce la fanfic...Su, non siate timide, lasciate un commentino (voi che di solito restate all'ombra ^^)....Fate la felicità di noi scrittrici con le vostre parole! :D
Un bacio a tutte...Spero di postare ancora prima di Natale ma se così non fosse...Buone feste a tutte voi! :)
MaTiSsE!

ps: forse nel prossimo capitolo potrebbero (e sottolineo potrebbero) arrivare i lupi! :)







   
 
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