Fisso la mia chioma allo specchio e
non posso non provare ribrezzo.
Nei miei diciassette anni di vita
è stata la mia rovina più grande!
Così appariscenti, così
crespi, così poco democratici... Così arancioni!
Erano la
rimanenza di mia madre, una donna che non ci ha pensato due volte a
lasciare suo figlio di sette anni e suo marito per avere i suoi
spazi, e me li dovevo tenere... Ancora per poco!
Lauren è già
pronta con la sua ciotolina verde con il miscuglio puzzolente che
doveva farmi fare il grande passo. Si era offerta volontaria, anche
perché era l'unica, per aiutarmi ed era già pronta vestita con
abiti vecchi e guanti alle mani.
“Sei pronto?” mi chiede
mentre continua a mescolare l'intruglio.
“Non posso tirarmi più
indietro, vero?” chiedo riluttante. Non sono più tanto sicuro di
volerlo fare.
“Mi pare ovvio, Ginger! Smettila di fare il
moccioso e diventa uomo.”
Perché ho l'impressione che sia
esageratamente euforica?
Alza il pennello dalla ciotola e fa
scivolare dalle setole il composto bianchiccio che le impregna e che
dovrà essere spalmato sulla mia capigliatura arancione.
“E poi
secondo me, il biondo ti dona...” afferma sicura “Saremo più
simili...”
Lei di natura è bionda, un biondo miele che ho
potuto ammirare solo alle sue foto da piccolissima. Lo odia perché
molti la paragonano ad una Barbie! Posso giurare che non è così,
nonostante ci vivi insieme da pochi mesi...
Come siamo andati a
finire così?...
Come ogni mattina, mi dirigevo a scuola
con la mia solita flemma mattiniera che va via dopo mezzogiorno, con
il mio zaino in spalla ed il solito cappello a coprirmi il capo
finché ogni piccolo ciuffo ramato non è completamente coperto.
Io
sono tutto quello che una ragazza non sogna: capelli di un
improponibile arancione, pelle pallida quasi trasparente, sfigato di
prima categoria ed impacciato al limite dello osceno. Alcuni non mi
calcolano nemmeno, altri, o semplicemente tutti, mi ricordano ogni
santo giorno quanto io sia meno di una nullità, diventata ormai la
loro unica ragione di vita.
Tra questi c'era anche Lauren, Miss
Divinità Scesa in Terra Lauren Alexa Cross.
Lei era ed è
tutt'ora la ragazza più popolare della scuola. Non un solo idiota
era (ed è) innamorato di lei e, naturalmente, anche in me, c'era (e
c'è) dell'attrazione.
Ma, uno sfigato come me, poteva competere
con la schiera di ragazzi, belli, fighi, sportivi ed intelligenti che
andavano dietro a quella ragazza che poi sarebbe vissuta sotto il suo
stesso tetto?
Ovviamente no, e lei me lo ricordava ogni giorno.
Ma
andiamo con ordine...
Stavo andando a scuola e, alzando lo
sguardo, trovo lei che cammina davanti a me con una sua amica
stra-figa, Samantha Thomson. Sorride felice, forse per una battuta, e
si passa una mano tra i capelli color cioccolato prima di mettersela
davanti alle labbra rosee e di continuare a ridere.
Le supero
aumentando il passo ed a testa china, tipo toro scatenato, cercando
di entrare il prima possibile nella scuola e di occupare il mio banco
e schiaffarci la mia testa sopra, ma evidentemente, oggi si trova
particolarmente euforica la Miss.
“Ginger, dove vai con tutta
quella fretta? Non scappa mica la scuola!” me lo ha praticamente
urlato nelle orecchie, visto che era ad alta voce, e scoppia in una
risata insieme alla sua amica.
Se solo qualcuno mi avesse visto i
capelli, fortunatamente coperti dal cappellino di lana che indosso,
avrebbe potuto vedere un pomodoro che correva e cercava di scappare
da due ragazze. Raggiungo il mio armadietto con il fiatone e vi
ripongo i libri che dovrò usare successivamente, sperando che le
sorprese siano finite per il momento.
“Mica te la sei presa,
Ginger?” E' Lauren! E' piombata come un razzo verso di me,
sbattendo una mano sulla porta del mio armadietto, chiudendolo con
uno scatto. Alzo i miei occhietti celesti verso di lei ed incontro le
sue distese verde oliva, fissandole con una certa ansia e con puro
terrore che possa dire o fare qualcos'altro. Scuoto la testa in segno
negativo e lei si lascia sfuggire un ghigno.
“Bravo Declan! Così
si reagisce da uomo! Dai, quest'anno è toccato a te e l'anno
prossimo... Anche!” scoppia in una risata e si allontana da me,
mentre viene raggiunta da Samantha.
Sbuffo sconcertato e cerco di
riaprire l'armadietto ma viene nuovamente richiuso da una mano.
Ok...
Ora sono incazzato!
Mi volto e comincio ad urlare “Chi è il
deficiente di tu-...” Non finisco la frase, perché mi ritrovo i
due occhi rabbiosi di Nelson Blake che mi fissano.
“Cosa ci
facevi con Lauren? Perché parlavi con lei?”: Ora che lo sento
parlare posso confermare che tutte le volte che l'ho sentito emettere
suoni, questi erano grugniti. Come questo.
“N-Niente... E'
venuta per... Per offendermi.”
“Solo quello ti meriti, Pel di
Carota!” mi prende per il bavaro della camicia della divisa
scolastica ed avvicina i visi “Sta' attento, Ginger.” mi sibila
velenoso per poi mollarmi malamente.
Ginger... Ginger... Ginger...
Non hanno la minima fantasia questi idioti... Idioti tutti tranne
Lauren, visto che è la prima persona che mi ha chiamato così.
La
scuola stranamente non è pesante, forse perché non faccio niente
per la maggior parte del tempo insieme al mio compagno di classe
Danny, un ragazzo apposto con la testa come un tappo di spumante che
deve essere rimesso nella sua bottiglia, quindi per niente! Stiamo
tornando a casa insieme e parliamo del più e del meno... Sta
parlando più lui in realtà...
“Dec, mi sa che quest'anno il
Premio Sfigato dell'Anno lo vinci tu! Tra L.A e Nelson, hai buone
probabilità di farcela, non sei contento?”
L.A è il soprannome
di Lauren, quasi tutti la chiamano così... Voglio dire, i suoi
amici.
“Danny, non mi aiuti così...” gli sputo con un ringhio
“Sta' zitto che è meglio per la tua incolumità!”
Affretto il passo, lasciandomelo alle
spalle, troppo irritato per vedere la sua faccia lentigginosa.
Torno
a casa e mi trovo la figura di mio padre dietro la porta d'ingresso
in canottiera bianca, asciugamano di un blu scolorito sulle spalle e
schiuma da barba sulla faccia.
“Declan, questa sera ceniamo
fuori! Vestiti bene, che non siamo soli!” mi annuncia serafico con
una strana lucina negli occhi chiari.
“Eh?”
“Su, vai su
che ti ho preparato il cambio... Ma per favore, lavati prima!” e
ridacchia soddisfatto. Non mi piace quel suo sguardo felice. Devo
ammettere che nelle ultime settimane è veramente diverso: sempre di
buon umore, dei suoi quaranta anni si notano solo i primi trenta,
sempre di bell'aspetto e profumato.
Mi annuso l'ascella... Non ha
un buon odore, meglio correre hai ripari!
Dopo alcune ore siamo davanti al Golden
Restaurant, vestiti di tutto punto!
Mio padre sembra che deve
andare a sposarsi, mentre io con i miei jeans neri sembro un
beccamorto... Il gusto di mio padre è da rivisitare, ma questa cena
per lui sembra importante e non volevo contraddirlo stravolgendo le
sue decisioni...
Entriamo ed il posto è davvero lussuoso, troppo
per le nostre tasche, ma sembra non badarci mio padre, io si invece!
Mi sento troppo a disagio nel trovarmi in un posto pieno di vecchi
pensionati puzzolenti! Poi io puzzavo...
“Un tavolo per quattro
a nome di Johnson.” dice mio padre al cameriere, che ci accompagna
ad un quadrato con tovaglie di lino color panna e tovaglioli rosso
bordeaux . Non sono di mio gusto!
Ci sediamo ad un lato ed
aspettiamo un po'. Mio padre si contorce le mani in una morsa e si
guarda continuamente intorno, cercando disperatamente
qualcosa.
“Papà, calmati...” gli dico ma all'improvviso salta
come una molla e si volta verso di me con un sorriso a trentadue
denti.
“Sono arrivate!” e mi indica la direzione con la sua
testa. La seguo e mi si staglia di fronte la figura di una donna dai
capelli mossi, gonfi e biondissimi con due occhi verdi da cerbiatta
seguita da una ragazza alle spalle, ma non riesco a vederla bene per
colpa della donna.
Mio padre si alza e le raggiunge, prendendo la
mano della donna e avvicinandola al tavolo, non prima di averle
scoccato un bacio sulle labbra carnose.
“Ciao Ellen...” dice
mio padre zuccheroso.
“Jason...” risponde lei a tono.
“Mamma,
che cavolo ti baci il primo che capita?”- esclama la ragazza
avvicinandosi alla madre, in contemporanea con io che sbraito a mio
padre - “Papà, che cavolo ti baci la prima che ti capita?”
La
ragazza si gira verso di me e per poco non rimango letteralmente di
cazzo! E'... E'...
“Lauren?”
La ragazza mi fissa
come se fossi un alieno, sgranando gli occhi e aprendo leggermente le
labbra.
“G-Ginger?"