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Autore: Swami_    19/12/2010    2 recensioni
Sconfitta.
Non sorrisi come avrebbe fatto Bellatrix.
Non piansi come avrebbe fatto Narcissa.
Accettai la sentenza annuendo, non avrei potuto fare altrimenti.
Sulle mie mani ci sono ancora i segni di coloro che hanno cercato di difendersi dalla mia pazzia, nella mia mente potevo chiaramente sentire le loro voci gridare.
E poi lui.
Il mio Signore.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charlie Weasley, Mangiamorte, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Soli Nel Mondo.'
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 Persia Selwyn, ipotetica figlia del Mangiamorte Selwyn di cui non si conosce nulla a livello biografico.

Questa figlia ha seguito le orme del padre, sposando la causa di Voldemort.

Inoltre ha avuto, ai tempi della scuola, una relazione con Charlie Weasley.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo Unico - Sconfitta.

 

 

 

 

 

 

 

I ricordi mi assalivano in continuazione, mentre le mie membra venivano strappate con violenza da quelli che un tempo erano i miei servi.

Da quelle infide creature che spezzano sogni e speranze, nutrendosi delle essenze più pure e sincere di questa terra.

Non credevo possibile, ma persino la mia mente crollò in poco tempo.

La mia carne bruciò, lasciandomi incenerire sul pavimento di un freddo carcere segreto.

Vittima di quello stesso marchio, desiderato e amato.

Sconfitta da quelle bacchette che silenziose scrivevano la mia fine.

 

Sconfitta.

 

Non sorrisi come avrebbe fatto Bellatrix.

Non piansi come avrebbe fatto Narcissa.
Accettai la sentenza annuendo, non avrei potuto fare altrimenti.

Sulle mie mani ci sono ancora i segni di coloro che hanno cercato di difendersi dalla mia pazzia, nella mia mente potevo chiaramente sentire le loro voci gridare.

E poi lui.

 

Il mio Signore.

 

Colui per cui avevo giurato fedeltà e eterna devozione, colui che mi avrebbe aperto le porte della dannazione.

Riposava in una fredda tomba.

Gelida come lo erano i suoi occhi su di me.

Quel suo modo di guardarmi, a metà fra la curiosità e l'indifferenza, mi aveva incantato.

 

Il mio Signore.

 

_

 

La gentilezza è una cosa da Babbanofili, come puoi essere educato con chi ha ammazzato la tua gente.

Come puoi parlargli?

Rammaricarti per la sua morte e preparargli con un senso di colpa il suo ultimo giaciglio.

Non l'ho mai capito.

Forse non lo capirò mai, non mi rimane molto tempo.

Un giorno, forse due.

E poi ogni cosa di sarà inanimata ed inutile.

Il mio corpo deperirà sotto i colpi di frusta dei Dissennatori, risucchiata in una dimensione mortale.

 

Finalmente morta.

 

_

 

Secondo una stupida legge di quel Ministero immondo, ho diritto ad una visita.

A un ultimo incontro, a un saluto.

Ho semplicemente ignorato tale opzione.

 

Non ho richieste di perdono.

 

Non ho voglia nemmeno di scusarmi con le famiglie delle vittime come hanno fatto alcuni dei miei ex compagni.

E poi, della nobile famiglia dei Selwyn è rimasto solo mio cugino, che prima dell'inizio della Guerra contro gli Indegni, si è iscritto a Durmstrang. L'unica scuola che rispetta i valori dei Purosangue e il loro ruolo nella società magica.

Mia zia Bella è morta, come zio Rod, mio padre, il mio Signori.

Al tribunale magico ho confessato ogni delitto, ogni reato con fierezza come avrebbe voluto Lui.

Ho sempre fatto tutto quello che mi ha ordinato al meglio delle mie possibilità, persino uccidere alcuni Traditori della nostra causa.

E' stato semplice.

E' stato folle ed eccitante vederli morire con gli occhi lucidi di quell'ultimo e supplichevole pianto.

Non mi pento come Malfoy o Goyle.

Io ne sono maledettamente orgogliosa.

E con ciò, non ho paura di pagare il prezzo più alto: la morte.

 

 

_

 

Una testa rossa è comparsa fra le sbarre magiche.

Eccolo, lui è tornato con quell'aria rilassata e le braccia ustionate.

Convinto di riuscirmi a strappare dal mio credo, dal ricordo del mio Signore e della mia causa.

 

Weasley. Traditori.

 

Charlie. Tentazione.

 

Mi ha sorriso, un sorriso triste, probilmente il mio aspetto trasandato e scuro non lo eccita più come una volta.

 

Sporco giocattolo, tentazione sensuale e lussuriosa.

 

Come dimenticare quei pomeriggi, a metà fra il sesto e settimo anno, di crudo sesso?

Come dimenticare la forza di quelle braccia?

Non potrei, mentirei se lo facessi.

L'unica cosa che gli sussurro, con la voce roca di chi non mangia e beve da giorni, è di tornarsene a casa.

Lui mette le mani in tasca e mi fissa a lungo.

-Mi sei mancata, mi è mancata la mia Persia Selwyn.-

 

Povero sciocco.

 

Intrappolato fra le terribili trappole della mia noia.

Negare. Negare sempre.

-Non c'è mai stata. Non è mai stata tua- cerco di dirgli, ma la mia gola è troppo stanca per collaborare e lui in qualche modo capisce e se ne va, mormorando un Addio.

Ma io so che sarà solo un Arrivederci, in attesa di rivederci alle porte dell'Inferno.

 

E' solo questione di tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

___

Sono abbastanza soddisfatta di questa storia.

E la voglia di scrivere una piccola Long è tanta, ma aspetto il vostro giudizio prima di imbattermi in una Long.

 

Se volete potete aggiungermi su FacciaLibro al seguente link: Swami Mi

 

 

 

 

 

   
 
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