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Autore: bf96    19/12/2010    2 recensioni
"Gli occhi... Beh gli occhi erano la parte di lui più bella da guardare. Secondo me erano quasi dorati, ed esposti al sole diventavano di un verde intenso. Molte volte mi prendeva in giro affermando che gli stavo attribuendo degli occhi policromi."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I candidi fiocchi di neve si posavano sul marciapiede, subito calpestati da gente frettolosa o da bambini che saltellavano su quel manto bianco, sul viso un grande sorriso.

A me piaceva guardare tutta la scena dal finestrino dell’autobus, protetta dalla porta chiusa che non faceva entrare il freddo.

Poi quella porta si aprì. Fu allora che entrò.

Non lo riconobbi subito. Aveva il cappuccio calato sugli occhi, ma riuscivano ad uscire dei ciuffi ribelli.

Poi parlò.

–Ciao, Trica.

Sorrisi. Solo una persona mi avrebbe chiamata così.

-Ciao, Matty.- lo salutai.

Si tolse il cappuccio. I capelli scuri gli accarezzavano dolcemente il volto. La bocca era curvata a formare un sorriso. Gli occhi scintillavano come luci. Mi arrivava il suo inconfondibile profumo, che aveva fatto impazzire moltissime ragazze, me compresa.

-Dove stai andando di bello?- mi chiese.

-Vado a lezione di pianoforte, anche se con questo tempo sarei volentieri rimasta a casa a bermi una cioccolata calda.- Scherzai.

Sorrise. –Beh, ti capisco. Invece io sto tornando da un allenamento di calcio. Non ti dico che freddo in pantaloncini corti!

Risi. –Poveretto! Ma comunque come stai? È da parecchio che non ci vediamo.

-Tu forse non mi vedrai, ma io ti vedo tutti i giorni quando scendi dal vaporetto con il tuo amichetto... come si chiama... Mirko, giusto?

Arrossii sentendo quel nome. – E’ perché abitiamo vicini, niente di che.

Mirko... Ripensai all’ultima volta che lo vidi, poche ore prima. Era davanti al cancello di casa sua. Un cappello scuro gli copriva i riccioli rossi. Continuava a sfregare le mani tra di loro per il freddo. La giacca era ricoperta di fiocchi bianchi, residui della battaglia di neve appena conclusa contro un nostro amico. Gli occhi... Beh gli occhi erano la parte di lui più bella da guardare. Secondo me erano quasi dorati, ed esposti al sole diventavano di un verde intenso. Molte volte mi prendeva in giro affermando che gli stavo attribuendo degli occhi policromi. In quel momento mi disse che era freddo e voleva tornare in camera sua. Annuii e, come facevamo ormai da tanto tempo, lo abbracciai. Mi circondò con le braccia e per quell’attimo mi sentii riscaldata. Mi piaceva stare con lui.

-Ehi, ma non devi scendere qui?

Mattia mi riportò alla realtà. Non mi ero neanche accorta che l’autobus era partito che già dovevo scendere. Mi isolo troppo quando penso a qualcosa.

-Ah, sì, scusa, non mi ero accorta che era la mia fermata, grazie.

Presi la mia borsa, gli diedi un veloce bacio sulla guancia e scesi, ripromettendomi di stare più attenta la prossima volta che avessi avuto la testa tra le nuvole.

  
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