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Autore: MelethielMinastauriel    19/12/2010    3 recensioni
Tutto era ricoperto da una spessa coltre di neve. Sembrava tutto così puro e candido, gli alberi che si intravedevano a malapena e il cielo che, col suo grigiore, contribuiva a rendere l’atmosfera più magica e suggestiva. Desmond cominciò ad ardere dal desiderio di correre fuori sotto la neve quando si accorse che stava continuando a nevicare. [...] “Ehi, Shaun. Ma lì non nevica mai?” La domanda arrivò improvvisa e lo lasciò spiazzato. “Eh?” “In Inghilterra… mi chiedevo se nevicasse o meno.”
Piccola oneshot scritta per le vacanze natalizie di questo 2O1O!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Desmond Miles, Shaun Hastings
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Ehilà, come va? Questa oneshot è stata scritta in soli 4 giorni, per me è un record! E' dedicata a saynomore, una ragazza di Deviantart che disegna delle fanart su AC (yaoi e non) magnifiche! Nella sua gallery ne avevo trovata una sulla mia coppia preferita e le ho chiesto di poter scrivere qualcosa su! Lei ha accettato subito e mi sono messa al lavoro! Diciamo che questa è la mia fanfiction per le feste Natalizie di questo -ormai prossimo alla fine- 2O1O! Non mi resta che augurarvi buona lettura e buone Vacanze!!!


Does it snow in London?

Desmond sbadigliò sonoramente e si levò dal letto. Una volta alzatosi salutò gli altri che ricambiarono. Anche quel giorno avrebbero dovuto lavorare alla sessione dell’Animus, proprio come gli altri e nell’attesa che Lucy e Rebecca sistemassero il tutto, andò alla finestra per dare un’occhiata fuori. Scostò di poco la tenda e quello che vide gli mozzò il fiato. Al di fuori del nascondiglio vi era un paesaggio fantastico. Gli alberi, la strada, l’orizzonte… Tutto era ricoperto da una spessa coltre di neve. Sembrava tutto così puro e candido, gli alberi che si intravedevano a malapena e il cielo che, col suo grigiore, contribuiva a rendere l’atmosfera più magica e suggestiva. Desmond cominciò ad ardere dal desiderio di correre fuori sotto la neve quando si accorse che stava continuando a nevicare.
“Ragazzi, venite a dare un’occhiata, sta nevicando!” esclamò, appoggiando le dita sul freddo vetro della finestra.
Le ragazze sorrisero fra di loro.
“C’era da aspettarselo” rispose Rebecca ridendo “questa notte ha fatto davvero freddo!” e Lucy fece sì col capo essendo d’accordo su quanto avesse detto l’altra.
L’unico a non condividere la felicità di Desmond era Shaun che, levatosi dalla sedia, sospirò profondamente. Proprio non riusciva a capire cosa diamine ci fosse di tanto bello in della semplice neve.
“Come mai ti agiti tanto, Miles? Si tratta di semplice acqua cristallizzata.” Borbottò spostando la tenda e dando un’occhiata fuori anche lui.
“Bah, Shaun, riesci sempre a rovinare i bei momenti!” fece Desmond dandogli un’occhiataccia. Poi riprese a contemplare la neve.
Shaun lo guardò per un attimo. Sembrava che gli occhi di Desmond brillassero, come quelli di un bambino in un negozio di caramelle. Ed era talmente eccitato che il suo respiro appannava il vetro davanti a lui. L’inglese arrossì lievemente in volto e distolse lo sguardo prima che qualcuno potesse accorgersene. Si comporta proprio come un bamboccio – pensò – mi chiedo se abbia sul serio vent’anni, come per convincersi che non aveva appena pensato a lui, poi sospirò ancora una volta.
Desmond si guardò dietro: le ragazze erano ancora intente a maneggiare con i cavi e di sicuro non avrebbero cominciato la sessione prima di cinque o dieci minuti e sorrise tra sé. Si allontanò correndo ed uscendo fuori dalla stanza.
“Ehi, dove diamine stai andando?” gridò Shaun, ma Desmond, che stava già scendendo le scale saltando i gradini facendo attenzione a non cadere non riuscì a sentire una sillaba.
A quel punto Lucy, dopo aver alternato lo sguardo tra Shaun spazientito e Desmond scattare fuori, disse:
“Ehi Shaun, che ne diresti di andare con lui?”
“Che cosa ti fa pensare che io abbia voglia di uscire fuori al freddo e al gelo per fare da babysitter a un ragazzo di vent’anni?” rispose, portando le mani ai fianchi e guardando la bionda con aria di superficialità.
“Dai, non ti sto chiedendo mica quale favore! Sai bene che è pericoloso lasciarlo là fuori da solo…” tentò di pregarlo la ragazza.
“Dammi un buon motivo per uscire di qui ed andarlo a prendere, allora.”
Niente da fare, quando voleva, Shaun sapeva essere davvero un testardo. E Lucy odiava scendere a compromessi. Rebecca si limitò a sghignazzare mentre i due discutevano. La bionda, che sperava nell’intervento dell’amica, decise di fare da sola.
“E’ sufficiente se ti dicessi che sei l’unico qui che non ha nulla da fare e che si sta solo lamentando?” disse, fulminandolo con lo sguardo. Shaun si sentì colpire dritto nell’orgoglio e, incassato il colpo,  uscì dalla stanza prendendo il suo cappotto e la sciarpa, brontolando fra sé.
Seguì un breve silenzio, interrotto da Rebecca questa volta.
“Aw, Lucy, non essere così crudele con il mio Shaun!” disse, sforzandosi di non ridere.
“Beh, se l’è cercata lui! Dovrebbe smetterla di essere più acido di un limone o giuro che al suo compleanno gli regalerò dello zucchero!” rispose tranquillamente la bionda, rimettendosi al lavoro e riattaccando i cavi alle giuste prese. Rebecca rise.
“Sono fatti l’uno per l’altro, eh?” chiese poi la corvina.
“Già” rispose Lucy, con un pizzico di amarezza nella voce.
 
La neve scendeva giù con più insistenza di prima e faceva davvero freddo. O questo fu quello che pensò Shaun quando uscì fuori, stringendosi nel suo capotto ed infilando le mani nelle tasche. Per fortuna aveva anche la sciarpa che lo copriva fin sotto il naso. Dopo essersi guardato attorno, cercò di individuare Desmond che, con la sua felpa bianca, tendeva a mimetizzarsi con la candida neve. Lo storico imprecò tra sé, sentiva davvero il bisogno di tornare dentro al caldo e invece era costretto a stare lì. Si chiuse la porta del nascondiglio alle spalle e cominciò a fare qualche passo. La neve era abbastanza alta e le scarpe affondavano, lasciando profonde impronte. Shaun trovò Desmond vicino ad un albero, a braccia e bocca aperte,  aspettando che i fiocchi di neve scendessero proprio sulla sua lingua che aveva da fuori.
Idiota!- Ripeté tra sé Shaun. Si sforzò di mantenere la calma:
“Che cosa stai facendo qua fuori?” chiese con tono seccato.
“Mmmh. Mi sto… divertendo.”
E Shaun si trattenne dal prenderlo a calci.
“Divertendo? Oh, stare qui a gelarsi il culo è davvero divertente. Quando ti prenderai un accidente e i tuoi deliri non saranno più solo colpa dell’osmosi sarò io a ridere. Mi divertirò un sacco!”
Desmond lasciò che le braccia gli scivolassero lungo i fianchi e guardò Shaun con aria innocente: proprio non riusciva a capire perché fosse sempre così acido nei suoi confronti. Shaun, da parte sua, vedendo la reazione del ragazzo, si pentì ben presto di ciò che aveva detto. Notò poi che Desmond non aveva nessuna sciarpa con sé e sulla testa non aveva neanche il cappuccio, che scendeva dietro il suo collo, lasciando la gola totalmente scoperta. Shaun volle rimediare, in qualche modo, a ciò che aveva detto prima, e si sfilò la sua sciarpa lentamente, lasciando Desmond sbigottito non poco per quel gesto.
“Toh. Non voglio che tu t’ammali.” Disse sottovoce l’inglese, mentre avvolgeva il collo dell’altro.
E quando la sciarpa fu ben sistemata, Desmond prese a toccarla, lasciando che il morbido tessuto di lana scivolasse fra le sue fredde dita. Riusciva a sentire l’odore di Shaun in quella sciarpa. Arrossì lievemente in volto e Shaun pensò che fosse dovuto al freddo. Desmond non era abituato a ricevere gesti di affetto, tantomeno da Shaun, che pareva essere perennemente arrabbiato con lui per qualsiasi cosa.
“Non ti starai mica preoccupando per me?” la domanda del moro spezzò il silenzio che era calato fra i due.
Anche se erano all’aperto, non si udiva nessun suono, sembrava tanto che il tempo si fosse fermato. E a Shaun parve che il tempo si fosse fermato per davvero quando il novizio gli fece quella domanda, così inaspettata! Il loro respiro era lento, e il soffio che usciva dalle loro bocche si condensava nell’aria, assumendo lo stesso colore delle nuvole nei bei giorni d’estate.
“C-Certo che no, idiota!!” ribatté l’inglese col cuore in gola “Che razza di discorsi fai? E’-E’ solo che… se tu dovessi ammalarti, non potresti entrare nell’Animus! E niente Animus, niente informazioni! Niente informazioni e siamo fottuti!”. Suonava tutto come una scusa patetica, ma il problema non si presentò nemmeno dato che Desmond sembrò credere alle parole di Shaun.
“Ah, capisco” mormorò il più giovane con un tono triste.
Il cuore dello storico smise di battere forte nel suo petto quando Desmond si allontanò da lui e riprese a passeggiare da solo poco più in là, passando sotto degli alberi completamente innevati. Capì allora che Desmond non aveva nessuna intenzione di entrare dentro. Decise quindi di seguirlo, mantenendo la giusta distanza e senza avvicinarsi troppo. Poi il moro si fermò e prese a toccare le foglie di un albero, rabbrividendo al freddo tatto con la neve. Sorrise leggermente tra sé. Non potendo fare altro, Shaun decise di contemplare il panorama, lo stesso che Desmond stava guardando poco prima dalla finestra. Ma per quanto lo guardasse attentamente, non somigliava neanche minimamente a quello della sua città natale. In un attimo la sua mente si tuffò nel passato, e si ritrovò circondato dai ricordi. Pensò a quello che era solito fare da bambino quando c’era la neve. Pensò alla sua casa e alla sua famiglia. Erano tutte memorie dolci come il miele e al riaffiorare di quei ricordi, avvertì una strana sensazione, calda e confortante.
“Ehi, Shaun. Ma lì non nevica mai?” La domanda arrivò improvvisa e lo lasciò spiazzato.
“Eh?”
“In Inghilterra… mi chiedevo se nevicasse o meno.”
“S-Sì. A volte. Non è molto frequente però ogni tanto tira giù delle nevicate pazzesche. Posso chiederti come mai questa domanda?”
“Mi sembrava che tu odiassi la neve. Tutto qui.”
“Che cosa te lo fa pensare?”
“Scommetto che le ragazze ti hanno costretto a seguirmi e non sei venuto qui di tua spontanea volontà, ho indovinato?”
“Ma cosa diamine è, un interrogatorio, Desmond? Non mi va di partecipare ai tuoi stupidi giochetti.” Brontolò Shaun leggermente innervosito.
“Ecco, vedi? Perché ce l’hai sempre con me? Che ti ho fatto?” piagnucolò Desmond.
“…Lascia perdere. Piuttosto quanto tempo ancora hai intenzione di rimanere qui fuori? Mi si sta gelando il culo.”
“Non sei costretto a stare qui con me. Se proprio ci tieni potresti tornare dentro al caldo e stare seduto tutto il giorno davanti al tuo pc.” Replicò il più giovane.
“Tsk, ma sentilo. Quello che passa le giornate intere seduto su una sedia.”
“Fottiti, Shaun.” E fu così che si concluse la conversazione.
A quel punto Desmond credette che Shaun gli avrebbe voltato le spalle e sarebbe tornato dentro, e invece rimase lì con lui. Semplicemente si girò e riprese a guardare l’orizzonte. Desmond davvero non riusciva a capirlo. Distolse lo sguardo dall’altro ragazzo e si chinò per raccogliere un po’ di neve, anche se le dita gli dolevano per il forte freddo. Ne aveva accumulato un bel po’ sul palmo della mano quando gli venne in mente un’idea e sorrise tra sé.
 
Shaun era intento a guardare l’orizzonte, la mente completamente altrove, mentre si abbandonava ai suoni leggeri ed ovattati provenire da lontano. I suoi pensieri, vennero interrotti bruscamente, quando sentì qualcosa di gelato colpire la sua testa lasciandolo leggermente stordito. Portandosi la mano dietro la nuca, proprio dove era stato colpito, per eliminare i residui di neve cominciò a sbraitare.
“Ma che cazz…? Desmond?!?”
Shaun sentì Desmond trattenersi a malapena, per poi scoppiare a ridere a crepapelle. Quando si girò lo vide tenersi i fianchi con le braccia e respirare convulsamente per prendere fiato.
“Cosa diavolo c’è da ridere, idiota?”
Desmond si asciugò le lacrime agli occhi e cercando di smettere di ridere, rispose:
“N-Niente, Shaun, è solo c-che… sei così buffo quando ti arrabbi!” e riprese a ridere.
“Oh, aspetta che ti abbia tra le mani e vedrai come sarò io a ridere!” rispose Shaun, con un tono irritato.
Desmond, tra le risate, cominciò a correre più forte di Shaun, per non farsi prendere. Cercava di prendere quanta più aria possibile con la bocca ad ogni passo e quell’aria gelida e fredda gli riempiva i polmoni, e a Desmond sembrò che stessero per squarciarsi da un momento all’altro. Faceva male, però si stava divertendo. Correva divincolandosi tra gli alberi a gran velocità, tutte cose che aveva appreso da Ezio durante le sessioni e che stava mettendo in pratica, senza neanche accorgersene. Gli sembrava di aver seminato Shaun e rallentò per guardarsi dietro, quando all’improvviso due braccia lo acciuffarono, tenendolo stretto con grande forza.
“Preso!” gridò l’inglese “Sentiamo, cosa dovrei farti ora?” aggiunse con tono scherzoso.
Desmond era visibilmente affannato e prendeva grandi boccate d’aria, mentre cercava di liberarsi. Poi riprese a ridere, come prima.
“Dai, lasciami andare!”
“Non ci penso proprio! Dovrai chiedermi scusa per quello che hai fatto” disse, cominciando a ridere anche lui.
“Aw, come sei esagerato!”
“Coraggio, Desmond, chiedi scusa per avermi lanciato la palla di neve!”
Entrambi erano ansimanti, e vi erano dei momenti di pausa fra una risposta e l’altra. La neve continuava a scendere…
“Shaun, lasciami andare! Ti prometto che non verrò più a disturbarti quando sei al computer!”
 
Shaun si accorse improvvisamente che lui e Desmond erano davvero vicini: la schiena del moro era praticamente a contatto con lui, ma Desmond sembrò non farci caso, dato che continuava a ridere e dimenarsi. Così lo lasciò andare dolcemente, avvertendo quel calore che vi era tra loro due svanire nel freddo. Il novizio si girò e guardò Shaun negli occhi e rimase meravigliato quando lo vide arrossire leggermente in volto.
“Oh. Sicuro di sentirti bene, Shaun?”
“S-Sì” rispose lui distogliendo lo sguardo e sentendo le sue guance bruciare sempre di più.
“Posso restituirti la sciarpa se ne hai bisogno.” E fece per toglierla.
“No, davvero, sto bene!” Rispose l’inglese allungando le sue mani a quelle di Desmond per fermarlo.
Entrambi ebbero un piccolo tremito quando le loro mani si toccarono. Shaun sentì il suo cuore battere all’impazzata. Scese un’imbarazzante silenzio e le loro mani erano ancora in contatto.
“Le tue mani… Sono così fredde. Non hai indossato nemmeno i guanti prima di uscire qui fuori. Sei proprio un incosciente.” Disse con tono di rimprovero lo storico e Desmond quasi ne rimase ferito.
“G-Già” mormorò sottovoce abbassando lo sguardo.
Shaun prese le mani di Desmond fra le sue e le strinse al petto per tenerle al caldo. Adesso era Desmond a sentire le sue guance andare letteralmente in fiamme. Cominciava ad agitarsi non poco e riorganizzare i pensieri era davvero difficile; inoltre qualsiasi cosa lui avesse intenzione di dire sembrava congelarsi in bocca.
“A-Ah… S-Shaun…?” balbettò a malapena facendo un grande sforzo.
E ancora silenzio. Desmond cercava di capire qualcosa dallo sguardo di Shaun, che aveva basso. Stando così fermi per tanto tempo, la neve cominciava a posarsi suoi loro capelli e sui vestiti. Entrambi respiravano profondamente e ognuno poteva sentire il respiro dell’altro. L’aria fredda batteva sulle guance di entrambi, e pian piano perdevano sensibilità.
“Desmond…”
Il leggero sussurro fece tornare il più giovane alla realtà. Lentamente, Shaun spostò la sua mano alla guancia dell’altro, facendo poi scivolare lungo il mento, che afferrò con presa salda. Si guardarono intensamente negli occhi, i loro cuori che battevano all’impazzata. La mente di Desmond si bloccò completamente, incapace di pensare. Quindi fu l’inglese a fare la prima mossa: avvicinò il più piccolo a sé, assicurandosi che le sue mani fossero strette nella sua e dopo essersi scambiati un ultimo sguardo, chiuse gli occhi e appoggiò le labbra su quelle di Desmond. Quest’ultimo pensò che il tempo si fosse fermato. Non poteva crederci, ciò che stava succedendo non era reale, non poteva esserlo! Tuttavia pensò che quel bacio fosse davvero piacevole. Si lasciò sfuggire qualche mugolio di piacere quando avvertì la lingua dell’altro sfiorare le sue labbra. Un leggero calore si stava diffondendo tra i due. Shaun preferì non spingersi oltre per quella volta, e interruppe il bacio separando le labbra di Desmond dalle sue con calma. I loro visi erano ancora vicini e Shaun aprì di poco gli occhi per guardare la reazione dell’altro e sorrise tra sé quando notò che aveva ancora gli occhi chiusi, aspettando un secondo bacio. Quando Desmond sentì di nuovo il freddo pungergli le guance, aprì gli occhi. La sua espressione dispiaciuta doveva essere davvero buffa perché  Shaun cominciò a ridacchiare tra sé.
Desmond si lasciò scappare un altro mugolio, un misto tra imbarazzo e dispiacere. Non sapeva proprio cosa fare, ora. Per fortuna, anche stavolta, fu il più grande a prendere l’iniziativa.
“Che cosa ne dici di tornare dentro, adesso? O preferisci restare a congelare qui per altre due ore?” disse, con quella leggera ironia e punta di acidità tipica del suo carattere.
“S-Sì” seguì un cenno del capo.
Shaun non lasciò andare un attimo le mani di Desmond, ed entrambi si avviarono all’interno del nascondiglio. Le ragazze avevano, probabilmente, terminato i preparativi da un bel po’ e ora li aspettava una lunga ed impegnativa sessione.
La neve continuò a scendere giù dal cielo fino a tarda notte.
 
FINE
18/12/2010

   
 
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