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Autore: Nyappy    19/12/2010    6 recensioni
Tutti amano gli angeli: sono belli, puri, misericordiosi… ma l’arcangelo Antoine non è così.
E’ battagliero come Michel, non ha alcuna intenzione di essere puro e soprattutto ti vuole.
E' così difficile per te, Maximilien, scorgere l'insofferenza che lascio trapelare mio malgrado quando sono con te? Non capisci o non vuoi capire.
Anche adesso, scrivi facendo finta di nulla, come se fosse normale per un amico passare interi pomeriggi sdraiato nel tuo studio con la camicia slacciata e gli occhi che continuano a lambire la tua figura.
Sbuffo, cercando una reazione che non arriva. Concentrato e devoto alla tua causa, sei così incredibile, così tu: odio il tuo atteggiamento eppure amo il modo sottile con cui continui a dominare la stanza con la tua presenza e il tuo scrivere ritmato.
Ambientato dopo la Rivoluzione Francese [Saint-Just/Robespierre] [Saint-Just POV]
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rivoluzione francese/Terrore
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Ange ou démon?
-Vi piacciono gli angeli, Maxime?-
Perché ti pongo questa domanda?
Mi guardi sorpreso con i tuoi occhi penetranti mentre alzi la penna dal foglio su cui stai scrivendo.
Trovi strano che l'Arcangelo ti chieda se gli piaci?
-Cosa intendete dire?-, laconico come sempre quando stai elaborando le tue orazioni, concentrato e meticoloso. Impegni tutto te stesso nella Rivoluzione e non t’accorgi del resto, non t’accorgi di me.
Non ti rispondo, non voglio risponderti, e torni ad intingere la penna nel calamaio, mentre io riprendo a dondolare il piede sdraiato sul tuo divano preferito.

Tutti amano gli angeli: sono belli, puri, misericordiosi… ma l’arcangelo Antoine non è così.
E’ battagliero come Michel, non ha alcuna intenzione di essere puro e soprattutto ti vuole.
E' così difficile per te, Maximilien, scorgere l'insofferenza che lascio trapelare mio malgrado quando sono con te? Non capisci o non vuoi capire.
Anche adesso, scrivi facendo finta di nulla, come se fosse normale per un amico passare interi pomeriggi sdraiato nel tuo studio con la camicia slacciata e gli occhi che continuano a lambire la tua figura.
Sbuffo, cercando una reazione che non arriva. Concentrato e devoto alla tua causa, sei così incredibile, così tu: odio il tuo atteggiamento eppure amo il modo sottile con cui continui a dominare la stanza con la tua presenza e il tuo scrivere ritmato.
Ti ricordi la prima lettera che ti ho inviato, quella che ha dato il via a questa nostra amicizia?
Allora ero un semplice colonnello della Guardia Nazionale che faceva un’audace proposta ad una persona di spicco, ora siamo pari, assieme nella stessa stanza: se prima ci dividevano archi e archi
ora sono solo pochi passi. Potrei alzarmi e avvicinarmi a te in una manciata di istanti, liberare il tavolo facendo cadere tutto, sbatterti sul mogano, e poi...

-Finito.-, poggi finalmente la penna accanto al calamaio e mi poni un paio di fogli vergati dalla tua scrittura fitta ed ordinata, senza neppure una macchia d'inchiostro.
Sarà di certo un magnifico discorso, peccato che sia più impegnato ad ammirare le dita affusolate e bianche che stringono con eleganza il tuo ultimo lavoro.
Hai delle belle mani, Maximilien, quasi quanto il tuo viso. E il tuo corpo, come sarà?
Lo immagino spesso, mi chiedo ogni volta come sia prima di avvicinarmi a quelle madame che io stesso ho reso vedove.
Dovrei prendere quei fogli e leggerli, e invece ti sto ancora fissando; perchè non ti muovi, cosa stai aspettando?
Aspetti che ti sfili la bozza dalle mani -come sto facendo? Probabile.
Ma non pensare che la legga.
Scivola via, svolazzando come un angelo prima di adagiarsi a terra, mentre le mie labbra ti stanno già baciando la mano.
-Antoine...-, la tua voce sembra un gemito, eppure di solito è così ferma... ti sei accorto solo ora del desiderio del tuo angelo mezzo svestito?
Mi cadi addosso sul divano, e mai come ora ti ho davvero sentito.
Ti piace questo Antoine, vero? Hai ceduto con troppa facilità.
Sai che voglio straziare la tua pelle bianca, voglio riempirti di baci e mordere quelle labbra tanto abili e devote.
-Maximilien...-, sono io ora a sospirare mentre m'infili la mano tra i capelli e attiri il mio viso al tuo con forza, facendomi male.
-Siete un demonio, Antoine.-
Un demonio o un angelo della morte, che differenza fa?
Non c'è bisogno di parlare se non per chiamare il tuo nome, e ti vedo tutto per me, premi e quasi sembri tremare mentre la camicia finisce per terra vicino al discorso.
-Notre petite mort, Antoine, notre poème...-
Moriamo assieme, Maximilien, e assaporiamo la nostra piccola morte comune...

Dire che amo Saint-Just sminuisce troppo l'incredibile ammirazione che provo per questa figura così affascinante e controversa della Rivoluzione, chiamato l'Arcangelo della morte o della Rivoluzione in quanto il più grande
sostenitore del Terrore e mandante di molte condanne alla ghigliottina, nonostante il suo aspetto angelico. Ho consultato parecchie fonti per non scrivere cavolate, e alcuni oppositori dei giacobini sostenevano che dietro a Robespierre, figura chiave della Rivoluzione, ci fosse il più giovane ed appassionato Saint-Just.
L'ho voluto descrivere così, come un attento analista della sua situazione, freddo eppure appassionato. La frase in francese tradotta è: -La nostra piccola morte, Antoine, il nostro poema...-.
Ho voluto introdurre il tema della morte (che hanno condiviso) nel suo senso lato: petite mort è il francese per orgasmo. Poème è rivolto non solo alla poesia del termine (davvero, ne sanno una più del diavolo) ma anche
al fatto che Saint-Just ha effettivamente scritto un poema, l'Organt (pure bandito per la sua licenziosità). Per la sua biografia in inglese: link!
Primo esperimento storico con il "voi" nei dialoghi, come si usava allora, ma il "tu" nei pensieri di Saint-Just. E' una scelta particolare, ma non volevo appesantire troppo il tutto.
Spero vi sia piaciuto,
Nyappy

   
 
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