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Autore: gigia1295    20/12/2010    3 recensioni
ORA IN HTML! Siamo alla corte di Volterra. Bella, coinvolta nella morte del suo migliore amico, si troverà ad affrontare l' ira del fratello di quest' ultimo: Edward, affascinante e spietato vampiro.
Ma dei caldi occhi color cioccolato potrebbero sciogliere il cuore di Edward?
Tra intrighi, misteri, pericolo e odio potrebbe nascere l' amore?
La morte di Jacob sarà per tutti un nuovo inaspettato inizio.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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ciao

Ciao a tutte! Piacere, Giulia. Sono iscritta a EFP da un po’ di tempo, ma non avevo mai preso seriamente in considerazione l’ idea di pubblicare storie. Quest’ idea un po’ ( un po’ tanto!) bizzarra è nata dal nulla, mentre rileggevo per la millesima volta Twilight. Siamo alla corte di Volterra, lo spietato principe Edward verrà messo alle strette da una misera popolana, dai caldi occhi color cioccolato. Recensite se vi sembra che valga la pena di continuare questa storia. Un bacio a tutte! J

Primo Capitolo

La morte è un nuovo inizio? A Volterra, sì.

                                                             

 

Pov’ s Bella

Mi guardai intorno. L’ ampia piazza centrale di Volterra era gremita di gente, vestita con colori sgargianti, trombette alla mano e tanto entusiasmo sul viso.   Era la festa del patrono, l’ evento dell’ anno.                                                            

 E io, che ci facevo lì?                                                                                                                                                                                                       Piacere, Isabella Swan.

Come di certo capirete dal cognome, non sono italiana. Vengo da Forks, la patria delle nubi e del maltempo.                                                                                                                                          Ero lì sotto supplica del mio migliore amico d’ infanzia, Jacob. Visse a Forks per molti anni, lo conobbi sulla spiaggia. Era intento a guardare una delle meravigliose pozze marine, tipiche di La Push.  I coralli che fluttuavano, sospesi e come immobili, nell’ acqua marina avevano sempre affascinato anche me.                                                                                                         Aveva sette anni, come me, la pelle bronzea baciata dal sole, e i capelli neri e setosi che si agitavano al vento.

Mi avvicinai, timida. Mi incuriosiva, era bello, volevo parlarci.

Alzò lo sguardo dalla vita marina sotto di lui, mi fece un sorrisone, sgranò gli occhi scuri e mi tese la mano.

-          Ciao! Io sono Jacob Cullen, ma puoi chiamarmi Jake, perché mi stai simpatica. E non mi chiamo veramente Cullen. Io non sono figlio di mamma Esme, mi ha preso con sé quando ero piccolo. E non vivo nemmeno qui, ma tornerò tutte le estati. Perché io sto in Italia, la mia famiglia sta lì. Vedi quello là? Si chiama Edward. È il mio fratellone, ha diciott’ anni! È grande!  Lui è veramente figlio della mamma- .

Sorrisi, era una macchinetta! Nel breve tempo che gli occorse per riprendere fiato, mi voltai verso il fantomatico Edward. Era a pochi metri da noi, immobile in piedi, alto e smilzo. Mi guardava truce.  Jacob riprese con la sua filippica:

-          Sembra antipatico ma non lo è! Comunque dicevo che sarò qui tutte le estati, vedrai diventeremo amici!-

Proruppi in una sonora risata, mi piaceva veramente tanto. Iniziammo a giocare e da lì, negli anni, nacque una bellissima amicizia. La più bella amicizia della mia vita. Non ci fu mai del tenero tra di noi, ma eravamo due anime complementari. Lui era il mio sole, il suo sorrisone a trentadue denti dava un colore nuovo alle giornate. I suoi genitori erano morti in un incidente d’ auto,  e la famiglia Cullen lo aveva preso con sé. Non avevo mai conosciuto i suoi genitori adottivi, e i suoi fratelli erano molto strani. Mi parlava raramente di loro, a malapena sapevo come si chiamavano: Edward, Emmett, Jasper, Alice e Rosalie. Sembrava mi odiassero, per chissà quale inaspettata ragione. Mi evitavano sempre, storcevano il naso. Solo Alice mi riservava qualche sorriso. Quando chiedevo  a Jacob spiegazioni per tutta quella freddezza, rispondeva con un’ alzata di spalle e un misero:

-          Sono fatti così, non è colpa loro. Ma devono starti lontano.-

Col tempo avevo imparato a considerare tabù l’ argomento famiglia, e tutto era andato per il meglio. Fino al mio sedicesimo compleanno. Un triste giorno, scoprii che Jacob era scomparso nel nulla. Nessuno sapeva più cosa dirmi su di lui e sulla sua famiglia. Puf, spariti tutti. Il mio sole si era eclissato. Ora di anni ne avevo diciotto, e la settimana  prima mi era arrivato un messaggio totalmente inaspettato.

  Ciao Bella, spero che questo sia ancora il tuo numero. Non ti ho abbandonata, e non ho mai smesso di pensarti. Sei la mia migliore amica. Ti prego, devi venire a Volterra da me. Ti spiegherò tutto, i segreti sulla mia famiglia, perché me ne sono dovuto andare. Ho paura, Bella. Ho paura per la mia vita, prima di finire in una bara puzzolente, tu devi sapere tutto.  Ti aspetto, martedì prossimo, alle 12, in piazza centrale, davanti alla fontana. Controlla la posta, ti ho spedito un biglietto andata e ritorno per Volterra, business class. Ti prego, ho bisogno di te. Ti voglio bene.”

Dire che rimasi basita è dire poco. Lo sguardo perso nel vuoto, la testa che viaggiava a mille. Jacob. Il mio migliore amico. Rivelazioni. Pericolo di vita. Ha bisogno di me. Basta, avevo deciso. Il martedì seguente sarei andata  a Volterra, lo avrei detto a Charlie, mio padre. Mi diressi verso il suo ufficio, l’ ispettore Swan non avrebbe avuto voce in capitolo, ero irremovibile.

E così, eccomi nella piazza centrale di Volterra. Mossi i miei passi, esitanti, verso la fontana. Un sussulto al cuore quando vidi il mio migliore amico. Era girato di spalle, batteva il piede a terra impaziente, allungava il collo per scrutare meglio tra la folla. Arrivai a pochi centimetri da lui e, come un’ idiota, riuscii solo a schiarirmi la voce. Lui si voltò, di scatto, i suoi occhi si illuminarono.

-          Bella! –

La sua voce calda fu un balsamo per il mio cuore.

Mi abbracciò, stringendomi a sé nella sua morsa ferrea. Mi sciolsi, e ricambiai la stratta, mi era mancato, ero lì per lui.

Senza proferire parola, mi prese la mano e mi guidò fino ad un vicolo deserto, nessuno ci  poteva né udire né sentire.

 

Pov’ s  Jacob

Avevo gli occhi lucidi. La mia Bella era lì, con me in quel vicolo deserto, la sua mano nella mia. La guardai. Era meravigliosa. Ero da sempre stato innamorato di lei, da quando mi sorprese sulla spiaggia a guardare i pesci e i coralli. Il mio piccolo angelo. Sapevo che da parte sua non avrebbe mai potuto esserci niente, ma a me andava bene così. Poi l’ avevo abbandonata, senza spiegazione alcuna. E ora, prima di morire, le dovevo dire tutto. Chi ero veramente, i perché e i per come.  Con la voce tremante iniziai a parlare:

-          Bella, io non sono quello che tu credi. Mio padre, Carlisle, è il re di Volterra. Io sono un principe. Ma la mia famiglia è qualcosa di più. Sono minacciato, altri mi uccideranno perché sanno. Sanno che so cose che non devo sapere. Non siamo più tornati a Forks perché le persone si sarebbero insospettite, c’ erano troppi indizi. So che mi prenderai per pazzo, ma è tuo diritto sapere tutta la verità. I Cullen sono dei… -

Ma le parole mi morirono sulle labbra. Vladimir era alle spalle di Bella, comparso dal nulla, una pistola sulla sua tempia.

-          Jacob, sei già abbastanza in pericolo, c’ è chi ti vuole morto. Se le dirai la verità, sarò costretto a uccidere la ragazza-

Pov’ s Bella

Un uomo imponente, nerboruto, mi stringeva con prepotenza, puntandomi qualcosa di freddo alla tempia. Impallidii, immaginandomi nitida la sagoma della pistola. Jacob mi fissava, gli occhi sgranati, il panico nelle iridi nere.

-          No, lascia Bella! Starò zitto, lasciala!

-          No, lei non può sopravvivere. Spiacente, ha sentito troppo. –

Quella calma serafica mi fece rabbrividire. Quell’ uomo dialogava amabilmente della mia morte, come se stesse commentando la recente partita di baseball.

Non so come mi liberai dalla sua stretta, corsi, mi voltai verso il mio potenziale assassino. Stavo per svenire, non ce l’ avrei mai fatta. E così Bella, sarebbe stata questa la tua misera morte?

L’ uomo sorrise, sardonico.

-          Piccola, fragile, illusa umana. ll tuo sangue sarà una goduria per tutti noi -.            

Levò in alto l’ arma, mirò su di me. Chiusi gli occhi. Uno sparo, un tonfo, un urlo:

-          No! -.

Era la voce di Jacob, l’ ultima cosa che avrei sentito.

Ma il dolore atteso non arrivò. Aprii gli occhi. No! Lui no! Perché?! Bastardo!

Urlai, piansi, mi accasciai a terra, accanto al corpo riverso di Jacob. Il mio migliore amico era steso su quelle lastre spietate, il bel viso era una maschera di sangue, la fronte trapassata da parte a parte da un proiettile. Si era sacrificato per me, mi aveva fatto scudo col suo corpo. Con la vista annebbiata dalle lacrime, guardai l’ assassino. Era smarrito, guardava attonito le sue mani, Jacob, la pistola; mentre ripeteva come una litania:

“ Il principe, ho ucciso il principe”.

Con un urlo disumano mi avventai su di lui, ma delle mani possenti mi fermarono.  Ero circondata da uomini pallidi e bellissimi, statuari, dai lunghi mantelli neri. Alcuni afferrarono l’ assassino, portandolo via. Gli altri, si rivolsero a me:

-          Tu vieni con noi. –

Detto questo, mi caricarono di peso in una macchina enorme e dai vetri oscurati. Sui sedili posteriori giaceva abbandonato il mio defunto migliore amico. La vista mi si offuscò, un acuto fischio sembrò volermi far esplodere il cervello. Come in un sogno, vidi le mie braccia cadere inermi sui fianchi, mi abbandonai stremata allo schienale in pelle, mentre la macchina partiva sgommando.

*******

 

Fine primo capitolo!

Allora, che ve ne pare?

Recensite, recensite, recensite! Voglio sapere se la devo continuare!

                                                        

  
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