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Autore: Miki_TR    20/12/2010    2 recensioni
"Seguirono un silenzio abbastanza lungo e una rana, una trottola e una zucca di Halloween."
James ha il tatto di un elefante, e c'è qualcosa che innervosisce Sirius. Riuscirà Remus a scoprire perché?
Scritta per La Scalata, challenge su wolfstar_ita.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Peter Minus | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Tra il dire e il fare
(La Scalata verso il Wolfstar, Challenge su wolfstar_ita, Livello 2. Prompt: Sesso)

Remus adorava sinceramente le Serate Malandrini, da quando Hogwarts era finita. A volte aveva una nostalgia assurda e un po' esagerata dei giorni della scuola. Ancora, durante l'estate che aveva seguito il loro diploma, non se ne era del tutto reso conto. Ma in novembre era diventato chiaro che il tempo della scuola era finito e che non sarebbero più tornati a dividere il loro dormitorio sette giorni su sette.
Le Serate Malandrini erano iniziate subito dopo la fine dell'anno scolastico, ma quando tutti avevano realizzato la semplice verità dell'essere cresciuti, erano improvvisamente diventate molto più importanti, per loro. Una volta a settimana, il più regolarmente possibile, si trovavano a casa dei genitori di James, nella mansarda sopra quella della mamma di Peter, o nell'appartamento di Sirius, in cui abitava anche Remus. Qualcuno portava il cibo (Fish and Chips, per lo più) e qualcuno da bere, e loro quattro passavano qualche ora senza pensieri e senza adulti veri intorno. E chiacchieravano e facevano gli idioti come i ragazzi che erano solo un anno prima, di quei tempi. Non era la stessa cosa che essere tra le pareti sicure di Hogwarts, ma era quasi abbastanza.
Il quattro di novembre era toccato a lui e a Sirius ospitare gli altri. Peter aveva portato la pizza (un piacevole cambiamento) e James qualche bottiglia di birra, e una storia nuova da raccontare.
In quelle serate si finiva sempre a parlare di sesso, comunque.
Chi aveva fatto cosa con chi (voci di norma infondate, anche se tutti sospettavano che quella su Gideon Prewett e Dorcas Meadowes fosse piuttosto realistica), chi era bravo a fare cosa (per lo più, si tirava ad indovinare) e, sempre molto discretamente, chi poteva essere, o forse era davvero, più o meno gay.
Sirius fingeva di non sentire l'ultimo tipo di chiacchiere. A volte cominciava perfino a canticchiare tra sé quando intuiva che il discorso andava in quella direzione.
Peggio ancora, quella sera, quando James aveva iniziato casualmente a raccontare di questa voce di terza mano, molto affidabile però, che gli era arrivata al lavoro, su questo tizio che poteva forse avere tendenze omosessuali, Sirius era andato in bagno e non era tornato per dieci minuti buoni.
A Remus veniva da ridere.
James era animato dalle migliori intenzioni, ma proprio non riusciva a lasciar perdere quell'argomento.
Quando avevano quindici anni sembrava che Sirius sarebbe stato il primo dei quattro ad andare fino in fondo con una ragazza. Finché, improvvisamente, non se ne era uscito candidamente con la rivelazione di essere gay, un pomeriggio in dormitorio, tra una domanda di Trasfigurazione e un commento sul Quidditch. James l'aveva presa abbastanza male, all'inizio, anche se aveva cercato di non darlo a vedere. Peter non aveva saputo bene cosa pensarne. Remus, che all'epoca aveva un'idea molto più chiara della faccenda, non aveva commentato quello stesso pomeriggio; ma quella sera aveva raccontato a Sirius di un certo ragazzo babbano loro coetaneo che aveva conosciuto l'estate prima, e di un paio di serate di sperimentazione amichevole che aveva trascorso con lui. Remus capiva.
Tutto era tornato normale abbastanza velocemente, poi, una volta che James aveva accettato la cosa. Era bastato il tempo di abituarsi all'idea, e l'atmosfera nel dormitorio e tra loro era tornata serena come era prima, fino alla fine della scuola, e anche oltre.
A parte il dettaglio che, quando l'argomento "prima esperienza sessuale" era venuto fuori durante una delle prime Serate Malandrini, quell'estate, Sirius aveva ammesso che, nonostante fosse sempre stato disposto a parlare di sesso e a scherzarne con loro, non aveva ancora fatto nulla, nel pratico.
James era rimasto piuttosto sconvolto, un'altra volta.
In quell'occasione Remus era stato avvantaggiato dal fatto di sapere già che Sirius era vergine; altrimenti sarebbe probabilmente rimasto anche lui a bocca aperta, onestamente, perché Sirius era estremamente attraente e aveva sempre avuto molti ammiratori. Tuttavia tra loro due avevano sempre parlato un po' più liberamente di esperienze, senza la paura di sconvolgere qualcuno accennando ad un bel didietro decisamente maschile, quindi Remus da quel punto di vista conosceva meglio Sirius. Ma James aveva sempre dato per scontato che Sirius avesse sperimentato, a scuola, come tutti loro avevano fatto, e l'aveva lasciato senza parole scoprire che non era così.

Quindi era cominciata la Crociata, come Remus la chiamava nella sua testa. James si era convinto che fosse suo dovere, come migliore amico di Sirius, trovargli un uomo con cui "uscire". O che altro. Peter si asteneva saggiamente dal commentare tutta la questione. Si limitava a raccontare qualcosa sulla sua ragazza, se interrogato, e ad ascoltare le chiacchiere degli altri, ridacchiando di tanto in tanto. Remus guardava quella routine ormai familiare sera dopo sera, e se si faceva delle domande, le teneva per sé.
Quel quattro di novembre, comunque, l'accenno di James a quella voce di terza o quarta mano concluse di fatto la serata. Sirius non era ancora riemerso dal bagno quando un gufo volò attraverso la finestra e si posò sulla spalla di James. Lui prese la lettera che la bestiola portava e la lesse d'un fiato, poi rivolse uno sguardo di scusa agli altri due Malandrini.
-Lily ha di nuovo litigato con sua sorella- spiegò. -E' piuttosto sconvolta e mi chiede se posso andare da lei-.
Erano solo le undici, ed era contro le regole andarsene da una Serata Malandrina prima di mezzanotte, almeno. Ma nessuno fece storie, perché gli accenni di James e la fuga di Sirius coincidevano comunque in genere con la fine degli argomenti interessanti per quella sera.
Peter e James si misero i cappotti, e Sirius riemerse dal bagno giusto il tempo di salutarli davanti al camino, prima di rinchiudercisi di nuovo.
Rimasto solo, Remus sfoderò la bacchetta e rimise a posto il piccolo salotto dell'appartamento con un gesto svogliato. Si prese qualche minuto in più per scegliere un disco da ascoltare mentre finiva la birra che gli era avanzata nella bottiglia, e aveva già fatto suonare i primi tre pezzi di Live Bullet quando si rese conto che Sirius non era ancora riemerso dal bagno.
Finì di bere con una sorsata e spense la musica. Sembrava decisamente che Sirius avesse bisogno di parlare, o sarebbe tornato in salotto; quindi Remus, ridendo un po' fra sé del carattere bizzarro dell'amico, andò a ripescarlo. Quando Sirius era in crisi si rinchiudeva da qualche parte e bisognava andarlo a cercare; era un sistema un po' strano, ma per loro funzionava.
Quando aprì la porta del bagno, però, Remus non poté fare a meno di ridere apertamente. Sirius era seduto completamente vestito nella vasca da bagno vuota e stava facendo le bolle di sapone con la bacchetta. Sembrava un bambino in pieno capriccio. Ah, che tipo, Sirius.
Lui si accigliò quando lo sentì ridere, e mise ancora di più il broncio. Remus non disse nulla per un istante, finché l'aria da ragazzino viziato che Sirius aveva ostentato fino a quel momento non lasciò il posto ad un'espressione rilassata, anche se un po' triste.
Allora spinse la porta ed entrò nel bagno, superò la vasca schivando una bolla di sapone che minacciava di accecarlo, e si sedette sul gabinetto, guardando Sirius che guardava altrove.
Nessuno parlò per qualche minuto. Alla fine Remus si rese conto che ad aspettare Sirius non avrebbero nemmeno iniziato la conversazione, per non parlare di arrivare al punto della questione.
-Non lo fa con cattiveria- disse, quasi casualmente. Tirò fuori la bacchetta di tasca e, sempre con aria vaga, cominciò a trasformare le bolle di sapone di Sirius, dando loro una forma o un'altra a seconda di cosa gli veniva in mente.
Un leone, un elefante e un cappello da mago vennero fuori prima che Sirius si decidesse a parlare.
-E' solo che mi dà fastidio- borbottò.
Un boccino.
-So che non lo fa apposta, ma...-
Una giraffa.
-E' come se lo sottolineasse continuamente-.
Un bus a due piani. Gli stavano riuscendo forme sempre più complesse.
Seguirono un silenzio abbastanza lungo e una rana, una trottola e una zucca di Halloween.
-E questo ti dà fastidio perché...?- lo imbeccò Remus. Sirius arrossì di botto.
-Perché vorrei provare com'è. Ma non ho nessuna voglia di andare a letto con il primo che capita solo per far contento James-.
-E hai paura- aggiunse Remus. Sirius tacque di nuovo, e Remus temette di aver detto troppo quando anche le bolle si fermarono. Conosceva bene Sirius, ma chissà perché, a volte non capiva con lui quando passava il segno e diceva qualcosa che non doveva dire. Sirius poteva prendersela per cose piccolissime, e non era facile districarsi con quel suo strano carattere.
Ma Sirius non era arrabbiato. Sembrava confuso e pensieroso, rannicchiato nella vasca con le gambe tirate contro il petto e il mento posato sulle ginocchia.
-E ho paura- aggiunse alla fine, con un filo di voce. -Ma solo perché non so cosa devo aspettarmi- puntualizzò.
Remus incrociò le gambe sulla tazza chiusa del gabinetto, solo vagamente irritato che Sirius non avesse scelto un posto più comodo per andare in crisi. Ma la conversazione si prospettava lunga e cercò di adattarsi.
-Dipende da cosa vuoi- spiegò, sentendosi un po' stupido. Non era proprio come raccontare come stavano le cose ad un bambino: Sirius aveva diciannove anni. -Immagino che tu abbia un'idea della meccanica-.
Sirius rise un po' forzatamente. -Le api e i fiori, sì, fin lì ci sono. Anche le api e le api. Ci ho messo un po', ma ho capito come funziona-.
Remus rise. -Non voglio sapere da che fonte. Certamente non dai tuoi.-
-Decisamente. La loro idea è che spiegare ai figli i fatti della vita il giorno prima che si sposino riduce il rischio di avere nipoti indesiderati-.
Risero entrambi, prima che Remus continuasse.
-Comunque, ci sono diverse cose che due uomini possono fare a letto. Non è detto che sia solo...-
-A va dentro B- concluse Sirius.
-Esatto. Vedo che hai fatto i compiti- scherzò Remus.
-Non prendermi in giro- lo rimproverò Sirius, chinando la testa e nascondendo il viso dietro i capelli.
Remus sorrise. -Va bene. Comunque, se non ti senti a tuo agio con l'idea di un rapporto completo, non devi per forza partire da lì. Puoi sempre fare quello che fai da solo... in due-.
-Quello che faccio da solo?-
-Credi di essere silenzioso, Padfoot? Ti ricordo che dividiamo una stanza da otto anni, ormai-
Sirius rise. Quella conversazione riusciva ad essere allo stesso tempo oltremodo imbarazzante e molto naturale. Si conoscevano bene, ma in qualche modo le chiacchiere spavalde del dormitorio erano molto diverse da quel parlare a cuore aperto. Remus si chiese perché, ma molto vagamente.
-Ok, quello che faccio da solo si può fare in due- disse Sirius, -ma questo non conta come sesso-.
-Certo che conta- gli disse Remus. -Se sei con una persona che ti piace, diventa qualcosa di molto... intimo. E ti può aiutare a sentirti più a tuo agio con il resto, una volta che ti sei abituato-.
Sirius rimase in silenzio per un poco. Remus cambiò posizione sulla scomodissima tazza per la quindicesima volta in quei dieci minuti, poi si arrese.
-Fammi spazio- disse a Sirius, che si tirò indietro e lo lasciò entrare a sedersi di fronte a lui nella vasca.
-E' una questione di sensazioni- spiegò Remus, con enfasi. -Sei con una persona, vuoi provare piacere e vuoi che ne provi anche lui. Non ha senso fare qualcosa che non ti fa sentire a tuo agio. E qualsiasi cosa può essere piacevole, anche molto piacevole, se è fatta bene-.
Sirius lo guardava con gli occhi un po' spalancati, ma non doveva essersene accorto.
-Ma comunque non ha senso farlo con una persona qualunque, solo per far contento James- concluse, alla fine.
-No- rispose Remus, -ha senso solo se fa contento te. Devi fare quello che vuoi fare tu, Sirius-.
Lui annuì, pensieroso. Remus lo guardò ancora un attimo, chiedendosi se ci fosse qualcuno che Sirius aveva in mente, o se semplicemente non aveva ancora incontrato nessuno di suo gradimento. Se cibo e sesso andavano in parallelo come sosteneva sua madre, sarebbe stato difficile: Sirius era schizzinoso come poche persone al mondo. Poteva essere quella la spiegazione del perché fosse ancora vergine nonostante il suo fascino. Sicuramente, pensò Remus mentre usciva dalla vasca e si tirava dietro Sirius praticamente di peso, era la spiegazione del perché fosse così magro.

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La conversazione finì lì per quella notte, e Remus vi ripensò solo brevemente mentre ascoltava il respiro di Sirius che si addormentava nell'altro letto della stanza che dividevano.
Ma dal giorno seguente, intuendo la sua disponibilità a parlare sinceramente di quel genere di cose, Sirius prese a tirare fuori l'argomento sesso ogni volta che erano soli.
A colazione gli chiese chi era l'amante migliore con cui fosse mai stato, e Remus si strozzò quasi con il caffè che stava bevendo, prima di rispondere.
Nel pomeriggio gli fece cadere di mano tutti i dischi che stava riordinando chiedendogli di punto in bianco cosa gli piaceva fare a letto.
Quella stessa sera Remus non si stupì nemmeno più quando, mentre Sirius si metteva il pigiama, la sua lettura serale sotto le coperte fu interrotta perché lui voleva sapere con quante persone Remus fosse stato nella sua vita. Sì, sapeva che Remus in genere gli raccontava quello che faceva, ma non c'era stato nessun altro? E con tutti quelli con cui era stato, era sempre stato bello? Era sempre andato "fino in fondo"?
E continuò in quel modo nei giorni seguenti. C'era da impazzire.
Remus non si imbarazzava particolarmente nel parlare della sua vita sessuale, per lo meno non con Sirius, che considerava il suo migliore amico. Ma gli sembrava curioso essere diventato una sorta di enciclopedia ambulante con cui Sirius si stava facendo una notevole cultura sul sesso. E tutto quel raccontare lo lasciava in una sorta di perenne stato di vago desiderio, non spiacevole, ma inutile, quando non aveva nessuno con cui uscire e passava la maggior parte del tempo con un amico fin troppo curioso.

La successiva serata Malandrina si svolse a casa di Peter, appena la sera prima della Luna Piena. Mamma Eleonor, come la madre di Peter pretendeva di essere chiamata dai suoi amici, li accolse con le solite feste e i soliti abbracci quando arrivarono nel salotto di casa Pettigrew. Poi i quattro si rinchiusero in mansarda e si abbuffarono di Fish and Chips e torta di zucca fatta in casa, finché come al solito iniziarono le chiacchiere.
Dopo aver raccontato i dettagli della sua ultima sera fuori con Lily (l'aveva portata in un locale dove rappresentavano il Rocky Horror Show, e la cosa li aveva alquanto ispirati), James attese che anche Peter avesse fatto il riassunto della sua settimana, prima di tornare alla carica al suo solito modo.
-Sapete, Emmeline Vance ha raccontato a Lily che quando Caradoc era ancora a scuola giravano strane voci su di lui...-
Sirius si tese. Remus se ne accorse subito e tentò di cambiare argomento. -So che suo padre ha comprato di recente una scopa professionale. Pensi che l'abbiano preso a giocare in qualche squadra di Quidditch, James?- chiese, disposto anche a passare per un idiota che non capiva i sottintesi, piuttosto che a vedere un'altra scena come quella della settimana precedente.
James non colse il tentativo di sviare il discorso.
-No, be', anche se ha a che fare con il Quidditch. Dicono che gli piacesse fare... cose con altri giocatori, nella doccia- disse, guardando Sirius con un'aria che voleva essere di amichevole suggerimento, ma che sembrava quasi sinistra, se si era consci del disagio di Sirius.
Lui scattò in piedi quasi immediatamente.
-Voglio andare a casa- disse, con la voce che gli tremava un poco. Era arrabbiato.
-Sirius, non stavo...- cercò di giustificarsi James, ma Sirius non lo lasciò finire.
-Non mi sento bene, vado a casa. Remus, vieni?- chiese, e Remus percepì chiaramente che si trattava di una richiesta, non di una domanda.
-Certo,- rispose, -arrivo subito, vai a recuperare i cappotti in camera di Wormtail-.
Sirius uscì quasi di corsa, e Remus si trattenne ancora un secondo.
James riprovò a giustificarsi. -Moony, davvero, non stavo dicendo...-
-Stavi proprio dicendo, James- lo interruppe Remus, un po' seccato. -Grazie della serata, Peter, ci vediamo domani. Prongs, poi ne parliamo meglio, ok?-.
Quindi andò verso le scale della mansarda, ma si fermò con le dita già sul corrimano. -Ah, e a Caradoc non è mai piaciuto farlo sotto la doccia. Preferiva sotto le gradinate dello stadio da Quidditch, quando stava con me- aggiunse, e uscì senza aspettare la risposta che sicuramente James stava per tirare fuori.
Raggiunse al piano di sotto Sirius che aveva già in mano i cappotti di entrambi, salutarono Mamma Eleonor che stava guardando un film babbano alla televisione e poi lui e Padfoot si Smaterializzarono in direzione dell'appartamento.

Una volta a casa, Remus si sedette sul divano, sentendosi stranamente stanco, anche se in genere in quella fase della Luna era piuttosto agitato. Sirius sparì per qualche momento in camera, e Remus si stava giusto chiedendo se doveva di nuovo andare a cercarlo, quando lo vide riapparire in pigiama, col viso ancora torvo.
Senza parlare, Remus gli fece spazio sul divano, e Sirius si stese, appoggiando la testa sulle gambe di Moony. Lui sorrise tra sé: era una cosa che Sirius faceva diversi anni prima, quando riceveva notizie da casa ed era molto sconvolto, di solito. Come allora Remus gli accarezzò piano i capelli, per confortarlo come avrebbe fatto se al posto suo ci fosse stato Padfoot.
Non parlarono per un bel po', finché Sirius non diede un gran respiro e Remus si tese, pronto ad ascoltarlo.
-Domani devo parlare con James, prima della Luna-.
Remus sorrise. Non aveva mai visto un bisticcio tra Prongs e Padfoot durare più di una giornata. -E' una buona idea. Non ha cattive intenzioni, lo sai-.
Sirius annuì, e rimase in silenzio per un po', mentre Remus continuava tranquillamente ad accarezzargli i capelli; dopo dieci minuti, quando sembrava che Sirius non avrebbe più parlato, Remus sospirò e riprese il discorso. -Che cos'è che ti dà davvero così fastidio, Padfoot?-
-Non è neanche un brutto ragazzo, Caradoc- disse Sirius, ignorando la domanda.
Remus ridacchiò. -E' anche piuttosto bravo a letto, se vuoi saperlo-.
Anche Sirius rise. -Però non mi piace- disse.
Remus gli accarezzò la fronte, lisciandogli indietro i capelli, e Sirius si girò appena per stare sulla schiena e poter piantare i suoi occhi grigi in quelli di Remus.
-Sei incontentabile- lo sgridò lui, piano, senza cattiveria. -Come devo fare con te...-
Sirius allungò una mano e afferrò quella con cui Remus lo stava accarezzando. Poi se la portò alle labbra e baciò pianissimo il polso, quasi in maniera impercettibile.
Remus trattenne il respiro. L'atmosfera cambiò dal conforto a qualcosa di completamente diverso, così velocemente da lasciarlo scosso come se gli fosse mancata la terra sotto i piedi.
-Remus...- iniziò Sirius. -Moony...- disse, e poi si interruppe. Le sue guance si colorarono di rosso. -Potresti pensarci tu- suggerì timidamente.
Remus era praticamente paralizzato dalla sorpresa. Sirius si mise a sedere e lo baciò piano, sulle labbra. Lui non si mosse.
-Perché- fu l'unica cosa che riuscì ad articolare, troppo stupito per proseguire oltre la frase.
Sirius fece un sorriso un po' triste.
-Non lo so- rispose, scrollando le spalle. -Ci ho pensato tante volte per tanto tempo, e le uniche volte che riuscivo ad immaginare come sarebbe stato fare sesso... lo immaginavo con te-.
Sirius lo guardava con un'espressione così piena di attesa che Remus si rese conto di dover dire qualcosa, e subito, se non voleva ferirlo. Doveva essergli costato parecchio, rendersi così... vulnerabile.
Ma non aveva idea di cosa dire. Non aveva mai pensato a Sirius come ad un potenziale amante, se non quando era veramente un ragazzino; non perché lui non fosse attraente, o perché non gli volesse bene. Perché era Sirius e dopo un po' era arrivato a considerarlo senza vederlo davvero.
-Vorresti fare sesso con me- cercò di ricapitolare, per prendere tempo.
Sirius annuì. Forse Remus non aveva mai considerato l'idea, ma quando provò a farlo scoprì che la trovava stranamente allettante. Si stava parlando di Sirius, e c'era già tra di loro tanto affetto, tanta fiducia e tanta comprensione reciproca che questa possibile evoluzione sembrava qualcosa di predestinato, che solo lui non era stato in grado di vedere.
Gli sorrise un poco, per rassicurarlo, mentre pensava a tutti i motivi possibili per cui poteva essere una cattiva idea; ma nessuno era veramente valido.
Il suo sorriso probabilmente disse a Sirius molto più di quello che potevano fare le parole, perché lui posò di nuovo le labbra sulle sue, e un secondo dopo si stavano baciando veramente, senza che Remus avesse capito del tutto come erano arrivati a quel punto. Ma era bello, e stava così bene che non si pose davvero il problema. Le sue mani tornarono tra i capelli di Sirius e se lo tirò contro, sul divano, pensando vagamente che almeno nel campo dei baci non era il solo ad avere esperienza. Tutto si fece molto confuso, tranne il calore e l'emozione.
Quando Sirius tentò di slacciargli la camicia, però, Remus ritornò in sé.
-Aspetta- gli disse. -Forse non è il caso di farlo stanotte. Domani c'è la Luna Piena e sai che sono sempre nervoso la notte prima. Non vorrei...-
Sirius gli fece un gran sorriso, solo un pochino ansioso, forse. -Hai paura?- gli chiese. Remus annuì. -Di farti male senza volere- ammise.
Sirius si avvicinò di nuovo col viso al suo come se volesse guardarlo meglio, e Remus lo baciò stupendosi un poco che gli venisse così naturale, dal momento che fino a dieci minuti prima non avrebbe mai pensato a Padfoot in termini di baci.
-Allora niente sesso per stanotte- gli disse Sirius, -devi sentirti a tuo agio, no? Però ho sentito che ci sono altre cose che due uomini possono fare a letto...-
Remus rise. -Ah sì? Sembri sapere molte cose sul sesso- scherzò.
Anche Sirius rideva. Si alzò in piedi e trascinò con lui Remus, che si appoggiò al suo braccio per non perdere l'equilibrio, notando con stupore quanto gli venisse naturale, subito dopo, abbracciare la vita stretta di Sirius e accarezzargli la schiena con una mano. Tutto sembrava assurdamente giusto.
-Sai, ho imparato molte cose sentendole dire da un mio amico...- lo prese in giro Sirius, tirandolo piano verso la loro camera da letto.
Remus lo seguì, già cominciando a pensare all'incantesimo di trasfigurazione che avrebbe unito i due letti singoli in uno doppio. Non gli sembrava più per nulla una situazione strana.
-Tra il dire e il fare...- ammonì piano, mentre già tirava la camicia di Sirius per liberarla dai suoi pantaloni e raggiungere un pezzetto in più della sua pelle.
-Va bene, va bene. Non ti farò fretta. Ma adesso andiamo di là a fare in due quello che di solito facciamo da soli- concluse Sirius.
E Remus non ebbe poi molto da ridire, su quel punto.


 

Note Noiose: Live Bullet, citato nella prima parte, è un album del 1976 registrato live da un tale Bob Seger, che non conoscevo prima di andare a cercare online un album che sicuramente fosse già uscito all'epoca dell'ambientazione di questa storia (già una volta ho fatto citare a Remus ai tempi di Hogwarts un film degli anni '80, non volevo ripetere l'errore). Cercavo onestamente qualcosa di più famoso, ma ho scelto questo perché il nome del gruppo di cui Seger era il cantante è Bob Seger & The Silver Bullet Band (Bob Seger e la band proiettile d'argento), e mi sembrava quasi troppo adatto per non citarlo. Poi ho ascoltato un paio di pezzi e non sono niente male. XD

  
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