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Autore: DurdenKurtz    08/12/2005    3 recensioni
L'avevo scritta per un concorso letterario anni fa ma ho perso.Spero che a voi piaccia.
Cosa si cela dietro a uno scrigno dato come incentivo da una misteriorsa Azienda? Leggete e non ve ne pentirete. Finale a sorpresa.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Girò la chiave nella toppa per tre volte finché la serratura non scattò con suono metallico. Alzò leggermente il coperchio, vi infilò i polpastrelli e tirò su con forza. Pesava enormemente. Era almeno la centesima volta che ripeteva quelle azioni, tutte le volte aveva funzionato alla perfezione. Mai una volta che si fosse confuso. Il suo potenziale, la sua efficienza era enorme. Solo lo Scrigno era ciò che contava. Era perfetto. Squillò il telefono. Si affrettò a rispondere. Era lui. Era il suo datore di lavoro. Gli disse le solite cose. Il capo era buono con lui. Il capo non voleva licenziarlo, ma l'avrebbe fatto se non avesse lavorato a sufficienza. Si mise al lavoro. Contattò i principali clienti dell'azienda e cercò di convincerli a collaborare. Ultimamente i dipendenti erano troppo pochi per tutto il lavoro che c'era da fare. Era questo il suo lavoro: riuscire a coinvolgere più persone possibili. In cambio riceveva un'ottima paga, più che sufficiente a mantenersi. Si alzò dalla sedia per prendere il telefono e contattare il prossimo nome nella lista, la signora Smith . Proprio mentre stava per comporre il numero il telefono squillò. Era di nuovo il capo: “Non ci servono altri dipendenti. Devi fare un’altra cosa per l'Azienda..."

La signora Smith aprì la porta a quel tipo. Lo guardò bene e pensò che lo conosceva. Era... Non finì il pensiero. Era già morta quando la sua anima terminò la frase.

Tornò a casa stanco morto. Il nuovo compito era stato molto stressante. Si sdraiò sul divano e sintonizzò la televisione sul notiziario delle sei. Non riusciva a concentrarsi sulle immagini. Aveva ben altri pensieri per la testa. Perchè il capo gli aveva dato un lavoro così duro? Non riusciva a capire. Non era possibile che all'Azienda non servissero più altri dipendenti. Quelli attuali non riuscivano a trovare nuovi clienti nemmeno con gli incentivi. E poi il capo non gli aveva mai parlato prima di quel nuovo lavoro. Gli aveva promesso invece che, se fosse riuscito a trovare personale a sufficienza, avrebbe potuto smettere di lavorare e avrebbe potuto mantenere l'incentivo per sempre. Lo Scrigno era il suo incentivo. Era meraviglioso. Sarebbe stato suo a patto che non avesse mai infilato le mani dentro di esso. Ma adesso che aveva cambiato lavoro forse... E poi come avrebbe fatto il capo ad accorgersene? No, non se ne sarebbe accorto. Inoltre quel giorno aveva lavorato bene. Era riuscito a chiudere il contratto con la signora Smith...e a prendersi la quota d'iscrizione all'azienda. Voleva assolutamente tirar fuori “le cose” dallo Scrigno. Non gli bastava più poter chiedere quello che voleva, non gli bastava aprirlo pensando a tutto ciò che desiderava e ottenerlo. Voleva di più. Aveva firmato il contratto con la penna rossa, ora era un Socio dell'Azienda. Non poteva essere licenziato per aver preso “le cose” dallo Scrigno. Come aveva potuto non pensarci prima? Le avrebbe prese tanto per scoprire di che si trattava, poi le avrebbe rimesse a posto. Si. Avrebbe fatto così. Si alzò per prendere lo Scrigno. Spense la televisione. Oltrepassò il divano, attraversò la sala da pranzo, la cucina ed entrò in camera sua. Aprì il cassetto del comodino e tirò fuori lo Scrigno. Prese la chiave dalla tasca, le fece fare tre giri nella toppa fino a far scattare la serratura. Decise, per prudenza, di spegnere le luci e finalmente sollevò il coperchio infilando la mano all'interno. Urlò come non aveva mai urlato in vita sua. Sentì un dolore lancinante alle unghie, un bruciore insostenibile ai polpastrelli che passò al dorso e quindi al palmo della mano. Sentì la sua pelle cuocere e bruciare. Estrasse la mano dallo Scrigno e urlando in preda al dolore sporse la mano oltre la finestra, alla luce della luna. Della sua pelle non era rimasto più nulla. Al suo posto cinque dita scheletriche biancheggiavano alla luce della luna piena. Il dolore era ancora insostenibile e a stento si accorse che il suo cellulare stava squillando, guardò il numero: 666. Era il capo! Il telefono squillò una, due, tre volte. Il bruciore si fece più intenso. La moquette su cui posavano i suoi piedi prese fuoco, le pareti della stanza si incendiarono. La portà si spalancò.
"Non dovevi toccare “le cose”. Ti avevo avvertito. Ora dammi la tua quota d'iscrizione".
"No, la mia anima no, capo!" Ma il fuoco non lo ascoltò.

Faceva davvero caldo. Le due ragazze camminavano sul lungomare. Quando a un tratto si fermarono, in mezzo alla spiaggia c'era un piccolo scrigno. Una delle ragazze lo aprì. "Ehi! Qualcuno ha perso questa cassaforte...e guarda i soldi che ci sono qui dentro! Puoi comprarti quelle scarpe che abbiamo visto al centro commerciale! Però che caldo... Fa così caldo che mi sento bruciare la pelle. Dai, sbrighiamoci!"
  
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