Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |       
Autore: elfin emrys    22/12/2010    6 recensioni
[un'altra fanfiction della serie Erede]
Altre urla.
Stavolta non sono sue.
Merlin si divincola sul letto, cercando di resistere.
Anche quelle urla sanno di sangue...
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Erede'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 1

 

Arthur baciò il marito sulla guancia e poi sul collo.

I gemiti morirono lì, mentre con un'ultima spinta profonda entrambi arrivavano al culmine.

In genere in quel momento, Merlin sentiva qualcosa muoversi all'interno di se stesso, come una forza che agiva nel suo ventre, come se qualcosa lo accarezzasse dolcemente.

Solo due volte quella forza si era trasformata in vita.

Solo due volte.

Tuttavia in quel momento non sentì niente.

O meglio, sentì una violenza mai sentita prima.

Una violenza interna, che in pochi secondi prosciugò le sue energie completamente.

Merlin strinse le mani in dei pugni dal dolore, strizzando gli occhi dove già pungevano delle lacrime.

Neanche un veleno avrebbe potuto dare lo stesso effetto, non avrebbe potuto provocare quel senso di smarrimento, angoscia e timore.

Quando il Re lo baciò ancora, sentì sotto di sé una statua fredda.

-Merlin...?

L'uomo non rispose.

-Tesoro?

Merlin si riscosse, scuotendo debolmente la testa.

-Scusa. Buonanotte.

La voce era sottile e lontana, come se fosse solamente un'eco.

Il moro si girò di fianco, lasciando dietro di sé un Arthur molto preoccupato.

A Merlin piacevano le coccole e ogni volta che avevano una di quelle notti, a entrambi faceva piacere abbracciare l'altro, baciarlo ancora, accarezzarlo, fino ad addormentarsi l'uno fra le braccia dell'altro.

Ma quella notte no.

Il mago gli aveva voltato le spalle, si era girato senza dare spiegazioni.

E questo faceva preoccupare il Re non poco.

-Ti senti bene?

Merlin girò lievemente la testa, sussurrando un “No” veloce e quasi inudibile.

Arthur lo baciò, accarezzandogli i capelli, il collo, il petto, fino ad arrivare alla pancia.

Il coniuge si lasciò sfuggire un piccolo gemito di dolore.

Il Re chinò lievemente la testa, girando delicatamente Merlin e poggiando la propria fronte contro quella dell'innamorato.

-Cosa c'è?

Il moro lo guardò negli occhi.

-Niente. Mi sento un po' male, tutto qui.

I due si abbracciarono, mentre Arthur gli baciava i capelli e il naso, per poi andare ad accarezzare e massaggiare il corpo del marito.

Gli cantò una delle ninne nanne che egli stesso aveva inventato per i bimbi quand'erano piccoli.

Merlin si addormentò subito, sussurrando il continuo della canzone.

 

Nero.

Niente, se non nero e buio.

Neanche una luce lontana, un focolare, una candela...

Merlin cercò la mano di Arthur, non trovandola.

Era solo.

Solo in quel mare di oscurità.

E sentiva dell'aria fredda, una corrente, spingerlo avanti, nell'ignoto.

Era in un posto che non esisteva e che eppure c'era, sovrastando il luogo luminoso di poco prima.

Improvvisamente, tutto cambiò.

Diventò un ammasso di fuoco, urla, sangue.

Rumori di spada e le proprie urla che si infrangevano nell'aria.

Arthur che colpiva il nemico, Arthur che adesso correva da lui, Arthur che lo trovava e lo aiutava a partorire.

Poi ancora lo scenario cambiò.

Una stanza del castello.

Un medico druido.

Arthur ancora e sempre accanto a sé.

Delle urla di dolore e di gioia.

Un pianto di una piccola bambina.

E poi quella notte, quella appena passata.

Lui che si univa al suo sposo, sussurrando il suo nome, come si sussurrano le preghiere, le benedizioni.

Poi un altro grido.

Un grido di dolore.

Un grido disperato, che non aveva la stessa intonazione di quelli degli ambienti prima.

Un suo urlo.

 

Merlin si svegliò di soprassalto.

Il Sole stava sorgendo, illuminando la stanza.

Il moro guardò al proprio fianco.

Arthur dormiva serenamente, con la mano intrecciata alla sua.

Merlin sorrise debolmente.

Sorriso che fu subito cancellato da una fitta alla pancia.

Era come una stilettata.

Il mago chiuse gli occhi.

Respirò.

Provò ad alzarsi, ma si scoprì troppo dolorante per farlo.

-A... Arthur...

Il nome del marito era intervallato da gemiti di puro dolore e pura angoscia.

Bastò quello a svegliare il Re.

-Merlin?

Il moro lo guardò, mordendosi le labbra.

Un'altra fitta.

E un'altra.

E un'altra ancora.

Sentiva come se avesse in ventre un vetro che scoppiava e si ricomponeva, per poi rompersi ancora, schizzando quelle lame trasparenti e tagliando la carne.

-Arthur!

-Tesoro, cos'hai?

Merlin si mosse, tremando.

Il Re neanche si vestì.

Uscì a chiamare le guardie e dire loro di chiamare il medico.

Da tempo non era Gaius.

-Arthur!

Il biondo arrivò subito accanto al mago, stringendogli la mano, mentre quest'ultimo tremava convulsivamente nel letto.

Il respiro era evidentemente accellerato.

Il colorito impallidiva velocemente.

Arthur baciò il marito sulla fronte, poi sul naso, posando infine le proprie labbra su quelle dello sposo.

Merlin sembrò rincuorato, ma il male era enorme.

Gli sembrava di morire.

E poi chiuse gli occhi.

E non vide più niente.

 

Igrenne.

Le urla odorano di sangue, sudore, timore.

Odore di gioia e di dolore...

un odore intenso.

Uther che tremava, lì, fuori dalla porta.

Le donne e Gaius che facevano il possibile.

-Ma Gaius non c'è più...

Una vocetta sottile che si insinua nella mente di Arthur.

Arthur che grida.

E' un grido di battaglia.

E ancora grida, perchè il Destino lo senta urlare.

Lo senta urlare la sua paura.

Altre urla.

Stavolta non sono sue.

Merlin si divincola sul letto, cercando di resistere.

Anche quelle urla sanno di sangue...

 

Il Re si svegliò di soprassalto.

Merlin aveva la pelle fredda.

Gli occhi erano aperti e la sua mano gli accarezzava la testa.

Quegli occhi lo osservavano preoccupati.

E lui ricambiava.

Il medico aveva detto che l'incantesimo aveva avuto un malfunzionamento.

Quello che doveva essere un terzo figlio, a causa di quel malfunzionamento, non era che uno squarcio nel ventre.

Non era che un miracolo perduto.

Arthur sospirò, baciando le mani del marito, il quale sorrise.

-Arthur...

Mai Merlin lo aveva chiamato in quella maniera.

Mai aveva avuto quello sguardo spento e vuoto.

Ma mai Merlin aveva rischiato di...

morire...

 

Grida...

Urla...

Pianti...

Singhiozzi...

Tutto mischiato in uno spettacolo di morte e sangue.

Tutto in una piccola rottura.

Gli anni passati insieme, gettati alle ortiche,

come se non fossero niente.

Calpestati dalla paura di separarsi.

 

Emrys praticamente trascinò via il padre dal letto in cui lui e Merlin si avevano tante volte consolati, parlati, baciati.

Aranel accarezzò il volto del papà con preoccupazione.

Le lacrime di Arthur,

le prime versate veramente.

Disperatamente.

E, per la prima volta,

senza il timore di essere visto.

Merlin guardava il suo amore allontanarsi,

senza avere la forza di protestare.

Forse stava troppo male,

o forse non trovava le parole per riportarlo indietro.

E lo vide chiudere la porta,

lasciarlo solo.

Costretto, forse.

Ma Merlin sapeva di essere un peso per tutti.

Per molti era solo l'amante sciocco del Re,

per ben pochi era prima di tutto Merlin.

Arthur, Emrys, Aranel...

e chi altro?

Gaius se n'era andato.

Gaius l'aveva lasciato solo, davanti al mondo.

Ma non era stata colpa sua.

Ma lui non poteva fare niente per stargli accanto.

Ma lui...

 

Freddo.

Qualcosa di viscido si fa largo nel tuo corpo, Merlin.

Dall'interno,

da dentro.

Cerca, esplora.

Che cos'è, Merlin?

Una voce.

Si avvicina sempre di più.

E finalmente la senti,

che soffia nel tuo orecchio,

sul tuo collo...

-E' il prezzo per aver sfidato la natura.

E ti spaventi, Merlin.

Ti divincoli, cercando di scappare alla presa di quella voce.

Respiri a malapena,

mentre la cosa ti stringe e ti soffoca...

 

Il moro venne svegliato dalla voce del nuovo medico.

-Stavi soffocando.

Merlin annuì.

Quant'erano lontani i suoni,

quanto sfocate le forme...

Mano a mano tutto ritornò essere parte anche del mondo di Merlin, il quale, anche se debole e praticamente incosciente, riusciva a riconoscere quello che gli stava attorno.

E pensare che non era passato ancora un giorno.

Quanto ancora sarebbe durata?

Quanto ancora sarebbe riuscito a resistere?

Il futuro era lontano.

Lontano...

 

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: elfin emrys