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Autore: Elaintarina    22/12/2010    1 recensioni
Lievi, una dopo l’altra, le gocce di pioggia cominciarono a cadere, all’inizio piano e poi sempre più forte. Azzurra si rifugiò sotto la tettoia della fermata e guardò la pioggia. Cadeva con tanta insistenza da offuscare tutti i contorni: il mondo all’improvviso sembrava un posto diverso, come sepolto sotto una cascata d’acqua gelida. Poi, come era cominciata, la pioggia si interruppe. Lentamente, le nuvole si diradarono e qualche raggio di sole si fece timidamente avanti.
La pioggia d’estate era così, incostante.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come la pioggia d’estate
 

 

   Pioggia d’estate cade dentro di me
senza rinfrescare la mia tristezza
 
Pioggia d’estate cade dentro di me
all’improvviso e all’improvviso s’arresta
il peso dell’afa è rimasto dov’era
al termine delle grosse rotaie arrugginite.
Nazim Hikmet
   

 

Azzurra era sola in mezzo alla piazza deserta.
 “Che strano” pensava guardandosi intorno. Quella piazza l’aveva attraversata mille volte, con il sole, con la pioggia, perfino con la neve e il ghiaccio. Mai però l’aveva vista così… vuota. Non c’era nessuno, nemmeno un’anima.
Era un giorno qualunque di metà agosto, Azzurra aveva smesso di contare il tempo da un bel pezzo ormai. I giorni, così come tante altre cose, avevano perso la loro importanza. A cosa serviva sapere che era mercoledì, quando tutto quello che Azzurra pensava in realtà era “un altro giorno senza di te”?
 
“Ti amo”
“Non dirmi che mi ami, so che stai mentendo”
“Non è vero, io ti amo”
Dimitri le accarezzò dolcemente i capelli e sorrise con superiorità.
“Piccola mia, questo non è amore”
“E allora cos’è?”
Azzurra non lo prendeva troppo sul serio quando faceva così. Erano le loro piccole battaglie quotidiane, nessuno dei due avrebbe mai voluto arrendersi e dare ragione all’altro, ma in realtà stavano discutendo di niente. Certo che era amore, Dimitri gliel’aveva detto non più di due giorni prima. Oggi però per qualche ragione non voleva ammetterlo. Era fatto così Dimitri, incostante e imprevedibile come la pioggia d’estate. Poteva cominciare da un momento all’altro e poi andarsene così come era arrivata.
Dimitri era rimasto in silenzio per un istante, riflettendo.
“Non lo so” aveva risposto infine “Però, se vuoi, potremmo scoprirlo insieme”
“Mi sembra un’ottima idea” aveva sorriso Azzurra, alzandosi sulla punta dei piedi per baciarlo di nuovo.
 
A quanto pare, non lo era stata.
Azzurra si incamminò verso la fermata del tram. Le metteva ansia quella piazza così grande e così vuota.
Si appoggiò al pilastro e lesse gli orari: il prossimo mezzo non sarebbe passato prima di un quarto d’ora. Mentre aspettava, guardò distrattamente in alto. Tra i fili dell’elettricità, il cielo, di una strana sfumatura di azzurro, sembrava in gabbia.
 
“Gatto”
“Locomotiva”
“Mmmmh… castoro!”
“Ma dove lo vedi un castoro?!”
Maggio. Azzurra e Dimitri erano sdraiati in un prato e giocavano a indovinare la forma delle nuvole. Azzurra era felice, perché per la prima volta il ragazzo aveva acconsentito a fare quello che voleva lei, senza denigrare quei giochi come “cose da bambini”. Dimitri, con i suoi sei anni in più, spesso tendeva a voler fare la parte dell’adulto, quello grande e responsabile. Lei invece avrebbe voluto che ogni tanto si lasciasse un po’ andare.
“Ma è quella non la vedi? Quella con i dentoni!”
Azzurra scoppiò a ridere e il ragazzo si finse offeso. Si alzò a sedere.
“ Se non sei capace a giocare allora…”
La ragazza lo guardò. Era così bello, con quei capelli neri e quel broncio da bambino viziato.
 “D’accordo, hai vinto tu. Vieni qui adesso”
 
Faceva fresco, per essere agosto. Colpa della pioggia che da almeno quattro giorni continuava a cadere a sprazzi. Azzurra odiava la pioggia d’estate. Le sembrava inutile, non serviva a bagnare davvero la terra, non portava via l’afa, rovinava soltanto tutto. Qualsiasi progetto poteva essere mandato in fumo da un brutto temporale estivo. 
 
“Te ne vai? E dove?”
“Un anno in America, non è un sogno?! Mi hanno offerto uno stage in quella ditta di cui ti avevo parlato e dire che i posti erano pochissimi e…”
Dimitri aveva continuato a parlare, entusiasta, ma la ragazza non lo ascoltava più.
Nelle orecchie aveva solo quelle parole: un anno in America.
 
Si erano lasciati prima della partenza. A sentire Dimitri: una relazione a distanza era improponibile, considerato che si frequentavano da così poco tempo, la loro giovane età e la lontananza. No, non c’era nemmeno da parlarne.
Azzurra non avrebbe voluto andare a salutarlo all’aeroporto, avrebbe voluto conservare almeno un po’ di dignità. E invece c’era andata e come previsto la dignità si era sciolta, assieme al trucco sbavato dalle lacrime.
 
“Come farò senza di te?”
“Te la caverai, come al solito. Sei in gamba, Azzurra, non devi lasciarti abbattere. Per me comincia una nuova vita e voglio che sia un inizio anche per te.”
Azzurra lo aveva abbracciato forte, come se non volesse più lasciarlo andare.
Ma poi, ovviamente, aveva dovuto.
 
Una folata di vento freddo fece rabbrividire la ragazza che si strinse le braccia attorno al corpo. Non era proprio come un abbraccio, ma era meglio di niente.
Serrò gli occhi, nel tentativo di bloccare le lacrime che all’improvviso li avevano appannati. Non c’era niente da fare: Dimitri le mancava, ancora.
Aveva creduto che il tempo e la lontananza avrebbero fatto il loro corso, permettendole di dimenticarlo, ma non era successo. Al contrario, ogni volta che ripensava a lui, il suo ricordo diventava sempre meno reale e sempre più idealizzato. Tuttavia, anche se consapevole che la maggior parte di quello che sognava era frutto della sua fantasia, Azzurra avrebbe ancora desiderato rivederlo.
Più di tutto, avrebbe desiderato il suo abbraccio. Tutto qui.
 
Il cielo si stava annuvolando velocemente.
Lievi, una dopo l’altra, le gocce di pioggia cominciarono a cadere, all’inizio piano e poi sempre più forte. Azzurra si rifugiò sotto la tettoia della fermata e guardò la pioggia. Cadeva con tanta insistenza da offuscare tutti i contorni: il mondo all’improvviso sembrava un posto diverso, come sepolto sotto una cascata d’acqua gelida. Poi, come era cominciata, la pioggia si interruppe. Lentamente, le nuvole si diradarono e qualche raggio di sole si fece timidamente avanti.
La pioggia d’estate era così, incostante.  




N.d.a.
Scritta per un contest, in realtà molto più personale di quato sembri, anche se romanzata. Spero non sia troppo inverosimile, e ovviamente che vi sia piaciuta. :)
Elaintarina
   
 
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