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Autore: rannie    23/12/2010    5 recensioni
Luna torna a casa dopo il suo quarto anno a Hogwarts.
Cit. "Luna si sedette a gambe incrociate sul letto, prese il tubetto color oro e un pennello piccolo. Quest’ultimo lo intinse nel colore che aveva spalmato con cura sulla tavolozza. Con il pennello in mano si guardò intorno, chiedendosi dove poteva dipingere. I muri erano stati già dipinti con stravaganti fantasie quando era piccola e quindi la ragazza optò per il soffitto.
Buona lettura!
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La storia ha partecipato al contest "Re o Regina di Yule" indetto da The Death Eater (Circe) e Cedric Diggory Tassorosso. Buona lettura!


~ Adesso che vi ho trovato, non vi lascio andare più.
 
Una ragazza, dai capelli biondo sporco che cadevano, scompigliati, fino alla vita, avanzò quasi saltellando verso un cancello di ferro battuto. Aveva un’aria sognante e guardava meravigliata ogni cosa con i suoi occhi pallidi e sporgenti. Si fermò e un leggero soffio di vento estivo fece scontrare tra loro i tappi di Burrobirra, legati tra loro, che formavano una stravagante collana.
Girò la testa per guardare un uomo alto e dai capelli lunghi, simili a zucchero filato, arrivare in cima alla collina verdeggiante. Un baule dall’aspetto pesante lo seguiva a mezz’aria. Da lassù la vista era magnifica: a perdita d’occhio si estendeva la campagna inglese, interrotta solo da qualche piccolo villaggio. Ovunque si potevano notare delle pecore o mucche che pigramente mangiavano l’erba fresca e rigogliosa.
I due distolsero lo sguardo dal paesaggio e attraversarono un vialetto circondato dalle piante più strane, per poi giungere davanti alla porta di una casa molto particolare. Aveva la forma di un cilindro ed era abbastanza storta. Entrarono.
Al centro della stanza circolare adibita a cucina, c’era un vecchio tavolo traballante di legno, su cui fumavano due tazze a fiori con dentro un liquido di colo viola.
«Oh, papà! Hai preparato un infuso di Radigorda! Grazie!» esclamò sorridente la ragazza.
«Prego, Luna cara» le disse il padre «Com’è andato quest’anno a Hogwarts?»
«Bene. Ho conosciuto dei nuovi amici» rispose in tono vago. Bevve velocemente l’infuso viola e corse al piano di sopra per le strette scale a chiocciola.
 
La stanza non era molto luminosa, poiché le tende a fiori erano chiuse. Luna le scostò appena e la camera venne illuminata all’istante dai raggi caldi del sole estivo. La ragazza si sedette sul letto dalle coperte gialle e prese in mano la foto sul comodino. C’era un po’ di polvere, ma Luna la levò con un soffio. Una donna dai capelli biondi, proprio come i suoi, le sorrideva. Accanto a lei, una bambina guardava eccitata la macchina fotografica.
«Mamma» mormorò Luna. Posò la grande foto e si sdraiò. Si sentiva a casa, ciascuna cosa le era familiare. Ogni anno sentiva la nostalgia di quell’ambiente, ma quella volta, la ragazza notò con piacere che quella malinconia era diminuita. Quell’anno era stato diverso. Aveva conosciuto delle persone sincere, di cui si poteva fidare. Erano dei veri amici. Per questo voleva mettere qualcosa che li avrebbe ricordati nella sua stanza. Aveva pensato a una fotografia, ma le era sembrato troppo banale. No, voleva qualcosa fatto da lei.
Si sfilò la bacchetta da dietro l’orecchio sinistro, la agitò verso un vecchio mobile di legno azzurro e lo fissò. Immediatamente, sfrecciarono verso di lei un paio di pennelli, qualche tubetto di tempera e una tavolozza di legno.
Luna si sedette a gambe incrociate sul letto, prese il tubetto color oro e un pennello piccolo. Quest’ultimo lo intinse nel colore che aveva spalmato con cura sulla tavolozza. Con il pennello in mano si guardò intorno, chiedendosi dove poteva dipingere. I muri erano stati già dipinti con stravaganti fantasie quando era piccola e quindi la ragazza optò per il soffitto. Per arrivarci, Luna si mise in piedi sul letto e iniziò a dipingere.
Accuratamente, scrisse con una calligrafia minuta, per tutto il soffitto, una sola parola. Amici. Non ci impiegò molto, poi scese e osservò il suo lavoro. Da terra sembrava una sottile catenella d’oro. Questo però non le bastava, voleva dare di più per i suoi amici. Risalì sul letto e prese una matita. Tracciò con cura cinque volti e dopo prese i colori.
 
Iniziò a dipingere da sinistra, dove c’era la faccia sorridente di un ragazzo con una cicatrice a forma di saetta sulla fronte. A Harry doveva molto, le aveva insegnato a combattere e le aveva dato l’occasione di conoscere nuove persone, sincere, come quelle disegnate accanto a lui. Lui aveva insegnato a non arrendersi, mai.
Luna passò dall’altra parte del soffitto, dove la guardava allegro un ragazzo con un’aria un po’ confusa. Pensò a quando, sul treno per Hogwarts, Neville non voleva entrare nel suo scompartimento, poiché l’aveva giudicata fin troppo stravagante. Le era dispiaciuto, certo, ma alla fine, anche lui si era dimostrato un vero amico. La ragazza si rese conto di quanto fosse cambiato Neville in quell’anno; adesso non era più il ragazzo goffo e timido. Lui le aveva insegnato a non farsi ingannare dalle apparenze.
Luna si spostò di nuovo dall’altra parte del soffitto. La divertiva andare da una parte all’altra. Questa volta, ad aspettarla c’era un ragazzo dai capelli abbastanza lunghi. La ragazza intinse il pennello in un rosso accesso e Ron apparve sul soffitto. Già le mancavano le sue battute che la facevano ridere per ore. Lui le aveva insegnato quanto può essere importante una risata.
A un certo punto, però, a Luna parve di vedere qualche Gorgosprizzo svolazzare intorno a lei e prontamente li cacciò con un incantesimo composta da tante lingue colorate.
Passò quindi all’altra figura. Questa era una ragazza dai folti capelli ricci e guardava la ragazza con uno sguardo sveglio e intelligente. Luna intinse il pennello nel marrone e accuratamente dipinse le curve dei capelli. In qualche modo, la ragazza sapeva di dovere tanto a Hermione. Lei le aveva insegnato la bellezza di essere in compagnia.
Per ultima, Luna si spostò davanti alla sagoma di una ragazza dai capelli lunghi. Come poteva ringraziarla? Da sempre l’era stata accanto, l’aveva difesa, poi le aveva fatto conoscere quelle persone che ora si trovavano accanto a lei. Ginny le aveva insegnato il valore dell’amicizia.
Con un ultimo tocco di colore, Luna finì di dipingere. Scese dal letto e osservò il suo lavoro. Mancava un piccolo particolare ancora. La ragazza prese la bacchetta tra le mani, la agitò e i ritratti fecero come un grande respiro, seguito da altri più piccoli. Adesso l’affresco si poteva dire completo.

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Spazio dell'autrice

Non è un gran che, però dopo aver letto e riletto il settimo libro, mi piaceva l'idea di immaginare Luna che dipingeva il soffitto della sua stanza. Spero di non aver reso Luna OOC, perché ho sempre questa paura. Il fatto di mettere dei possibili insegnamenti che Harry, Ron, Hermione, Ginny e Neville hanno (forse) involontariamente dato a Luna mi piaceva all'inizio. Adesso, invece, la trovo un po' patetica, non so perché.
Comuqnue, spero che l'avete gradita!

R a n n i e.

  
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