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Autore: LauraPiccola    23/12/2010    14 recensioni
Song-fiction ambientata anni dopo la scuola.
Con Hermione sposata con Ron, e un'incontro inaspettato.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ciao a tutti!
Lo ammetto, scrivendo questa piccola storiella, ispirata da una canzone, mi sono sentita vecchissima!
Molte persone leggeranno questa canzone e diranno “Ma in quale vecchio disco l’ha trovata?”. Questa è una canzone di Bertoli, si chiama ‘Pescatore’ (la versione che ho usato io è l’originale, cantata solo da Bertoli e non la versione cantata anche con la Mannoia.) è una delle canzone che mi ricordano un sacco la mia infanzia, perché è una di quelle canzoni che a casa mia si sentivano molto spesso, perché entrambi i miei genitori ascoltavano spesso Bertoli.
Mi spiace se magari non è abbastanza moderna, ma a me piaceva troppo.
Se volete fermarvi un attimo e scrivermi un commentino (accetto anche: “Come sei vecchia!!!”!) io li accetto volentieri.
Ciao a tutti (e per chi segue anche l’altra mia storia … domani aggiorno!).
Una piccola nota: le parti in rosso sono riferite a Ron, mentre quelle in blu sono per Hermione.

  

PESCATORE

 

“Getta le tue reti
buona pesca ci sarà
e canta le tue canzoni
che burrasca calmerà.
Pensa pensa al tuo bambino
al saluto che ti mandò
e tua moglie sveglia di buon mattino
con Dio di te parlò
con Dio di te parlò.”

“Ma devi andare via anche oggi?”chiese Hermione appoggiandosi al tavolo della cucina, “Sei tornato solo due giorni fa!”.
“Sai qual è il mio lavoro.”commentò il ragazzo “Non posso mica chiamare Harry, e dirgli che uno dei suoi Auror ha deciso che non ha voglia di andare in missione!”.
“Uff … non serve che fai lo spiritoso Ronald!” commentò acida la ragazza “Siamo sposati da 2 mesi, e siamo stati assieme si e no 2 settimane!”.
“Amore … ”disse Ron avvicinandosi alla bella moglie, e abbracciandola, le sussurrò “Scusami, ma non posso smettere di lavorare. Appena torno mi prendo un paio di settimane di ferie solo per noi.”.
La ragazza sorrise triste, senza sciogliere l’abbraccio. Non sapeva come mai, ma sentiva una strana sensazione alla bocca dello stomaco. La sensazione dell’abbandono, della solitudine, della nostalgia.
Un ultimo bacio, prima ancora che l’alba sorgesse.
Un ultimo sorriso, prima che il primo raggio di sole la sfiorasse.
Un ultimo sguardo, prima che il sole l’illuminasse il volto.
 
 

“Dille dille tu Signore
dille che tornerà
l'uomo suo difendi dal mare
dai pericoli che troverà
tanto giovane mio Dio
ed il nero è un triste colore
la sua pelle bianca e profumata
ha bisogno di carezze ancora
ha bisogno di carezze ora”

 
Hermione non riuscì a tornare a letto, si limitò a restare in cucina, appoggiata al tavolo, aspettando che il sole sorgesse. Con un sospiro si staccò dal tavolo e si fece un caffè.
Odiava quei momenti, odiava rimanere sola, odiava vederlo andar via senza sapere se e quando tornerà.
Sbuffò esasperata sorseggiando il suo caffè, avrebbe impegnato le prossime giornate in tutti i modi possibili, non voleva che neppure un secondo restasse libero. Non poteva permettersi di restare a ciondolare tutto il giorno, pensando a Ron.
Quindi s’infilò sotto la doccia, si vestì velocemente e si diresse al lavoro, con almeno un’ora di anticipo.
Si buttò a capofitto nel lavoro, tra cause e processi da preparare non riuscì neppure ad avere un secondo libero per pensare, e la cosa la rese più felice che mai.
 

“Pesca forza tira pescatore
pesca e non ti fermare
poco pesce nella rete
lunghi giorni in mezzo al mare
mare che non ti ha mai dato tanto
mare che fa bestemmiare
quando la sua furia diventa grande
e la sua onda è un gigante
la sua onda è un gigante”

 
Ron stava seduto annoiato in un bar. Harry gli era seduto accanto, annoiato pure lui. Odiava quel momento delle missioni, non ce la faceva a stare fermo aspettando qualcosa. Avrebbe voluto essere con Hermione, tutte le volte che la guardava prima di partire, notava un velo di profonda tristezza sui suoi occhi. Vorrebbe davvero avere il potere di cancellare quel velo dai suoi bellissimi occhi d’orati.
Sentiva il suo amico accanto sbuffare annoiato. Neppure lui, quando era stato assunto alla sezione Auror, si sarebbe aspettato ore e ore di appostamenti inutili, e ore e ore di noia seduti in bar malfamati e sudici.
 

“Dille dille tu Signore
dille se tornerà
quell'uomo che sente meno suo
ed un altro le sorride già
scaccialo dalla sua mente
non indurla nel peccato
un brivido sente quando la guarda
e una rosa lui le ha dato
e una rosa lui le ha dato.

 
Hermione uscì dal lavoro, e si diresse verso il supermercato. Un bel supermercato babbano, aveva voglia di tenersi impegnata a fare qualcosa che la divertiva. Fare la spesa le ricordava molto la sua infanzia, quando ci andava con sua mamma.
Entrò in questo grande supermercato, prese un carrello, e cominciò a girare per gli scaffali, riempiendosi un po’ alla volta di cose e alimenti.
Persa nella scelta dei biscotti per la colazione, non si accorse della persona che aveva accanto, ci finì rovinosamente contro.
“Scusi …”mormorò la ragazza, alzando gli occhi per poter guardare chi aveva urtato.
“Granger?”rispose questo, guardandola alzando un sopraciglio.
“Malfoy?!”chiese stupita Hermione “Cosa ci fai in un supermercato babbano?”.
“Sto bene, Granger!”rispose acido Draco “Grazie per averlo chiesto!”.
“Grazie per l’aggiornamento!”controbatté la mora “Ma non hai comunque risposto.”.
“Abito qui vicino.”rispose semplicemente il biondino “È comodo venire a fare la spesa qua.”.
La ragazza lo guardò con una faccia stupita e con la bocca leggermente aperta. Draco la guardò e non poté non ridere.
“Ma cosa fai?!”chiese Hermione “Ridi?!”.
“Certo!Hai visto la tua faccia?”chiese il ragazzo, ridendo ancora, “Sei davvero buffa!”.
Hermione rimase ancora più stupita, era in un supermercato babbano, con il principe delle serpi che rideva di gusto.
“Che fai stasera?”chiese, senza rendersi conto che quelle parole fossero uscite davvero dalla sua bocca.
“Niente, perché?”rispose Draco, studiandola attentamente.
“Ti vanno due chiacchiere davanti ad una cena casalinga?”Hermione parlò ancora, e ancora si chiese da dove provenissero quelle parole, si chiese se era stata lei davvero a parlare.
“Certo!”rispose il ragazzo “Cucini tu?”.
“Sì certo, perché?”chiese la ragazza.
“Così, mi chiedevo se avrei dovuto dividerti con qualcun altro.”Draco parlò con tranquillità, ma uno strano sorriso gli comparse sul viso.
Hermione lo guardò, incapace di trovare una risposta adeguata a quel commento.
“Alle 20 sono da te.”continuò Draco “Sempre se mi dai l’indirizzo.”.
“Ah … si … certo.”balbettò Hermione “Great Collage Street numero 25. Non è molto lontano al Victoria Tower Gardens.”.
“So dov’è.”rispose il ragazzo, e sorridendole aggiunse “Sarò lì alle 20.”.
Hermione lo guardò allontanarsi, era cresciuto molto. Aveva un fisico asciutto e ben modellato. Il cappotto nero che indossava gli dava un’aria seria ed elegante.
Non aveva visto nel suo sguardo l’odio e il disprezzo, che vi leggeva ai tempi della scuola. Non aveva neppure l’aria snob da ricco figlio di papà.
Un sorriso le increspò le labbra, mentre lo guardava andar via.    
 

“Rosa rossa pegno di amore
rosa rossa malaspina
nel silenzio della notte ora
la sua bocca gli è vicina
no per Dio non farlo tornare
dillo tu al mare
è troppo forte questa catena
lei non la vuole spezzare
lei non la vuole spezzare.”

 
Hermione stava armeggiando in cucina, aveva appena finito di preparare il dolce, e mancava poco meno di un quarto d’ora alle 20, quindi le rimaneva giusto il tempo di cambiarsi e darsi una sistemata.
S’infilò in camera da letto, e scelse un vestitino nero leggero, con una gonna leggermente a balze e un paio di ballerine. Legò i capelli in una crocchia leggera, da cui cadevano scomposti alcuni boccoli. Si truccò leggermente gli occhi, e mise un leggero strato di rossetto chiaro.
Improvvisamente suonò il campanello, Hermione sobbalzò, non si sentiva così agitata da tanto tempo. Andò alla porta e piano l’aprì.
La prima cosa che vide fu una rosa rossa, bellissima, con un piccolo nastro nero legato al gambo. Poi vide anche tutto il resto, Draco le stava dedicando un piccolo sorriso. Era bellissimo, con i capelli leggermente spettinati che gli cadevano scomposti anche sugli occhi, gli occhi erano come sempre bellissimi e ora erano anche allegri. Portava ancora il cappotto del pomeriggio, quindi non poté vedere com’era vestito.
“Prega entra.”disse Hermione, spostandosi dalla porta. Draco entrò porgendole le rosa, e sbottonandosi il cappotto, sotto portava un semplice paio di jeans scuri, una camicia bianca e un maglione verde.
“C’è un ottimo profumo.”disse Draco guardandola negli occhi.
“Spero che ti piaccia tutto …”commentò la ragazza, girandosi verso la cucina “Mi sono accorta troppo tardi di non conoscere i tuoi gusti.”.
“Beh … a meno che tu non abbia fatto tutto a base di broccoletti i Bruxelles, non avrai problemi.”disse divertito il ragazzo, guardansi attorno curioso.
“Allora non credo che ci saranno problemi.”rispose la ragazza ormai già dietro i fornelli.
Draco, intanto, stava girando per il salotto, notò numerose fotografie. Una lo attirò più del necessario, la prese in mano, e si trovò a guardare un Hermione bellissima, vestita di bianco, abbracciata ad un ragazzo con i capelli rossi, ‘Sicuramente Weasley.’  si trovò a pensare il ragazzo.
“Sei sposata?”chiese il ragazzo posando la foto.
“Sì”rispose tranquilla la ragazza “Io e Ronald Weasley ci siamo sposati due mesi fa. E tu?”.
“Io?”disse il ragazzo “No, figurati, nessuna è ancora riuscita ad accalappiarsi l’ultimo dei Malfoy.”.
“È pronto! Siediti pure.”lo chiamò Hermione dalla cucina.
La serata passò tranquillamente, risero chiacchierarono, ricordarono i vecchi tempi, e parlarono del presente e del futuro.
Hermione si stupì degli studi da Medimago del biondino, si sarebbe aspettata un lavoro più attivo, più violento. Mentre Draco non si stupì del lavoro da avvocato che aveva scelto la ragazza, se la immaginava benissimo tra scartoffie e libri.
Verso fine serata, mentre Hermione impilava i piatti per poi lavarli, Draco si alzò dalla sedia e si avvicinò di soppiatto alla ragazza. La abbracciò da dietro e aspirò il profumo della ragazza, direttamente dal suo collo. Sentì la ragazza irrigidirsi nel suo abbraccio, ma dopo un bacio sul collo, la sentì sciogliersi pian piano.
Hermione non capì cosa le stesse succedendo, ma non riuscì a fermarsi. Si girò nel suo abbraccio, per poterlo guardare e baciare con trasporto. Sentì le labbra premere forti sulle sue, con necessità e bisogno.
Lo prese per mano e lo portò nella sua camera da letto, non le importò se quella stanza da letto occupasse già un noi, ora in quel preciso momento, esisteva solo Draco, e voleva che quella stanza occupasse solo loro, quel loro momentaneo forse, ma le sarebbe bastata.
Si spogliarono velocemente e con necessità, come se fosse tutto quello che avevano sempre voluto. Fecero l’amore, o fecero sesso, Hermione non sapeva come avrebbe definito questa notte ripensandoci in un futuro, voleva solo viverla il più intensamente possibile.
Si addormentò cullata dal respiro regolare del ragazzo che aveva accanto e desiderò che quel momento non finisse mai.
 

“Pesca forza tira pescatore
pesca non ti fermare
anche quando l'onda ti solleva forte
e ti toglie dal tuo pensare
e ti spazza via come foglia al vento
che vien voglia di lasciarsi andare
giù leggero nel suo abbraccio forte
ma è così cattiva poi la morte
è così cattiva poi la morte.”

 
Ron e Harry stavano, finalmente, combattendo. Erano riusciti a trovare quei criminali che cercavano ormai da mesi.
Un incantesimo lo sfiorò, ma non se ne preoccupo. Stava facendo ciò che amava, schiena contro schiena con il suo migliore amico, combatteva contro dei luridi criminali, cercando di rendere questo posto migliore.
 

“Dille dille tu Signore
dille che tornerà
quell'uomo che sente è l’uomo suo
quell'uomo che non saprà
che non saprà che c’era lui,
e delle sue promesse vane
di una rosa rossa lì tra le sue dita
di una storia nata già finita
di una storia nata già finita.”

 
Hermione rimase immobile, mentre sentiva il materasso abbassarsi e poi rialzarsi, quando il peso del suo occupante l’abbandonò. Rimase ferma, con gli occhi chiusi, ascoltando il fruscio dei vestiti, mentre venivano rinfilati.
Respirò a fondo, continuando a restare immobile, per poter assaporare il suo odore un’ultima volta.
Rimase immobile, mentre senza neppure una carezza o un saluto, sentì la porta aprirsi e una persona uscire.
Solo una piccola lacrima si mosse, e il rumore che fece, scivolando su una guancia e posandosi solitaria sul cuscino, sembrò il suono del dolore che si espande e ricopre tutto.

“Pesca forza tira pescatore,
pesca non ti fermare
poco pesce nella rete
lunghi giorni in mezzo al mare
mare che non ti ha mai dato tanto
mare che fa bestemmiare
e si placa e tace senza resa
e ti aspetta per ricominciare
e ti aspetta per ricominciare.”

 
“Amore, sono tornato!” disse Ron squillante aprendo la porta di casa e fermandosi nell’ingresso, per lasciare tutte le cose del lavoro.
“Ciao Ron!” lo salutò Hermione correndo ad abbracciarlo, e baciandolo con trasporto.
“Sto morendo di fame.” le mormorò il ragazzo sulle labbra. Ricevette come risposta un risatina, venne preso per mano e portato verso la cucina.
Rimase nell’ingresso solo una piccola rosa, lasciata sola in un vasetto, che impertinente faceva la sua figura, bella come appena recisa. 
  
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