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Autore: MrEvilside    23/12/2010    3 recensioni
Ciao, Sasuke.
Vecchie fotografie, vecchi legami. E Sasuke che torna a Konoha per l'ennesima volta.
[ nonsense ]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sasuke Uchiha, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Cento ed uno

 (colonna sonora: Sacrifice)


Una ragazzina dai capelli rosa ed un ragazzo dagli occhi azzurri, seduti l’uno vicino all’altra su un gradino di roccia grigia. Sasuke era in mezzo a loro, rannicchiato su un gradino più alto, ed esibiva la sua consueta espressione rabbuiata in direzione dell’obiettivo.

La ragazzina dai capelli rosa ed il ragazzo dagli occhi azzurri, ancora: in piedi, questa volta, con un braccio ciascuno attorno al collo di Sasuke. Lui appariva infastidito, tuttavia un angolo della sua bocca si allungava timidamente verso l’alto.

La ragazzina ed il ragazzo, per l’ennesima volta, seduti sugli sgabelli di un chiosco di ramen. La testa di Sasuke sbucava accanto alle loro, affiancata dal profilo di Kakashi, sorpreso nell’atto di tirare frettolosamente l’orlo della maschera sopra il naso.

Le uniche decorazioni presenti nell’appartamento di Sasuke, altrimenti del tutto spoglio ed impersonale, erano quelle tre fotografie.

Ciao, Sasuke.

 

La ragazzina dai capelli rosa – Haruno Sakura – ed il ragazzo dagli occhi azzurri – Uzumaki Naruto, la forza portante dell’enneacoda – stavano abbracciando un ragazzo dai capelli castani raccolti in un codino sopra la testa, probabilmente per congratularsi di qualcosa. Sasuke era al suo fianco e sembrava stare parlandogli. L’aspetto dei tre ragazzi era differente: i muscoli erano più accentuati, le curve di Sakura più definite, la mascella di Naruto e Sasuke più squadrata e le loro spalle più larghe. Erano cresciuti.

Sakura era rossa in viso mentre porgeva il suo regalo di compleanno a Sasuke e quasi non riusciva a guardarlo in volto; quello di Naruto giaceva, già scartato, sul letto del ragazzo – un buono sconto per il ramen, prevedibilmente. Sasuke stava quasi sorridendo.

Sakura aveva le guance rigate di lacrime mentre si sforzava invano di separare Naruto e Sasuke, l’uno con le dita strette sul colletto della maglia dell’altro. Sasuke aveva gli occhi rossi.

Il vetro che proteggeva l’ultima fotografia era rovinato da una crepa dalle forme d’una ragnatela che si estendeva sull’intero lato sinistro superiore dell’immagine, nascondendo in parte i capelli biondi di Naruto.

La camera da letto era vuota: nessuno l’abitava più.

Che cosa hai fatto, Sasuke?

 

Naruto e Sasuke erano piegati in due da un insopportabile dolore allo stomaco, mentre Sakura, con le mani sui fianchi, sembrava stare rimproverandoli per qualcosa. Erano diventati adulti, oramai: Naruto era più alto, più abbronzato ed aveva persino un vago accenno di barba; Sakura aveva i fianchi stretti, le gambe lunghe ed i seni graziosi, per quanto poco prosperosi; Sasuke aveva i capelli più lunghi, il fisico più muscoloso e gli occhi più felici.

Sorridevano, in piedi accanto a Kakashi – quella di Sasuke era una mezza smorfia, ma quantomeno gli si poteva riconoscere lo sforzo. Il loro sensei era vestito di bianco e stringeva tra le mani un cappello rosso; alle sue spalle, spiccavano i lavori in corso sul monte degli hokage.

Naruto rideva sgraziatamente con quella sua bocca larga e Sakura ridacchiava più discretamente al suo fianco: entrambi avevano le guance arrossate ed una bottiglia in mano. Sasuke, il più vicino all’obiettivo, squadrava la propria bottiglia con un sopracciglio inarcato, palesemente poco convinto.

Le fotografie erano state raccolte in un album che occupava un angolo della scrivania di Sasuke.

Il ragazzo si soffermò per qualche istante sulle lettere eleganti del titolo: Per te, che non puoi vederle più.

Lui, dopotutto, l’aveva sempre saputo, che Itachi talvolta si arrischiava a tornare al villaggio per rivivere alcuni momenti della sua vita attraverso quelle fotografie. Soltanto adesso, tuttavia, capiva perché il suo ripudiato fratello si fosse tanto interessato alla sua esistenza – ed in particolare perché lui non avesse mai voluto approfittare di quelle occasioni per tentare di attuare la propria vendetta.

Anche io ti volevo bene, Itachi.



( Anzitutto, ogni paragrafo (i primi tre di ogni mini capitoletto, per così chiamarli) è la descrizione di una fotografia, per un totale di tre fotografie per ogni "mini capitoletto".
Quello che guardava le foto era Itachi - tranne che nell'ultimo "mini capitoletto", in cui è ormai, ahimé, morto. L'ultimo mini capitoletto è del tutto inventato, e no, niente spoiler oltre l'edizione italiana nelle recensioni (se ce ne saranno), grazie. E nient'altro. Una cosa semplice, un po' nonsense, scritta all'improvviso.
;bows )
  
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