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Autore: _blackapple    23/12/2010    7 recensioni
«Se io ti avessi detto quelle cose, ora tu staresti dormendo tranquilla a fianco di un... a fianco di un orrendo pipistrello nero. Chissà se anche i pigiami li ha tutti di quel colore » si chiese interessato «non che io voglia saperne di più sulla vita intima di Piton, sia ben chiaro, tuttavia questa è una curios- »
«James. » lo interruppe lei, fissandolo come si fa con un malato di mente e scuotendo impercettibilmente la testa. Assomigliava terribilmente alla McGrannit. «Possiamo tornare al punto?»
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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«Allora... chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?»




 

~


«Mettilo giù!» gridò Lily. La sua espressione furiosa aveva per un attimo quasi ceduto il posto al sorriso.
«Ai tuoi ordini». James fece scattare la bacchetta all'insù, e Piton si afflosciò a terra. Districandosi dalla veste, si rialzò rapido, la bacchetta pronta, ma Sirius gridò: «Petrificus Totalus!» e Piton cadde di nuovo, rigido come un palo.

«Ti è andata bene che ci fosse Evans, Mocciosus...»
«Non mi serve l'aiuto di una piccola schifosa Mezzosangue!»
Lily trasalì.
«Molto bene» replicò freddamente. «Vuol dire che in futuro non mi prenderò la briga di aiutarti. E se fossi in te mi laverei le mutande, Mocciosus».

~

«Mi dispiace».
«Non mi interessa».
«Mi dispiace!»
«Risparmia il fiato».
«Sono uscita solo perché Mary mi ha detto che minacciavi di dormire qui».
«L'avrei fatto. Non volevo chiamarti schifosa Mezzosangue, mi è...»
«... scappato?» Non c'era pietà nel tono di Lily. «Troppo tardi. Ti ho giustificato per anni. Nessuno dei miei amici riesce a capire come mai ti rivolgo la parola. Tu e i tuoi cari Mangiamorte... vedi, non lo neghi nemmeno! Non neghi nemmeno quello che volete diventare! Non vedi l'ora di unirti a Tu-Sai-Chi, vero?»
Lui aprì la bocca, ma la richiuse senza aver parlato.
«Non posso più fingere. Tu hai scelto la tua strada, io la mia».
«No... senti, io non volevo...»
«... chiamarmi schifosa Mezzosangue? Ma chiami così tutti quelli come me, Severus. Perché io dovrei essere diversa?»


 






 

James Potter provò una strana sensazione, come se fosse stato improvvisamente catapultato in un altro mondo e scosse la testa, stordito e assonnato.
La sala comune era vuota e silenziosa intorno a lui, a parte il rumore della pioggia leggera che cadeva sull’erba del parco, all’esterno delle grandi finestre.
Fino a quel momento c’era stato un mormorio basso, come un parlottio, ma del quale il ragazzo si accorse solamente quando questo cessò.
James vide una Lily Evans parecchio abbattuta e alquanto inferocita rientrare dal buco del ritratto e marciare decisa attraverso la sala comune senza guardarsi indietro o intorno.
Il ragazzo ricordò improvvisamente perché si trovava ancora lì nella stanza, da solo, invece che tra le lenzuola fresche del suo letto con i suoi amici: aveva voluto aspettare Lily, la quale aveva appena parlato con Mocciosus, lì fuori, ed evidentemente il dialogo non si era concluso particolarmente bene.
James represse un moto di esultanza e si limitò a gioire internamente. Più lontana stava da quel pipistrello, meglio era.
«Ehi Lily» la chiamò dolcemente, accertandosi che non ci fosse più nessuno sprofondato nelle accoglienti poltroncine.
La ragazza si voltò verso di lui, ma la sua espressione era indecifrabile, immersa nell’ombra a causa della luce debole.
Lentamente si avvicinò e si sedette sulla poltrona di fianco alla sua. James pensò che fosse un sogno.
O un incubo, si corresse, quando distinse con chiarezza le lacrime lucenti scorrere sulle guance della giovane che amava.
«Su vieni qui» la invitò, e lei andò davvero.
Andò a sedersi di fianco a lui sul divano di morbida stoffa rossa e si raggomitolò su se stessa, stringendosi intorno le braccia a mo’ di protezione e lasciando cadere le ciocche di capelli rossi sul viso senza scostarle.
James sospirò e le passò cautamente un braccio sulle sue spalle, ma lei stranamente non lo scacciò e rimase immobile.
Le parole che seguirono sembravano essere state pensate e scritte da una mente superiore, tanto che il ragazzo stesso si stupì di quello che stava dicendo.
«Lily, lo so che probabilmente sono la persona meno indicata per darti un consiglio » lei alzò gli occhi lucidi di lacrime e lo guardò stupita, senza dire nulla «ma… se posso dirti qualcosa, è: Non buttare via tutto per l’orgoglio.  »
«Che intendi? » soffiò lei, che in realtà aveva capito benissimo, senza bisogno di tante altre spiegazioni.
«Siete migliori amici. E io conosco il valore dell’amicizia, credimi.  » fece una pausa «Piton non voleva offenderti. Lo so che lo ha fatto, e anche gravemente » si affrettò ad aggiungere, visto che la ragazza aveva aperto la bocca per parlare «ma gli è scappato. Gli è scappato perché in quel momento era pieno di rabbia e di umiliazione, a causa mia.  »

«E’ colpa mia Lily, non lasciare che questo rovini il vostro rapporto. Lo sai che da arrabbiati si dicono spesso cose che non si pensano. Si sputano cattiverie giusto per sfogarsi, non importa con chi. Si è accecati.  »
Il silenzio ora era leggero, leggerissimo, attendeva solo di essere spezzato con una parola o un sospiro. Ma nulla provenne dalla bocca fermamente sigillata di Lily Evans, così James continuò.
«Lui ti ama.  »
Consciamente, il ragazzo era orripilato da ciò che stava dicendo. Stava difendendo Mocciosus, stava spingendo la ragazza di cui era innamorato da almeno due anni tra le braccia del suo nemico più inviso, eppure era giusto.
«Sicura che vuoi perderlo così? Per cosa poi? » Per me , gli urlava di aggiungere la parte del suo cervello ancora presente a se stessa, ma la sua bocca non rispondeva. La sua lingua si muoveva da sola, come controllata da qualcun altro. Non riusciva a smettere, non poteva.

Lily ascoltò tutto silenziosamente e quando James terminò rimase zitta, a pensare. Poi si voltò verso il ragazzo, con gli occhi finalmente asciutti e parlò.
«Sai, James, credo anche io che tu sia la persona meno indicata per dare consigli.  » fece una pausa «Ma stavolta hai ragione. Non posso gettare tutto al vento per il mio orgoglio. » lui fece un sorriso aperto e sincero e rimase incantato ad osservare il viso della ragazza che si faceva sempre più vicino.  Venti centimetri. Dieci centimetri. Il suo respiro affrettato sulle guance.



Ammaliato, dischiuse le labbra attendendosi un bacio.
Invece lei si accostò semplicemente un po’ di più e sussurrò «Sai, credo di amarlo anche io.  »


~

 
James Potter sussultò e si svegliò di soprassalto, ansimante.
Lacrime calde scorrevano sul suo viso e il cuore gli batteva furiosamente. Ma non era questo a preoccuparlo, e nemmeno il sogno.
Era invece il peso incommensurabile che gli era appena precipitato nello stomaco, come un macigno bollente che ora lo opprimeva e gli toglieva il fiato.
Si accorse di essere anche sudato, e passandosi una mano sulla fronte notò la figura che dormiva serena ed ignara nel letto accanto a lui.

«Lily! Lily! » la chiamò con delicatezza, ma con una chiara nota di disperazione nella voce.
Sua moglie aprì un po’ gli occhi e lo fissò confusa.
«Che c’è?  » sibilò infastidita. «Harry piange?  »
«No, no » si affrettò a tranquillizzarla lui «è che… volevo dirti una cosa.  »
Il suo tono era così urgente e angosciato che la donna fu subito sveglia e si mise seduta tra le lenzuola, fissando il marito con le sopracciglia aggrottate e le palpebre ancora pesanti dal sonno.
«James stai bene? Mi sembri pallido » lo scrutò, aiutata solamente dalla luce bianca della luna.
Lui si torse le mani e guardò in basso, respirando affannosamente.
«Oddio, James? Stai avendo un attacco di panico?  » la donna si alzò e si portò dalla sua parte del letto, prendendolo per mano e tirandolo in piedi.
«Vieni, andiamo in cucina. » sussurrò con dolcezza, e con altrettanta delicatezza lo guidò giù per le scale buie, fino alla cucina illuminata e rassicurante. Con un colpo di bacchetta mise su l’acqua per il te e si sedette su una sedia di fronte al marito, prendendo una mano tra le sue.
«Che succede, Jamie? Avanti calmati.  »  il contatto fisico sembrò rassicurarlo e lui si rilassò leggermente.

«Lily sono una persona orribile. Non dovresti amarmi.  » cominciò. Lei  lo guardò allibita e pensò addirittura di controllare che l’uomo davanti a lei non fosse qualcun altro con le sembianze del marito. 
Le raccontò del sogno e lei rimase in silenzio, evidentemente infelice che egli andasse a rivangare ricordi così amari.
«Capisci Lily? Il sogno mi ha mostrato ciò che avrei dovuto fare, ciò che avrei dovuto dirti. L’ho sempre saputo, nel mio inconscio, e ora … » la voce gli tremò «Se io ti avessi detto quelle cose, ora tu staresti dormendo tranquilla a fianco di un …» la voce gli tremò di nuovo, ma stavolta per il disgusto «a fianco di un orrendo pipistrello nero. Chissà se anche i pigiami  li ha tutti di quel colore » si chiese interessato «non che io voglia saperne di più sulla vita intima di Piton, sia ben chiaro, tuttavia questa è una curios- » «James. » lo interruppe lei, fissandolo come si fa con un malato di mente e scuotendo impercettibilmente la testa.  Assomigliava terribilmente alla McGrannit. «Possiamo tornare al punto?  »
«Oh si cara, scusami. Dicevo.  » fece ordine nei suoi pensieri «Che se io avessi agito secondo coscienza, ora tu saresti ancora sua amica. Tu non ti saresti allontanata da lui, e non ti saresti avvicinata a me. Avresti ancora un migliore amico, che ti avrebbe dissuasa caldamente dall’accettare un mio invito ad uscire e probabilmente la tua vita avrebbe preso una strada diversa.  Lily! » esclamò concitato, alzando la voce «capisci che tutta la tua vita dal sesto anno in poi è stata determinata completamente da una cattiva azione? Insomma, potrei averti rovinato ogni cosa. Magari a quest’ora saresti stata molto più felice, con chissà quanti bambini, non in pericolo di vita e…  »
Ma quando rialzò gli occhi sul viso della moglie, l’occhiata assassina della donna di fronte a lui lo fece tacere istantaneamente.
«Stupido. Idiota.  » sibilò. «Pensi davvero che io non sarei stata capace di scegliere te, se fossi stata consigliata diversamente da chiunque altro? »

«Ma no, non intendevo.. »
«Pensi davvero che tu , stupido borioso egocentrico essere, sia stato così fondamentale da condizionare l’intera mia vita per qualcosa che non hai detto?  »
«NO, tesoro, NO, ma abbassa la voce che Harry sta… »
«Come puoi crederti così … così… presuntuoso? » strillò la donna «Mettiamo subito le cose in chiaro, Potter. Io sono qui ora, in questa cucina, alle quattro del mattino, con un sonno micidiale, ad ascoltare le baggianate che il mio stupido marito sta sparando per una sola ragione. Perché di questo cretino dalle manie di grandezza io mi sono innamorata quattro anni fa! Perché ioe soltanto io ho deciso che cosa fare della mia vita e con chi avere dei figli. Pensi forse che avrei potuto sposare un mangiamorte? » il marito aprì la bocca orripilato e fece per parlare, ma visto che Lily non accennava ad interrompersi si limitò a scuotere la testa con veemenza.
«Tu hai soltanto dei grandi sensi di colpa per come hai trattato Piton quando eravamo a scuola, perché sotto sotto sei una brava persona. » il tono si addolcì notevolmente, fino a diventare quasi melenso alla fine della frase.
«Ehi! Ora mi stai insultando » esclamò James oltraggiato e incrociò le braccia con fare melodrammatico.
«Non mi dispiacerà mai quello che ho fatto a quell’orribile untore, se l’è meritato completamente. » spinse il naso all’insù «E comunque non stavo dicendo tutte quelle cose su di te amore. Mi sono… spiegato male, ecco. »

Ora fu il turno di Lily di incrociare le braccia e di alzare un sopracciglio con espressione sarcastica.
«Non aspettarti che ci creda, ruffiano. » Ma sorrideva.
«E ora, se hai finito con le paturnie, fila subito a letto, razza di complessato dei miei stivali, che domani devi tenere tu Harry tutto il giorno e ti ci vuole una buona dose di energia. »

James gemette e obbedì.
Il te fu abbandonato al suo destino e i due salirono le scale affiancati e si coricarono di nuovo a letto, avvoltolandosi nelle lenzuola sfatte.
Ora la casa era precipitata di nuovo nel silenzio, tranne il fruscio delle foglie del Corbezzolo che fremevano nel vento leggero.
Lo spicchio di luna si era spostato e James notò che illuminava perfettamente la bocca e il collo di Lily, appoggiato di lato sul cuscino. Si incantò ad osservarne la curva e il colore perlaceo, per poi soffermarsi sulle labbra rosee della moglie, che ora si erano dischiuse e curvate in un sorriso.
«E non osare mai più avere dei dubbi sulla mia felicità. Non vorrei essere in altro posto al mondo, mai. »
Si incantò ad osservare quelle labbra, labbra che ora si avvicinavano e si appoggiavano sulle sue, delicate, morbide e portatrici di una serenità destinata a durare per sempre.
 

La sua espressione furiosa aveva per un attimo quasi ceduto il posto al sorriso.










 

Et voilà. Appena il mio cervello ha avuto un momento di riposo si è subito lanciato a produrre scenette su James e Lily xD Questa è piuttosto demente, lo so. Se James è troppo OOC ditemelo u_u 

Grazie a tutti, come sempre <3

I due pezzi scritti nella tabella all'inizio sono rispettivamente tratti da Harry Potter e L'Ordine della fenice , il primo, e Harry Potter e i doni della morte, il secondo. :3
 
   
 
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