OHDIO sto amando
questo
anime, è carinissimo :cry:
Roba-sclero da post!episodio quattro. Dichiarazione palesissima, porca
trota.
(Magari mi faccio prendere la mano e trasformo ‘sto coso nel
prequel di una
sottospecie di long che punti al porno
all’amore assoluto per il fandom
<3)
Dal momento che non riuscirò a preparare tutti i regali di
natale per tempo,
questa è una sottospecie di… dono per me e per
chi desideri leggerla.
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Kantarō quella
sera prese posto a tavola indossando un caldo sorriso.
Aveva tardato perché alle prese con una nota di chiusura particolarmente ostica e, quando finalmente si era deciso a raggiungere la sala da pranzo, i compagni erano già a metà del pasto: Yoko doveva aver detto qualcosa di buffo perché Suzu-chan, seduta al fianco del tengu, rideva di gusto coprendosi la mano con la bocca.
«Sei ancora qui tu?» domandò rivolto alla bambina, la quale gli rivolse un’espressione sdegnata. La interruppe l’intervento della volpe: si alzò con furia da terra e prese lo studioso per il braccio, conducendolo con altrettanta irruenza verso il suo posto.
«Sbrigati che si fredda!» lo ammonì mettendogli in mano le bacchette, «Kan-chan, lavori così poco che dobbiamo farci bastare quel cibo che c’è, vedi quindi di non sprecarlo.»
Con un sospiro prese a mangiare a sua volta, osservando intanto la tavolata che con relativo entusiasmo seguiva le farneticazioni di Yoko sul futuro di quella stramba famiglia.
«Moriremo tutti di fame se continui così, Kan-chan! Dovremo affittare Haruka a qualche signora desiderosa d’affetto e—»
«Non puoi vendere Haruka, e neppure affittarlo» la riprese il padrone di casa con una nota divertita nella voce.
«Esatto!» lo seguì la ricca ragazzina appendendosi al braccio del demone, il quale seguiva il discorso senza intervenire come se neppure lo riguardasse. «Oppure… potrei acquistarlo io» aggiunse facendosi rossa in viso.
«Non faremmo più soldi a venderlo a qualche agenzia di fanatici del mistero?» mormorò fra sé la volpe, osservando di sottecchi come la piccola s’infiammava a ogni parola.
«Allora fonderò un’agenzia» ribatté con sicurezza.
A quel punto lo yōkai si arrese; «Nessuno venderà nessuno» chiarì rivolta sia alla giovane Edogawa che al demone.
«Meno male» commentò Haruka con scarso entusiasmo.
L’esorcista sospirò, poi deviò facilmente la conversazione verso quella che sarebbe stata la loro futura “missione”. «È probabile che a noi si uniscano anche Sugino-sama e Mū-chan» spiegò.
Il tengu si voltò verso di lui e annuì.
Gli sorrise, mentre una nuova calma calava sulla tavola.
Veramente una stramba famiglia.
Aveva tardato perché alle prese con una nota di chiusura particolarmente ostica e, quando finalmente si era deciso a raggiungere la sala da pranzo, i compagni erano già a metà del pasto: Yoko doveva aver detto qualcosa di buffo perché Suzu-chan, seduta al fianco del tengu, rideva di gusto coprendosi la mano con la bocca.
«Sei ancora qui tu?» domandò rivolto alla bambina, la quale gli rivolse un’espressione sdegnata. La interruppe l’intervento della volpe: si alzò con furia da terra e prese lo studioso per il braccio, conducendolo con altrettanta irruenza verso il suo posto.
«Sbrigati che si fredda!» lo ammonì mettendogli in mano le bacchette, «Kan-chan, lavori così poco che dobbiamo farci bastare quel cibo che c’è, vedi quindi di non sprecarlo.»
Con un sospiro prese a mangiare a sua volta, osservando intanto la tavolata che con relativo entusiasmo seguiva le farneticazioni di Yoko sul futuro di quella stramba famiglia.
«Moriremo tutti di fame se continui così, Kan-chan! Dovremo affittare Haruka a qualche signora desiderosa d’affetto e—»
«Non puoi vendere Haruka, e neppure affittarlo» la riprese il padrone di casa con una nota divertita nella voce.
«Esatto!» lo seguì la ricca ragazzina appendendosi al braccio del demone, il quale seguiva il discorso senza intervenire come se neppure lo riguardasse. «Oppure… potrei acquistarlo io» aggiunse facendosi rossa in viso.
«Non faremmo più soldi a venderlo a qualche agenzia di fanatici del mistero?» mormorò fra sé la volpe, osservando di sottecchi come la piccola s’infiammava a ogni parola.
«Allora fonderò un’agenzia» ribatté con sicurezza.
A quel punto lo yōkai si arrese; «Nessuno venderà nessuno» chiarì rivolta sia alla giovane Edogawa che al demone.
«Meno male» commentò Haruka con scarso entusiasmo.
L’esorcista sospirò, poi deviò facilmente la conversazione verso quella che sarebbe stata la loro futura “missione”. «È probabile che a noi si uniscano anche Sugino-sama e Mū-chan» spiegò.
Il tengu si voltò verso di lui e annuì.
Gli sorrise, mentre una nuova calma calava sulla tavola.
Veramente una stramba famiglia.
[Flash
fiction, 323 words]