Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Ricorda la storia  |      
Autore: Evazick    24/12/2010    3 recensioni
One-shot seguito di "Lethal Bloody Venom". Perchè a Natale siamo tutti più buoni, e impariamo a seguire il nostro destino...
"Il suo destino si trova nove anni avanti nel futuro, in quella che un tempo era la California, in mezzo al deserto. Il suo destino viaggia sui pattini a rotelle, ha i capelli di uno strano colore blu elettrico e due occhi grigi e luminosi come la luce del sole che passa tra la nebbia. Il suo destino ha un nome."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Gerard Way
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Eve.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A Dangerous Christmas
 
È la sera del 20 dicembre. Mancano cinque giorni a Natale. Le strade di Manhattan sono buie e ricoperte da un immenso e soffice strato di neve bianca, e la felicità natalizia è percepibile in qualunque angolo. Su una delle strade principali, al grattacielo numero 19, al quarto piano, una delle finestre lascia vedere all’esterno la sua luce.
Dentro la stanza, un salotto, troneggia un immenso albero di Natale, coperto di festoni, palline e decorazioni varie che lo fanno somigliare vagamente a un arcobaleno. In punta di piedi sopra una sedia c’è una ragazza che sta cercando di infilare il puntale con la stella dorato sulla cima dell’albero. La sua lingua è tirata fuori per lo sforzo come se stesse facendo una linguaccia, e il suo braccio sta vagando sopra l’albero per cercare di centrare la punta con la stella. I capelli corti e tinti di rosso fuoco si muovono da una parte all’altra, e la maglietta e i pantaloni neri che ha addosso danno a tutta la scena una sensazione tranquilla di familiarità. In un angolo uno stereo spara a palla la voce di Gerard Way che canta All I Want For Christmas Is You.
Sono passate tre settimane da quando la ragazza ha avuto un ‘incidente’ che ricorda pure troppo bene e che certe volte la fa stare male. Ha sentito i ragazzi che erano con lei qualche giorno prima, quando si sono trovati, a fatica, per festeggiare insieme il Natale. Lei non avrebbe mai immaginato che sarebbe successa una cosa del genere (insomma, loro sono i My Chemical Romance!), ma non aveva nemmeno mai pensato che avrebbe potuto trovare un sostituto al ragazzo che le aveva rubato il cuore in una notte nel deserto.
“Eeeeee…cco fatto!” esclama quando il puntale si trova finalmente al suo posto. Lo lega all’albero per evitare che caschi e salta giù dalla sedia proprio mentre il campanello suona.
“Eve! Vai ad aprire te!” urla sua madre dalla cucina, impegnata a preparare la cena. La ragazza, che si chiama Eve, risponde un allegro “Va bene!” e corre euforica verso la porta d’ingresso. Stasera viene il suo ragazzo, Josh, a cenare da loro, e lei non vede l’ora di vederlo, anche perché lui partirà con i suoi dopo Natale e non lo potrà vedere per una settimana. Si arresta davanti alla porta, si mette una ciocca ribelle dietro l’orecchio e apre la porta con un sorriso smagliante in faccia. “Jo…” inizia, ma si blocca quando si accorge che fuori non c’è nessuno.
Eve fa una faccia perplessa e si affaccia fuori dalla porta con la testa per controllare il corridoio: è completamente vuoto. Qualcuno avrà voluto farci uno scherzo, pensa, ma non ne è davvero sicura. Fa un passo in avanti e il suo piede incontra qualcosa di duro. La ragazza abbassa lo sguardo e rimane sorpresa: sul tappetino davanti alla porta c’è un pacco marrone legato con dello spago. Lei lo solleva e lo scuote, muovendo qualcosa all’interno, poi lo osserva meglio: non c’è né un mittente o un destinatario, ma qualcosa le dice che quel pacco è per lei, e che soltanto lei può capire chi lo ha mandato. Si richiude la porta alle spalle con lo sguardo ancora fisso sul pacco che ha in mano.
“Chi era?” chiede sua madre dalla cucina.
“Nessuno. Forse uno dei bambini del sesto piano ha voluto farci uno scherzo,” mente Eve. “Vado un attimo in camera mia, se hai bisogno di me chiamami.” Si avvia su per le scale senza staccare lo sguardo dal pacco; arrivata nella sua camera chiude la porta a chiave e mette la scatola sul letto, mentre lei si siede sulla sedia della scrivania, davanti alla scatola. Ha paura ad aprirla, paura di cosa potrebbe esserci dentro.
È ridicolo, come puoi avere paura di una scatola? si dice, ma sa benissimo che può tranquillamente averne paura, soprattutto se ha una mezza idea su chi l’abbia mandata. Anche se è totalmente impossibile.
Eve fa un respiro profondo, si alza in piedi, recupera da un cassetto un paio di forbici, si avvicina al letto e taglia lo spago, che cade sul copriletto. Strappa la carta marrone che ricopre un’altra scatola sempre marrone. Mette le mani sopra il coperchio e fa un ultimo sospiro profondo. Alza il coperchio e lo lascai cadere per terra non appena vede il contenuto del pacco.
Dentro la scatola marrone, foderata di fogli di giornale, ci sono un paio di pattini neri di cuoio con quattro ruote viola.
Un groppo inizia a formarsi nella gola della ragazza: si ricorda pure troppo bene di quei pattini. L’ultima volta che li ha indossati era tre settimane fa, quando doveva salvare i Killjoys dal suo stesso tradimento. Si ricorda anche di chi erano quei pattini: del ragazzo che ora Josh cerca di sostituire.
Di Showpony.
Di Joshua.
Le lacrime iniziano a scorrere lungo le guance di Eve: le manca tremendamente quel ragazzo, e, anche se ama Josh, sa benissimo che lui non potrà mai sostituire il Killjoy della California del 2019, colui che le ha salvato la vita più di una volta, che all’inizio la odiava, che l’ha perdonata per quello che ha fatto e l’ha aiutata a rimediare, che l’ha consolata e protetta. Non è facile scordarsi una persona del genere.
La ragazza infila una mano nella scatola e tira fuori uno dei due pattini, guardandolo da tutti i punti di vista come se fosse un’illusione e lei avesse bisogno di ricordarne tutti i particolari per non dimenticarlo mai più. Mentre lo rimette dentro si accorge di un foglio piegato sotto l’altro pattino: lo tira fuori, lo apre e inizia a leggere.
 
Non so se ti arriveranno o no, ma l’importante è averci provato. Se ti arrivano, sappi che non credo che riuscirò a scordarti, e penso che sarà la stessa cosa anche per te. Anche se non ci rivedremo più, ti guarderò sempre e ti proteggerò come ho sempre fatto. Non avrei mai pensato di dirlo, ma: mi manchi, Lethal Bloody Venom. Anzi, no, tu non sei qui in California, basta coi soprannomi.
Ti amo, Eve.
 
Joshua
 
Eve scorre le righe con gli occhi di nuovo pieni di lacrime, e non può fare a meno di continuare a piangere. Quella lettera le ha riaperto una ferita nel cuore, una cicatrice così grande che soltanto Joshua potrebbe curare. Ma è impossibile, e le ferite rimarranno per sempre, senza possibilità di scordarle o di ignorarle.
Mentre rimette il biglietto dentro la scatola, la voce di sua madre la chiama dal piano di sotto: “Eve, è arrivato Josh!”
La ragazza si alza velocemente in piedi e corre fuori dalla stanza e giù per le scale, dove, in fondo, la aspetta Josh: i suoi capelli neri coi riflessi blu sono stranamente pettinati, e i suoi occhi grigi splendono come non mai. Lei gli salta addosso e lo bacia con passione eppure amaramente: adesso ha capito che l’amore che prova per il ragazzo non è reale e non lo sarà mai. Lui sarà sempre e soltanto il sostituto di Joshua, nient’altro. Il loro amore è soltanto una bugia, un’attesa prima che Eve riveda Showpony.
Perché sì, adesso lo sa dal profondo del cuore: lo rivedrà, presto. Molto presto.
E, mentre la ragazza è persa in questi pensieri e parla e ride con Josh, non sa che al piano di sopra, sul letto nella sua camera, una delle ruote di uno dei pattini ha iniziato a muoversi lentamente, senza che nessuno la spinga.
 
24 dicembre, la Vigilia di Natale. Alle cinque del pomeriggio le strade di Manhattan sono vuote, e le poche persone che vi camminano sono i ritardatari che si sbrigano a tornare a casa per festeggiare con la loro famiglia. Anche a casa di Eve tutto è pronto per la cena, ma sembra che non sia ancora il momento adatto per iniziare i festeggiamenti.
“Eve, no, adesso non puoi uscire! È escluso che ti faccia uscire a quest’ora da sola e con questo buio.”
“Andiamo, mamma, è solo per cinque minuti! Sarah abita qui dietro, devo solo portarle la lezione, farle gli auguri e poi torno subito a casa. Se non sono cinque minuti sono dieci, lo giuro sulla mia collezione di dischi!”
La madre sospira, poi guarda la figlia rassegnata. “E va bene, fila via e sbrigati. Se tra mezz’ora non sei a casa il detto ‘A Natale siamo tutti più buoni’ non funzionerà con me.”
Eve sorride e corre a prendere il cappotto pesante in camera sua. Afferra dalla sua scrivania l’iPod, se lo infila in tasca e si precipita di nuovo al piano di sotto, pronta per uscire. Non appena mette la mano sulla maniglia della porta, però, si sente in colpa e si dirige in cucina, dove la madre sta finendo di preparare la cena. Lei guarda la figlia e sorride. La ragazza sente un groppo formarsi nella sua gola e abbraccia forte sua madre, per poi stamparle un bacio sulla guancia. “Ti voglio bene, mamma,” mormora.
“Ehi, e tutto questo amore da dove viene fuori?” la prende in giro l’altra, allontanandola scherzosamente. “Dai, sbrigati, ci vediamo tra poco.”
La ragazza deglutisce. “Sì… sì, ci vediamo dopo.” Non le piace mentire a sua madre, se non in caso di necessità, e le piace ancor meno il fatto che lei ignora che non vedrà mai più sua figlia. Per evitare che il senso di colpa le faccia cambiare idea corre verso la porta d’ingresso, se la chiude alle spalle e corre giù per le scale fino a raggiungere la strada in nevicata. Svolta a sinistra, verso la casa della sua amica Sarah, in caso sua madre la stesse osservando dalla finestra; ma, non appena svolta l’angolo, percorre tutto l’isolato a corsa e sbuca dalla parte opposta a quella in cui stava camminando poco prima. Con un sospiro, si infila tra la folla e inizia a camminare.
Inizialmente non trova il vicolo che cercava e inizia a preoccuparsi; ma poi lo nota, in mezzo a tutta quella gente, e non può fare a meno di sorridere. Eccolo. Vi si infila dentro e lo percorre fino in fondo, mentre ha una sensazione di dejavù: è davvero lì che tre settimane prima tre bulle l’hanno inseguita e che lei, per sfuggire loro, è finita nella California del 2019?
Quando il vicolo diventa cieco Eve si gira alla sua destra: la scaletta di metallo è ancora lì, come se la stesse aspettando. Fa un respiro profondo, mette le mani su un piolo e inizia a salire, col freddo e il vento che le sferzano le guance.
Arrivata in cima, si guarda intorno: Manhattan è completamente nascosta alla sua vista dal buio, riesce solo a vedere delle luci delle finestre qua e là. Al pensiero che dietro una di quelle c’è sua madre che la aspetta ha un ripensamento, ma la sua volontà è più forte: ha deciso che lo farà. Dopotutto, The Aftermath Is Secondary.
La ragazza tira fuori l’iPod dalla tasca del cappotto e si infila le cuffie nelle orecchie. Sfoglia gli artisti fino a My Chemical Romance, cerca l’album Danger Days: The True Lives Of The Fabulous Killjoys e scorre le quindici canzoni. Il suo primo impulso è quello di sparare a tutto volume Na Na Na, ma qualcosa la spinge a passare oltre e la scelta cade, quasi involontariamente, su Bulletproof Heart. Preme Play e la musica inizia a fluirle nelle orecchie.
 
Gravity don’t mean too much to me, I’m who I’ve got to be…
 
La ragazza si avvicina lentamente al bordo del tetto e guarda giù: quei trenta metri sono troppi perfino per lei, e se qualcosa andasse storto? Sorride. No, non succederà niente di grave.
La gravità non è molto importante per Eve, in questo momento. Si tratta solo di una legge fisica, e lei sa bene che al mondo non esistono solo quelle, e che non sempre valgono. Sa chi deve essere, qual è il suo destino: non è nel presente, non è lì a Manhattan, e nemmeno nel resto del mondo. Il suo destino si trova nove anni avanti nel futuro, in quella che un tempo era la California, in mezzo al deserto. Il suo destino viaggia sui pattini a rotelle, ha i capelli di uno strano colore blu elettrico e due occhi grigi e luminosi come la luce del sole che passa tra la nebbia. Il suo destino ha un nome.
Si chiama Joshua.
Eve sale sul bordo del tetto, pronta a saltare, stavolta di sua volontà. Fa un ultimo respiro profondo, getta un ultimo sguardo al suo mondo, poi salta.
Mentre cade e la musica continua a andare avanti, non dubita per nemmeno un istante che potrebbe morire cadendo in mezzo al vicolo. E se sarà così… bè, almeno sarà morta provandoci.
Ma non appena sente la familiare sensazione di cadere in fondo al mare sa che tutto ha funzionato, e che cadrà sulla sabbia del deserto, accanto a una strada, vicino a un cartello che indica l’ingresso a Battery City.
E così è.
Eve si leva il cappotto: laggiù non è inverno, e fa un caldo tremendo. Lo abbandona per terra, come se si stesse levando una seconda pelle. Stavolta non ha dubbi, sa qual è la direzione da prendere, e si dirige sicura nella direzione opposta a quella indicata dal cartello.
Cammina per un paio d’ore, senza sentire la stanchezza, quando sente un rumore di ruote dietro di sé. Si gira, col cuore in gola, aspettandosi di vedere una macchina nera lucida o una moto bianca, ma tutto ciò che vede è una figura all’orizzonte che si avvicina sempre più velocemente. Una figura bianca e azzurra.
Il volto di Eve si illumina e le corre incontro. Solo quando è più vicina osa urlare quel nome.
JOSHUA!!
Lui la guarda un attimo perplesso attraverso il casco, ma non appena si rende conto di chi lo sta chiamando aumenta ancora di più la velocità mentre si leva il casco. “EVE!” la chiama.
Quando si trovano una davanti all’altro si guardano per un momento imbarazzati. “M-Ma tu che ci fai qui? Non eri… tornata a casa?” chiede il ragazzo, confuso.
“Bè… sì. L’ho appena fatto, non vedi?” risponde lei. Lui ride, poi si abbassa e la bacia. Alla ragazza mancavano un sacco quei baci. Come ho potuto pensare che Josh avrebbe potuto sostituire tutto questo?
Non appena si staccano Joshua la afferra per la mano. “Sono sicuro che Grace non vede l’ora di vederti di nuovo. Forza, andiamo!”
“A piedi?” chiede lei, preoccupata.
Lui ride di nuovo. “A dir la verità pensavo a un altro tipo di mezzo di trasporto.” Senza aspettare una replica, si carica la ragazza sulla schiena tra le proteste di lei, come quella volta mentre stavano scappando da Simon. Prima di partire si gira verso di lei e le chiede, serio: “Sei pronta, Lethal Bloody Venom?”
Lei sorride: era da settimane che nessuno la chiamava così. Torna subito seria e si fa il segno militare col medio e indice destro. “Prontissima, Showpony.”
Allora PARTIAMO!!” urla lui, prima di lanciarsi a tutta velocità lungo la strada, tra le urla e le risate di Eve. Mentre Joshua pattina sulla strada, la ragazza si volta a guardare la strada alle sue spalle per un’ultima volta e canticchia: “We can leave this world, leave it all behind…” Ed è quello che sta facendo, si sta lasciando il suo mondo alle spalle. Senza rimpianti, perché sta seguendo il suo destino. Sorride un’ultima volta, poi torna a fissare davanti a sé, e urla: “KILLJOYS, MAKE SOME NOISE!!
 
Gerard Way sta leggendo il giornale che ha davanti ai suoi occhi, sul tavolino della sua stanza d’albergo. In prima pagina c’è la foto di una ragazza che conosce fin troppo bene, e sopra campeggia il titolo QUINDICENNE SCOMPARSA MISTERIOSAMENTE LA SERA DELLA VIGILIA. Scomparsa ormai da un mese, la famiglia cerca disperatamente notizie di Eve Blackshadow. Il ragazzo si sposta una ciocca rossa dal viso e assume un’aria pensosa: crede di sapere dove è finita Eve, ma sicuramente lo prenderebbero per pazzo se lo dicesse, e poi lui non ha alcuna intenzione di svelare quel luogo. Sposta il suo sguardo verso la finestra e osserva la neve che cade. Chissà che stanno facendo adesso Lethal Bloody Venom e Showpony… pensa mentre sorride leggermente.
 
 
 
I wish you a Chemical and Dangerous Christmas, Sunshines.
Questa one-shot è nata dall'ascolto incrociato di Bulletproof Heart e All I Want For Christmas Is You. E anche perchè volevo vedere Eve e Joshua di nuovo insieme.
Bè... buon Natale da Evazick.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: Evazick