Ed eccomi qua, pronta per un'altra avventura spericolata, alias iniziare una fan fiction su... Harry Potter. Abbiate pietà, è la prima che scrivo, e visto che non voglio scombussolare più di tanto ho deciso di prendere in mano la new generation, metterci qualche personaggio in pù e...
Beh, cambiare qualcosina. Anzi, a dir la verità questa storia sarà sì, su amore&co, ma non tanto semplice. Il protagonista... Beh, scoprirete chi è in questo prologo, e spero che la mia idea non sia tanto stupida o repellente. Secondo le mie cavie o "consigliere" è originale, ma spetta a voi avere il compito di deciderlo. :)
Il titolo è in latino, lo so, e il senso sarebbe "imbrogli d'amore" o una cosa del genere. Non sapevo come chiamarla, e questo mi è sembrato un titolo affascinante.
Allora io vi lascio, ringraziando la mia amata SweetJuly, al prologo.
Buon Natale a tutti :3
Vostra scrittrice folle.
Insidias Amoris
Prologo.
Si era salvata; sì, Bellatrix Black
in Lestrange era sopravvissuta alla caduta dell'oscuro signore, del suo
sire.
Sua sorella l'aveva salvata
dalla furia di quella traditrice del suo sangue, Molly Weasley, e l'aveva
portata via, in un posto sicuro.
Per quanto avesse scalciato
e opposto resistenza, non riuscì a liberarsi della sorella, e quando tornarono
anche suo nipote e suo cognato seppe la verità.
Era finita. Lord Voldemort era stato sconfitto, ucciso da un banale expelliarmus
da quel sudicio mezzo sangue che tanto aveva fatto dannare il suo signore,
Harry Potter.
La sua furia era stata
infinita, l'ira nei confronti della sorella per averla trascinata via era
profonda, e l'immensa sensazione di vuoto era solo agli inizi.
Era finita.
Mangiamorte, marchio oscuro...
Le battaglie per il sangue puro, gli omicidi, i piani... Finito.
Era tutto finito, e lei era
rimasta sola.
Forse era quella l'unica
paura di Bellatrix Black in Lestrange, rimanere sola in disparte. Senza nessun
piano, senza niente da fare.
Il vuoto.
Narcissa non voleva che sua
sorella morisse, ma con questo proposito aveva fatto un danno peggiore. Le
aveva impedito una morte gloriosa, insieme al suo signore, le aveva preso il
suo sogno e in cambio le aveva mollato una esistenza di buio vuoto, nascosta da
tutto e da tutti, senza obbiettivi o qualcosa per cui valesse la pena vivere
così.
L'aveva salvata dalla
morte, ma l'aveva condannata ad una vita orribile.
Bellatrix era in gabbia.
Era morta. Quello che ne rimaneva era solo un involucro insensibile.
Passarono sette anni così,
passati tra cantine e lontane tenute dei Black; o almeno, quelle che
rimanevano. Lei era ormai una bambola senza vita, le uniche volte che si
infiammava era quando si toccava l'argomento “proibito”, L'oscuro signore.
Colui per il quale
Bellatrix era pronta a dare anche la vita, ed ogni volta rinfacciava a sua
sorella il fatto che non gli ha permesso nemmeno quello.
Non riusciva a convivere
con questa consapevolezza, ma non sapeva come rimediare. Suicidarsi era da
codardi, andare ad Azkaban e auto consegnarsi agli auror era inutile. Uccidere
Harry Potter? Oh sì, quello sarebbe stato grandioso. Un sublime riscatto, uno
straordinario regalo per il suo signore.
Ma non aveva un buon piano,
e di conseguenza stava lì, seduta su una poltrona di un salotto dentro una casa
isolata dal mondo, aspettando una occasione, un idea che non arrivava.
Ma sarebbe arrivata. Oh
sì.
Lei ne era convinta, e si
sa, le donne hanno un sesto senso molto acuto e una determinazione
straordinaria.
E lei ne aveva da vendere.
Quel giorno arrivò durante
la notte, mentre fuori imperversava una tempesta e lei ripensava ad una
conversazione che aveva avuto con sua sorella Narcissa anni prima, ma
sembravano tempi così lontani...
< Bella! Bella!!>la
accolse felice la sorella in salotto, andando addirittura ad abbracciarla. Non
capiva il motivo di questo improvviso invito, e soprattutto della sua allegria.
La scostò in modo brusco.
< Sì, quello è il modo
in cui storpi il mio nome. Come mai così tanta allegria sorellina?>chiese
con una nota di acidità e sarcasmo, e la bionda, ignorando il suo
atteggiamento, la fece sedere. Era eccitata; nemmeno quando ha saputo del
fidanzamento con Lucius era così sorridente.
< Perchè ho scoperto una
cosa straordinaria Bella, e ne sono così felice!!>e prende le mani della
mora tra le sue, sorridendo in un modo che Bellatrix definirebbe “stucchevole”.
< Cosa? Che è
successo?>chiese con finalmente un pizzico di curiosità, e lei si aprì in un
sorriso ancora più radioso, se poteva essere possibile.
< Sono incinta. Aspetto
un bambino!>disse con enfasi alla sorella, facendo agitare i suoi bei
boccoli biondi. Lei la guardò strabuzzando gli occhi, sconvolta.
Un figlio? Tutto questo per
un figlio? La sua mente non riusciva ad accettare una tale euforia per un
piccolo parassita nel ventre; poi in quel momento, che il Signore Oscura stava
iniziando a trovare consensi anche nella politica magica...
Narcissa, dato il suo
prolungato silenzio, la guardò confusa. < Bella?>la chiamò cauta, e la
bruna si destò dai suoi pensieri.
< Sei incinta. Lucius
che ne pensa?>chiese freddamente, e lei fece un sorriso ampio, ma non tanto
come quello che aveva fatto prima.
< Lui... Beh, è felice e
fiero.>Bellatrix alzò un sopracciglio.
< Fiero?>la bionda
annuì.
< Fiero. Dopotutto è il
suo primogenito... E spera che sia un bel maschietto.>sorride amara, per poi
abbassare lo sguardo sul suo ventre e addolcire lo sguardo.
Alla bruna sembrò quasi
stomachevole il dare tutta quella importanza ad un mocciosetto ancora non nato.
Sinceramente pensava che la sorella sarebbe stata molto più utile nelle schiere
dei mangiamorte con lei che a casa a crescere mocciosi.
< Sai, è così felice di
diventare padre... Penso che sia la cosa più bella che lui avesse mai voluto.
Un erede, sangue del suo sangue...>mormora più a se stessa che alla sorella
sfiorando leggermente il suo ventre, per poi alzare lo sguardo e sorriderle
quasi amara. < Dopotutto è questo che ogni uomo desidera. Un figlio uguale
in tutto e per tutto a lui, destinato a percorrere il suo stesso percorso e
magari a fare ciò che lui non è riuscito
fare nella sua vita!>
Lì per lì Bellatrix non era
riuscita a comprendere ciò che diceva la sorella, ma in quella notte scura,
illuminata da soli lampi e fulmini, aveva compreso ciò che poteva ancora fare
per il suo Sire.
Dare alla luce il suo
discendente.
Si alzò di fretta e dopo
tempo si fissò nello specchio, facendo una smorfia. In quegli anni era
invecchiata visibilmente, ma il suo orologio biologico non aveva ancora
scoccato l'ora decisiva. Si sfiorò il viso, il quale era solcato già da rughe non indifferenti, ma
il fisico era rimasto decente. In questi anni non si è mai preoccupata di
mangiare molto, e il suo fisico sembrava fin troppo spigoloso.
Sarebbe dovuta tornare in
forma, per riuscire nel piano che si stava prefissando nella mente. Ma prima
doveva riuscire in un altra fase, alias la pozione.
Anni addietro, prima che
Lord Voldemort “morisse” e quando era ancora umano, Bellatrix arrivò quasi a
portarlo a letto, ma all'ultimo momento qualcosa andò storto.
Si ritrovò nella camera da
letto sola, frustrata e con solo dei capelli neri per confermare la presenza,
seppur breve, del Signore Oscuro. Aveva conservato con premura quei filamenti
scuri che provavano la sua intimità con il suo Sire, ed ora potevano essere
l'unica fonte di riscatto per la sua vita.
Un giorno, quando ancora
era ragazzina, aveva trovato un libro antico nella biblioteca di famiglia; a
lei piacevano tutte le cose oscure, e quel libro e gli incanti contenenti in
esso erano davvero una manna da cielo per lei. In esso trovò una pozione molto
complicata, quasi assurda, che le streghe del medioevo facevano sotto richiesta
alle dame di corte, che intendevano avere un figlio dal re solo per avere una
piccola somma di denaro e un po' più di potere.
Alcune volte funzionava,
altre no, ma dipendeva tutto dalla determinazione delle richiedenti. E lei era
molto più che determinata; immediatamente salì in soffitta, dove c'era il baule
che usavo per Hogwarts nel quale avevo riposto libri di magia oscura e i suoi
tesori più preziosi...
Come la provetta chiusa con
dentro l'unica cosa rimasta del suo Lord.
La prese tra le mani come
se fosse la cosa più delicata al mondo, e le lasciò sopra un delicato bacio
prima di prendere con l'altra mano il libro e recarsi velocemente nello studio,
dove c'era tutto l'occorrente per fare le pozioni.
Appena arrivata mise subito
il libro sul leggio in legno scuro, e sempre tenendo la provetta con una mano
iniziò a cercare quella pozione. La sua mano pallida scorreva rapida le pagine
ingiallite da tempo, ruvide al tatto. Alcuni incantesimi erano scritti in
lingue antiche, che lei a stento ricordava, e dopo qualche decina di minuti
finalmente la trovò.
Insidias amoris. Ecco come si chiamava la pozione che le avrebbe restituito l'onore e la
dignità. Leggendo la preparazione si accorse che non era così facile come si
ricordava ma anzi, molto, molto complicata.
Lacrime di unicorno,
essenza di alito di drago... Tanti altri ingredienti difficili da trovare, e
l'ultimo è... Sangue.
Delle gocce del suo sangue.
Per questo non devo fare
tanta strada pensò facendo un sorriso
sornione, e si mise a cercare tutti gli ingredienti che potevano esserci in
casa.
< Non puoi farlo Bella!
è una follia!>le urla la sorella, Narcissa, quando il giorno dopo la bruna
le riferì tutto il suo piano. Lei sbuffò.
< Certo che posso farlo
Cissy, e lo sto facendo!>disse scocciata riprendendo a controllare la
pozione che ribolliva nel calderone. La bionda si alzò e la fermò con un
braccio, facendola girare per guardarla negli occhi.
Lei la guarda; la sua
sorellina era così invecchiata in questi anni... Gli spaventi, la paura per il
marito e il figlio, la tentata ri scalata sociale dopo la caduta del signore
oscuro, il figlio che cresceva e che si è sposato... Per ogni preoccupazione
una ruga.
< Non fare sciocchezze
Bella, lui è morto!>le sussurra, ma lei si libera bruscamente dalla sua
presa.
< Lo so, ed è per questo
che lo faccio. Cissy, è una occasione straordinaria, possiamo rifarci! Il
figlio del Lord Oscuro conquisterà il mondo, e finalmente il padre avrà
vendetta!>sibila convinta per poi darle le spalle e cercare un ingrediente
nel ripiano. La sorella sospira esasperata, per poi avvicinarsi al libro e
leggerne le indicazioni della pozione; dopotutto chi poteva frenare sua sorella
nelle sue follie? Non lei.
Ma una nota alla fine della
pozione la fece ricredere, la sorella non doveva fare una follia del
genere. Un brivido freddo percorse la sua schiena e subito prese la bruna per
il gomito. < Cosa c'è ora?!>strilla irritata Bellatrix, e la bionda la
trascina davanti al leggio il legno.
< Hai letto le note in
fondo?>risponde fredda con una domanda e la bruna sbuffa, leggendo svogliata
ciò che le indica la bionda. Mentre legge muove le labbra e quando finisce si
irrigidisce, lasciando le sue labbra socchiuse e immobili, prima che finiscano
la parola pronunciata silenziosamente.
Morte.
Colei che rimarrà incinta
di un morto, dando alla luce il bambino, sarà desinata alla morte. Per farlo
nascere ci vorrà il sacrificio della madre, la sua stessa vita per quella del
pargolo, ed esso sarà figlio della morte.
Figlio della morte. Ecco la frase che continuava a stare nella testa di Bellatrix Black.
Narcissa la guarda, sperando in un suo lampo di lucidità, ma quando questa
iniziò a ridere di gusto e in un modo inquietante, si dovette ricredere.
< Figlio della morte!
Oh Cissy, non potevo chiedere di meglio!>dice con tono vivace e torna alla
sua pozione. Narcissa non sapeva che dire, esterrefatta.
Narcissa Black, in Malfoy,
moglie di Lucius e madre di Draco, aveva rischiato la vita per salvare quella
della sorella, la stessa che aveva ucciso la loro nipote mezzosangue. E
questa voleva buttare la sua seconda chance per un bambino, un mostriciattolo
nato da un morto e una pazza.
Non era sano tutto ciò, Bellatrix
non era sana.
< Oh sorella, immagina cosa potrà fare il figlio della morte e
dell'oscuro signore! Potrà dominare l'intero mondo!>continua a dire
Bellatrix soddisfatta, mentre riprende a mescolare la pozione ed aggiungerci
delle polveri.
< Sì, speriamo che non
prenda la tua sanità mentale.>dice acida la bionda, per poi sospirare
esasperata. < Bella, non farlo! Non... Non puoi!>cerca di convincerla, ma
riceve solo una occhiata di sbieco.
< Ah no? Ed ora cosa sto
facendo?>dice sorridendo soddisfatta, e Narcissa stringe le labbra irritata.
Non ha mai sopportato quel sorriso durate le discussioni.
< Smettila. Non puoi
farlo, potrebbe non funzionare!>
< Funzionerà!>ripete
annoiata la bruna, ricevendo uno sguardo ammonitore dalla sorella.
< E chi crescerà questo
bambino quando tu non ci sarai?>chiede con un espressione seria in viso, che
si trasforma sorpresa e poi in terrorizzata dopo l'eloquente sguardo di
Bellatrix. < Non lo pensi sul serio.>
< Andiamo Cissy! Sei un
ottima madre, una strega paziente e sei sposata con un mangiamorte! è
perfetto.>parla sicura delle sue parole, ma la sorella affila lo sguardo.
< Ex mangiamorte.
E non voglio crescere un bambino non mio, e per di più nato da un tuo
capriccio!!>sbotta irata, ma lo sguardo della sorella quasi la fa sentire in
colpa.
< No, non è tuo figlio,
ma è il mio. Di tua sorella, dell'uomo in cui credevamo, un Black.
Non puoi dirmi di no Cissy.>dice Bellatrix facendo un broncio triste, e la
bionda rimane in silenzio ad assorbire quelle parole.
é mia sorella, è mio
nipote... è un Black.
Nove mesi dopo, in una
notte senza luna e fredda, mentre imperversava una tempesta di tuoni e fulmini,
naque. In camera con Bellatrix c'erano solo Narcissa e una donna di fiducia, e
fuori ad aspettare un nervoso Draco e un pacato Lucius.
Pesava tre chili e trenta
grammi, aveva dei capelli già folti e scuri e strillava come un matto tra le
braccia della nutrice. < Thomas Salazar Black.>sussurrò indebolita e
fiera la bruna, e quando lo tenne in braccio pulito e pacifico sorrise.
Narcissa non aveva mai visto un sorriso tanto dolce sulle labbra della sorella,
ma non gli disse nulla, troppo impegnata a guardare quel frugoletto dalla pelle
diafna che tra non molto sarebbe diventato suo.
Infine Bellatrix sospirò
stanca, baciò la testolina del piccolo e lo porse a Narcissa, che subito lo
prese tra le braccia. La bruna si accasciò debole tra i cuscini. < Ho fatto
il mio dovere... Ora tocca a te Cissy. Ricordagli chi è, la magnificenza di suo
padre, la sua missione...>sussurra facendo quel ghigno che solo lei sapeva
fare, e la bionda le accarezzò la fronte, senza mai lasciare il bimbo.
< Lo crescerò bene, non
dubitarne sorella.>aveva gli occhi lucidi, e Bella se ne accorse; infatti le
fece un sorrisetto di rimando, per poi dare un ultimo sguardo al bimbo.
Suo figlio, il suo
bambino... Che soddisfazione, che
cosa sublime!
Esalò il suo ultimo respiro
con questo pensiero. Era finita, stavolta era finita sul serio.
Bellatrix Black, in
Leastrange, era morta, lasciando al mondo un bambino, un piccolo frugoletto dai
capelli folti e scuri, dai polmoni forti e dal carattere placido.
Thomas Salazar Black. O meglio...
Thomas Salazar Malfoy.