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Autore: Dazel    24/12/2010    4 recensioni
Era passato così poco tempo da quando avevano finito di fare l'amore da riuscir ad avvertire ancora l'uno il calore dell'altro sulla propria pelle.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dolce Venezia

Era passato così poco tempo da quando avevano finito di fare l'amore da riuscir ad avvertire ancora l'uno il calore dell'altro sulla propria pelle. Una fioca luce arancio filtrava dalla finestra, illuminando con dolcezza la stanza. Hayato riusciva a sentire il rumore del mare, l'odore di salsedine e il calore debole del sole mattutino accarezzargli la pelle. Adorava Venezia, adorava la magia che essa celava in ogni sua piccola via o piazza. Diede un occhio alla sveglia: erano appena le sei e avrebbe potuto dormire altre tre ore se solo l'avesse voluto. Eppure, forse per il fuso orario o forse per l'amplesso terminato da poco, non si sentiva affatto stanco. Il sonno era sparito così come era venuto, aveva semplicemente voglia di alzarsi e farsi una passeggiata per quell'incantevole città, bersi un cappuccino e addentare una brioche gremita di crema alla cioccolata.
L'idea di fare tutto quello da solo, però, non lo allettava per niente.
Allungò la mano nell'altra sponda del letto e questa cadde sul torace caldo e liscio di Yamamoto. Se solo prestava un po' di attenzione poteva avvertire il battito calmo e regolare del suo cuore. Scorse un sorriso rilassato sulle labbra di Takeshi e fu seriamente tentato di portarglielo via con un bacio rubato. Prese un piccolo lembo di pelle tra le dita e lo tirò piano «Alzati» gli disse con finta bruschezza «Voglio fare colazione e voglio farla con te.»
Yamamoto non diede segno di aver sentito quello che Hayato aveva detto, e se aveva sentito aveva deciso di ignorarlo. Gli diede le spalle e abbraccio il cuscino, affondandoci la testa dentro. Gokudera chiamò a sé tutta la pazienza che era certo di possedere e si mise seduto sul letto, fisso il lenzuolo che li copriva e lo tirò ai piedi, scoprendo l'altro. Era un periodo dell'anno prossimo all'estate, quindi l'aria era tiepida e piacevole di giorno, ma di prima mattina la brezza che soffiava dal mare era tanto fredda da far venire i brividi. Yamamoto si lamentò nel sonno e allunò una mano verso la sua gamba, tastando un po' ovunque alla ricerca della coperta, ma Gokudera afferrò la sua mano e la tirò piano verso di sé «Alzati, ho detto.»
«Mmh...» Takeshi si voltò a pancia in su e socchiuse gli occhi, guardando il ragazzo al suo fianco con estrema stanchezza. «Tu devi essere pazzo. È appena l'alba ed io voglio dormire.»
«L'erba voglio non esiste nemmeno nel giardino del Re, e se anche esistesse non farebbe alcuna differenza. Alzati, andiamo a fare i turisti.» Insistette Gokudera.
Yamamoto si portò una mano al volto e con questa si sfregò gli occhi. Avrebbe potuto buttare giù dal letto il ragazzo e rimettersi a dormire, ma sinceramente l'idea di trascorrere tempo pacifico con lui gli piaceva. Certo, se il ragazzo avesse deciso di fare una romantica passeggiata solo qualche ora dopo sarebbe stato meglio, ma bisognava cogliere le occasioni così come venivano e non farsi desiderare troppo.
«Aspetta, aspetta-» Yamamoto afferrò Gokudera per un braccio e se lo tirò vicino, sorridendogli dolcemente. «Mi hai scomodato, piccola peste, ora devi pagare pegno!»
«Ah sì?» sussurrò piano Hayato, alzando un po' le sopracciglia. «Assolutamente.» rincarò il moro premendo le labbra contro le sue. Quando si staccarono dal bacio erano entrambi senza respiro e abbastanza accaldati da non avvertire più il vento leggero che soffiava dalla finestra.

*

Si erano fermati in un piccolo bar in piazza san Marco con le tende azzurro confetto e tanti tavolini bianchi sistemati in file ordinate. Non appena erano entrati nel piccolo locale si erano sentiti invasi dal buon odore del caffè e da quelle delle brioche appena sfornate. Era stata una colazione piacevole e tranquilla, illuminata dai raggi del sole nascente.
«Ti ammiro» disse improvvisamente Gokudera, spostando lo sguardo fuori dalla vetrina del bar. «Sei sempre stato sicuro su cosa fare e quando farlo, senza titubare mai. Sei felice, ora?»
Yamamoto restò con la brioche alzata a metà, poi la posò nel piattino e afferrò la mano di Hayato «Quante sciocchezze, non è mai stato così. Sono spesso insicuro, ma cerco di agire sempre negli interessi delle persone che amo. Sono assurdamente felice di averlo fatto, se avessi preso decisioni differenti forse ora non sarei qui con te.»
Gokudera arrossi leggermente e buttò giù un sorso di cappuccino, ricomponendosi. «Sei sempre così smielato, vorrei farti esplodere in certi momenti!»
Yamamoto rise di cuore e gli baciò il dorso della mano e Hayato concentrò ogni suo pensiero su un piccione che camminava indisturbato per piazza San Marco. Quell'idiota lo avrebbe fatto impazzire, prima o poi!

Altro fluff gratuito e senza un perché! Venezia è una delle mie città preferite e ho deciso di ambientare qui questa storia, se così può essere chiamata!
Come al solito, ringrazio tutti i lettori (specie quelli che commentano), senza voi non troverei l'ispirazione adatta per partorire certe fesserie a, praticamente, ogni ora del giorno! Grazie (:

   
 
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