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Autore: Scarcy90    24/12/2010    63 recensioni
Valeria frequenta l'ultimo anno di Liceo. E' sempre stata una studentessa nella media e insieme alle sue due migliori amiche, Amy e Marti, ha trascorso in relativa tranquillità il suo periodo da liceale. Ma proprio all'inizio di quell'ultimo anno accade qualcosa che sconvolgerà il suo mondo di pace. Un litigio, durante la ricreazione, darà la scossa definitiva perché la vita di Vale cambi per sempre. La chiave di volta di questo cambiamento è Massimiliano Draco, il figlio della temuta professoressa D'Arcangelo, acerrima nemica della protagonista. Una storia che ha il solo scopo di raccontare i sentimenti e le traversie di una ragazza come tante.
||Il Sequel di questa storia è Verso La Maturità||
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Figlio Della Prof Serie's '
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Il Figlio Della Prof- Capitolo 20
Considero Il Mondo Per Quello Che E’:
Un Palcoscenico Dove Ciascuno Deve Recitare La Sua Parte
William Shakespeare
 
 
 
 
 Epilogo

 La Vera Storia Inizia Da Qui
 
 -Basta così Ferrari, torna a posto.-
 Dopo che una ragazza di diciotto anni aveva perso un intero pomeriggio a studiare come una matta per riuscire a fare una figura decente all’interrogazione, si sentiva dire questa frase con il tono soave che solo l’acida voce di una professoressa può avere, l’unica risposta possibile sarebbe dovuta essere: Brutta stronza, te l’ho fatta vedere io questa volta!
 Invece me ne tornai a posto senza fiatare perché non era andata esattamente così. A quest’interrogazione avevo fatto letteralmente schifo e un quattro non me l’avrebbe tolto nessuno.
 La D’Arcangelo aveva deciso di fare una bella verifica orale a sorpresa il sette gennaio. Ora, vorrei proprio sapere quale cavolo di studente è pronto ad affrontare un’interrogazione il giorno in cui torna a scuola dopo le vacanze di Natale!
 -Sara, a te metto otto e mezzo, ovviamente-, disse la D’Arcangelo soddisfatta.
 Ah, giusto. Avevo dimenticato il prototipo di robot, GiordanoXP3000.
 -Ferrari, quanto ti metteresti?-
 Maledetta quella domanda! La faceva solo quando qualcuno andava davvero male. Ma cosa si aspettava che dicessi?! Voglio un dieci?!
 -Ehm… Cinque…?- la mia era più una domanda che un’affermazione.
 In realtà ero certa che, per il metro di giudizio della D’Arcangelo, fossi andata al massimo da quattro ma magari per qualche miracolo mi avrebbe messo un cinque.
 -Uhm… Ti metterò un cinque e mezzo-, decretò scorrendo l’elenco dei voti segnati sul suo registro. –Certo che è proprio un peccato. Alle altre due interrogazioni avevi un sette meno e un sette e mezzo, oggi sei proprio precipitata. Come mai? Le vacanze ti hanno rovinata?-
 “No, veramente è stato suo figlio a far precipitare la mia media” pensai stizzita.
 Da quando c’eravamo messi insieme, appena ne avevamo l’occasione, io e Massi non facevamo altro che cercare posti appartati dove poterci saltare addosso, anche se di occasioni ce n’erano state poche. E di certo non avrei scambiato quei momenti bellissimi neanche con una cassaforte piena d’oro, figuriamoci se avrei preferito stare chiusa in casa a studiare scienze.
 “Non è colpa mia, prof, se lei ha tirato su un ragazzo meraviglioso, seducente e sessualmente instancabile come Massimiliano Draco.” 
 Perciò, di riflesso, la colpa era proprio della prof!
 Quando finalmente suonò la campanella della ricreazione tutti gli studenti del Liceo Classico Virgilio si riversarono nei corridoi. Tra quegli studenti c’eravamo anche noi: Martina Giuliani, Amelia Tarantini e Valeria Ferrari.
 Ormai non più tre ragazze come tante.
 In quegl’ultimi mesi eravamo cambiate, gli avvenimenti e le situazioni che la vita ci aveva posto davanti avevano modificato i nostri caratteri e i nostri destini.
 Al mio ritorno da Padova, Amy mi raccontò quello che era accaduto alla festa di Christian Corradi. Nel sentire quel resoconto avevo aspettato con ansia di poter tornare a scuola per pestare Christian a sangue, ma quella mattina, arrivata a scuola, Giacomo mi aveva spiegato che Christian era finito in ospedale. A quanto sembrava il nostro Christian la sera di Natale, mentre stava tornando in macchina da casa di una delle sue fiamme, era stato accerchiato da un gruppo di ragazzi in moto che lo avevano obbligato a fermarsi. I motociclisti lo avevano costretto a scendere dalla macchina e lo avevano picchiato così tanto che si era ritrovato con diverse ossa rotte e con un’emorragia interna, non grave, ma piuttosto preoccupante.
 Nessuno sapeva chi fossero quei motociclisti ma Giacomo ne aveva una mezza idea e fu felice di espormi la sua teoria, purché promettessi di non parlarne a nessuno.
 Lui sapeva che Christian si stava vedendo da un po’ di tempo- anche mentre stava con Marti- con una ragazza di un’altra scuola. Il fratello maggiore di questa ragazza era un tipo violento, vendicativo e poco raccomandabile. Non si sapeva come, ma il ragazzo in questione era venuto a conoscenza del fatto che Christian approfittava delle ragazze indifese e che ben due volte aveva provato a usare violenza su delle donne. Così, per proteggere la sorella, il ragazzo violento e poco raccomandabile aveva pestato Christian Corradi a sangue.
 Sapevo che avrei dovuto essere disgustata da quella storia, avevo sempre detestato comportamenti deplorevoli come quello, ma non potevo non essere felice che Christian avesse avuto quello che si meritava. Non mi andava per niente giù il fatto che tra loro due solo Marti avesse sofferto mentre lui se l’era cavata a buon mercato.
 Fortunatamente il destino agiva sempre per vie inaspettate.
 -Dai Vale, non è andata poi così male-, mi disse Amy sorridendo.
 -Infatti, sei andata anche peggio di così-, aggiunse Marti. Se quello era il modo di Marti per tirarmi su di morale, non era molto efficace.
 -Sono semplicemente tornata alla tradizione-, risposi sospirando sconsolata. –Mi sembrava strano che per due interrogazioni di seguito fossi riuscita a prendere sette… Adesso si ricomincerà con i soliti sei stentati e i cinque.-
 -Non fare così-, provò a rincuorarmi Amy. –Vedrai che alla prossima interrogazione andrai meglio.-
 -So solo che adesso ho bisogno di bere-, mormorai afflitta.
 Ci dirigemmo con calma verso la zona delle macchinette e non ci misi molto a capire come mai quella giornata era cominciata male: perché doveva continuare peggio!
 Marco e Massi erano davanti alle macchinette con tre mocciose del secondo anno che ridevano e scherzavano con loro.
 Mi sembrava il classico Déjà vu, con l’unica differenza che stavolta la mia posizione mi permetteva di fare a pezzi Massi se avesse continuato a parlare con quelle ochette.
 Come se avesse sentito i miei pensieri lui alzò lo sguardo e mi vide. Impallidì immediatamente mentre un sorriso maligno si aprì sul mio volto. Diede una gomitata a Marco senza smettere di fissarmi e lui bloccò a metà una delle sue battute per guardare verso di noi. Non mi ero voltata verso Amy ma sapevo che il suo sguardo era incavolato almeno quanto il mio.
 Con molta disinvoltura mi avvicinai alle macchinette mentre Massi e Marco non mi levavano gli occhi di dosso.
 -Scusatemi ma dovrei prendere una bottiglietta d’acqua, voi due potreste andare a mostrare le vostre folte piume da pavoni in un posto molto lontano da qui?- la mia acidità era evidente.
 Massi alzò un sopracciglio e tirò fuori quel suo sorriso spavaldo che mi faceva battere il cuore.
 -Tu parli così ma sono certo che anche a te piacciono le nostre piume-, disse con sicurezza. –Soprattutto le mie.-
 -Sì, mi piacciono talmente tanto che vi spennerei vivi solo per usarle come penne!- esclamai imbarazzata. Lo sapeva che non dovevano scoprirci eppure faceva certe battute.
 -Massi, cosa are you doing?- chiese una voce squillante.
 Mi voltai e vidi Delia con un’espressione seria. Mi lanciò uno sguardo d’intesa e tornò a guardare Massi. Era venuta a sistemare la situazione fingendosi ancora una volta la ragazza di Massi.
 -Delia, tesoro-, cominciò Massi. –Stavo solo parlando con Marco e queste ragazze.-
 -Be’, now puoi anche smetterla-, disse lei irritata.
 -Noi andiamo-, mormorò una delle mocciosette vedendo lo sguardo determinato di Delia.
 -It’s meglio!- concluse lei sorridendo, anche se il suo era un sorriso perfido.
 Le tre ragazze sparirono alla velocità della luce, guardandosi ogni tanto indietro per assicurarsi che nessuna di noi avesse intenzione di seguirle.
 Avrei voluto inveire subito contro Massi ma Amy fu più veloce di me.
 -Tu!- esclamò puntando il dito verso Marco. –Si può sapere che diavolo stavi facendo?-
 -Amy, calmati, stavamo solo parlando. Lo ha detto Vale che dobbiamo comportarci come sempre perché non vuole che qualcuno scopra la vera natura del suo rapporto con Massi.-
 -E su questo non discuto, ma non mi sembra che tra me e te ci fosse lo stesso accordo. Non sei anche tu figlio della D’Arcangelo!-
 Amy era davvero incavolata nera.
 -Nonostante abbiamo deciso di stare insieme tu non ti comporti affatto come un fidanzato. Non hai neanche voluto dire in giro che usciamo insieme, e in più ti fermi a parlare con tutte le ragazze della scuola! Questa cosa mi fa imbest…-
 Amy non poté continuare visto che Marco le si era avvicinato e l’aveva baciata, e il suo non era per niente un semplice bacio sulle labbra, anzi era piuttosto… passionale…
 -Hai visto?- chiese un ragazzo che passava di lì alla ragazza che gli camminava accanto. –Quello non è Iovine? Mi sa che dovrai togliere la sua foto dal tuo diario…-
 -Ma no, sarà una delle sue solite conquiste. Tempo due settimane e la mollerà-, rispose la ragazza distogliendo lo sguardo.
 Mi guardai un attimo intorno. Si erano tutti fermati a fissare Marco ed Amy mentre loro continuavano incuranti a baciarsi.
 Quando si divisero Marco sussurrò un “Ti amo” e Amy sorrise, era diventata tutta rossa.
 -Mi sa proprio che non la lascerà tra due settimane, anch’io non mi farei scappare una ragazza così bella-, riprese il ragazzo di prima rivolto alla stessa ragazza.
 -Sta’ zitto! Cosa ne vuoi sapere tu.- La faccia di quella ragazza rasentava l’incredulità. Evidentemente non era stata una notizia facile da digerire: Marco Iovine si era finalmente innamorato e difficilmente sarebbe tornato sulla piazza. Era caduto il mito di tutte le ragazze e adesso la mia povera amica sarebbe stato l’oggetto di tutte le maledizioni esistenti sulla faccia della terra.
 -Beati loro che possono uscire allo scoperto-, mormorò Massi lanciandomi un’occhiata.
 -Lo sai perché ho preso quella decisione. E comunque non mi sembra che tu ci stia male più di tanto-, lo trapassai con uno sguardo assassino.
 -Ti è successo qualcosa?- chiese lui quasi preoccupato. –Mi sembri più acida del solito, e in genere tu sei piuttosto acida…-
 -Non so, perché non lo chiedi a tua madre? Oggi ha interrogato… Oggi! Il sette gennaio! Il Ministero dovrebbe vietare le interrogazioni il sette gennaio!- esclamai irritata.
 Fortunatamente la piccola folla che si era riunita attorno a noi poco prima era defluita piuttosto velocemente altrimenti tutti mi avrebbero visto sbraitare contro il nulla.
 -E in più-, continuai puntando il dito contro il petto di Massi, -sei stato proprio tu a dirmi che non avrebbe interrogato oggi. Me lo avevi assicurato!-
 -Non è colpa mia se la coerenza di mia madre è vicina a livelli inesistenti-, si difese lui. –La settimana scorsa durante il pranzo di Capodanno aveva detto che avrebbe rimandato le interrogazioni a dopo il nove, come potevo sapere che aveva cambiato idea?-
 -Ma che vantaggio c’è a stare con il figlio della prof se poi ti dà pure informazioni sbagliate-, mormorai scuotendo la testa sconsolata.
 -Ragazzi, mi sa che siamo tutti un po’ stressati-, intervenne Delia con il suo italiano perfetto. Io ancora non ci credevo che sapeva parlare in quel modo, e anche la sua voce era normale e non da bambina. Chi lo avrebbe mai immaginato che fingeva per evitare le pressioni dei professori. –Che ne dite di un bel viaggio?-
 -Un viaggio?- chiese Marco curioso.
 -Sì. Nel periodo di Carnevale avremo una settimana di vacanza. Stavo pensando di andare a trovare mio padre e mio fratello a Boston, volete venire con me? Ovviamente pagherò tutto io, o meglio, mio padre. Mi farebbe davvero piacere se veniste, ho tanta voglia di mostrarvi la città in cui sono cresciuta.-
 -Io ci vengo di sicuro!- esclamò Massi contento. –E’ da una vita che non vedo Michael e devo ancora rifarmi della batosta che mi ha dato a PES l’ultima volta che è stato qui.-
 -Be’, visto che è tutto pagato non credo che mio padre farà problemi-, risposi sorridendo. –Lui mi dice sempre che se un amico mi offre qualcosa non la devo rifiutare, quindi se mi dirà di no userò questa sua filosofia contro di lui.- Ero brava ad architettare piani per convincere mio padre ad accontentarmi, ormai avevo anni e anni d’esperienza alle spalle.
 -Anche noi verremo, vero?- chiese Amy a Marco.
 -Sì, è un’idea fantastica- ribadì lui.
 -Perfetto!- disse Delia battendo le mani contenta. –E tu Martina?- Delia era l’unica che ci chiamava con i nostri nomi completi, diceva che erano talmente belli che non le andava di abbreviarli.
 -Mi dispiace, ma mia madre non mi permetterà mai di partire per Boston, anche se è tutto pagato. E’ persino inutile che glielo chieda.-
 Sapevo che Marti aveva ragione: i suoi genitori non le avrebbero mai permesso di attraversare l’Atlantico da sola.
 -Che peccato! Volevo tanto presentarti mio fratello! E’ un ragazzo così affascinante!- esclamò Delia tutta eccitata e felice.
 -Grazie, ma passo. Credo che per un po’ girerò al largo dai ragazzi affascinanti-, rispose Marti con un sorriso amaro.
 Proprio in quel momento suonò la campanella.
 -Va be’, ne parleremo meglio dopo-, cominciò Amy. –Adesso dobbiamo correre in classe altrimenti la Bianchi ci ucciderà.-
 -Andate avanti-, le dissi. –Io prendo l’acqua e vi raggiungo.-
 -Sbrigati-, m’intimò Marti mentre lei e Amy si affrettavano a raggiungere le scale.
 -Vado anch’io. Adesso ho inglese, che noia… La professoressa ha un accento orribile-, mormorò Delia scocciata.
 -Anche noi dobbiamo correre in classe-, cominciò Marco rivolgendosi a Massi. –Abbiamo il compito di greco.-
 -Cavolo! Odio fare un compito appena tornato dalle vacanze!- esclamò lui irritato.
 -Almeno tu lo sapevi e non ti è toccata un’interrogazione a sorpresa.- Avrei dato chissà cosa per tornare indietro e scambiare la mia interrogazione con il suo compito di greco.
 -Mi dispiace, Vale-, disse lui con tono mortificato. Mi diede un veloce bacio sulla fronte e insieme a Marco si diresse verso le scale.
 Sospirai sconsolata e mi voltai a prendere la mia tanto agognata bottiglietta d’acqua.
 Non c’era nessuno in giro, erano tutti tornati di filato nelle loro classi e io stavo rischiando seriamente di beccarmi una strigliata da parte della Bianchi, ma visto che non ero mai arrivata in ritardo quando c’era lei in classe forse me l’avrebbe fatta passare liscia… Forse…
 Inserii le monete nella fessura della macchinetta e, dopo aver scelto l’acqua, sentii il tonfo della bottiglietta che cadeva nel contenitore. Mi chinai e la presi. Finalmente potei bere e avvertii subito un senso di benessere infondersi in tutto il corpo.
 Stavo per voltarmi e tornare in classe quando due braccia forti e calde mi avvolsero.
 Non avevo bisogno di girarmi per sapere chi fosse: quel profumo, quel calore, quel corpo non avrei potuto confonderli con quelli di nessun altro.
 -Davvero credevi che ti avrei salutato con un semplice bacio sulla fronte dopo che non ti vedevo da quasi cinque giorni?-
 Non risposi, non ne avevo la forza, ero troppo impegnata a tenere stretta tra le mani la bottiglietta, se mi fossi deconcentrata sarebbe caduta a terra a causa di tutte le emozioni che mi stavano attraversando in quel momento.
 -Illusa-, sussurrò Massi vicino al mio orecchio.
 Il mio cuore si fermò mentre lui si staccava da me e prendendomi per le spalle mi voltava verso di lui.
 Non feci neanche in tempo a guardare il suo volto che lui mi stava già baciando. Un bacio profondo, pieno di sentimento e caldo. Era davvero caldo… Mi sembrava quasi di andare a fuoco!
 In quel momento sarebbe potuta passare la D’Arcangelo seguita da tutto un corteo formato da preside, professori e genitori, ma io non mi sarei accorta di nulla. Senza lasciare andare la bottiglietta portai le mie mani dietro il collo di Massi per permettere ai nostri corpi di unirsi, di essere i più vicini possibile, per non lasciare che neanche un attimo di quel bacio andasse sprecato.
 Era cominciato tutto davanti a quelle macchinette, quando mesi prima avevo litigato con Massi per la prima volta. In quel momento non potevo sapere che lui sarebbe diventato così importante per me, il mio unico scopo era evitarlo e sperare che lui continuasse ad ignorare la mia esistenza. Ma, fortunatamente, le cose avevano preso una piega diversa e i nostri destini si erano incrociati per non dividersi mai più.
 Sì, perché niente e nessuno avrebbe mai potuto separarci.

 
***
 

 
La pioggia continuava a cadere sul vetro della finestra e io proseguivo imperterrito a sfogliare il mio libro cercando di studiare. Ma non era facile, non dopo che la mia ragazza ed io avevamo avuto l’ennesimo litigio. Era proprio stupida! Come poteva non capire che io volevo tornare a casa mia, volevo tornare a Lecce.

 Secondo lei la mia non era nostalgia di casa, secondo la mia quasi ex ragazza, io soffrivo a causa di una persona. Di una ragazza che in quegl’anni mi era mancata come l’aria. Forse aveva ragione, forse era vero che in tutto quel tempo io non avevo mai dimenticato il mio primo amore. Ma è sempre così, no? Non si può dimenticare la prima ragazza di cui ci s’innamora, sarebbe contro natura.
 -Tesoro-, mia madre era appena entrata nella mia stanza.
 -Cosa c’è, mamma?- chiesi chiudendo il libro e voltandomi a guardarla.
 -Tuo padre mi ha appena detto che dovremo trasferirci di nuovo-, disse la mamma sedendosi sul mio letto e guardandomi con sguardo dolce per cercare di rendere la pillola meno amara.
 -Dove?- il mio tono era duro e non traspariva nessun sentimento, né rabbia né delusione. Stavo semplicemente prendendo atto della notizia senza fare una piega.
 Non volevo abbandonare la mia ragazza ma forse era meglio così. Non ero più sicuro di amarla, perché il mio cuore era sempre stato di un’altra, una splendida e divertente ragazza che aveva il potere di rendermi immensamente felice con un solo sguardo.
 -A quanto sembra è stato promosso alla vicepresidenza, e gli hanno assegnato la sede di Lecce-, rispose mia madre sorridendomi.
 -Lecce?- spalancai gli occhi incredulo.
 -Sì, partiremo alla fine di febbraio. Torniamo a casa, Riccardo.-
 Sapevo che mia madre era felice quanto me di tornare a Lecce. Si alzò e uscì dalla mia stanza rivolgendomi uno splendido sorriso.
 Saremmo tornati a Lecce!
 Lara aveva sempre avuto ragione, io ero ancora innamorato di Vale, non l’avevo mai dimenticata nonostante ci avessi provato con tutte le mie forze.
 Sarei tornato a Lecce molto presto e questa volta non avrei esitato, avrei aperto a Vale il mio cuore rendendola per sempre mia.
 
 
 
 
CONTINUA












***L'Autrice***

 Bene, bene... Da dove potrei cominciare il commento a questo ultimo capitolo? Be' direi che si potrebbe cominciare dal "CONTINUA" che vedete qui sopra.... Ebbene sì, non penserete di certo che storia possa finire così. Verso La Maturità è già in cantiere e dal 19 febbraio comincerò a pubblicarla... xD




 Detto questo mi concentrei un attimo sull'ultima parte dell'epilogo... xD Quante di voi si aspettavano che avrei fatto tornare Riccardo? ^^ No, perchè io per prima non pensavo di farlo tornare è stata proprio un'idea dell'ultimo secondo che porterà davvero molto ma molto scompiglio nel Sequel... xD Cosa ne pensate? xD Sono stata troppo cattiva?

Comunque, tolto Riccardo, il prossimo aggiornamento (non lo scordate ^^) sarà La Ragazza Delle Macchinette, penso di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo prima di capodanno, quindi cercate di non perderlo visto che sarà l'ultimo aggiornamento di questo 2010... xD




Quando ho pubblicato il capitolo 19 ho scordato di dirvi che avevo scritto una One-Shot, Ricordo Indelebile, in cui si spiega più nei dettagli quello che succede tra Massi e Vale, per chi non l'avesse ancora letta, questo è il link:




Inoltre un paio di giorni fa ho anche pubblicato una One-Shot natalizia con protagonisti Massi e Vale da bambini, si intitola Sogno di Bambina. E' il mio regalo di Natale per tutte voi quindi se vi va di leggerla la potrete trovare qui:






Comunque vi ricordo che potete trovare molto altro riguardo "Il Figlio Della Prof" in questi siti:

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 Che altro dire... Pubblicare di nuovo questa storia mi ha donato tante soddisfazioni, proprio come la prima volta. Non pensavo di trovare così tante ragazze che mi avrebbero seguito, dopo la delusione delle case editrici non pensavo assolutamente di riuscire a scrivere ancora ma grazie al vostro sostegno sono riuscita a rialzarmi e ritrovare la mia passione. So di non essere un'autrice di Serie A e che la mia storia è solo piacevole e carina ma niente di eccezionale, ma l'importante è che per voi sia stato bello leggerla. Per me quello che conta è sentirvi dire che un mio capitolo è riuscito a farvi sorridere e a rischiarare una giornata che era andata male, finchè quello che scrivo avrà questo effetto su di voi io sarà contenta e soddisfatta, non conta nient'altro... ^^
Mamma mia, sto parlando come se questa fosse davvero la fine, ma vi posso assicurare che questo è solo l'inizio perchè la storia di Massi e Vale comincia solo ora... *-*
 Per finire questo mio commento che probabilmente vi starà portando via del tempo prezioso che potreste utilizzare per fare qualcosa di più costruttivo, volevo solo ringraziare di vero cuore tutte le persone (vecchie e nuove) che hanno seguito la pubblicazione di questa storia e che spero decideranno di seguire anche in futuro. Senza di voi io non sarei nulla... *-* Quindi GRAZIE!
 Un bacio a tutti!
   
 
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