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Autore: 1_Conci    24/12/2010    0 recensioni
Voi ci credete ai colpi di fulmine? Nicole è una ragazze che non crede più nell'amore nè tanto meno nei colpi di fulmine. Tutti ci credono, ma lei pensa invece che siano solo delle sciocchezze da coppie smielate. Ma se un giorno, ad un concerto, potesse accadere qualcosa che la farebbe ricredere?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3-
Il resto delle ore passarono velocemente fino al suono liberatore della campanella che annunciava la fine delle lezioni.
Mi diressi verso casa parlottando con Ashley, fino a quando una Range Rover parcheggiata di fronte al cancello della scuola, catturò la mia attenzione.
Qualcuno dentro la macchina suonò il clacson e mi fermai cercando di capire chi fosse.
I vetri oscurati mi impedivano di vedere dentro così decisi di riprendere a camminare.
Salutai Ashley e attraversai ritrovandomi di fronte alla macchina “misteriosa”.
Mentre l’affiancavo mi sentii chiamare:”Ehi Nicole!Pssst!”
Mi girai e vidi dei capelli biondi spuntare dal finestrino appena aperto dell’auto. Mi sporsi dentro ed esclamai:”Ehi Bieber! Che ci fai qui! Potrebbero riconoscerti sai?!”
“Non è il momento di scherzare. Sali.”
Salii preoccupata. “Che succede?” chiesi.
“Ti ho portato questo. Ti sarà caduto oggi in macchina” spiegò porgendomi un bracciale.
“Pensavo fosse qualcosa di più importante.. comunque grazie” risposi afferrandolo e sorridendo.
“Vuoi.. vuoi un passaggio?” chiese.
“E me lo chiedi pure Bieber? Metti in moto, su!”
Infilò la chiave, la girò e partimmo.
“E’ la seconda volta che ti do’ un passaggio e non so niente di te”
“Cosa vuoi sapere?”
“Uhm.. quanti anni hai?”
“16.. tu?”
“Anche io..” rispose accigliato fissando la strada.
Era.. diverso. Rispetto a stamattina sembrava mogio.
“Che hai Bieber? La ragazza ti ha lasciato?”
“Non ho una ragazza e non voglio averla.”
“Non dirmi che sei ..”
“No! – mi interruppe- è solo che non ho trovato la ragazza giusta..”
“Siete tutti fissati con questa storia della ragazza giusta o dell’anima gemella o come la volete chiamare voi!”
“Perché?”
“Oh andiamo! Lo sapete anche voi che la ragazza giusta o perfetta non esiste!”
“Cosa ti è successo?”
Lo guardai interrogativa. “Per dire queste cose, intendo. Devi aver avuto una brutta esperienza.”
Perspicace il ragazzo. “Si!” sbottai.
“Ne vuoi parlare?”
“Perché ne dovrei parlare con te Bieber?”
“Perché siamo amici.”
“E da quando?”
“Da quando ti do’ passaggi in auto. Ma se non ne vuoi parlare proprio..”
Mi guardò sporgendo il labbro inferiore e facendo gli occhi da cucciolo.
“E va bene Bieber, mi hai convinto. Come prima cosa io non sono americana.”
“Sul serio?”
“Ti pare io stia scherzando?”
“Se non sei americana perché sei qui?”
“Perché mi sono trasferita in America. Ma in realtà io sono Italiana”
“E come mai sei venuta in America?”
Sospirai. “I miei sono morti 2 anni fa in un incidente aereo e per non essere mandata in un orfanotrofio, ho deciso di andare ad abitare da mia zia qui a Los Angeles.”
Mi guardò apprensivo. “Io..beh..mi dispiace.. non lo sapevo” balbettò.
Cercai di scacciare le lacrime che erano solite a spuntare quando ricordavo i miei genitori. “Appena arrivata qui, una persona si è affezionata molto a me e mi ha aiutato molto. Eric, fu prima il mio migliore amico, ma presto mi innamorai di lui. Ci mettemmo insieme e la mia vita andò a gonfie vele fino a quando non lo beccai in atteggiamenti molto ‘intimi’ con Amber.”
Si fermò allo stop e mi guardò. Mi accarezzò la guancia, raccolse qualcosa e me la mostrò. Una lacrima brillava sul polpastrello del suo indice sotto il sole cocente.
“Mi dispiace, non dovevo chiedertelo” sussurrò
“Beh.. non preoccuparti.” Risposi girandomi verso il finestrino per nascondergli le lacrime che iniziarono ad inondarmi il viso.
Mi poggiò una mano sulla spalla, confortandomi in silenzio. Dopo qualche minuti, asciugai le lacrime e decisi di accendere la radio.
Iniziai a canticchiare una delle mie canzoni preferite:

“Girl you're so one in a million
You are
Baby you're the best I ever had
Best I ever had
And I'm certain that
There ain't nothing better
No there ain't nothing better than this”
Ne-yo – One in a million

“Ehi, studi canto?” mi chiese Justin.
Arrossii violentemente. “N-n-no” balbettai.
“Mai?”
“No, e se proprio ci tieni a saperlo, sei il primo che mi sente cantare.”
“Non hai mai cantato davanti a qualcuno? Nemmeno alle recite di Natale?”
“Solo una volta. E non ho intenzione di rifarlo”
“Come dici tu.. ma per me canti benissimo”
“Non c’è bisogno di fare i gentili per tirarmi su il morale, Bieber”
“Se tu non sai cantare, io sono bruttissimo”
“Infatti Bieber, lo sei” scherzai.
“Dovresti chiederlo alle mie fan”
Sospirai scuotendo la testa a destra e a sinistra. “Perché mai dovrei chiederlo a delle ragazzine con gli ormoni schizzati a mille?”
“Comunque, penso che tu abbia una bella voce. Sul serio”
“Grazie. Comunque gira a destra e siamo arrivati”
Il biondini mi lasciò davanti all’immenso grattacielo grigio e cupo che conteneva anche il mio appartamento.
“Grazie del passaggio. Di nuovo” ringrazia ridendo.
“Prego. Ci vediamo in giro Nicole”
“Si” sussurrai sbattendo la portiera e salutando il ragazzo incappucciato dentro l’auto.
Appena entrai nell’appartamento buio, il cellulare iniziò a squillare.
“Cosa ti è successo?” urlò Ashley su tutte le furie.
“Eh?!” commentai confusa.
“Ti ho salutato e poi ti ho visto salire su una macchina. Con chi era? Ti ha fatto del male? Cosa diavolo è successo?!”
“Se ti calmi potrei spiegarti tutto.”
“Ok.. sono calma. Racconta!”
“Era Justin, stamattina mi era scivolato il bracciale nella sua macchina e lui me l’ha riportato. Così ne ho approfittato per farmi dare un passaggio in auto. E basta
“Ah.. e io che ero così in pensiero per te.. beh allora vado devo fare un mare di compiti”
“Ci sentiamo”
Chiusi la telefonata e mi buttai sul letto stremata.
 
                                                        ***
Toc. Toc. Andai ad aprire la porta chiedendomi chi fosse.
“Ehilà Bieber!”
“Ehi Nicole … Posso entrare?” chiese.
“Non so.. dovrei pensarci..” commentai scostandomi per fargli spazio.
“Ti va di andare a mangiare qualcosa?”
“Certo.. Devi però aspettare qualche minuto che mi sistemo.”
“Meglio, così  mi riposo dopo tutte le scale che ho fatto. Perché non lo fate riparare l’ascensore?”
“Guarda che funziona”
“Che cosa?! E allora perché c’è quel cartello?!”
“Qualcuno si sarà scordato di toglierlo”
“E io ho fatto tutte quelle scale quando potevo tranquillamente prendere l’ascensore?”
“Esatto Bieber”
“Ma che..” sussurrò sprofondando nel divano.
Misi un paio di jeans chiari, una maglietta nera a maniche corte, un paio di converse nere e qualche bracciale e afferrai al volo una borsa di pelle nera.
Andammo in una pizzeria non molto affollata, in modo che le probabilità che qualcuno riconoscesse Justin fossero ridotte al massimo.
“Bene, che devi dirmi Bieber?” chiesi sedendomi nel tavolinetto che avevamo scelto.
“Quando oggi ti ho sentito cantare mi hai colpito molto. Quindi ho pensato che potresti venire al mio concerto se vuoi.”
“Che cosa c’entra il tuo concerto?”
“Ci saranno dei rappresentanti di molte case discografiche..”
“E?”
“Ti credevo più intelligente Nicole. Te li farò conoscere e sono sicuro che appena ti vedranno e ascolteranno quello che gli dirò, vorranno avere un appuntamento con te per conoscerti meglio.”
“Io non so se mi sento pronto ad una cosa del genere..” commentai insicura.
“Ti piace cantare?”
“E’ una delle cose che amo fare di più, ma..”
“E allora niente ma. E’ la più grande occasione della tua vita, devi coglierla al volo.”
“Hai ragione. Sai come farti apprezzare Bieber”
“Ovvio.. Secondo te, perché le ragazze mi cadono ai piedi?”
“Perché inciampano?” risposi ridendo.
“Sai Nicole, amo le tue battutine ironiche.”
“Ehi Bieber, sei anche gentile! Grazie” sorrisi.
“Tieni” dissi porgendomi due biglietti.
Rimasi a fissarli estasiata, non perché lo ritraevano, ma perché per me significavano molto di più di due semplici biglietti per vedere il proprio idolo.
Per me erano la possibilità di riuscire finalmente a realizzare il mio più grande sogno.
Fin da bambina, sognavo di diventare una rockstar e i miei genitori mi ripetevano sempre di sperarci e continuare a sognare, perché, i sogni, prima o poi, diventano realtà.
“Avanti..” sussurrò Justin avvicinando sempre di più quei due pezzi di carta.
Li afferrai e li riposi in borsa come se fossero una delle cose più preziose del mondo.
Forse mi ero sbagliata su quel ragazzo. Non era affatto viziato, pieno di sé, sgarbato, anzi, sembrava l’esatto contrario.
“Grazie Justin. Questa è una grande opportunità. Se conoscerò qualcuno di importante non saprò mai come ringraziarti.”
“Mi hai chiamato Justin!” esclamò.
“Io faccio un bel discorso che viene dal cuore, dove per la prima volta di tratto bene e tu pensi solo al fatto che ti ho chiamato Justin!”
“Ehi, sto scherzando. Non c’è bisogno di ringraziarmi.”
“Ma.. ma per conoscere ‘queste persone’ non dovrei avere un pass per il backstage?”
“Purtroppo non ne ho più. Li ho regalati a qualche fan” disse tranquillo alzando le spalle.
“E allora? Come farò a passare?”
“Mica è un problema. Non preoccuparti, faccio tutto io. Tu devi solo presentarti al concerto almeno 20 minuti, metterti nel tuo posto che si trova nelle prime file e aspettare. Al resto ci penso io. Basta che arrivi in anticipo.”
“Ok. Mi fido di te, non combinare cavolate.”
“Non preoccuparti.”
“Ultima domanda e poi non ti stresso più: perché due biglietti?”
“Pensavo vorresti portare una tua amica in modo da non stare sola.”
“Pensavi bene.. Credo porterò Ashley.”
“Ashley?”
“Si, la mia migliore amica. Così te la farò conoscere.”
“Non vedo l’ora” affermò malizioso.



Commentate, se si va :) P.S=Buon Natale a tutti :D
  
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