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Autore: Logic Error    25/12/2010    1 recensioni
Piccola storia umoristica su Umineko, immaginando una kakera in cui tutti i personaggi dei vari archi vivono insieme. [Spoiler Ep7]
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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“E’ sempre la stessa storia.”
EVA si stava dondolando su un’amaca fatta di bastoncini di liquirizia, ma il dondolio non riuscì a tranquillizzarla.
Aveva sentito qualcosina riguardo questo ‘mare di frammenti,’ la molteplicità dei mondi e robe varie, ma l’unica cosa che aveva realmente capito era che probabilmente la kakera in cui era finita era una gabbia di matti.
Per qualche assurdo motivo erano tutti lì: da Virgilia a Ronove, da Beatrice a Lambdadelta.
Streghe e mobili, tutti insieme a spassarsela nella Golden Land.
Apparentemente, sembrava un mondo in cui erano confluiti tutti mondi precedenti: altrimenti come spiegare la sua presenza?
Comunque, nonostante conoscesse la maggior parte dei presenti c’era qualcosa che non quadrava.
Quello strano biondino in rosso tanto simile a Beatrice. Ma sicuri poi che sia un uomo?
E perché quell’incapace di Battler aveva un mantello così figo?
Diede un morso alla sua amaca, che fu riparata in pochi secondi da farfalle dorate.
Poche cose erano rimaste le stesse: Bernkastel e Lambdadelta sembravano sempre una dolce coppietta sul punto di ammazzarsi, le Sorelle del Purgatorio erano le solite bambine capricciose di sempre.
“Hey, Ronove.” EVA chiamò quello che era stato, anche se per poco, il suo maggiordomo.
Ronove arrivò ridacchiando.
“Vuole qualche chiarimento su questo mondo, immagino.”
“Sì, esatto. E fai in fretta, senza farmi annoiare.”
“Pu ku ku ku, bene, mi ascolti.”



Qualche ???? dopo


“Ti prego, smettila!” EVA urlò improvvisamente.
“Hahahahahhaha, ti piace il mio nuovo aspetto? Che ne dici? E se mi chiamassi Beatrice?”
EVA tentò di allontanarsi da Beatrice, ma le sue grida inondavano praticamente tutta la Golden Land.
“Oh, sono una, ma tante! Vuoi ascoltare la mia storia?”
La lagna andava avanti da…giorni, ore? nessuno lo sapeva.
Doveva essere davvero una bella kakera quella, in cui erano tutti dei tranquilli abitanti della terra dorata, persino gli umani.
Peccato che questo avesse degli effetti collaterali: Beatrice era praticamente diventata la ‘vera’ Beatrice, se così può essere definita, con tutte le sue personalità.
E queste naturalmente, non tardavano a prendere il sopravvento l’una sull’altra, facendo sembrare quel luogo di gioia un ospedale psichiatrico.
Ed EVA non ne poteva più.
Si diresse a passi decisi verso BATTLER, che era impegnato in una partita di scacchi con Nanjo.
“BATTLER, renditi conto che è tutta colpa tua, e tenta di calmare Beatrice!”
Lui si voltò verso di lei e mostrò una delle sue migliori facce da cane bastonato.
“Me lo avete ripetuto migliaia di volte che è colpa mia, ho capito. Ma cosa posso fare? Non posso mica entrare nella sua testa!”
“Potresti sedarla, tanto per cominciare!” EVA sbuffò, tormentandosi il fiocco del vestito.
“Questo corpo non è capace di amare! Sono solo un mobile!” Sia EVA che BATTLER sbuffarono, mentre Nanjo era intento ad escogitare una buona mossa.
“E se…chiamassimo Kinzo?”
BATTLER indicò un punto poco distante da loro, tra dei cespugli pieni di rose dorate.
“Oh no, non lo farei mai. E poi adesso che è libero da qualsiasi rimorso, si sta dedicando ad attività che non aveva mai provato in vita. Vedi?”
EVA riuscì a scorgere Kinzo seduto ad un pianoforte, intento a comporre una strana melodia.
Alzava e abbassava la testa, nello sforzo di trovare parole e note adatte ad esprimere…beh, nessuno aveva ben capito cosa.
“Yami wo kirisaku…..Oh Desire!”
EVA rimase ad ascoltarlo per un po’.
“M-ma…è orrenda.”
“Già…ma nessuno ha il coraggio di dirglielo.”
Capendo che BATTLER era praticamente inutile, lo lasciò nelle grinfie di un poco allenato Nanjo e iniziò a vagare per la Golden Land tenendosi alla larga da Beatrice.
Quella terra dorata sembrava più organizzata del previsto: delle siepi dorate delimitavano i vari spazi in cui i suoi abitanti potevano intrattenersi.
C’erano vari gazebo, piccole sale da the, scacchiere sparse un po’ dovunque.
Ronove aveva messo EVA a conoscenza più o meno delle varie vicende che avevano visti protagonisti BATTLER, Beatrice, Ange e via dicendo.
Tecnicamente quella doveva essere uno dei mondi più felici che si potessero trovare. Eppure, non sembrava davvero così.
In un angolino vide Kyrie lamentarsi della sua pistola che, inevitabilmente, sparava soltanto farfalle dorate.
E la puntava prima su Krauss, poi su Battler, poi su Rudolf. “Perché, perché non posso uccidere nessuno?!”
Rudolf, sicuro che la sua nuova moglie non avrebbe potuto fargli del male, aveva iniziato a provarci con le Siestas.
Poco distante, Eva e Natsuhi stavano finalmente sputando fuori tutto l’odio che provavano l’una per l’altra. E la cosa singolare, erano i rispettivi mariti che facevano il tifo.
EVA, che aveva sempre amato quel genere di cose, si avvicinò a questo gruppetto ed iniziò a fare il tifo per il suo doppione umano. “Non si fanno queste cose nella terra dorata!”
“AHI!”
EVA sentì un pungente dolore sul suo didietro. Si rese conto poi che la stessa sorte era toccata a Eva, Natsuhi e consorti. Quando si girò, riconobbe la figura di quello che doveva essere Lion Ushiromiya.
“H-hey, ma che ti prende? Perché non vai a farti un giretto con Willard e poi muori?”
Lion sembrò disgustato da quelle parole e pizzicò di nuovo il fondoschiena di EVA.
“S-smettila!”
Nel frattempo, gli altri Ushiromiya si erano allontanati, lasciano da soli EVA e Lion.
“Queste non sono cose appropriate al luogo in cui vi trovate.
Comportatevi da degni abitanti della Terra Dorata.”
“Gh….perchè non ti rilassi?” EVA, tentando di non mostrare stupore, iniziò a levitare a mezz’aria e si mise a sedere a gambe incrociate. Continuò poi, cambiano argomento. “Si può sapere poi se sei maschio o femmina?!”
Lion si avvicinò alla sua interlocutrice e le pizzicò di nuovo il sedere, facendola cadere rovinosamente a terra.
“Tsk, e vi siete anche lamentati quando volevo farlo fuori.” disse una voce da lontano: la Lady Bernkastel aveva tranquillamente espresso il suo parere tra una lotta e l’altra con la Lady Lambdadelta. Questa volta, sembrava una lotta nel fango. Di cioccolato. Bollente.
“Su, Lion, andiamo.” Willard apparve improvvisamente e si caricò sulle spalle il biondo Ushiromiya, per poi portarlo lontano.
EVA rimase per terra, stufa arrabbiata irritata e insofferente.
“Ahahah, ma non è fantastico! Qui nessuno deve uccidere nessuno! Ed io non diventerò una vecchia malata e pazza!”
EVA alzò gli occhi verso il suo doppione, Eva.
“Ricordamelo. Riesci a sopravvivere solo tu, ti fai carico di Ange e sei costretta a mantenere tutti all’oscuro della verità…”
“Sì, esatto!”
“Che invidia.”
Eva non ebbe il tempo di stupirsi, che EVA volò via, in cerca di qualcosa di divertente da fare. Quasi riusciva a capire Kyrie.
Nel suo fluttuare incontrò la piccola Ange.
“Hey, Ange!”
“Uh?”
“Tutt’ok in macelleria?”
“Come?”
“Gli Angeburger vanno alla grande, eh?”
E la piccolina scoppiò a piangere.
Fu subito poi raccolta dalle braccia affettuose di Natsuhi che si trovava per caso da quelle parti.
“Hey, Natsuhi, posso insultarti un pò?”
“Sparisc----“
Non riuscì a terminare la frase, che sentì qualcuno picchiettare sulla sua testa con un qualcosa di metallico.
“Oh, no. Rieccola.”
Beatrice era dietro Natsuhi, muovendo ritmicamente la sua pipa sulla testa della malcapitata.
“Hihihihihi, ecco perché avevi sempre il mal di testa Natsuhi, ero io! Ma tu non potevi vedermi!”
“Oh, ti prego. Ho la piccola Ange in braccio, BASTA!”
Bastò un tono più severo nella voce di Natsuhi per trasformare di nuovo Beatrice nella serva timorosa e rispettosa.
“Oh…chiedo scusa per aver dimenticato di nuovo le chiavi, signora.”
Mentre Natsuhi se la vedeva con Beatrice, o chiunque fosse in quel momento, EVA ne aveva approfittato ed era scappata via, stanca di quella pazzoide.
Poi capì. E le venne un’idea.
Sapeva già dove trovarla, dopotutto basta individuare la piccola MARIA e il gioco era fatto.
Le trovò poco distanti da Kinzo, in un altro spazio delimitato dalla siepi dorate.
E stavano, naturalmente, discutendo animatamente.
“Ti ho detto che la magia NON esiste! Ti ho già spiegato il trucchetto della tazza!”
“E allora spiegami questo!” e MARIA trasformò un fiore in un mackarel.
“Erika…”
“Cosa vuoi? Non vedi che sono occupata?”
EVA sbuffò e salutò MARIA, che ricambiò con lieve cenno del capo.
“Ho bisogno del tuo nastro.”
“N-nastro?”
Tutti sapevano che Erika non avrebbe mai dato a nessuno il suo caro nastro adesivo, ma stavolta EVA lo voleva per una giusta causa.
“Quando sentirai il mio piano, sono sicura che vorrai darmelo.”
EVA sussurrò nell’orecchio di Erika cos’aveva intenzione di fare: e la detective accettò con un gran sorriso.


“Non voglio più essere una stupida serva! Voglio essere una strega! Voglio imparare ad usare la magia!”
Beatrice farneticava ancora, ignara delle due streghe nascoste dietro una siepe.
“Al mio tre.”
“D’accordo. Vediamo di far presto.”
“Uno.”
“Sì, questo vestito bianco mi piace! Adesso sono davvero una strega perfetta!”
“Due.”
“Lo so, è soltanto una sfida di Dio! Vuole mettermi alla prova! Lui arriverà…!”
“Tre!”
Erika ed EVA saltarono fuori, immobilizzando Beatrice e portando a termine il loro piano.



Poco dopo


La Golden Land era stranamente silenziosa. Natsuhi non aveva più il suo mal di testa, BATTLER era quasi riuscito ad eliminare il suo senso di colpa. George e Jessica erano ancora confusi sui loro gusti sessuali, ma questa è un’altra storia.
EVA si stava di nuovo tranquillamente dondolando sulla sua amaca ad alto contenuto di glucosio.
BATTLER sopraggiunse incuriosito: “EVA, è opera tua?”
“Opera mia, cosa?”
“Questo silenzio. E’ come se mancasse qualcosa…”
EVA avvampò e scese con un impeto dall’amaca.
“Oh, andiamo! Risolvo l’epitaffio e non vi va bene. Porto avanti la cerimonia, e non vi va bene. Uccido gli Ushiromiya, e non vi va bene. Conduco il gioco al posto di Beatrice, e non va bene…possibile che qualsiasi cosa faccia vi lamentate?”
“Ehm…”
“Su, forza ti faccio vedere cos’abbiamo fatto io ed Erika.” “Tu ed Erika?”
EVA lo portò in un piccolo gazebo molto lontano dalla sua amaca, nascosto da alti siepi e quasi impossibile da scovare.
“Sì, esatto.”
Al centro di questo gazebo, stava Beatrice legata ad una sedia con del nastro adesivo.
Nastro che le copriva anche la bocca.
“Sembra che per una volta il nastro ti sia stato d’aiuto, eh BATTLER?”
BATTLER sorvolò su quell’ultima frase.
“Devi liberarla!”
EVA si avvicinò minacciosa a Beatrice, che scalpitava e urlava, ma senza risultato.
Avvicinò la sua mano al nastro adesivo sulla bocca e “Davvero vuoi che lo faccia, BATTLER?”
Lui ci pensò un po’ prima di rispondere. “Che…kakera di merda.”
   
 
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