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Autore: Macchia argentata    25/12/2010    20 recensioni
Settecento parole esatte per descrivere una piccola schermaglia amorosa. Missing moment immaginario, senza pretese, per addolcire gli ultimi momenti di questo Natale^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Notte di veglia L'infinito guardare
Lo sguardo infinito
Il suggello del silenzio sulle labbra
Il caldo vino delle parole
L'angolo prima colmato di vuoto
Il passo che risponde
Lo sconvolto volteggiare delle dita
Il tatto del respiro
Le notti di veglia
L'ardore insonne
(Aria della notte, Pablo Neruda)



Il vento soffiava impietoso, facendo sventolare furiosamente le tende attraverso la finestra aperta.

La stanza di quella locanda, in cui alloggiavo con i miei soldati, era umida e disadorna, illuminata fiocamente da un candelabro a tre braccia, la cui luce spettrale si rifletteva in un rettangolo perfetto sul selciato della strada che correva sotto, in cui alcuni dei miei uomini stavano svolgendo una  ronda.
‘Se resto ancora affacciata, qualcuno mi vedrà’ considerai sovrappensiero, ritraendomi leggermente dal davanzale.
Poi ci ripensai.
“Che vedano pure…” mormorai al buio della notte.
Sentii i suoi passi, alle mie spalle.
“Si, che vedano pure.” Ripetei, a voce leggermente più alta “Non abbiamo niente da nascondere. Non più.”
“Non ti facevo così smaliziata…mi piace.”
Un sorriso.
Poi le sue mani scostarono di lato i miei capelli, e sentii le sue labbra schiudersi, tracciando una leggera fila di baci sul mio collo.
Sospirai e inclinai la testa di lato, mentre con le braccia mi cingeva da dietro, in un delicato abbraccio. Levai le mani dal davanzale, e intrecciai le dita con le sue, sul mio ventre coperto solo dalla stoffa leggera della camicia.
Andrè posò il mento sulla mia spalla, e restammo lì, in quel quadrato di luce, ad osservare Parigi di notte, le sue strade buie, le sue case fatiscenti e le stelle che la illuminavano.
“Un giorno Parigi sarà diversa” mormorò, vicino al mio orecchio “Tutti avranno gli stessi diritti, e la povertà, questa povertà, non sarà che un ricordo…”
Annuii lentamente. Da quando avevo abbandonato il mio mondo per abbracciare le sue idee, i suoi sogni erano diventati anche i miei, e le sue speranze erano le mie.
Credevo davvero che un mondo migliore potesse esistere.
Andrè strofinò la guancia contro al mio collo, e sentii il leggero pizzicore della sua barba di un giorno sulla pelle. Chiusi gli occhi, assaporando ogni sensazione di quel contatto. Le sue dita tra le mie, le sue labbra sul mio collo, il calore del suo corpo alle mie spalle.
Poi le dita di Andrè sgusciarono dalle mie, risalendo fino al mio volto. Mi accarezzò piano una guancia, esercitando una leggera pressione per invitarmi a voltarmi verso di lui.
Quando lo feci, le sue labbra catturarono le mie, con dolcezza e passione, e mi ritrovai voltata verso di lui, mentre gli facevo scorrere le dita sul petto liscio, sulle spalle larghe, lungo le braccia muscolose.
Cominciai a spingerlo lontano dalla finestra, senza staccare le labbra dalle sue, e lo lasciai indietreggiare fino al letto sfatto, dove mi staccai da lui, spingendolo con un colpetto leggero.
Andrè cadde tra le lenzuola con un sorriso, e io fui subito sopra di lui, le mie labbra sulle sue.
Sentii la sua mano risalire sulla mia coscia nuda, scostando leggermente la camicia e insinuandosi sotto ad essa, fino ad arrivare a carezzarmi un fianco.
“Ti prendi delle libertà, soldato Gradier?” gli sussurrai, sulle labbra socchiuse.
“Solo quelle che lei mi concede, comandante…”
“Una risposta davvero diplomatica…” constatai.
“Non posso rischiare una sospensione proprio adesso che i miei doveri sono diventati tanto piacevoli…”
Sorrisi e vidi i miei occhi riflettersi nel suo sguardo di smeraldo.
“Meritavi una promozione, dopotutto…”
“Cercherò di essere all’altezza del nuovo ruolo…” sussurrò lui, sollevandosi a baciarmi. Immerse una mano nei miei capelli, attirandomi verso lui, e sentii le sue dita farsi poi strada lungo il mio collo, verso il mio seno.
Trattenni il respiro quando le sue mani presero a carezzarmi, attraverso la stoffa leggera della camicia.
“Grandier, questo è molto sconveniente…” farfugliai col fiato corto,  staccando le labbra dalle sue. “Dovrei farti rapporto…”
Andrè sorrise, mentre le sue mani scendevano maliziose a sollevarmi la camicia dai fianchi.
Posò un lieve bacio sulle mie labbra.
“In questo caso, temo mi toccherà fare gli straordinari…” sussurrò furbescamente, prima di sfilarmi la camicia dalla testa.
L’indumento scivolò leggero oltre i miei riccioli, afflosciandosi a terra.
Quando il suo viso ricomparve davanti al mio, appoggiò le mani alle mie guance, rivolgendomi un lungo sguardo.
Vedevo i riflessi delle candele vibrare nei suoi occhi di smeraldo.
“Ringrazio Dio ogni giorno per…questo.” Mormorò, prima di deporre un bacio delicato sulle mie labbra.
“Dovresti ringraziare me, piuttosto.” Sussurrai, con un sorriso impertinente.
“Presuntuosa.”
“Sdolcinato.”
“Arrogante.”
“Piagnucolone.”
“E pure…Insolente!”
“Ti stai forse lamentando, Grandier?”
Sentii le dita di Andrè farsi più salde, sulle mie gote.
Il suo sorriso era il più dolce che avessi mai visto.
“Mai…” sussurrò semplicemente, prima di stringermi a sé.




C’è chi smaltisce il panettone arenandosi sul divano, e chi smaltisce il panettone arenandosi sul divano e scribacchiando cose insensate. La glicemia è alle stelle, siate compassionevoli…
Ringrazio CosmopolitanGirl per avermi convinto a pubblicare questo piccolo componimento senza alcuna pretesa, se non quella di addolcirvi gli ultimi momenti del Natale.
Buone feste a tutti, all’anno prossimo!
  
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