Mayuko Inoue, non sai come, ma quando ti svegli Tora è nella tua stanza.
Tutto è confuso e attutito dal buio intenso che pervade la camera, e non è stato nessun rumore a svegliarti, ma in in qualche modo sai che Tora è lì. Hai sonno, ti tocchi il naso senza motivo, ti perdi in quei gesti inutili che fai quando sei stanca, ma che almeno ti ricordano che sei viva e che hai un corpo. È così stano toccarsi la faccia al buio, o no, non è strano? Tutte quelle sporgenze e rientranze, e la durezza della fronte, e quelle palline dalla consistenza di un uovo sodo che tasti sotto la coperta sottile delle palpebre, e la morbidezza delle guance, è tutto tuo. Sei tu quella faccia.
È tutto buio, ma ci sei tu, e c'è anche Tora. Lo sai. I pensieri si aggiungono procedendo piano come persone in una lunga fila e non arrivano da nessuna parte, così rallentati. Si ostacolano a vicenda, non riescono a mettersi d'accordo, ma su questo sì, non hanno nulla da ridire. Tutte le persone in fila rispondo in coro: c'è Tora! Sorridi con gli occhi e la bocca chiusa, sentendo quel solletico nel petto che è come quel magico sesto senso che ti fa capire quando la porta di un'altra stanza è aperta o chiusa, sarà il cambiamento di pressione, non sai. Hai sonno. È tutto nero come se fossi chiusa in una scatola. E ti alzi, vai a tentoni nella tua stanza, e non parli, e nemmeno Tora, e senti che è vicino e speri che non scapperà sciogliendosi nel buio. Ma poi lo tocchi, e adesso sai che non scapperà, ormai che l'hai toccato.
Che bello, pensi. Senti la morbidezza dei suoi lunghi peli fra le dita, trovi la sua fronte dura sotto la leggera peluria, e i suoi occhi chiusi, e le guance striate, e sai che quella è la sua faccia e al buio pensi che non è tanto diversa dalla tua.
Traballi dalla sonnolenza, devi sederti ma non sai come fare, senti che cadi, cadi.
Allora qualcosa ti sorregge e ti spinge a letto, e tu dormi, e il giorno dopo non ti ricordi nulla.