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Autore: chibimayu    25/12/2010    9 recensioni
[Scritta per il prompt su KinkMerlinItalia: Arthur/Merlin o Bradley/Colin, fluff. Uno dei due ha tutto, quindi l'altro decide di regalargli per Natale qualcosa di non materiale.]
Arthur non aveva mai avuto bisogno di niente.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Scritta per il prompt su KinkMerlinItalia: Arthur/Merlin o Bradley/Colin, fluff. Uno dei due ha tutto, quindi l'altro decide di regalargli per Natale qualcosa di non materiale.
 
Rating giallo.
 
Ok, spero di non causare attacchi di diabete U.U
Ne approfitto per augurare un Felice Natale a tutti.
Buona lettura.
 

Nothing Better Than You
 

 
 
 
Arthur non aveva mai avuto bisogno di niente.
 
Come Principe Ereditario non sentiva la necessità di chiedere per oggetti materiali, suo padre pensava a rifornirlo del necessario, sia questo nella misura di una spada, di un cavallo nuovo o di un cappotto di pelliccia per meglio sopportare i freddi inverni di Camelot.
 
E comunque Arthur non si faceva troppi scrupoli a prendere per sé, ciò che desiderava, perciò Merlin si ritrovò con una bella gatta da pelare nel tentativo di trovare un regalo per il Principe.
Sicuramente se lo avesse chiesto al diretto interessato, la risposta sarebbe stata:
 
-Vorrei che per un giorno, uno soltanto Merlin, ti comportassi come si conviene ad un servitore quantomeno decente e non un idiota, come tuo solito.-
 
Asino.
 
Trovare il regalo per Gaius non era stato un problema: quel nuovo volume di anatomia gli era costato un occhio della testa ma ne era valsa la pena.
 
Inoltre pensava di andare a trovare sua madre ad Ealdor, ma viaggiare durante l’inverno era un’impresa difficoltosa a causa della neve che ricopriva le strade e rendeva impervio il cammino e sicuramente non avrebbe potuto raggiungere il suo villaggio natio prima della nuova primavera.
 
Perciò Merlin non potè fare altro che ritrovarsi confinato a Camelot a pensare al regalo da fare per Arthur.
 
Aveva già sistemato anche Gwen con una nuova stola di lana, anche se sospettava che Morgana avesse già pensato a qualcosa del genere per la sua serva.
 
Da Arthur non si aspettava granchè, forse un turno in meno di pulizia delle stalle se era abbastanza fortunato, dato che non sembrava il tipo di persona da rispettare la tradizione dello Yule, anzi, probabilmente al Principe sarebbe venuto il capriccio di trascinarselo dietro per l’ennesima inutile battuta di caccia in mezzo alla neve.
 
Ma se non altro, le infinite umiliazioni e la dura fatica di doversi trascinare dietro cose morte per tutto il periodo della caccia, veniva ripagata dal fatto, di non poca importanza, che durante la notte Principe e servo si ritrovavano a condividere il sacco a pelo per non soffrire il gelo invernale durante il sonno – fatto mai accaduto prima, con nessuno dei suoi Cavalieri, Sir Leon l’aveva confermato con espressione contrita-.
 
E Merlin si sentiva pervadere da un calore inaspettato a quella nozione, catalogando il fatto come un gesto d’affetto, accettazione, nei suoi confronti, come se Arthur non lo considerasse solo un inutile servitore imbranato, ma quasi come un amico.
 
E per il giovane che, da molto tempo ormai, si era accorto di non provare più solo semplice ammirazione per quel futuro Re che, giorno dopo giorno, dava prova del suo valore, avendo abbandonato ormai la stancante ricerca di una scappatoia al suo tirannico Destino;
 
Ciò che provava era molto simile a ciò che aveva sentito un tempo per la cara, per sempre giovane e bella nei suoi ricordi, Freya.
 
Per questo motivo il giovane mago si accontentava di tutti i piccoli momenti rubati alla Corte e alla sua rigida etichetta, consapevole di dover mantenere a senso unico i suoi sentimenti.
 
Un veloce capitombolo fra le lenzuola era più che accettabile, addirittura quasi incoraggiato, ma qualsiasi cosa di più sarebbe stato solo causa di dolore per lui.
 
Come futuro Re, Arthur era caricato da una miriade di aspettative, garantire una Regina e un erede erano solo alcune di queste e a Merlin sarebbe toccato solo un posto nell’ombra, lì dove l’occhio non poteva arrivare.
 
Merlin scosse la testa per scacciare quei nefasti pensieri.
 
Il regalo, sì il regalo pensò
 
Ma i giorni passavano e non aveva ancora trovato niente di adatto e neanche i consigli di Gaius, l’uomo che meglio conosceva Arthur, per averlo visto nascere, avevano aiutato;
 
Perciò fu con grande amarezza che, giunto lo Yule, si ritrovò a mani vuote.
 
Aveva passato, come ormai accadeva da diverso tempo, la notte nel letto di Arthur e il Principe era stato piuttosto irremovibile nel non lasciarlo tornare nelle stanze del Medico di Corte, con la scusa che le coltri di lana e le pellicce di orso non fossero sufficienti per tenerlo al caldo tutta la notte e che, quindi, fosse compito del servitore offrire il proprio calore corporeo al suo Signore.
 
E ovviamente, come al solito, Arthur non si era accontentato solo di quello e aveva preso Merlin per un totale di tre volte nell’arco dell’intera nottata con il risultato che, anche solo considerare l’idea di alzarsi da quel comodo giaciglio per andare a recuperare la colazione del Real Poltrone, era paragonata ad una di quelle imprese di Ercole, di cui aveva letto in uno dei tanti libri di Gaius.
 
Con un sospiro aprì gli occhi, incontrando solo il buio provocato dalle tende chiuse del baldacchino che garantivano privacy e intimità e, si girò piano su un fianco, stando attento a non svegliare l’uomo addormentato accanto a sé.
 
Si perse qualche istante nell’osservare il profilo di Arthur e contemplare la notte appena passata, prima di darsi mentalmente della stupida ragazzina.
 
Anche se lo aveva stretto a sé con tenerezza, quella per il Principe era solo una situazione conveniente, nulla di più che uno sfogo per le sue voglie.
 
Con riguardo al suo fondoschiena dolorante, si alzò e uscì da quel bozzolo che era il letto di Arthur e si mise alla ricerca dei vestiti, sparsi in qua e in là per la stanza, prima di uscire di soppiatto per evitare le chiacchiere di cameriere mattiniere e troppo curiose.
 
Al suo ritorno trovò il Principe già sveglio, nell’atto di indossare i calzoni ed espressione sorpresa alla comparsa del servo.
 
-Dove eri andato?-
 
Merlin indicò il vassoio che teneva tra le mani per poi posarlo sul grande tavolo di legno che occupava il centro della stanza.
 
-Occupati del fuoco, si congela qui dentro.- si lamentò Arthur finendo di vestirsi, mentre Merlin eseguiva quanto era stato chiesto con un po’ di difficoltà.
 
Se solo avesse potuto usare la magia.. ma era un rischio troppo grande da correre.
 
Acceso il fuoco, con dita maldestre e alimentatolo con grossi ciocchi di legno affinché bruciasse bene, si girò verso il nobile e rimase in attesa.
 
Arthur lo stava fissando mentre sbocconcellava un pezzo di salsiccia e Merlin cominciò a sentirsi sotto esame.
 
-Beh, dov’è?-
 
-Cosa, Sire?- chiese genuinamente confuso.
 
-Il mio regalo, idiota-
 
Merlin ebbe la decenza di arrossire e abbassò lo sguardo borbottando una risposta.
 
-Come?-
 
-Ho detto che.. non sono riuscito a pensare a niente di adatto.-
 
Arthur nascose uno sbuffo divertito dietro la mano, come se si fosse aspettato una simile replica e il giovane, indispettito, prese a sistemare la stanza per sfuggire allo sguardo indagatore del Principe.
 
-Merlin…-chiamò alzandosi dal suo piccolo trono personale e, avvicinatosi al ragazzo, gli mise una mano sulla spalla per farlo girare verso di sé –Non mi importa niente del regalo, la notte che abbiamo passato assieme è più che sufficiente.-
 
Gli occhi di Merlin si allargarono per la sorpresa a quella parole.
 
-Ma..voi, cioè…ha avuto un.. significato?- balbettò con voce appena tremante.
 
Arthur lo guardò come se non lo avesse mai visto prima di allora.
 
-Mi pare… ovvio. Pensi che sia il tipo di uomo che si porta a letto il primo servitore che capita?-
 
Merlin pensò che fosse saggio non rispondere che, sì, pensava che il Principe si servisse di qualsiasi corpo disponibile.
 
-Lo hai pensato!- esclamò sdegnato
 
-Ma voi siete così…viri-vigoroso!-Balbettò cercando di mascherare il suo errore.
 
L’ultima cosa che voleva era ingigantire ancora di più l’ego dell’Asino Reale, facendogli sapere che Merlin lo trovava virile.
 
-Davvero Merlin, non pensavo che mi considerassi vigoroso.- esclamò con malizia malcelata, enfatizzando sulla parola e con uno sguardo che prometteva un’altra notte di accesa passione.
 
Merlin divenne rosso acceso per l’imbarazzo e piantò lo sguardo a terra. Persino le sue orecchie erano arrossite e potè distintamente sentire la risata genuina dell’Asino.
 
-Non burlatevi di me. Io, ecco…voi siete un nobile e… i nobili non si fanno tanti problemi ad usare i loro servi in quel modo.- sentenziò con amarezza.
 
Improvvisamente tutta l’ilarità di Arthur sparì di colpo, sostituita da uno sguardo di rabbia mista a preoccupazione.
 
-Merlin, qualche nobile ti ha mai…importunato?-
 
Era gelosia quella che leggeva nella sua voce?
 
-No!- negò con forza –Sono perfettamente in grado di difendermi da certi individui!- tuonò adirato e mortificato che Arthur lo pensasse così debole da poter soccombere senza neanche ribellarsi.
 
-Meglio così.- sospirò sollevato ma l’aria di possessività nei suoi occhi non era ancora svanita. –Tu… mi appartieni, non tollererò che qualcun altro possa toccarti come faccio io, men che mai senza il tuo consenso!- ruggì afferrandolo per un polso, costringendolo a guardalo in viso.
 
Saprai cosa regalargli al momento giusto. Fidati del tuo istinto e non potrai sbagliare.
 
Il consiglio che gli aveva dato il buon vecchio Gaius giorni addietro si riaffacciò nella sua mente, più prepotente che mai e fu così che prese una decisione.
 
Per quanto andasse contro ciò che gli urlava la testa.
 
-Sire…-scosse la testa –Arthur…-
 
Il modo con cui Merlin aveva pronunciato il suo nome sembrava una preghiera.
 
-Arthur…io non posso essere di nessun’altro se non tuo. Era già stato deciso, dal momento in cui sono venuto al mondo e così sarà fino al mio ultimo respiro. Sono sempre stato tuo.- e divincolandosi dalla stretta possessiva del Principe, lo baciò come solo con lui aveva osato fare.
 
Era già scritto, inciso su pietra che dovesse andare così.
Due facce della stessa medaglia.
 
-Questo è il mio regalo…-sussurrò sulle labbra di Arthur –Nessun’altro oltre te. E’ la mia promessa.-
 
Arthur lo guardò sorpreso prima che un piccolo sorriso gli increspasse le labbra e con una mano gli accarezzò una guancia, con tocco leggero. Riverente.
 
-Idiota.- e prima che l’altro potesse protestare per l’epiteto poco amorevole, si affrettò a continuare –E’ anche il mio regalo per te. La mia fedeltà.-
 
Questa volta fu il turno di Merlin di stupirsi.
 
-Ma.. non puoi! Tu diventerai Re, hai bisogno di una Regina che possa darti un erede. Non puoi sottrarti ai tuoi doveri!- provò a ribattere il giovane mago.
 
-No Merlin. Quando sarò Re molte cose cambieranno e non sposerò una qualche Principessa o Nobildonna di qualsivoglia lignaggio, solo per motivi politici o per fornire un erede al mio popolo. Ci sono altre soluzioni e un Re può governare anche senza una Regina al suo fianco. Guarda mio padre, ad esempio.-
 
Merlin dovette mordersi a sangue la lingua per non dire ad alta voce che, no, Uther non era un buon esempio di sovrano giusto, ma preferì tacere e non rischiare l’ira di Arthur.
 
-E’ una follia.-
 
Il Principe annuì.
 
-Sì. Ma sarei ancora più folle a lasciare che siano altri a decidere del mio destino, quando ciò che voglio è proprio davanti a me.-
 
Il giovane mago guardò Arthur di sottecchi prima di esclamare:
 
-Stai diventando sdolcinato. Ora chi è la ragazzina?-
 
A ciò il Principe di Camelot rispose prendendo di peso Merlin e trascinandolo sul letto appena rifatto per ricordargli chi dei due fosse il più vigoroso.
 
 
Fine.
 
Nda: spero che siate tutti vivi e che possiate perdonare il mio ingenuo desiderio che le cose finiscano così.
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