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Autore: Will P    25/12/2010    7 recensioni
Di onori difesi e sangue un po' ovunque. [NotOkay!AU]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Non mi appartengono, tutto falso, non ci guadagno un soldo e bla bla blah.
Note: Scritta durante la Notte Bianca @ maridichallenge per il prompt "Frank/Gerard, sangue" di Fae ft. Anybeaver. *spuccia*


If you ever felt confused

“Non capisco perché non mi fai mai entrare in casa.”
“Perché c’è mia madre,” mormorò Frank, a denti stretti, per poi fare una smorfia. “Fai piano!”
“Oh scusami se il tuo portico non è comodo come fottuto ambulatorio.” Gerard prese un cerotto e glielo schiaffò in fronte con forse un pochino più forza del dovuto, appena sotto l’attaccatura dei capelli, dove qualche ciocca era ancora impiastricciata del sangue che non era riuscito a pulire. “E poi tua madre ti vedrà così,” continuò, prendendo il flacone di disinfettante ed agitandolo vagamente in direzione della sua faccia “che cosa cambia?”
“Cambia che mi crede quando le dico che mi hanno rattoppato in infermeria dopo ginnastica,” rispose acido.
Gerard lo fissò per un attimo, ancora brandendo disinfettante e cotone e un cipiglio serio, passando in rassegna lividi e graffi e il taglio rosso vivo all’angolo della bocca di Frank. I pugni stretti, la piega arrabbiata delle spalle, e gli occhi divisi tra preoccupazione e senso di colpa. “Si sa che il cricket è uno sport brutale, dopotutto,” disse, piano, iniziando a pulire un graffio sul suo mento con un po’ di attenzione in più.
“…ahia.”
“Mi sto impegnando qui, okay?”
“Non hai la vocazione da infermiera.”
“Come tu non hai quella da pugile,” rimbeccò Gerard, lanciando un’occhiataccia alle sue mani con le nocche spellate e le dita coperte di sangue. Finito la faccia sarebbe dovuto passare all’occhio nero, e poi al labbro, e non aveva minimamente voglia di mettersi a litigare anche per convincerlo a farsi fasciare le mani e non andarsene in giro come se fosse reduce da una rissa con un muro di cemento armato.
Frank si rabbuiò. “Erano in quattro, cristo.”
“Se non avessi sputato nell’esperimento di Stevens non ti avrebbero aspettato alla fermata dell’autobus,” sbottò Gerard.
“Se Stevens non andasse dicendo in giro che l’hai dato a McCracken non ci sarebbe stato bisogno di sputargli!”
Gerard sgranò gli occhi e si buttò addosso un po’ di disinfettante. “Tu- ti hanno- stavi difendendo il mio onore? Ti pare che me ne freghi qualcosa? Ti sembro una cazzo di donzella in difficoltà, o che-”
“Stavo difendendo l’onore di McCracken, ovviamente,” disse, dandogli un calcio alla gamba per interrompere la crisi isterica sul nascere.
“Solidarietà tra idioti.” Gli tamponò con forza la ferita - guadagnandosi una colorita serie di opinioni su una sua ipotetica sorella e il mestiere che avrebbe dovuto intraprendere - prima di bloccargli il mento con una mano e procedere a pulire lentamente il taglio, passate leggere e precise e forse appena un po’ più lente del dovuto.
Sembrava essersi assestato un certo silenzio, pensieroso e teso, quando Frank disse in fretta, come se gli fosse sfuggito per sbaglio, “Ogni tanto ti serve qualcuno che difenda il tuo onore.”
Gerard arrossi e abbassò gli occhi, iniziando a ributtare flaconi e scatole di cerotti in un angolo della scatola del Pronto Soccorso Fai-Da-Te di Frank. “Ignorali e basta.”
“Ma non mi piacciono certe voci su di te.”
Gerard fece una risata strana. “Cosa, che mi piace il cazzo?”
“No, che ti piace McCracken.”
A quel punto Gerard lo guardò di nuovo in faccia, spaesato, ma Frank era molto più vicino dell’ultima volta che aveva controllato e lo stava tirando in avanti per la cravatta. Un rotolo di garza rimbalzò per tutte le scale, scivolatogli di mano quando Frank aveva premuto le labbra sulle sue senza grande raffinatezza.
Voleva saltare via urlando, e spingere lontano Frank per avere una qualche spiegazione, e chiudere gli occhi e infilargli le mani tra i capelli e tante altre cose, tutte insieme, perciò rimase pietrificato, con gli occhi spalancati, le guance in fiamme, la bocca calda e gentile di Frank contro la sua.
Poi Frank si scostò, ed iniziò ad armeggiare con la lo zaino e gli occhiali e qualsiasi cosa gli evitasse di guardare Gerard in faccia. “Grazie mille,” esclamò, brillante e forzato, si caricò lo zaino in spalla e corse dentro casa, lasciando Gerard seduto sui gradini con una cassetta di latta mezza vuota sulle gambe e un’espressione non particolarmente brillante.
Quando dopo un po’ Gerard si leccò le labbra sapevano di sangue, e la sua cravatta era sicuramente rovinata, ma non riusciva a trovare la forza per considerarlo importante.
Ci mise dieci minuti a rendersi conto che quel coglione di Frank era riuscito a non farsi sistemare le mani senza nemmeno dover litigare.



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idk. Buon Dies Natalis a tutti! *<|:D

Will

   
 
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