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Autore: JosephineGreen    26/12/2010    3 recensioni
Ho riformulato la storia di Harry,inserendo dei nuovi personaggi sin dall'inizio: i fratelli Green ( e ovviamente anche qualcun altro,come familiari e amici stretti). Spero la gradirete,ci ho messo tutto il mio impegno.
P.S. Scusate se la storia viene scritta tutta attaccata,ma me la carica soltanto così.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Appena Harry uscì dal negozio di Madama McClan: abiti per tutte le occasioni, ancora un po spaesato, si avvicinarono all’ingresso un uomo, che nonostante dimostrasse tutti i suoi 50 anni, era decisamente da considerare dotato di molto fascino, un ragazzo piuttosto alto, ben piazzato e dall’aria piuttosto spavalda e una bambina. Fu quest’ultima che colpì Harry più degli altri, poichè era una bambina davvero adorabile: sembrava una bambolina nel suo vestitino giallo crema, le scarpine lucide e i riccioli castani liberi al vento. Aveva un mezzo sorriso stampato in volto e , quando si trovarono di fronte alla porta d’ingresso del negozio chiese al padre con una simpatica vocina squillante :- Papa, quando usciamo mi compri un gelato? Ho una fame terribile.-
  Il padre, che stava per aprire la porta si bloccò con la mano sulla maniglia e si voltò verso la bambina :- No Jo. Ti avevo detto di mangiare di più a pranzo: quel pasticcio di zucca era delizioso e tu non ne hai toccato nemmeno un boccone. Mangerai a cena.-
La bambina sbuffò ma non replicò ,così il padre sorrise e finalmente entrarono.
Appena furono dentro il ragazzo biondo e pallido che si trovava in piedi sullo sgabello si voltò incuriosito per sapere chi era, e, appena li vide, sorrise, e così fecero gli altri tre. Il padre fece un passo avanti e strinse la mano al ragazzo.
-E’ sempre un piacere i contrarti Draco.-
-Anche per me signor Green.- 
  Il ragazzo dall’aria spavalda corse verso Draco ed esclamò energicamente:-Il giovane Malfoy in trasferta senza la salvaguardia di un genitore? Stai facendo progressi Draco!-
 -Tu invece sempre con papino eh, Green!-
 I due cominciarono e tirarsi pugni per gioco ridendo a crepapelle, mentre il signor Green si avviava verso il bancone per ritirare la propria ordinazione. Quando i giovani ragazzi ebbero finito la loro ludica lotta Draco si voltò verso la bambina e disse.
 -Ciao anche a te Josephine.-
 Josephine sfoderò un fantastico sorriso a trentasei denti e ricambiò il saluto con disinvoltura, anche se dentro di se stava fremendo dall’eccitazione: aveva una cotta per Draco sin da quando quest’ultimo non aveva preso le sue parti durante una scaramuccia con il fartello qualche mese prima. I Malfoy e i Green erano amici di famiglia da molti anni.
 In quel momento il Signor Green tornò dove si trovavano i ragazzi ed annunciò che era l’ora di andare. Draco sembrò deluso.
 -Ma come, di già? Jack, non devi prendere le misure per la tua divisa?-
 -Le ho prese settimana scorsa, ma eravamo di fretta e così l’abbiamo ritirata oggi.-
 Così i ragazzi e il padre salutarono Draco per poi andarsene a casa, anche se a Josephine rimanere qualche minuto in più a chiacchera non sarebbe dispiaciuto, visto che era consapevole del fatto che non l’avrebbe più rivisto fino all’anno seguente, quando anche lei avrebbe potuto frequentare la Suola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
 
Con sua grande sorpresa, si sbagliava: infatti, il primo di Settembre ebbe il permesso di accompagnare con il padre suo fatello Jack al binario 9 e ¾. Arrivarono a Londra tramite una passaporta ben nascosta in un vicolo della grande metropoli, per poi raggiungere la stazione di King’s Cross a piedi. Per Josephine e Jack fu una botta di adrenalina attraversare il muro che portava al binario, ma quella sensazione afrodisiaca scomparve quando la bambina si rese conto che non avrebbe rivisto il fratello fino alle vacanze di natale, quindi, più o meno, per 3 mesi. Non ci aveva mai pensato prima e questa cosa la buttò molto giù.
 -Suvia – le disse il padre quando già si trovavano davanti al treno – vi scambierete stormi di gufi per tenervi aggiornati!-
 Ma Josephine sembrava più atterrita che mai.
 -Jack avrà sicuramente tantissime cose da raccontarmi: le lezioni, i nuovi amici, il volo.. Ma io? Che cosa farò durante il giorno senza giocare con lui.-
 Jack la prese tra le braccia,la sollevò( il che non era di certo impresa ardua, visto che Josephine era molto piccola per avere quasi 10 anni ) e la strinse con forza.
 -Sorellina anche tu mi mancherai tantissimo,ma pensa: il prossimo anno verrai ad Hogwarts anche te,e potremo vederci un sacco di volte al giorno, tutti i giorni! Proprio come prima.-
 I due fratelli si sorrisero nello stesso momento in cui il treno prese a fischiare. Jack afferò velocemente i bagagli, schioccò un bacio sulla guanca alla sorella, abbracciò il padre e corse verso il treno. Fu li che Josephine rivide Draco. Lui la salutò velocemente e salì sul treno appena dopo Jack. La bambina si sentì un po più sollevata e si avviò con il padre verso l’entrata/uscita del binario.
 Nel frattempo..
 -Corri Jack, voglio lo scompartimento migliore!-
 -Oh,andiamo, che differenza fa? Sono tutti uguali!- 
 I due ragazzi correvano seguiti da altre tre figure: due armadi, a tre ante ciascuno, che si chiamavano Vincent Tiger e Gregory Goyle, e una ragazzina magrolina che portava i capelli neri a caschetto: Pansy Parkinson.
 Arrivarono fino in fondo al vagone e si posizionarono nell’ultimo scompartimento e, dopo aver finalmente messo nelle cuccette i loro bagagli si sedettero: sembrava che avesseo appena finito una corsa campestre, tutti tranne Jack, che era pimpante ed eccitato.
 -Vi rendete conto? –sbottò d’un tratto nel silenzio- Entro sera saremo ad Hagwarts! Non vedo l’ora! Potremo fare tutte le magie che vorremo e poi impareremo a volere!-
 -Io so già volare.- Esclamò Draco gonfiando il petto in segno di superiorità.
 Pansy, che era sedeuta davanti a lui,sorrise dolcemente e disse :-Oh, sono sicura che sei bravissimo Draco!-
 Il ragazzo sorrise compiaciuto ed annuì.
 -Lo sono.-
 Jack inarcò le sopracciglia sorridendo. Anche lui era piuttosto bravo nel volo ma non l’avrebbe detto subito. Aveva già programmato tutto: alla prima lezione di volo avrebbe mostrato a tutti le proprie capacità con la scopa e tutti sarebbero rimasti esterrefatti ed ammirati. Sperava di poter entrare in una squadra di Quidditch un giorno: il ruolo che preferiva era quello di battitore. Mentre si crogiolava nei suoi pensieri gli altri avevano cominciato una conversazione sullo smistamento: tutti concordavano sul fatto che sarebbero finiti a Serpeverde. Come quella di Jack e Josephine, le loro famiglie erano state smistate in Serpeverde da secoli, e loro non erano di certo disposti a rompere una tanto nobile tradizione.
 Il viaggio continuò tranquillo, fino a che tutti e cinque non manifestarono un certo appetito, così comprarno dei dolci dalla grassottella signora che passava a vendere le vivande da scompartimento a scompertimento. Quando si infilò la mano nella giacca per prendere i soldi e pagare, Jack sentì che c’era qualcos’altro infilato, una specie di foglio. Lo estrasse e scoppiò a ridere nel vederlo: era una foto scattata appena due settimane prima di lui e sua sorella che facevano linguacce e smorfie all’obbiettivo.
Pansy, curiosa di sapere che cosa avesse fatto tanto ridere il ragazzo, gliela strappò di mano e la osservò attentamente. A Jack quel gesto non piacque affatto.
 -Hey, che diavolo fai?!-
 -Non c’è bisogno di scaldarsi tanto carino, volevo solo vederla! Chi è questo scricciolo? E’ adorabile.-
 -E’ la mia sorellina.-
 A quel punto anche Tiger e Goyle erano diventati curiosi, e andarono anche loro a guardare la foto dopo aver pagato. Entrambi riconobbero che Pansy aveva ragione.
 -Verrà ad Hogwarts il prossimo anno. Non vedo l’ora.-
 Per tutto il resto del viaggio non riuscì a pensare ad altro che a Jo, rifiutando anche la proposta di andare insieme a Malfoy,Tiger e Goyle di andare a fare un giro per gli scompartimenti. Rimase così da solo con Pansy,che cominciò a parlare di sè, della sua famiglia, dei suoi animali da compagnia.. Non fu una conversazione molto interessante ed interattiva,e Jack aveva sempre più fame perchè, sommerso dai pensieri, non aveva comprato niente quando era passata la donna con il carrello. Ma di lì a poco i tre ragazzi in esplorazione del treno tornarono e dissero che era meglio che si cambiassero, visto che di lì a poco sarebbero arrivati al castello.               Infatti, dopo circa un quarto d’ora il treno cominciò a rallentare,fino a fermarsi completamente. Un miriade di ragazzi, più o meno alti ne scesero e si diressero verso due diverse direzioni: quelli del primo anno, infatti, sarebbero arrivati al castello in maniera differente rispetto agli altri. Mentre si stava dirigento nella direzione verso cui stavano andando tutti, Jack fu travolto da un ragazzino piuttosto in carne che era inciampato nella sua stessa veste: grazie alla sua stazza e agilità non cadde, ma prese comunque una bella botta.
 -Stai più attendo a dove metti i piedi, imbranato!-
 Il ragazzino si rialzò ansante e con un’aria totalmente spaesata.
 -Oh,mi dispiace! E’ solo che ho perso il mio rospo! Non è che hai visto un rospo?-
 -No, non l’ho visto, e spera di non cadermi addosso un’altra volta ragazzo-rospo!-
 Il ragazzo-rospo lo guardò impaurito e stava per andarsene quando una ragazzina dai capelli cespugliosi esordì in sua difesa.
 -Ma che modi! Neville non voleva certo farti male, stava solo cercando Oscar,il suo rospo, quando è inciampato, e di certo non ha chiesto lui di caderti addosso!-
 Jack le si piazzò davanti sorridendo e poi si rivolte a Neville:-E così per difenderti hai bisogno di una ragazzina accanto eh,ragazzo-rospo? Un vero cuor di leone.-
 E li congedò lasciando pietrificato il Neville e piena d’ira la ragazza dai capelli cespugliosi.
 Raggiunse i battelli seguendo l’enorme uomo con una massa nera e informe di capelli, ma, visto che il limite di persone che potevano portare  era quattro, e quello di Malfoy era già occupato, ne raggiunse un altro con due ragazzi e una ragazza che non aveva mai visto. Vi si pose davanti e domandò cortesemente:-Il posto è già occupato oppure posso salire?-
 Un ragazzo dai capelli e occhi castani gli sorrise e gli disse che non c’erano problemi. Jack salì sul battello e si mise comodo, osservando gli altri passeggeri. Il primo a parlare fu il ragazzo che lo aveva fatto accomodare.
 -Io sono Theodore Nott.-
 Gli tese la mano, e così fece il ragazzo di colore accanto a lui.
 -Blaise Zabini.-
 -Jackson Green, ma Jack andrà benissimo.-
 A questi punto tutti e tre si voltarono verso la ragazza che spiccava per la sua forte stazza. Lei, inizialmente, non si accorse di essere osservata e rimase a fissarsi le scarpe con un’espressione vuota che non la faceva apparire molto intelligente, ma dopo pochi secondi alzò gli occhi e intercettò gli sguardi degli altri tre, arrossendo fortemente.
 -Oh, scusa. Millicent Bulstrode.-
 Jack strinse la mano anche a lei.
 -Jack Green.-
 Il ragazzo fissò tutte le altre barchette che cominciarono a partire, e così fece anche la loro.
 -Credete che ci porteranno subito al castello?-
 Era stato Blaise a parlare, mentre fu Theodore a rispondere.
 -Oh, credo proprio di si. Insomma, sono certo che lo smistamento avvenga dentro al castello,nella Sala Grande, quindi non vedo dove dovremmo andare prima di essere assegnati alla nostra casa.-
 -Serpeverde..- sussurrò Millicent, abbastanza forte così che tutti potessero sentire.
 -Oh, anche tu speri di andare a Serpeverde?-chiese Jack compiaciuto-   Per quanto mi riguarda, è certo che andrò lì! Papà,a suo tempo, fu caposcuola e lui era Serpeverde..-
 E così si riaprì il discorso sullo smistamento, e Jack fu lieto di appurare che anche gli altri erano della sua stessa idea.
 Mentre scivolavano sul Lago Nero il castello sembrava sempre più luminoso e di spropositate dimensioni. Quante stanze ci saranno state? 
 Finalmente arrivarono  si posizionarono davanti alla porta d’ingresso, che fu aperta da una strega dall’aria molto severa e composta, che si presentò essere poi come la professoressa di trasfigurazione: Minerva McGranitt. Questà li guidò in una piccola sala un po oltre l’ingresso, e gli disse di attendere finchè lei non fosse tornata per condurli allo smistamento.
 Jack si guardò intorno e notò che tutti  sembravano molto preoccupati e in agitazione, ma non riusciva a capire perchè: per quanto lo riguardava,era sempre stato sicuro di finire nella casa del nobile Salazar Serpeverde.
 Si avvicinò ad un ragazzo dai capelli rossi alto più o meno quanto lui che stava cercando di pulire la manica macchiata del proprio mantello e gli chiese:-Scusa, ma perchè sei così agitato?-
 L’altro alzò lo sguardo, e così fece il mingherlino ragazzo accanto a lui.
 -Come?-
 -Perchè sei cos’ agitato?-ripetè Jack con disinvoltura- Non avrai mica paura per lo smistamento?!-
 I due studenti che si trovavano davanti a lui si guardarono stupiti.
 -Perchè, tu non ne hai?- chiese il secondo.
 Jack rise lievemente.
 -E perchè dovrei averne? Insomma, io sono sicuro di dove andrò!-
 In quel momento arrivò alle sue spalle Draco che, con espressione esterrefatta esclamò:-Jack, ma che diavolo stai facendo?-
 Il ragazzo si voltò e guardò l’amico enigmaticamente.
 -Sto semplicemente scambiando due chiacchere, non mi sembra di aver ucciso nessuno!-
 -Hai idea  di chi sono questi due?-
 Jack si voltò e li guardò di nuovo senza cambiare espressione.
 -Due futuri studenti?-
 -Sono Harry Potter e il suo amichetto Weasley!-
 Harry aspettò l’arrivo delle mille domande riguardo la sua cicatrice, ma questoe non arrivarono:infatti Jack stava guardando in cagnesco Ron, e sembrava che stesse per saltargli addosso da un momento all’altro.
 -Tu sei uno Weasley?-
 Ron si sentì piuttosto intimoritò, ma cercò di tenergli testa comunque.
 -Si, e dove sarebbe il problema?-
Jack lo guardò dall’altro in basso con un lato del labbro superiore alzato in segno di disprezzo e intimò a Malfoy di tornare con gli altri.
 Harry e Ron si guardarono interdetti. Che problemi aveva quel ragazzo con gli Weasley? E perchè non aveva avuto, al contrario di tutti gli altri, nessuna reazione quando aveva sentito il nome del famoso Harry Potter?
 A quel punto tutti i ragazzi furono distratti dai loro pensieri a causa dell’arrivo dei fantasmi nella saletta e, poco dopo, la professoressa McGrannit tornò per portarli allo smistamento.
 Jack, entrando nella Sala Grande, pensò di non aver mai visto una stanza così ampia, pensiero che pervase più o meno tutti gli studenti del primo anno;ma la vera sorpresa ci fu quando alzò gli occhi: infatti, il suo sguardo non si posò, come si sarebbe aspettato, su un soffitto, ma su un bellissimo e limpido cielo stellato. Si guardò intorno e notò che Theodore lo guardava sorridendo.
 -Dovresti vedere la tua faccia, Jackson! Sembra che tu abbia appena visto l’ottava meraviglia del mondo!-
 -Perchè, tu sapevi già che non c’era il soffitto? Ah, -aggiunse in fretta- non chiamarmi Jackson!-
 -Oh, scusa Jack, comunque il soffitto c’è eccome, gli è stato fatto soltanto un’incantesimo per farlo sembrare un cielo stellato.-
 -E tu come fai a saperlo?- disse una vocetta alle loro spalle.
 -Perchè ho letto in “Storia di Hogwarts”, cara Pansy.- Rispose abbozzando un sorriso di sfida.
 La ragazza si zittì mentre la professoressa McGrannit disponeva le modalità secondo le quali sarebbero stati smistati: Jack trovò molto stupida la scelta di un cappello vecchio e rovinato. Chissà come puzzava!
 I piccoli ragazzi cominciarono ad essere smistati in ordine alfabetico. In quel momento una fitta percorse lo stomaco del giovane Green, che però si tranquillizzò immediatamente pensando alla sua discendenza.
 -Granger Hermione!- scandì a gran voce la professoressa McGrannit, e così la ragazza dai capelli cespugliosi con la quale si era scontrato appena uscito dall’espresso di Hogwarts. Le scoccò un’occhiata piena d’odio che però lei non percepì:a quanto pare, aveva altro per la testa.
 -Hey Blaise.-
 Il ragazzo davanti a lui si voltò e lo guardò interrogativo.
 -Hai mai sentito di qualche Granger in giro?-
 Blaise ci pensò su due secondi mentre il cappello parlante gridava “Griffondoro”.
 -Vedi Jack, scommetto 50 galeoni che quella ragazzina è una mezzosangue.-
 -Green Jackson!-
 Jack interruppe la conversazione con il nuovo amico e si diresse verso lo sgabello. Molti occhi erano puntati su di lui, e cominciava a sentirsi a disagio:non gli dava particolarmente fastidio essere osservato, ma neanche lo riempiva di gioia. Appena arrivato a destinazione si sedette e la McGrannit gli mise il cappello sulla testa: immediatamente tutto divenne oscuro, ma il buio durò pochi secondi, giusto il tempo di sentir urlare “Serpeverde”.
 
 -Tesoro, scendi, è pronta la colazione!-
 -Arrivo.- Josephine si infilo il maglione color sabbia sulla camicia, si chiuse la porta della sua stanza alle spalle e attraversò di corsa le scale che portavano alla cucina. Saltò gli ultimi tre scalini e piombo con un tonfo sordo sul pavimento di marmo. Alzò gli occhi e vide la loro elfa domestica, Celia, che cambiava i fiori nel vaso posto al centro dell’ampio tavolo circolare. Jo si sedette sulla sedia dove si sedeva ogni giorno e, cominciando a trangugiare la colazione, pose al padre la stessa domanda che oramai gli poneva da una settimana.
 -Lettere da Hogwarts?-
 Dwight Green sospirò sorridendo e unì il pollice e l’indice come per formare uno zero.
 La bambina sbuffò e scansò le uova sode che aveva attaccato fino a pochi secondi prima.
 -Che cafone! Io sono qui, da sola, che non so come passare le giornate, metre lui è ad Hogwarts a divertirsi, e non si degna nemmeno di mandarmi una stupida lettera!-
 Il padre sia avvicinò alla figlia e le arricciò le punte dei capelli con le dita.
 -Tesoro, devi capire che Jack è molto impegnato in questi giorni. Per quanto mi ricordo, le prime lezioni erano sempre le più pesanti dell’anno:già dal primo giorno cominciano a darti un sacco di compiti, e ti senti così disorientato in mezzo a tutti quegli incantesimi e pozioni! Vedrai che la prossima settimana ti invierà sicuramete una lettere lunghissima.-
 -Non ho di certo intenzione di aspettare fino alla prossima settimana. Gli invierò una lettera io stessa! Dov’è Lloyd?-
 -Oh, s-signorina..-  Una vocetta acuta uscì da sotto il tavolo:Celia ne uscì tremante.
 -Cosa?-
 -Oh, Celia ha visto Lloyd molto affamato,e Celia vuole bene a piccolo gufetto..-
 L’elfa si era immobilizzata e continuava a tremare. Il signor Green le si avvicinò.
 -Celia, vai avanti.-
 -Beh, Celia l’ha liberato, signore. Cerlia l’ha liberato ieri, ma Lloyd non è ancora tornato!-
 A quel punto l’orribile creaturina dalle deformi orecchie attaccò con un pianto disperato, gettandosi a terra ai piedi dei padroni e implorando perdono. I due si guardarono e scoppiarono a ridere. Celia li guardò perplessa e impaurita. Josephine le si sedette accanto ancora sorridente.
 -Non è poi questo dramma Celia. Tutti noi conosciamo Lloyd, e tutti noi sappiamo quanto sia scarso come cacciatore:starà ancora cercando un topolino da divorare. Sono sicura che tornerà entro sera.-
 L’elfa si asciugò gli occhi con il logoro lenzuolo che la avvolgeva e tornò in cucina per pulire i piatti sporchi.
 -Scriverai lo stesso la lettera?- Ma la domanda fu posta a vuoto:  Josephine era già corsa in camera sua a cercare pergamena e inchiostro.
  
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