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Autore: Juls18    27/12/2010    5 recensioni
una lettera misteriosa giunge nelle mani di un uomo. il giorno stesso la morte misteriosa di una donna sembra confermare la veridicità della lettera... un mistero sconosciuto, tranne che a pochi, sta per irrompere nelle vite dei blaider, anche con l'arrivo di una squadra tutta al femminile. riusciranno le ragazze a scoprire l'intreccio dei fili che avvolgono le loro vite?
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Julia Fernandez, Kei Hiwatari, Mao, Mariam
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo



...Ora sapete la verità, o almeno, quella che potete conoscere. Rivelandovi in questa lettera i nostri segreti, non solo ho infranto tutti i voti del silenzio e della segretezza che avevo giurato di difendere, ma ho messo a repentaglio la mia stessa esistenza. Non so quanto ancora mi aspetti da vivere, ma almeno so che il nostro sapere non si perderà totalmente con la mia scomparsa. Siamo rimasti in pochi a conoscere i segreti, e so che piccoli innocenti pagheranno per le nostre colpe, e questo mi addolora. Ma il seme della speranza non morirà, e grazie a voi non si perderà nella memoria, ma continuerà a crescere fino a germogliare. Abbiatene cura. La responsabilità che vi affido è enorme, lo riconosco, ma io mi fido di lei. Protegga il nostro segreto fino a che l'ora non sarà giunta.

La serva fedele della Suprema Essenza”



mentre rileggeva quelle righe, l'uomo non poteva che sospirare tristemente. Sulla scrivania davanti a lui, il giornale di quella mattina riportava la tragica notizia della morte misteriosa di una semplice casalinga. “Omicidio misterioso, movente sconosciuto. Nessun indizio, la polizia brancola nel buoi, si ipotizza ad una rapina conclusasi tragicamente...”, ma l'uomo sapeva la verità. Quella lettera gli era stata consegnata quella mattina stessa assieme al giornale. Per collegare i due avvenimenti non c'era voluto molto. Ora l'uomo sapeva che non c'era niente da fare se non aspettare. Sarebbe stata un'attesa molto lunga, anni sarebbero dovuti passare, prima di mettere in atto il piano. Avrebbe aspettato, era l'unica soluzione. Si alzò lentamente dalla scrivania e si avvicinò ad una parete, davanti ad un quadro. Lo sollevò cautamente dal suo sostegno, rivelando dietro una cassaforte. Con la lettera ancora in mano, l'uomo la aprì, e al suo interno affidò quello scritto, richiudendo poi tutto e riposizionando il quadro.

Ritornò appena in tempo alla sua scrivania, prima che la sua segretaria entrasse. Doveva iniziare la sua solita giornata di lavoro, come se niente fosse. La sua vita doveva scorrere come prima, nessuno doveva sapere. Anche se non poteva fare a meno di lanciare, appena poteva, uno sguardo al quadro che custodiva il segreto.



a-b



-mi dispiace signore, non sono riuscito a recuperalo...-

-INCAPACE-

-mi dispiace signore, o cercato...-

-Non me ne faccio niente delle tue patetiche scuse!!!-

-Signore, io...-

-TACI!-

seguirono alcuni minuti di silenzio. Un uomo si alzò dalla sua poltrona, un bicchiere di whisky in una mano. Si avvicinò ad una immensa finestra che dava su un giardino scuro, coperto di alberi altissimi, secolari. Il cielo plumbeo faceva presagire pioggia. Il cielo esterno rispecchiava perfettamente il clima all'interno della stanza. L'altro uomo, che aveva temuto il peggio quando l'altro si era alzato, era in piedi, in un atteggiamento di profondo pentimento e umiliazione. Aveva portato a termine solo una parte della missione che gli era stata affidata, e avevo mancato la parte più importante. Era pronto a ricevere una punizione seria, ma le parole del suo capo lo sorpresero.

-In fondo non sei una delusione totale, tu-

-Signore, io, gra...-

-La tua avversaria era troppo forte e astuta per te-

Il colpo colpì in pieno l'uomo. Per un attimo si era illuso di ricevere una gratificazione da quell'uomo a cui aveva giurato fedeltà molti anni addietro.

-In fondo, mio caro servitore, non è la prima volta che ti gioca quella donna, o sbaglio?-

-No-

-Come?-

-No signore-

un sorriso pieno solo di autocompiacimento e presunzione comparve sul volto del capo.

-Ora vattene, ti richiamerò se avrò ancora bisogno di te-

-Si, signore-

-Ah, ancora una cosa. Un altro errore, e non te la caverai così facilmente-

-Si, signore-

E mentre il servitore usciva silenzioso dalla stanza, dentro di lui ribollendo di rabbia per la missione non portata a termine e per il rimprovero subito, e con la paura costante di essere eliminato da un momento all'altro, l'altro continuava ad osservare il panorama. Quando sentì la porta chiudersi, si voltò, e si posizionò davanti al camino acceso, unica fante di calore della stanza. Si risedette sulla sua poltrona, e iniziò a girare il bicchiere pieno di whisky. Poi, con uno scatto improvviso, lanciò il bicchiere dentro il camino, provocando una fiamma improvvisa.

-Maledetta sgualdrina! Non manderai all'aria i miei piani! Troverà il modo, anche senza il mezzo primario! Non mi fregherai, dovessi impiegare tutta la mia vita, io ci riuscirò!!!! Vi ho eliminato tutti voi, Servitori, e il mio piano procederà! Nessuno mi potrà mai fermare!-



a-b




In una calda mattinata una giovane donna osserva silenziosa il telefono di casa. Sa che tra poco suonerà, sa che tra poco sentirà la voce di una persona che non sente da tempo, sa anche di cosa parleranno. Il giornale davanti a lei le dice che tutto quello che temeva si sta avverando. Del loro gruppo ormai non erano rimasti che in pochi... si potevano contare sulla dita di una sola mano. Erano rimasti in tre, e il numero poteva assottigliarsi ancora. Lo squillo del telefono la ridestò dai suoi pensieri.

-Pronto?-

-Sono io...-

-Sapevo che avresti chiamato-

-Lo so-

-Siamo rimasti in tre...-

-Due-

-Cosa?-

seguirono alcuni momenti di silenzio. Delle lacrime si stavano formando negli occhi azzurri della donna...

-Ti prego, non piangere amica mia-

-Erano le mie migliori amiche...-

-E anche le mie-

-Cosa faremo ora?-

-Cosa farai vorrai dire-

-Come? Cosa stai dicendo?-

-Credo che anche la mia ora sia arrivata-

-NO!-

-Era il nostro destino, lo sapevamo già-

-Ma lo abbiamo cambiato! Lei ci ha permesso di cambiarlo!-

-Ed è morta, come gli altri-

-Allora mi vuoi dire che è stato tutto inutile?-

-No, questo mai. Ci ha permesso di dare un mondo migliore ai nostri figli! Abbiamo potuto avere dei figli, e sai che prima non avremmo potuto-

-Lo so-

-Anche se per poco, siamo stati felici-

-Ma a quale prezzo? Siamo rimasti da sole!-

-Ma hai un compito da portare avanti. Continua la tua ricerca, non interromperti mai. E proteggi tuo figlio, sempre. Lo sai, lui, come gli altri...-

-Si, lo so. Ma è giusto lasciare a loro un compito così importante?-

-Giusto o no giusto, amica mia, è il loro destino. Noi abbiamo compiuto la nostra missione. Ora devi compierla tu-

-Cosa devo fare?-

-Il tuo compito sarà quello di non dimenticare, di portare avanti il nostro lavoro, le nostre ricerche, e di aiutare i nostri figli a compiere il loro compito di proteggere la Suprema Essenza! Promettimi che lo farai!-

-Io... io...-

-Prometti!-

-Lo prometto-

All'improvviso i passi veloci di un bambino interruppero il silenzio della casa, e la voce squillante del piccolo rimbombò per le mura della casa

-MAMMA???? Dove sei???-

-Devi andare ora, il tuo dovere ti chiama-

-Aspetta....-

-Cosa c'è?-

-Promettimi che non morirai anche tu... ti prego!-

-Non posso farti questa promessa... lo sai...-

-Non avresti dovuto sposarti con lui-

-Lui non c'entra, lo sai!-

-Lo so, ma io...-

-Amica mia, non ti preoccupare. La nostra amicizia sarà eterna. Chissà, forse un giorno ci rivedremo tutti insieme, come una volta-

e riagganciò il telefono.

-Lo spero amica mia... lo spero-

-MAMMA???-

-Sono qui tesoro!-

un piccolo bambino di cinque anni, con grandi occhi azzurri e capelli biondi entrò nel salotto. Corse verso sua madre, e la abbracciò. Poi, sollevando il suo volto verso quello della donna, il suo sguardo si incupì un pochino

-Mamma, perché piangi?-

-Non ti preoccupare tesoro, ho solo ricevuto una telefonata da una vecchia amica-

-E ti fa piangere questa cosa?-

Una piccola risata uscì dalle labbra della donna.

-Sai tesoro, a volte capita con i vecchi amici. Ricordi cose passate, e ti fai prendere un po' dall'emozione-

Il bambino non sembrava avere capito molto, ma rassicurato dal sorriso della sua mamma, non poté non tornare a sorridere anche lui.

-Allora, piccolo mio, che ne dici di un bel gelato?-

-SI!!!!-

E mentre il bambino usciva felice, non vedendo l'ora di mangiare il suo gelato, la sua mamma non poteva non pensare alle telefonata di poco prima. Aveva accettato un compito importante, ma lo doveva fare. Era rimasta solo lei ormai, solo lei. E anche se la responsabilità era tutta sua, sapeva che lo doveva fare, se non altro per il suo bambino.

-Mamma, ti muovi???-

-Arrivo Max, arrivo...-

Si, lo doveva fare e lo avrebbe fatto, lo avrebbe fatto per il suo Max.




a-b



In una Tokio illuminata da un piacevole sole primaverile, in un assolato ufficio al tredicesimo piano di un grattacielo, nel suo studio privato il presidente Daitenji, presidente della BBA, osservava impaziente la porta del suo ufficio. Da un momento all'altro sapeva che sarebbero arrivate, le aveva convocate lui, ma sapeva che non sarebbe stato facile. Un leggero colpa alla porta gli fece capire che il momento era arrivato. Ormai non si poteva tornare indietro.

-Avanti-

La porta si aprì leggermente, il giusto per permettere ad una ragazzina di entrare.

-Mi aveva fatto chiamare, presidente Daitenji?-

-Si, esatto, entra pure cara-

Il sorriso rassicurante del presidente calmò un poco la giovane ragazza. Era una ragazza giovane, sui sedici anni, con lunghi capelli marroni che le scendevano sulle spalle, e occhi marroni come i capelli, con qualche sfumatura rossa. Appena entrata, l'uomo le fece cenno di sedersi sulla poltrona posta davanti alla sua scrivania.

-Posso sapere come mai mi ha fatto chiamare?-

-Oh, non ti preoccupare cara. Tra poco saprai tutto. Prima dobbiamo aspettare ancora qualcuno-

la ragazza non fece nemmeno in tempo a chiedere chi doveva aspettare, che dei colpi alla porta annunciarono i nuovi arrivati.

-Prego, entrate-

Detto questo, tre ragazze entrarono dentro l'ufficio. Ad una prima occhiata, sembrava che nessuno di loro avesse niente in comune. La prima ad entrare aveva dei capelli rosa, lunghi, fermati da un fiocco altrettanto rosa e dei grandi occhi marroni. La seconda aveva lunghi capelli blu, con una fascia rossa che glieli tirava sollevati sul volto, e occhi verdi, e per ultima, entrò una ragazza con capelli castano chiaro davanti e sotto castano scuro, e occhi verdi. Anche se non si assomigliavano, quello che legava le ragazze appena entrare, era una cosa sola, il bey. Tutte e tre, infatti, erano delle blayder. Appena le tre ragazze entrarono nell'ufficio, non poterono non notare la ragazza che era già presente nello studio del presidente Daitenji, e appena le vide entrare, la ragazza dai capelli marroni non poté non trattenere un sorriso.

-Mao, Marian, Julia-

gridò verso le ragazze.

-Hilary!-

Esclamarono tutte e tre contemporaneamente. Appena Hilary riconobbe le sua amiche non poté non correrle incontro, abbracciandole di slancio, subito ricambiata dalle altre. Era dalla fine dell'ultimo torneo di beyblade che non si vedevano, e cioè dall'anno prima.

-Ragazze, vi prego, un po' di contegno!-

Appena le ragazze si ricordarono dove erano e con chi erano, si ricomposero subito, e cercarono di assumere un atteggiamento quanto meno consono alla situazione, anche se il sorriso che si era formato sui loro volti non voleva scomparire.

Appena si furono sedute tutte sulle poltrono davanti alla scrivania di Daitenji, il presidente si concesse qualche minuto per osservarle. Erano quattro ragazze diversissime, provenienti da paesi diversi, ma unite dalla passione per uno stesso sport, e soprattutto, legate da una profonda e sincera amicizia. Daitenji aveva avuto modo di osservarle durante lo scorso campionato. Erano inseparabile, mangiavano insieme, e avevano anche condiviso insieme spesso la camera nei vari alberghi dove si era svolto il precedente torneo. Ma ora, quello che voleva chiedere a quelle quattro ragazze era una cosa molto importante.

-Allora ragazze, vi chiederete perché vi ho fatto chiamare qui, solo voi, senza il resto delle vostre squadre. Bene, sono qui per chiedervi un favore-

-Un favore?- chiese Hilary – a noi? Ne è sicuro?-

-Certo Hilary, proprio a voi quattro-

Le ragazze osservavano stupite l'anziano uomo. Cosa aveva in mente di preciso? Era quello che si chiedevano in quel momento.

-Come voi sapete, il torneo di beyblade si sta avvicinando. Appena sarà giunta l'estate, inizieremo-

-Si, lo sappiamo-

-Bene. Quest'anno, vorrei che una nuova squadra partecipasse al torneo, una squadra nuova, che possa portare un po' di novità al torneo, e che possa permettere anche ad altri partecipanti di prendere parte alla manifestazione-

le ragazze ascoltavano interessate il discorso dell'uomo.

-E' parecchio tempo che stavo pensando che mancasse una squadra totalmente femminile. Sarebbe proprio la novità che stavo cercando, e stavo pensando, perché non creare una squadra femminile mista, con ragazze provenienti da varie parti del mondo, così da fare vedere non solo come il bey possa unire ragazzi di vari paesi attorno ad uno sport, ma anche che le ragazze possono partecipare attivamente a questo sport. Sapete, rispetto ai ragazzi, le ragazze sono meno interessate allo sport vero e proprio...-

-Si, capisco. Ma cosa c'entriamo noi presidente?- chiede Julia, spazientita del discorso vago che stava facendo il presidente.

-Ecco ragazze... ho cercato a lungo ragazze talentuose di vari paesi adatte per formare una squadra femminile che incarnasse i principi che vi ho spiegato prima, ma non sono riuscita a trovarla-

-Ci dispiace...-

-Non sono riuscita a trovarla, cara Mao, perché sapevo che avevo la soluzione davanti agli occhi, e l'ho avuta per tutto il tempo. Voi ragazze, voi incarnate perfettamente quello che sto cercando!-

-NOI????-

chiesero in coro le ragazze.

-Ma noi abbiamo già una squadra...-

-Non abbiamo mai combattuto a fianco come una squadra...-

-Non credo si possa fare-

protestarono Mao, Mariam e Julia. Hilary era rimasta silenziosa, lo sguardo abbassato a terra, gli occhi coperti dai suoi capelli. Daitenji guardava proprio lei.

-Tu non dici niente Hilary?-

-Io...-

iniziò la ragazza, esitante.

-Su, continua-

-Io non so duellare con un bey. Non ho mai provato nemmeno a lanciarlo, figuramoci partecipare al torneo con le squadri migliori del mondo. Sarei buttata fuori subito. E poi non ho nemmeno un bey...-

Il silenzio scese nello studio. Hilary aveva ragione. Come potevano esser una squadra, se una di loro addirittura non aveva mai lanciato un bey?

Ma il sorriso di Daytenji non si spense, anzi.

-Su questo non ti devi preoccupare. Ormai conosci lo sport Hilary, quanti anni sono che segui i bladebreakers?-

-Ma seguirli è un conto, presidente, combattere...-

-Ma non ti piacerebbe?-

La castana non rispose. Rimase in silenzio per alcuni minuti prima di rispondere. Certo che le sarebbe piaciuto, erano anni ormai che Hilary sognava di provare a lanciare un beyblade, e di potere duellare. Ma un conto erano i sogni, un'altra era la realtà.

-Ragazze, so che quello che vi chiedo è una scelta difficile. Ma vi prego, almeno pensateci. Potreste essere una nuova squadra, tutta al femminile, forse capace addirittura di eliminare molti di coloro che non credono in voi. Che ne dite?-

le ragazze si guardarono negli occhi per un po'. La scelta era difficile, molto, ma tutte e quattro non potevano non essere pervase dall'eccitazione al solo pensare ad una squadra formata da loro quattro. Ma dovevano pensarci.

-Vorremmo pensarci, presidente. Può lasciarci un po' di tempo per valutare l'idea?-

-Certo!-

e detto questo, dopo i saluti, le ragazze uscirono. Daitenji poteva sentirle discutere nonostante la porta chiusa, e poteva capire il loro turbamento.

-Spero solo che accettino...-

fu il suo pensiero, mentre si avvicinava alla finestra posta dietro la sua sedia.

-Solo loro possono farcela...-








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Salve a tutti! Questa è la prima volta che scrivo una storia sul beyblade, è la mia prima avventura in questo nuovo mondo. L'idea di questa storia mi passava per la testa già da tempo, ma non avevo il coraggio sufficiente per mettermi davanti al computer e scriverla.

Sono qua, pronta al verdetto su questo capitolo. Sono pronta a qualsiasi critica, positiva e negativa. Non vi fate scrupoli se volete scrivere male, sono pronta. Grazie anche a chi ha dedicato un po' del suo tempo a leggere questo piccolo capitolo, un bacio Juls18

  
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