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Autore: Tomi Dark angel    27/12/2010    3 recensioni
Noi siamo angeli con un'ala sola. Possiamo volare soltanto abbracciandoci. Hermione Granger scoprirà ben presto questa verità, grazie ad un sole radioso che non l'ha mai abbandonata.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Le lacrime di cielo sono una benedizione per chi piange e non desidera che qualcuno se ne accorga.

Per me fu così, quella volta. La pioggia non mi era mai piaciuta, ma mai come in quel momento mi sentivo vicina all’umore della volta celeste. Rannicchiata sulle sponde del lago che affiancava Hogwarts, tenevo chino il capo per la prima volta, davanti a un destino che da me aveva preteso troppo.

Non sono riuscita ad andare avanti…

Vedere Harry con Ginny mi stava uccidendo. Non mangiavo, non ridevo, non vivevo più. Eppure, fingevo felicità davanti a quegli occhi di smeraldo che di me si erano sempre fidati e mai avrebbero sospettato qualcosa del genere da me. Ingenuo ragazzino.

Chi sono io, Harry?

Non ero il tuo sole, ma tu eri il mio. Per anni mi riscaldasti, e io per anni mi rifugiai sotto la tua protettiva ala dorata. Non avevo bisogno d’altro per andare avanti.

Prima di te, ricordavo il gelo del mondo grigio che mi attorniava. Niente calore, niente colore, niente speranza per il domani. Non ero niente, se non una macchia nerastra avvolta in un manto di cupa monotonia che ogni giorno mi si stringeva addosso sempre di più, soffocandomi.

Poi però, qualcosa accadde. Da dietro una nuvola grigiastra, vidi spuntare un immenso disco dorato che colorò il mio mondo di vita, di gioia di vivere. I caldi raggi di luce, sgretolarono la prigione oscura che mi imprigionava e finalmente fui libera. Potei dispiegare le mie ali al vento, assaporarlo per la prima volta e spiccare il volo, grazie a te.

Non è più così, vero Hermione?

Singhiozzai forte e guardai il lago. L’avevamo sorvolato una volta, ti ricordi? con Fierobecco. Mi avevi concesso l’onore di volare con te, e io ne fui immensamente felice, come se vedessi realizzati i miei sogni più grandi.

Ma troppo tardi mi resi conto che

il mio sogno più grande eri tu.

Mi premetti una mano sulla bocca e singhiozzai forte. Sentivo i pezzi del mio cuore spaccarsi, sbriciolarsi prima di toccare terra. Le mie ali si spezzarono e mi vidi cadere nel mare della disperazione, affogare per il peso della sofferenza che mi tirava sempre più giù. Anelavo al cielo con l’ultimo granello di dorata speranza, ma mi fu portato via anche quello.

È ora di andare, vero?

Mi alzai in piedi, ignorando le raffiche di pioggia e vento che mi facevano barcollare. Era quello l’ultimo atto di un angelo dalle ali spezzate. Il mio ruolo era finito, e per me era tempo di riposare in un campo fiorito dove, chissà; magari avrei incontrato nuovamente quegli occhi verdi che mi avevano alimentato fino a quel momento, come una madre nutre i piccoli appena nati.

Sì, è ora.

Mi tolsi le scarpe e le calze, poi cominciai a camminare verso l’acqua gelida del lago. Volevo sentirmi leggera almeno per l’ultima volta, avere la beata sensazione di volare ancora, ma sapevo che era solo una banale illusione. Senza le ali che tu stesso mi avevi dato e poi tolto, io non potevo più toccare il cielo al quale appartenevo.

Grazie lo stesso, Harry.

Sorrisi per l’ultima volta, alzando gli occhi al cielo piangente. Sembrava quasi il saluto accorato di un caro amico che sa di non rivederti mai più, ma che accetta questa realtà, lasciandoti andare per la tua strada.

Piegai le ginocchia e saltai con le braccia spalancate, ultimo richiamo ad un sogno di cristallo infranto da un violento colpo di martello. L’acqua mi avvolse in un abbraccio di morte che però non fu gelido come mi aspettavo. Era calda, gentile, quasi una mamma impietosita che stringe il figlio singhiozzante per proteggerlo dal mondo.

Anche tu avevi fatto così, con me.

Mi lasciai scivolare verso il fondo, gli occhi socchiusi e una mano che inconsapevolmente si tendeva verso l’oscura superficie. Rivolevo il mio Sole. Rivolevo le mie ali. Rivolevo il mio angelo più bello.

Chiusi gli occhi, gettando il capo all’indietro.

È finita.

Qualcosa di freddo mi artigliò con violenza l’avambraccio, strattonandomi. Non mi mossi. Era Lei. La Morte era già arrivata a prendermi. Aveva fatto presto.

Sorrisi beata, pronta a riaprire gli occhi su un cielo sempre blu, pronta a risentire il fruscio piumato delle mie ali… pronta a rivederti al mio fianco, sorridente e con la mano tesa.

Ma qualcuno lassù, non voleva che finissi così. Un braccio mi passò intorno alla vita, trascinandomi a forza verso la superficie. Mi sembrò di avvertire il familiare calore della luce del sole al mio fianco, quella luce che mi era mancata per così tanto tempo. Fiduciosa, mi aggrappai a quella speranza di salvezza.

Fu la cosa giusta da fare.

Quando emersi, cominciai a tossire e a sputare acqua, stremata e tremante. Non realizzai subito che la pioggia era cessata, e il cielo si stava rasserenando, schiudendosi in un sorriso luminoso, fatto di spicchi di cielo azzurro e pallidi raggi di sole.

-Ma… che… credevi… di fare?-

Una voce. La tua voce. Ero morta? No, impossibile. Il dolore ai polmoni era reale, la paura era reale… la tua presenza era reale. Mi voltai a guardarti, scaldata nell’animo per la prima volta dopo tanto tempo.

I tuoi occhi di smeraldo erano spaventati a morte, i capelli corvini appiccicati alla fronte, il viso sottile contratto in una smorfia adorabile. Quasi senza accorgermene, un piccolo pezzo del mio cuore frantumato si saldò nuovamente al suo posto. Eri tu, eri arrivato per me e le tue ali di luce dorata mi avvolgevano protettive, ma potevo vederle solo io.

-Harry…?-

Lui nuotò fino alla riva, trascinandomi burberamente sulla terraferma. Ansimavamo tutti e due, ma non avevo mai visto Harry così spaventato come in quel momento. Potevo vedere il suo corpo tremare, ma non per il freddo. Cosa ti avevo fatto, angelo mio?

Allungai una mano stanca verso il suo viso e lo toccai, accarezzandolo morbidamente. Lui mi guardò mentre mi beavo di quel gesto, richiamando a me tutta la luce che mi era mancata, tutta la luce che sentivo permeare dalla sua pelle.

-Perché l’hai fatto?- mormorò Harry, spaventato.

Hai intenzione di rispondere, Hermione?

Non volevo dirglielo. No, non avrebbe saputo che era lui la mia luce e che senza di lui io brancolavo al buio e senza meta. Scossi il capo.

-Sono solo caduta nel lago.-

Che stupidaggine. Potevo inventarne una più credibile.

Harry infatti, non ci cascò. Mi afferrò per le spalle e mi scosse, guardandomi fisso negli occhi.

-Non mentirmi! Sei la mia migliore amica, capisco quando hai qualcosa che non và!-

Avrei voluto che te ne accorgessi prima…

Chinai il capo affranta. La sua frustrazione faceva male, bruciava come fuoco sulla mia pelle e la delusione che leggevo nei suoi occhi mi feriva con ferocia. La limpidezza che da sempre avevo colto nel suo sguardo adamantino si stava dissolvendo, inquinata da un senso di terrore crescente che volevo arrestare a tutti i costi.

Gli accarezzai la guancia ancora una volta, poi sorrisi e mi allungai a poggiare le mie labbra sulle sue. Un bacio semplice, quasi di bambino. Ma proprio per questa innocente infantilità, fu speciale. Chiusi gli occhi quando sentii la sua bocca muoversi per un momento sulla mia, poi ci separammo.

Era questa la tua benedizione, Hermione.

 Avevo volato. Sentivo il peso sottile delle ali della speranza gravarmi di nuovo sulle spalle. Ma qualcosa non quadrava. Era un’ala sola quella che era tornata da me, non bastava per spiccare il volo verso il paradiso a cui avevo sempre anelato. Ma non importava, mi andava bene così.

Harry mi abbracciò, appoggiando il mento sui miei capelli. Ora potevo vederla, brillare dorata davanti ai miei occhi. Aveva un’ala sola anche lui.

-Potremo volare abbracciati tutte le volte che vorrai. Per sempre.- sussurrò lui, sorridendo.

Il calore del suo sole tornò a irradiare improvvisamente le mie terre aride, e finalmente potei godere appieno dei suoi dorati raggi di vita e speranza. I pezzi del mio cuore strisciarono al loro posto, silenziosi e palpitanti di vita. Da grigi, tornarono ad essere rossi, verdi, bianchi, gialli, come un arcobaleno senza fine di cui tu eri il pittore.

 

 

Auguro a tutti voi un Natale felice e un altrettanto felice anno nuovo. Grazie a chi recensisce e a chi semplicemente legge… che la gioia di vivere non vi abbandoni mai e che il sorriso per un futuro sempre migliore irradi in eterno il cuore di coloro che vi amano.

Tomi Dark Angel

  
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