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Autore: Dark Magic    27/12/2010    10 recensioni
QUARTA CLASSIFICATA AL CONTEST "Festivity &..." DI Bella_kristen e Cullenuzza.
Edward Cullen e Isabella Swan sono migliori amici da quando lei si è trasferita a Forks, ma entrambi provano sentimenti profondi l’una per l’altra. I loro amici hanno visto che tra di loro c’è più di una semplice amicizia e decidono di aiutarli a confessare i propri sentimenti… in un modo alquanto bizzarro e… divertente, sotto alcuni punti di vista.
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Nick Autore: yara89

Titolo: Un patto d’amore eterno

Festività scelta: vigilia di Natale

Immagine scelta (se ne scegliete una): seconda foto


Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, un po’ tutti.

Pairing: Edward/Bella

Genere: romantico, introspettivo, suspense

Raiting: arancione

Avvertimenti: AU, OOC, One shot

Intro/NdA: Edward Cullen e Isabella Swan sono migliori amici da quando lei si è trasferita a Forks, ma entrambi provano sentimenti profondi l’una per l’altra. I loro amici hanno visto che tra di loro c’è più di una semplice amicizia e decidono di aiutarli a confessare i propri sentimenti… in un modo alquanto bizzarro e… divertente, sotto alcuni punti di vista.




                                                                                      

Disclaimer: questa storia è ispirata ad un episodio della serie X-Files, troverete, pertanto, elementi simili.
                                                                             
                                                                                             

                                                     Un patto d’amore eterno


Pov Bella

Mi chiamo Isabella Swan, sono una ragazza di diciassette anni e vivo in un paesino dimenticato dal mondo, dato che anche il sole non si azzarda ad uscire da dietro quei nuvoloni che ricoprono Forks.
Già, Forks, ecco il nome del paese sperduto.

Quando arrivai qui, capii ciò che avrei odiato di più: il sole assente, essendo vissuta a Phoenix, dove il sole non va mai in vacanza, e… i pettegolezzi. In un paese piccolo come questo, è normale che ogni persona conosca ogni cosa… non esiste una vera privata, se non sei tu stesso a preservarla.

Ricordo ancora il giorno in cui mio padre venne a prendermi in aeroporto, a Port Angeles…

Mi guardavo attorno, cercando tra i passanti un volto familiare, per quanto potessi ricordare il volto del mio caro papà. Lui è lo sceriffo di Forks, il famoso capo Swan, uomo chiuso e riservato, nonché scapolo incallito… chissà quante voci circolano sul suo conto, voci false, ma necessarie per tenere occupate le vecchiette. Per loro equivale ad una sitcom!

«Bells!» il mio soprannome… solo mio padre mi chiama ancora così. Non amo il mio nome intero, perché è un nome antico… troppo per i miei gusti.

«Charlie?» farfuglio a disagio. Un uomo, sulla quarantina, si avvicina a me con passo cadenzato e deciso, sfoggiando con un malcelato orgoglio e soddisfazione, la divisa da poliziotto. Io non sono mai stata una persona aperta, come mia madre. Lei è estroversa e giovanile, io sono più simile a mio padre, carattere chiuso e timido, che esprime difficilmente ciò che prova verso un’altra persona.

«Hai fatto un buon viaggio?» dice abbracciandomi, e separandosi quasi subito… come avevo detto… non amiamo le manifestazioni d’affetto in pubblico.

«Sì, grazie» ammetto un po’ in imbarazzo. Lui, in tutta risposta, afferra la mia valigia e mi guida fuori dall’aeroporto. Ad aspettarci fuori, una macchina. Non una macchina qualunque, ma quella di servizio di mio padre… fantastico! Come se avessi tutt’un tratto i riflettori puntati addosso.

Dopo dieci minuti di viaggio, scorgo il cartello: “Benvenuti a Forks!”

Che la mia nuova vita abbia inizio!

Senza sapere che qui, avrei incontrato l’amore della mia vita.

Sono passati molti mesi da quel giorno, e la mia vita è cambiata di molto.

A scuola ho legato molto con una ragazza, che ha l’aspetto di un folletto. Porta i capelli corti, castani e gli occhi sono di un verde brillante, simili a due smeraldi. Il nome di questo folletto?

Alice Cullen, la mia migliore amica. Una ragazza esuberante e piena di vita, con la passione per lo shopping ed io… il suo manichino a grandezza naturale. Il suo sogno è quello di entrare nel mondo dello spettacolo ed occuparsi del trucco e dei vestiti degli attori famosi.

Un sogno in grande stile… com’è tipico di Alice. L’unica cosa che mi lascia perplessa è il suo rapporto con Jasper… eterno fidanzato, da quando sono bambini… così mi racconta lei.

Jasper Hale è completamente diverso da lei, un ragazzo dal carattere mite e pacato, molto intelligente e con il pallino della filosofia e psicologia. Ha la capacità di percepire lo stato d’animo delle persone intorno a lui, e, soprattutto, dispensa consigli da vero psicologo, ciò che lui vuole diventare. Conoscendo la sua attuale bravura, dubito non possa riuscirci. Il suo aspetto fisico? Opposto a quello della sua compagna, alto, capelli biondo cenere abbastanza lunghi, leggermente mossi. I suoi occhi sono azzurro cielo… veramente belli, in grado di trasmetterti tranquillità con un solo sguardo.

Jasper ha una sorella, con cui ho legato, seppur con qualche difficoltà. Si chiama Rosalie Hale, ed è la ragazza più bella che io abbia mai visto, una bionda da copertina, come direbbero in molti. Ma le ragazze presenti sulle copertine, il più delle volte non hanno cervello, troppo concentrate sulla loro bellezza fisica per pensare ad altro. I suoi occhi sono uguali a quelli del fratello gemello, ma il carattere presenta sfumature… piuttosto diverse. Se lui è pacato, lei è fredda con chi non conosce, anche lei non ama dimostrazioni d’affetto pubbliche e gratuite, tranne quelle del fidanzato storico, Emmett Cullen, atleta di football, nonché capitano della squadra della scuola. Il loro amore è… molto passionale. Sono una coppia divertente, grazie alle battute del suo ragazzo. Ogni volta che lui dice o fa qualcosa di estremamente imbarazzante, lei risponde con uno scappellotto sulla nuca, e si allontana stizzita ed offesa, seguita da un Emmett con la coda fra le gambe e occhi da cucciolo indifeso. Per quanto Rosalie si dimostri offesa, in questi casi, è felice di questo lato del carattere del proprio ragazzo. Ha amato Emmett fin da subito, per la sua capacità di riuscire a farla ridere… cosa quasi impossibile.

Io ho potuto conoscerla e ho capito che si tratta di una persona dolce che si fida poco degli estranei, va matta per i suoi capelli ed impiega ore per dargli un aspetto a dir poco bellissimo.

Grazie ad Alice ho potuto conoscere anche Lui… il mio migliore amico, nonché il ragazzo più bello che io abbia mai conosciuto.

Edward Cullen. Ragazzo corteggiato da tutta la Forks High school, alto, occhi verdi come la sorella, capelli sempre disordinati e di un colore simile al bronzo. Insomma… un bellissimo ragazzo che… non guarda nessuna ragazza, perché… non è interessato.

Queste le sue parole.

«Sono sciocche e frivole, Bella. Sono solo interessate al mio aspetto fisico. Se mi dovessi voltare e rivolgere la parola ad un amico, tipo Ben, non mi sorprenderei di trovarle appiccicate a qualche altro ragazzo… io cerco una persona diversa, più simile a me, una ragazza seria. Non voglio vivere ogni giorno con una ragazza che mi possa tradire da un momento all’altro» afferma risoluto, mentre ci troviamo in cucina, davanti ad una tazza di cioccolata calda. Ero venuta per l’ennesima uscita all’insegna dello shopping con Alice, a cui si era aggiunta Rosalie, l’unica che sopporta il folletto in queste giornate. I ragazzi sarebbero rimasti dentro casa ad organizzare un mega torneo alla console, come affermava Emmett, il giocherellone del gruppo.

«Sono sicura che presto troverai la ragazza che cerchi… una ragazza intelligente che non si lascerà scappare un ragazzo come te» gli dico, appoggiando una mano sulla sua, accarezzandola. Ogni volta che ci toccavamo, una scossa si propagava in tutto il mio corpo. Accadeva solo con lui, senza sapere il perché.

Se dovessi descrivere il carattere di Edward, direi che lui è: sincero, iperprotettivo nei confronti di Alice e di me, intelligente, premuroso, gentile… il ragazzo perfetto.

Ma… come esistono i pregi, esistono i difetti, soprattutto due… primo, non è mai riuscito a capire, per mia fortuna, che all’inizio, mi ero presa una cotta per lui… secondo, crede sempre di fare la cosa migliore, come se lui non fosse in grado di sbagliare una sola volta.
Una cotta che credevo spenta, con il passare del tempo. Come potevo anche lontanamente interessargli?

Lui, il ragazzo perfetto si fidanza con Isabella Swan, ragazza goffa, timida, impacciata nei movimenti, tanto che non pratico alcuno sport, capelli color mogano ed occhi color cioccolato… assolutamente banali e comuni.
Me n’ero fatta una ragione, accontentandomi di rimanere la sua migliore amica… finché non avesse trovato ciò che cercava.

Cosa avrei fatto in quel caso?

Non ne avevo la più pallida idea.

«Bella? Ma come ti sei vestita? Dobbiamo uscire, non stare in casa!» esclama il folletto, facendo sbucare la sua testolina irritante dalla finestra proprio dietro il dondolo. Edward, da bravo ragazzo educato, ride alle mie spalle, invece di aiutarmi con sua sorella.

«Potresti anche aiutarmi, invece di ridere! Perché non vieni con al centro commerciale?» gli chiedo con una luce sadica negli occhi. Ha sempre odiato queste giornate di Alice, ma essendo sua sorella, abbassa la testa e la segue come un cagnolino, dopo che ha subito minacce, tipo una palla di fuoco di nome Aston Martin, suo più grande tesoro.

«Mi dispiace, io l’ho sopportata per anni, ora alleggerisci il peso sulle mie spalle e sopporta come ho fatto io» ribatte con tono ironico, dandomi leggere pacche sulla spalla, come incoraggiamento. Ma che simpatico!

«E se non dovessi sopravvivere? Come faresti senza la tua migliore amica?» gli domando arpionandomi al suo braccio sinistro e guardandolo con sguardo da cucciolo. Lui mette il broncio, segno che sta per cedere, ed io gongolo soddisfatta, aspettandomi che mi confermi la sua presenza oggi, con noi. Nessun ragionamento è stato più sbagliato.

«Pensavi che ci sarei cascato un’altra volta? Ormai sono immune a questi sguardi, grazie agli allenamenti con Alice. Perciò, buon divertimento!» e mi lascia un leggero bacio sulla guancia, alzandosi e dirigendosi nel salone per giocare. È sempre così fra noi, teneri ed innocenti baci sulla guancia. Niente di più. Scaccio le lacrime che compaiono sul mio volto… perché sto piangendo per dei baci sulla guancia?

«Bella? Tutto bene?» mi chiede Alice, accanto a lei, Rosalie mi scruta con uno sguardo strano, come se avesse intuito qualcosa. Non mi ero accorta che erano uscite entrambe, e soprattutto erano pronte per andare.

«Sì, tutto ok. Andiamo!» dico e, alzandomi, mi dirigo verso il garage di Casa Cullen, con passo leggermente traballante. Cosa mi sta succedendo?

Le ragazze rimangono un po’ indietro e sento, in maniera ovattata, una parte del loro discorso.

«Rosalie, non dire assurdità! Me ne sarei già accorta!» afferma Alice con voce stizzita. Non sopporta di essere l’ultima a sapere le cose, anche si tratta di qualcosa di poca importanza.

«Sei troppo impegnata per accorgerti di ciò che avviene davanti ai tuoi occhi! Non capisci che…» la voce di Rosalie si andava affievolendosi sempre più, finché non udii la parte finale. Mi volto incuriosita verso di loro e vedo Alice sgranare gli occhi per lo stupore e Rosalie, sorridere soddisfatta per la sua intuizione geniale, qualsiasi essa fosse.

Appena incrociano il mio sguardo, mi sorridono come nulla fosse, ma sono certa che la loro “adorabile” testolina sta macchinando qualcosa di cui io non devo essere al corrente.

Dopo essere uscite dal garage, con la macchina di Edward, quella che usano loro per andare a scuola, la Volvo, ci dirigiamo a Port Angeles.

«Bella?» mi chiama Alice, mentre ero impegnata ad osservare le figure sfocate dal finestrino chiuso per il freddo.

Ebbene sì, siamo in inverno. Per l’esattezza, fra tre giorni sarà la vigilia di Natale, e stiamo andando a fare gli ultimi acquisti, secondo Alice. Come se già non avesse comprato tutto! Una scusa per tornare all’interno del suo habitat… il centro commerciale.

«Dimmi…» le rispondo, leggermente annoiata ed intirizzita dal gelo. Nonostante ci sia il riscaldamento acceso, non ho mai sopportato il freddo… sono molto sensibile.

«Non abbiamo mai parlato seriamente di ragazzi che ti piacciono…» dice lei con sospetto e guardandomi con gli occhi, ridotti a due fessure, dallo specchietto retrovisore. Ecco la domanda che non mi sarei mai aspettata, ed allo stesso tempo, non volevo che mi facesse. Anche Rosalie mi osserva silenziosa, dal sedile passeggero, domandandosi, sicuramente, perché tardo a rispondere.

«Ora che ci penso, hai rifiutato molti pretendenti… Mike, Tyler, Erik… grazie anche all’aiuto di Edward. È molto protettivo verso di te, soprattutto quando deve allontanare possibili rivali…» conclude quest’ultima, con un sorriso dipinto sul volto. Cosa vuole insinuare? Che Edward è interessato a me?

No… impossibile. L’avrei notato… o no?

«Se li ho rifiutati è perché non mi piacciono, tutto qui. Ed Edward, gentilmente, si è offerto di renderli meno… insistenti. È il mio migliore amico… per questo motivo è così protettivo» ribatto arrabbiata. Perché devono illudermi di qualcosa che non esiste?

Rosalie sbuffa ed alza gli occhi al cielo, come se le mie parole fossero del tutto fuori luogo e assolutamente false, Alice borbotta qualcosa tipo: «come ho fatto a non accorgermene! Quei due… accidenti!»

«E di Jacob? Che mi dici? Siamo a dicembre, è quasi passato un anno da quando sei qui, e quando lui ha provato a corteggiarti… Edward gli ha messo i bastoni fra le ruote…» la interrompo confusa.

«Ma che stai dicendo? Jacob mi ha detto che ha capito che siamo solo amici, e mi ha detto di essersi preso una cotta per un’altra ragazza che abita nella riserva… Leah, se non sbaglio» le rispondo. Edward non c’entra niente in questa storia, gli ho solo detto che Jacob mi ha fatto capire che gli piaccio… tutto qui. Ho visto il suo volto incupirsi di poco, e mostrare un sorriso tirato, ma mi ha detto che non stava tanto bene quel giorno… possibile che… fosse geloso?

«La cotta se l’è presa dopo aver chiacchierato con Edward. Solo dopo, Bella. Ma non hai risposto… ti piaceva Jacob?» mi domanda imperterrita Rose. Se mi piaceva?

«Ammetto che è un bel ragazzo, ma anch’io lo considero un amico, niente di più…» le comunico, emettendo un sospiro. Quanto durerà questo interrogatorio?

«Ti faccio una domanda semplice… Bella, ti piace mio fratello?» mi chiede Alice, intromettendosi con una domanda più che imbarazzante. Cosa rispondo?

«Beh, è un bel ragazzo…» cerco di deviare la sua domanda, ma lei non ci casca.

«Te lo domando di nuovo: ti piace mio fratello? E non dirmi di no, non sei brava a mentire!» mi dice arrabbiata.

«Sì, mi piace molto» ammetto in un sussurro, ma che loro sentono e cominciano ad urlare dentro l’abitacolo della macchina. Io, invece, sono tutta rossa, peggio di un pomodoro.

«Bene, sono contenta di averlo saputo in tempo. Sai, sto organizzando la vigilia di Natale in una casa che abbiamo affittato proprio per noi ragazzi… non accetto rifiuti… signorina!» mi comunica Alice, con una strana luce selvaggia e determinata negli occhi.

«Perché non me lo hai detto prima?» le domando, preoccupandomi del fatto che, forse, Charlie, non mi darà mai il permesso.

«Se ti preoccupi di Charlie… non devi. Gli ho già parlato a tua insaputa. I vestiti li stiamo per comprare… perciò…» bene, come al solito, fa tutto lei, senza lasciarmi il tempo di poter dire qualcosa o ritrattare.

«Grazie, Alice» ribatto sarcastica ed incrociando le braccia, irritata dal suo comportamento.

«Figurati… cara» dice sorridendo.

Un’altra giornata di shopping mi attende… evviva! Che felicità!

Pov Alice

«Bella? Perché non provi questo vestito?» le domando, sapendo che non mi deve contraddire, accetta riluttante e si infila dentro il camerino. Afferro per un braccio Rose e facendole l’occhiolino, ci allontaniamo dalle orecchie di Bella.

«Quei due, alla vigilia, si metteranno insieme!» affermo con fermezza. Rosalie inarca un sopracciglio, scettica.

«E come pensi di fare?» mi domanda lei. Sono o non sono Alice Cullen?

«Ho un piano. Senti…» e le racconto il piano che ho in mente. Appena finisco lei mi dice:

«Tu sei matta! Da dove ti vengono certe idee?» e scoppiamo a ridere entrambe.

«Sinceramente non lo so… ma deve essere tutto realistico» lei annuisce e mentre prendo un altro vestito per Bella, organizzo il piano:

Edward e Bella fidanzati

Ci riuscirò, parola di Alice Cullen.

Pov Bella

È la vigilia e siamo diretti a La Push, nella villa che hanno affittato per poterci divertire tra ragazzi. Ora che ci penso, Alice, Rose, Emmett e Jasper si comportano in modo strano. Lanciano sempre occhiate furtive a me ed Edward, seduto al mio fianco nel sedile posteriore, che osserva il paesaggio che scorre veloce.

Quando Alice gli ha comunicato che sarei venuta anch’io, ho visto per un breve attimo un lampo di felicità nei suoi occhi. Era felice che ero con lui in questo momento?

«Siamo arrivati!» esclama Alice, scendendo dalla macchina. E’ sera, e la casa è illuminata, seppur debolmente. Un velo di nebbia si protrae dal basso, come se volesse oscurarci la vista della villa. Le altre ville vicine, sono disabitate, deduco dal buio che sembra albergare da fuori. Sembra una di quelle case infestate dai fantasmi! Ma che razza di posto ha scelto quel pazzo folletto!

«Alice? Sicura che sia questo il posto?» domanda scettico Edward. Allora neanche lui è mai venuto qui!

«Ma chi ti ha consigliato questa casa? Sembra il tipico luogo infestato dai fantasmi! Manca solo l’ululato dei lupi e siamo a cavallo!» esclamo arrabbiata, voltandomi verso la mia ex migliore amica. Lo sa che non credo ai fantasmi!

«Tecnicamente si chiamano apparizioni… non fantasmi…» la interrompo stizzita.

«Stai scherzando? Io non entro lì dentro!» ribatto.

«Hai paura dei fantasmi, Bella? Io la trovo una splendida idea! Sarà divertente» ammette Edward, leggermente esaltato, seguito da un felicissimo Emmett, che non smette di saltellare come una cavalletta. Jasper, invece, non dice nulla. Strano… qualcosa la dice anche lui, a volte. Invece, i due angeli qui presenti, Alice e Rosalie, sorridono angeliche.

«Io non ho paura… sono solo immagini create dalla nostra mente, suggestionate da leggende e favole per bambini» è così. Io sono una persona razionale, non mi abbasso a farmi suggestionare e rendermi schiava di futili paure!

«Come dici tu, Bella. Eppure si racconta che, in questa villa, ci siano davvero i fantasmi. Per l’esattezza una coppia… due amanti, vittime della società di quel tempo. La loro unione era proibita, ma loro si innamorarono comunque. Credendo di non essere corrisposti, mentre la guerra civile mieteva vittime, decisero di uccidersi per mano loro… due suicidi... lui si uccide con un fucile, un colpo in fronte, mentre lei si spara in pieno stomaco. Durante i loro ultimi istanti di vita, decisero di stipulare un patto d’amore eterno all’insaputa dell’altro, in cui le loro anime si incontrano una sola volta. Ogni anno, la vigilia, per puntualizzare meglio, i loro spiriti tornano ad infestare la casa. Alcune coppie, che si sono già addentrate altre volte, durante la vigilia… sono morte, seguendo la tradizione dei due amanti infelici…  due suicidi» conclude la sua bella storia Alice, con un sorriso raggiante. Voleva spaventarmi? Non ci sei riuscita, Alice!

«Davvero bella come storia, ma non mi hai spaventato per niente… il gioco è finito» tento di salire in macchina, ma una mano si stringe al mio polso. Riconosco questo tocco… Edward.

«Bella, non guastare la festa. Trovo la storia interessante, perché non entriamo? Sarà divertente!» e comincia a trascinarmi verso l’entrata. Infondo, è soltanto una storia… non c’è niente di vero. Entro, controllo che non ci sia niente di strano ed esco. Semplice, no?

Appena entriamo, un lampo, seguito da un tuono, ci accompagnano, come un cattivo presagio… cose che non mi spaventano. Mentre Edward si avvicina alle scale, io mi guardo intorno ed in un attimo un rumore secco di una porta che sbatte ci fa sobbalzare entrambi.

La porta d’ingresso, lasciata aperta per far entrare gli altri, si è chiusa. Corro ad aprirla, ma non ci riesco, così urlo il nome di Alice e loro accorrono spaventati per le mie urla.

«Non preoccuparti, Bella. Andiamo a chiedere aiuto, non muovetevi da qui!» mi dice Rosalie. Io, leggermente alterata le rispondo.

«Dove vuoi che andiamo?» e senza rispondere alla mia domanda retorica, si allontanano. Io, disperata e stanca, mi accascio a terra, dando le spalle alla porta. Un altro lampo e un tuono, mi ridestano. Volto lo sguardo verso il salone, dove i mobili sono ricoperti da lenzuoli bianchi, e l’ombra di una donna, compare proprio mentre il lampo illumina la stanza. È un’allucinazione, Bella! Dettata dalla paura e dal racconto stupido di Alice.

«Bella? Non senti un rumore di passi che provengono da sopra?» mi domanda Edward, chinando la torcia verso il soffitto. È vero, sento anch’io il rumore di passi, ma non lo accetto.

«Smettila di scherzare! I fantasmi non esistono» ribatto dura. Lui, per nulla turbato dal mio comportamento, mi sorride compiaciuto.

«Non devi avere paura, di solito sono entità benevole… ma capita, a volte, che non sono così buoni» dice con un sorriso ironico, cominciando a salire le scale. Emetto un sospiro di rassegnazione e mi massaggio le tempie.

«Senti? Di nuovo quel rumore…» dice con fare tenebroso e tipico da film dell’orrore.

«Tutto quello che senti è dovuto alla suggestione che causano i film dell’orrore… uno scricchiolio, un soffio di vento… siamo ingenui, ci lasciamo sopraffare dalle storie, come quella di Alice…» è inutile parlare, tanto non mi ascolta. Nel frattempo abbiamo raggiunto il primo piano. Subito, una porta del corridoio si apre lentamente…

«Hai paura adesso?» mi chiede Edward tenendomi per mano. Io aumento la presa sulla sua e gli rispondo.

«Sì, ma è del tutto irrazionale» insieme ci dirigiamo verso quella porta ed entriamo dentro.

Una stanza illuminata si presenta ai nostri occhi. Le pareti sono rivestite in legno scuro, come i miei capelli. La stanza si trova al piano inferiore. Siamo su un balconcino che, attraverso una scala, ci conduce proprio giù. Il camino è stato spento da poco, e due poltrone si trovano proprio davanti ad esso. È una stanza ben arredata.

«Hai visto? Non ci sono i fantasmi! La luce è accesa, il camino è ancora acceso, o perlomeno lo era fino a qualche minuto fa e l’orologio infondo alle scale spacca il secondo» dico, esponendo le mie supposizioni.

«Sì, hai ragione» ammette scendendo attraverso la scala, per raggiungere il camino ed io lo seguo a ruota. Subito un lampo squarcia il cielo e una porta si chiude. La porta da cui siamo entrati, quella del piano superiore… insieme alla scala.

«Come è sparita la scala?» domando ad Edward, in preda al panico. Lui non riesce a proferire parola. Il rumore dei passi di prima torna a perseguitarci, solo che non sono passi di qualcuno… ma rumori provenienti da sotto le assi del parquet, che vibrano incessanti.

«Che significa, Edward?» e mi fiondo tra le sue braccia, in preda a spasmi violenti. Lui, incuriosito, decide di sollevare le assi del parquet e due cadaveri fanno bella vista di sé. Comincio a stringere, in maniera soffocante, il collo di Edward, che con me, ancorata a lui, mi trascina lontano e comincio ad urlare spaventata. Ma che razza di casa ha scelto, Alice! Una casa di assassini?

«Guardali bene! Quei due sono vestiti come noi… quelli siamo noi, e sono morti pugnalandosi» dice Edward con un filo di voce. Ora anche lui ha paura e mi stringe forte tra le sue braccia.

«Dobbiamo andarcene, Edward!» lui annuisce e, tenendomi per mano, apre una delle due porte presenti in quella stanza. Un’altra stanza, identica alla precedente, ci compare davanti. Confusi ci voltiamo indietro… inutile, le stanze sono uguali.

«Quindi se io vado verso l’altra porta, dovrei spuntare da questa?» dice lui chiudendola e dirigendosi nell’altra. La apre e aspetto che spunti da questa, ma non accade nulla. Subito dopo la porta lasciata aperta da Edward si chiude, ed io, in preda alla paura, corro in quella direzione, prova ad aprire ma resta sigillata.

«Edward!» grido in preda all’ansia, ma nulla. Ad un certo punto, l’altra porta si apre e davanti a me compare un uomo, dall’aspetto piuttosto elegante, con un lungo soprabito ed un cappello, di colore nero, un sorriso beffardo ad illuminare il suo volto. Capelli scuri ed occhi dello stesso colore… ma chi è?

«Buonasera, signorina!» esclama sedendosi su una poltrona.

«Salve… chi è lei?» gli domando, appiattendomi contro la parete. Lui scoppia ridere e si presenta.

«Mi chiamo Anthony Masen, lei cosa ci fa in casa mia la vigilia di Natale?» bella domanda… lo chieda ad Alice…

«Sono venuta con amici, ma io ed uno di loro siamo rimasti intrappolati… per caso l’ha visto?» gli chiedo. Lui scuote con il capo in segno di dissenso. Favoloso…

«Io vivo qui da anni, non viene mai nessuno qui…» lo interrompo acida.

«E quelli chi sono, allora?» e volto lo sguardo verso i due cadaveri, ma… non ci sono più. Ma come…?

«Di chi parla?» mi chiede, arcuando un sopracciglio, scettico.

«C’erano due cadaveri sotto le assi del parquet! Adesso non ci sono più!» grido, in preda all’isteria.

«Io non vedo nulla. Forse ha bevuto un po’, prima di arrivare qui…» è inutile! Non ci casco!

«Io non bevo! E sono sicura di ciò che ho visto! Mi dica dov’è Edward, lo so che lei sa dove si trova!» gli intimo con uno sguardo di fuoco.

«Sa qual è il suo problema? Non vuole restare sola il giorno della vigilia…» lo fermo.

«Ma che dice? Le ho detto che non sono sola! Sono con il mio amico, Edward…»

«Non mi prenda per stupido! Lei ama follemente quel ragazzo, per questo è qui… ed è sola la vigilia di Natale, mentre i vostri amici hanno un compagno o compagna con cui passare questo romantico giorno. La malinconia e la solitudine l’assale…» quello che dice comincia turbarmi… perché è vero. Sono sola, senza un compagno…

«La smetta! Lei non mi conosce… e come mai porta un cappello che stona con il suo abito elegante?» l’avevo notato, ma non gli avevo dato importanza. Lui mi sorride e mi risponde.

«Perché non prova a toglierlo… l’ho messo per non provocarle un attacco di cuore alla sua giovane età…»

Mi avvicino a lui, con passo titubante, lui si alza in piedi e non si muove di un millimetro, mentre avanzo verso di lui. Sollevo il cappello ed un buco enorme in fronte mi appare davanti. Il fantasma… è lui… Anthony Masen…

Ed il buio mi coglie.

Pov Edward

La porta si chiude alle mie spalle, separandomi da Bella. Un senso di angoscia mi assale…

«Per caso è lei l’amico di quella ragazza?» mi domanda una voce, appartenente ad una donna. Mi volto di scatto e vedo una bellissima donna scendere le scale, che prima non c’erano e dirigersi verso la libreria. Mi avvicino a lei e con un dito comincia a spostare i libri senza toccarli… lei è un fantasma…

«Sì, sono io, dov’è Bella?» le domando in preda alla paura.

«Non preoccuparti, ci raggiungerà presto» mi dice prendendo il libro che cercava e sedendosi su una delle due poltrone. Io la seguo in silenzio, finché non mi porge il libro, aperto nella pagina che desiderava.

L’immagine rispecchia due persone, un uomo ed una donna. La donna è uguale a quella che ho qui davanti. Leggo il nome: Marié Richards.

«Quindi lei è uno dei fantasmi che infesta questa casa?» le domando interessato.

«Sì, ma non parliamo di me… parliamo di te… perché sei qui la vigilia di Natale?» ribatte con un’altra domanda, e decido di risponderle.

«Sono venuto qui con i miei fratelli ed i miei amici…» ma lei mi interrompe.

«Io vedo solo te e la tua amica, non raccontarmi bugie… voi siete così attraenti e vi definite amici… cos’è? La malinconia del Natale ha colpito anche te?» non capisco dove vuole andare a parare…

«Non capisco…» dico io.

«Credi di sapere tutto, ed hai trascinato la tua “amica” qui, contro la sua volontà, perché non vuoi ammettere che vedere i tuoi familiari tutti accoppiati e tu, solo, sei costretto ad annegare nella solitudine…» le sue parole mi colpiscono come un ariete. E’ vero, odio quell’atmosfera di serenità che si crea a Natale, perché io non ho nessuno. Non ho una compagna con cui condividere quei momenti magici. Provo invidia verso di loro… ma da quando Bella è entrata nella mia vita, tutto è cambiato, ho scoperto alcuni sentimenti fastidiosi, mai provati… come la gelosia. Ogni volta che non è al mio fianco, mi sento solo… ed ora più che mai.

«Io…» cerco di ribattere ma lei mi blocca.

«Sei innamorato di lei da sempre, l’hai trascinata qui, affinché lei stesse al tuo fianco… quando il tuo reale scopo è quello di stringere un patto d’amore eterno, come il mio…» e scosta la leggera sottoveste, lasciando intravedere il buco dello sparo. In preda ad un conato di vomito, mi volto. È raccapricciante!

«Conciato così, dubito che potrai abbuffarti al pranzo di Natale» afferma con un sorriso ironico. Appena realizzo le sue parole, scoppio a ridere.

«Io e Bella non ci uccideremo a vicenda come avete fatto voi… è impossibile» concludo io.

«E se lei si volesse uccidere, a causa della solitudine che la pervade?» domanda ancora.

«Glielo impedirò» affermo sicuro. Due colpi secchi alla porta, mi fanno sobbalzare. La porta si apre e davanti ai miei occhi appare… lei.

Bella…

«Ciao Edward, volevo dirti che non sopporto più questa situazione… tu non mi ami, perciò non mi resta che uccidermi e tu, in preda alla disperazione, ti ucciderai, come la storia che ci ha raccontato Alice, una tragedia… un patto d’amore eterno a sancire la nostra storia infelice» dice con una luce malinconica negli occhi. Lei non è la mia Bella, e non le permetterò di morire… io l’amo.

L’ho sempre amata e non posso perderla così, per un gioco perverso organizzato da due fantasmi matti!

Corro verso di lei, prima che il pugnale che tiene in mano arrivi alla gola, ma lei è più veloce ed un urlo disumano squarcia la notte silenziosa… la mia voce. Le immagini si fanno sfocate e mi accascio a terra, e tutto diventa buio… non sono arrivato in tempo.

«NOOOO!»  e mi agito, sento voci che mi chiamano, ma non m’importa, lei… non c’è più.

«Edward! Mi senti, sono io, Alice» e mi sento scrollare in modo violento.

«Bella… non c’è più» dico in preda ai singhiozzi. Voglio morire anch’io, è colpa mia se lei non c’è più.

«Ma che dici, Edward. Bella è qui, è semplicemente svenuta, apri gli occhi» a quelle parole, i miei occhi si aprono di scatto… Bella.

È qui, svenuta tra le braccia di Emmett… non è morta come credevo. Immediatamente corro verso di lui e la strappo dalle sue mani. La stringo con una forza inaudita… la paura di perderla mi ha fatto capire che, non posso aspettare che lei mi dimostri amore, solo per paura di essere rifiutato… perché è un comportamento da vigliacchi.

«Bella?» i suoi occhi si aprono e sprofondo in un mare color cioccolato.

«Dimmi…» sussurra.

«Ti amo, ti ho sempre amata… perdonami se ti ho fatto aspettare così tanto…» lei mi sorride serena e con una luce ardente negli occhi si stringe al mio petto.

«Ti amo anch’io, zuccone!» si aggrappa al mio collo con forza e ci baciamo sulle labbra per la prima volta… un bacio pieno di passione e amore.

«Finalmente! Dovevamo usare per forza quella storia sui fantasmi per farvi capitolare?» chiede Emmett. Noi ci paralizziamo. Uno strano presentimento si fa strada nella mia mente…

«Emmett!» esclamano in coro Alice, Rose e Jasper. Io e Bella guardiamo l’artefice di questa messinscena… perché non c’è altra spiegazione.
Alice…

«Beh? Dovreste ringraziarmi… finalmente siete riusciti a dichiararvi!» esclama irritata.

«Ma come hai fatto a creare tutto questo?» le chiedo e con un gesto della mano indico la casa. Lei incrocia le braccia al petto, offesa.

«Io sono Alice Cullen e le mie idee sono originali, come il mio stile. E i due fantasmi non sono altro che…» e dalla casa spuntano i due fantasmi… solo che… hanno i vestiti dei due protagonisti, ma sono i miei genitori! Anche la voce era diversa! Alice è stata più furba di quanto pensassi!

«Edward? Ti facevamo più intelligente… figliolo» ed entrambi ridono, seguiti a ruota dagli altri. Solo io e Bella restiamo sbalorditi e con una faccia da pesce lesso.

«Ma che razza di famiglia ti ritrovi?» mi domanda stupita Bella, dopo essersi ripresa. Io scuoto il capo e l’abbraccio da dietro, baciandole il collo.

«Non lo so, ma il loro piano… ha funzionato. Ed ora noi siamo insieme» le dico in un orecchio.

«Sì… insieme. Durante il periodo più malinconico dell’anno… la vigilia di Natale. Per noi non sarà più così» e stringe di più a me, finalmente felici entrambi.

Ora anch’io ho qualcuno con cui passare la vigilia di Natale e il resto della vita… la mia Bella.

 

 

Un saluto a tutti! :-)
Beh, che dire di questa storia: come avrete capito, è stata scritta per un contest, di cui sono felice di aver partecipato, dando luogo a questa storia un po' bizzarra. Nella storia troverete alcuni errori, di cui io sono già a conoscenza, ma non posso modificarla, in quanto è questa la storia giunta ai giudici. In basso si trova il giudizio di quest'ultimi che io ritengo assolutamente corretto. Troppi punti di sospensione e tralasciato, anzi, trascurato, l'attinenza alla festività, dando spazio ai sentimenti d'amore dei due protagonisti. Spero vi sia piaciuta leggerla.


Premio originalità:                          



IV° classificata: Un patto d’amore eterno di yara89 

-Grammatica 8.75/10 : Questa storia è molto corretta dal punto di vista della grammatica. Complimenti! Purtroppo però sei scivolata qua e là con alcuni errori di punteggiatura(alcuni punti di sospensione li puoi benissimo togliere), ma tutto sommato nulla di così trascendentale. 
Per il resto la storia è scorrevole e piacevole alla lettura. 

-Lessico 9/10: Hai utilizzato un lessico semplice e non difficile da comprendere. 

-Stile 9.25/10: La storia è alquanto scorrevole peccato che, l’eccessivo utilizzo dei puntini di sospensione, abbia rallentato il ritmo della lettura. Se non fosse per questo piccolo punto ti saresti meritata un voto pieno! Comunque complimenti ;) 

-Originalità 10/10: Come non potevamo darti il massimo in questa voce? La tua storia ci è piaciuta tantissimo! Abbiamo letto tantissime altre shot in cui due migliori amici (in questo caso Edward e Bella) si innamorano e alla fine, grazie all’aiuto dei propri amici/ fratelli, si fidanzano, ma nessuna di quelle è riuscita a catturare la nostra attenzione come la tua! Come dire, l’aura di mistero ci ha trascinate completamente nel tuo mondo (per metà) soprannaturale. Complimenti! Non ci saremmo mai aspettate una storia con un simile contesto  

-Attinenza alla festività 8.25/10: Ciò che hai voluto far risaltare in questa storia è più che altro l’amore tra i due protagonisti. Non che ci dispiaccia xD però avresti potuto parlare un po’ di più della festività! 

-Trama 4.75/5: La trama è molto originale e per nulla banale, anzi unica nel suo genere! Complimenti !! 

-IC 9/10: I tuoi personaggi nel complesso sono ben caratterizzati e proprio OCC! Ben diversi da quelli della Meyer! Qui troviamo una Bella sotto alcuni aspetti cauta ma anche coraggiosa (Lo si comprende dal fatto che non ha paura di entrare in una casa che dicono sia infestata dai fantasmi) e sotto altri timida e impacciata, proprio come Edward (poiché non hanno mai avuto il coraggio di confessarsi i loro sentimenti). 

-Giudizio personale 4.25/5: La tua storia ci è piaciuta molto, peccato per quei pochi errori. Anche se hai lasciato un punto in sospeso: Come faceva a scomparire e a ricomparire la scala? Sappiamo che è stata tutta un invenzione di Alice, però è molto difficile spostare una scala da una parte all’altra come se fosse un oggetto che si può tenere a portata di mano! Per il resto ancora complimenti ;) 

Totale: 68.25/75 (+ punti bonus) 

   
 
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