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Autore: Lady Hime    28/12/2010    2 recensioni
Avete presente quelle bamboline che si usano per giocare una sola volta e poi vengono buttate, sostituite da quelle più belle? Linda, prostituta di Via Prè si sentiva così, mentre mostrava le sue curve sinuose da sotto la pelliccia.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una bambola Usa e Getta


C’è una strada che tutti chiamano ‘Via Prè’, non importa che nome avesse prima, adesso sulla bocca di tutti è semplicemente “Via Prè, la strada delle puttane”.
La maggior parte della gente, per rispettare il proprio titolo di “persona perbene” si tiene distante da quella via infamata, criticandola e instaurandoci un tacito divieto. Alcune persone però, che non son cercatori né di sesso né di droga, ci si addentrano talvolta con un’inusuale curiosità e vedono ciò che la gente descrive, coi propri occhi.
Lì le ragazze cominciano a popolare le strade verso le dieci di sera, cariche di trucco, borsette di plastica e vistosi gioielli; passeggiano su tacchi troppo alti e colorati, fumando una sigaretta dopo l’altra. Gli spacciatori, camminando come dei boss nelle strade buie, le chiamano puttane e molte volte vanno da loro a farselo ciucciare, promettendo come ricompensa una dose o due di marijuana.
C’è una ragazza che se ne sta seduta con le gambe accavallate su una panchina, in attesa del proprio cliente, che verrà, ne è certa. Anche lei è una puttana, chi la conosce o ne è cliente abituale, la chiama Linda; ha cominciato a battere in Via Prè quando aveva sedici anni, non era né troppo giovane né troppo vecchia; ci sono ragazze trascinate per la strada molto prima, come Stella o Cristina. Finita la scuola scappano lì, in attesa della notte. Nessuno fa domande, nessuno chiede se non c’è nessun genitore a fermarle da quella pazzia. Non si domanda del passato in Via Pre, non c'è tempo e nemmeno voglia di rivangare dolorosi momenti.
Linda è finita lì perché ha deciso di scappare di casa, da una famiglia normale e senza particolari regole; fu una litigata più pesante delle altre che la fece fuggire da quel posto.
A volte, quando suo padre le urlava che era una nullafacente, rivedendo in lei i fallimenti di sua sorella, Linda scattava e urlava che avrebbe sempre potuto far la troia per raccattare quattrini.
Erano parole dette con leggerezza, con quasi disgusto, senza riflettere per un momento che ci vuole coraggio per intraprendere un mestiere come quello della prostituta, che sia obbligato o meno; non sai mai in che mani ci si potrebbe trovare, come può esserci il salvatore, può esserci anche il carnefice. Si ripeteva quello, la bella Linda, ogni volta che una macchina si accostava a lei. La portiera si apriva di scatto e lei si chinava per vedere il suo nuovo amante; sorrideva, di un sorriso stantio e usato fin troppo, lasciando intravedere da sotto la pelliccia i suoi seni abbondanti.
Concordato il prezzo, saliva poi in quell’auto, tirando stizzita a sé la pelliccia, imitando le dame dell'ottocento che compivano il medesimo gesto per impedire alle loro vaporose gonne di rimanere intrappolate nella porta.
Un ironico paragone senza dubbio.
La macchina sfrecciava poi via da lì; i servizi non si fanno in Via Prè, lì si espone soltanto la merce.
Puoi essere trovata dal tuo salvatore o dal tuo carnefice, si ripeteva ancora mordendosi il labbro, da brava sgualdrina. Poi come una bambina ubbidiente, si metteva ad ascoltare quello che talvolta il cliente diceva, osservando fuori dal finestrino. Linda fissava il fiume che costeggia la via ogni volta che l’automobile si allontanava dalla vetrina. E pensava se anche lei, un giorno o l’altro, sarebbe stata abbandonata lì, morta, come una bambola usa e getta.

   
 
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