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Autore: Miyan    10/12/2005    5 recensioni
Questa è la storia di una giovane ragazza che si ritrova ad aver di nuovo a che fare con Hogwarts qualche anno dopo al suo diploma... la storia di simpatie, amori e il proseguimento della vicenda di Harry, ipotizzando la morte di Lord Voldemort alla fine del settimo anno... spero che vi piaccia... è stato scritto prima dell'uscita del sesto libro...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

CAPITOLO 1

L’estate era calda e afosa, anche a Londra, soprattutto nel centro città dove il gas di scarico di quei marchingegni che i babbani chiamano automobili infestava l’aria. L’umidità si appiccicava alla pelle, rendeva la respirazione pesante e, anche a quell’ora del tardo pomeriggio, si cercava disperatamente un po’ di vento che allietasse il viso imperlato di sudore.

La stanza si trovava in uno dei tanti edifici che occupavano la City. Fuori dalla finestra si vedevano babbani che camminavano con passo svelto, con delle borse piatte in una mano e strani oggetti appoggiati ad un orecchio e sembrava parlassero da soli. Il sole entrava da un’ampia vetrata che riempiva tutta una parete della stanza. Tre scrivanie erano sistemate agli altri tre lati, erano stracolme di fogli, libri, pergamene e oggetti di ogni genere. Alle pareti erano appesi poster di varie squadre di quiddich, articoli strappati molto probabilmente dalla Gazzetta del Profeta, disegni di svariate creature magiche e tre diplomi conseguiti ad Hogwarts.

La porta si aprì. Tre ragazze entrarono nella stanza. Erano completamente sporche di qualcosa di viscido e viola. Una di loro si tolse il mantello e lo scaraventò a terra insieme al cappello a punta e si sedette alla sua scrivania.

"Prima o poi chiederò un indennizzo. Sono stanca di arrivare a casa ogni giorno con mantelli da lavare o smacchiare o rammendare o buttare! Spendo tutto il mio stipendio nel comprarmi mantelli nuovi…!"

Le altre due seguirono il suo esempio, buttarono i loro mantelli e i cappelli accanto al suo e sorrisero della lamentela della compagna.

Una di loro, una ragazza molto carina dalla pelle olivastra, i capelli scuri e magnetici occhi verdi che mutavano spesso in nocciola, si passò una ciocca dietro l’orecchio, si avvicinò all’amica e le disse:

"May smettila di dire sciocchezze! È il lavoro che hai sempre sognato!"

May, che era praticamente sdraiata sulla seggiola, si raddrizzò guardandola negli occhi:

"Io volevo aiutare le persone a sbarazzarsi di creature oscure e non dei soliti Mollicci e parassiti del genere. Lo sai bene Shannon "

L’altra amica, la più bassa di statura delle tre, era minuta e snella, i corti capelli rossi erano tagliati all’ultima moda, e i vispi occhi verdi osservavano ogni particolare.

"May, ormai di creature oscure non se ne vedono più in giro, lo sai…"

May era evidentemente irritata. Sbuffò guardando la pila di carte che doveva finire di preparare. Le sue amiche e colleghe intanto si erano sedute alle rispettive scrivanie e stavano facendo quello che lei non voleva fare.

Lei allora si alzò, prese i suoi abiti imbrattati e le salutò:

"Shannon, Victoria ci vediamo domani"

ma mentre stava per uscire sentì il verso di un uccello. La sua civetta nera era appoggiata al trespolo e teneva tra il becco una busta. May la prese e vi riconobbe subito lo stemma che vi era impresso. Fece dietro front e si sedette alla sua scrivania.

"Sei già di ritorno?" domandò Shannon divertita.

"Ho ricevuto posta da Hogwarts. Sono troppo curiosa per aspettare di leggerla a casa" rispose May mentre si legava i lunghi riccioli rossi in una coda, per essere più comoda. Poi aprì la busta, ne estrasse il foglio e lesse il contenuto.

Carissima signorina Pereights,

per me è un vero piacere dover rivolgermi a lei per chiederle un favore che mi sta molto a cuore.

Come ben saprà, per molti anni abbiamo avuto dei problemi a trovare l’insegnante che occupasse la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure. Negli ultimi due anni avevo pensato di aver trovato finalmente un insegnante che sarebbe rimasto a lungo, ma purtroppo è stato richiamato in Scozia per effettuare delle ricerche a proposito delle varie creature magiche che la popolano.

Essendo ormai l’inizio dell’anno scolastico agli sgoccioli, e avendo un estremo bisogno di un insegnante adatto, mi è venuta in mente lei, una dei nostri migliori diplomati e soprattutto tra i migliori in Difesa contro le arti oscure.

La pregherei di raggiungermi il prima possibile a scuola, in modo da poter avere un colloquio con lei.

Le porgo i miei più sinceri saluti

Albus Silente

Preside della scuola

Di magia e stregoneria

Di Hogwarts

Piegò di nuovo la pergamena e la appoggiò sulla scrivania tra un trattato sugli orchi e una strana pozione arancione.

"Per la barba di Merlino!"

esclamò stupita espirando tutta l’aria che aveva nei polmoni. Le due amiche la guardarono incuriosite.

"Buone notizie?"

chiese Victoria, sperando di ricevere informazioni dettagliate.

"Altroché… non ci crederete ma, molto probabilmente, avete davanti l’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure di quest’anno!"

rispose May sorridendo estasiata. A Shannon cadde il grosso pacco di fogli che aveva in mano.

"Wow, è fantastico. Ma fammi leggere cosa ti hanno scritto" disse Shannon alzandosi dalla sua scrivania e avvicinandosi a quella della ragazza per prendere la lettera.

"Per adesso devo andare ad un colloquio, ma sembra che Silente mi voglia per quest’anno" aggiunse May.

"E io che pensavo che prima o poi il professor Piton sarebbe riuscito ad avere quella cattedra. Sembra che Silente non lo voglia proprio accontentare" disse Victoria sorridendo.

May rimase zitta, come se fosse stata pietrificata all’idea di rivedere certi professori, soprattutto Piton, l’uomo più temuto ad Hogwarts. Si era beccata due o tre rimproveri, e una punizione quando era al primo anno quando aveva fatto esplodere una pozione piuttosto semplice. Rise pensando a quanto era imbranata a quel tempo.

"Ragazze, ma se accetto di insegnare a Hogwarts non potrò più lavorare con voi!"

esclamò May preoccupata. Shannon le si avvicinò e l’abbracciò mentre la rincuorava…

"May, non ti preoccupare per noi, riusciremo a mandare avanti il lavoro anche senza di te. Poi durante l’estate ci raggiungerai e ci aiuterai. Al massimo se avremo dei casi piuttosto interessanti ti avvertiremo, ma credo che avremo sempre da fare solo con mostriciattoli"

"Devi avere fiducia in noi, e poi è un’occasione unica… dopo solo due anni essere un’insegnante nella scuola dove ti sei diplomata! Ah che bei ricordi…" disse Victoria per convincere del tutto la sua amica.

May salutò le due e poi finalmente usci dall’ufficio. Erano già le sette di sera ma il cielo era ancora chiaro. Salì all’ultimo piano del palazzo e prese il suo manico di scopa, si guardò in giro, pronunciò un incantesimo che la rendeva invisibile agli occhi dei babbani e si diresse verso sud, dirigendosi verso casa.

May abitava in una casa non molto grande in un piccolo paese a sud di Londra. Viveva ancora con i suoi genitori, Rose e Adam, e suo fratello Gary. Sua madre era una casalinga un po’ robusta con splendidi occhi verdi. Lavorava tutto il giorno a casa e dopo aver svolto le faccende domestiche si dedicava al suo passatempo preferito: la sartoria. Suo padre invece era impiegato alla Greengott, i capelli brizzolati e gli occhi castani come i suoi. Infine c’era suo fratello Gary, che aveva quattro anni meno di lei, era alto e slanciato con i capelli e gli occhi castano scuro. A settembre avrebbe frequentato il sesto anno ad Hogwarts, e avrebbe concentrato le sue energie sul corso di Pozioni. Come avesse fatto a prendere il massimo dei voti nel G.U.F.O in Pozioni, May se lo domandava ancora, ma almeno lui non avrebbe corso grossi rischi con Piton, come aveva fatto lei a suo tempo.

May aveva poco più di vent’anni, i lunghi capelli ricci erano tinti di rosso. Gli occhi erano castani, ma non scuri… era difficile da spiegare, ma erano limpidi, e portava un paio di occhiali dalla montatura verde. Non era una ragazza bellissima, e lei questo lo sapeva, perciò si era concentrata sulle sue doti intellettuali. Infatti aveva fatto parte della Casa dei Corvonero, quella degli intelligenti, di cui ora faceva parte anche suo fratello, e aveva preso i M.A.G.O. in Difesa contro le arti oscure, Cura delle creature magiche, Incantesimi e Erbologia con il massimo dei voti, e in Pozioni, Trasfigurazione, Astronomia e Antiche rune con dei voti molto buoni.

Quella sera planò nel cortile davanti a casa sua, casa che era invisibile ai babbani grazie ad una delle tante magie che i suoi genitori vi avevano apportato. Entrò in casa e si diresse in cucina. Sua madre stava preparando la cena, c’erano coltelli che affettavano verdure, pentole che bollivano sui fornelli con mestoli che mescolavano da soli, piatti che volavano dalla credenza alla tavola, insomma un po’ di caos. May salutò la madre fermandosi sulla porta della stanza.

"Ciao mamma, sono arrivata."

La madre si voltò verso di lei:

"Ben tornata. Com’è andata oggi a lavoro?"

ma nel vedere il mantello e il capello di nuovo macchiati la rimproverò come al solito

"May, ma mi vuoi spiegare come fai a sporcarti sempre in questo modo? Possibile che tu non riesca ad imparare a stare attenta!"

"Ma mamma, non è colpa mia! Ma ora non ho voglia di discutere. Piuttosto sai dove ho messo il mio vestito verde, senza maniche?" domandò la ragazza mentre si toglieva il mantello e con un incantesimo lo spediva in lavanderia.

"Dovrebbe essere appeso nel tuo armadio. Ma non metterai uno dei tuoi abiti più belli per andare a lavoro!" rispose la madre mentre si voltava di nuovo verso le sue pentole e continuava a preparare l’insalata.

"No, domani non vado a lavoro"

disse la ragazza sperando di non dover dare ulteriori spiegazioni.

"E dove vai?" domandò la madre, girandosi verso di lei per guardarla in faccia.

"A Hogwarts. Mamma e il mantello grigio, quello leggero dov’è? Non c’è attaccato all’appendiabiti!" domandò di nuovo la giovane per cambiare argomento.

"A Hogwarts? Come mai?" domandò la madre, lasciando definitivamente la preparazione della cena e seguendo la figlia che era andata in camera sua.

"Il professor Silente vuole parlare con me. Niente di importante. Piuttosto dov’è il mantello?" chiese di nuovo spazientita May.

"È nell’armadio dei mantelli. Tu però non me la racconti giusta… strano che Silente voglia parlare con te." Concluse la madre tornando in cucina.

Intanto May era rimasta nella sua stanza cercando il vestito per l’indomani. Sentì un becco picchiare sul vetro della finestra. La aprì per farvi entrare la sua civetta nera Shade, che si posò accanto a lei. La ragazza prese la sua carta da lettere e una busta e scrisse una lettera in risposta all’invito di Silente.

Egregio Professor Silente,

ho ricevuto il suo invito a raggiungerla ad Hogwarts. Sono ben lieta di tornare nella sua scuola.

La raggiungerò per un colloquio domani mattina. Molto probabilmente sarò lì per le nove e mezza.

A domani

May Pereights

Piegò la lettera e la mise nella busta su cui aveva già scritto l’indirizzo del destinatario. La diede a Shade pregandola di raggiungere il prima possibile Hogwarts e Silente, e di aspettarla lì fino all’indomani.

Quel mattino May scese in sala indossando uno splendido abito verde smeraldo con ricami dorati sugli orli, il mantello grigio appoggiato su un braccio. Dopo aver fatto colazione con del succo di zucca e una fetta di dolce preparato dalla madre, indossò il mantello e prese la borsa. Decise di raggiungere Hogwarts nel modo più veloce che conosceva, smaterializzandosi.

Non era possibile materializzarsi all’interno della scuola, allora decise di raggiungere Hogsmeade. Apparve all’ingresso dei "Tre manici di scopa", ma decise di non entrare. Attraversò il paese e prese il sentiero che aveva percorso molte volte quando frequentava ancora la scuola. Quando giunse ai cancelli vide davanti a sé Hagrid.

"Signorina buongiorno. Cosa la conduce qui?"

domandò il mezzo gigante guardandola dall’alto della sua statura. May si rischiarò la voce e sorrise prima di rispondere…

"Il Professor Silente mi attende per un colloquio."

Hagrid le fece segno di entrare e l’accompagnò fino al portone d’ingresso dove incontrarono la professoressa McGranitt.

"Signorina Pereights, è in perfetto orario. Il professor Silente la attende nel suo studio. Prego le faccio strada."

Disse la professoressa. Percorsero i corridoi della scuola, che ai suoi occhi non erano cambiati per nulla negli ultimi due anni, poi, dopo che la professoressa McGranitt pronunciò la parola d’ingresso, apparvero le scale che conducevano allo studio di Silente. Quando fu davanti alla porta, May sentì un brivido percorrerle la schiena.

"Su avanti, entri pure"

disse una voce che proveniva dall’interno. May si stupì, in quanto non aveva ancora bussato alla porta, ma sicuramente Silente era uno dei maghi migliori di tutti i tempi, e le sue capacità erano illimitate.

Entrò nell’ufficio con passo insicuro e si guardò attorno. Strani oggetti erano appoggiati ogni dove, mentre i quadri dei precedenti presidi della scuola erano tutti occupati e la osservavano.

"Venga, si sieda pure"

vide Silente seduto dietro alla sua scrivania, con la lunga barba sempre più bianca. Si sedette alla poltrona che lui le mostrava e fece un respiro profondo prima di parlare.

"Buongiorno professor Silente, sono rimasta molto sorpresa della sua lettera."

"E perché mai signorina?"

domandò il preside che fece una pausa prima di continuare a parlare

"Lei è una dei migliori diplomati usciti da questa scuola, e tra i primi in Difesa contro le Arti oscure."

"Non pensavo di ricevere una proposta come la sua. Insegnare nella scuola di magia e stregoneria migliore al mondo, e dopo solo due anni dal mio diploma"

May manifestò la sua sorpresa.

"Come ben sa, ho bisogno di lei come insegnante. So che potrebbe esserle di imbarazzo insegnare a studenti di poco più piccoli di lei e che fino a poco tempo fa erano suoi compagni, ma lei è la migliore sulla piazza in questo momento!"

spiegò Silente.

"Ma… non so se mi rispetteranno, soprattutto i Serpeverde"

ribadì la ragazza abbassando lo sguardo sulle sue mani che stavano tormentando il bordo del mantello.

"Oh, credo che qualche punizione le possa dare anche lei, senza timore. Il professor Piton sarà ben lieto di aiutarla"

a sentire quel nome sentì il cuore balzarle in gola. Aveva paura di Piton, no, meglio, ne aveva soggezione. E poi Piton "ben lieto" era un po’ difficile da immaginare, per non parlare che lui desiderava da moltissimo tempo la cattedra che lei avrebbe occupato.

"Beh… non so che dire"

affermò la giovane alzando lo sguardo e tornando a fissare Silente negli occhi.

"Lo so io. La aspetto due o tre giorni prima dell’inizio delle lezioni per discutere sui programmi del suo corso per i vari anni. Nell’uscire troverà sul tavolino qua fuori i libri in dotazione quest’anno e i programmi seguiti negli anni precedenti dai suoi predecessori. Li studi in queste ultime tre settimane."

Disse Silente con voce gentile. May si alzò per congedarsi.

"Allora la saluto professor Silente. Spero di essere all’altezza della sua fiducia. Tornerò ad Hogwarts qualche giorno prima dell’inizio delle lezioni, pronta per insegnare. Arrivederci"

"Arrivederci signorina, e mi saluti le sue amiche Bubbleslow e Smallwasp. Ho saputo che lavorate insieme." Rispose il preside.

"Sì, lavoriamo insieme. Gliele saluterò molto volentieri."

Disse la ragazza, poi lasciò lo studio dell’uomo.

Sul tavolino lì fuori c’erano sette volumi non troppo grandi e due quaderni di appunti, che erano contenuti in una grande borsa di pelle. La prese a due mani e scese per uscire da Hogwarts.

Era nei giardini e stava per lasciare la scuola quando incontrò il professor Piton. La ragazza cominciò a sudare freddo, sperando che lui non si accorgesse di lei. Ma lui l’aveva già vista e si stava dirigendo verso di lei, con il suo solito sguardo arcigno.

"Signorina Pereights, ho saputo che saremo colleghi."

Affermò l’uomo, completamente vestito di nero come al solito.

"Ehm, sì. Insegnerò Difesa contro le Arti oscure. Non me lo sarei mai aspettata."

La ragazza non sapeva proprio che dire.

"Bene. Era molto brava come studentessa, anche nella mia materia. Speriamo che sia altrettanto brava nell’insegnamento. Arrivederci" concluse l’uomo, mentre osservava la borsa piena e pesante che portava la ragazza, senza nemmeno degnarsi di offrirsi di aiutarla.

"Arrivederci" rispose la giovane, dando un respiro di sollievo per il fatto che se n’era andato.

Poco dopo apparve Shade che andò a posarsi sul suo braccio.

"Ciao piccola. Andiamo a casa adesso"

Appena uscita dalla scuola riuscì a smaterializzarsi a casa, dove lasciò cadere la borsa nell’ingresso.

La sera May scese per la cena. La borsa era ancora appoggiata sul tavolino d’ingresso. Raggiunta la sala da pranzo si sedette a tavola senza dire una parola.

Quando furono tutti e quattro a tavola la madre incominciò a fare conversazione.

"Adam, lo sapevi che oggi nostra figlia è stata convocata ad Hogwarts?"

domandò con fare noncurante la donna.

"Davvero Rose, e per quale motivo?" chiese l’uomo mentre mangiava una bistecca.

"Il professor Silente voleva parlare con lei."

"E cosa le ha detto?" domandò l’uomo.

"Non so. È arrivata a casa con quella borsa pesante che c’è nell’ingresso e si è chiusa in camera per scendere solo ora."

Rispose la donna. May non aveva dato segno di seguire la conversazione e continuava a mangiare.

"May, che voleva Silente da te?"

le domandò suo fratello, interessato dal comportamento silenzioso della ragazza.

"Ok, ve lo dico. Sono la nuova professoressa di Difesa contro le Arti Oscure di quest’anno!"

la ragazza disse tutto in un fiato, come se non fosse certa lei stessa di quello che diceva.

"Cosa?"

tutti e tre posero la stessa domanda ad alta voce.

"Silente mi ha chiesto, anzi mi ha quasi imposto di diventare la professoressa di quella materia. Dice che sono la migliore al momento."

"May, ma che bello. La materia che ti è sempre piaciuta di più"

affermò la madre, che la guardava allegra anche se un po’ stupita.

"Con il lavoro che svolgi, hai l’esperienza giusta per insegnare questa materia. Sono molto contento."

Disse il padre con il solito fare autoritario.

"Che bello. Così non mi darai né compiti né punizioni, sorellina"

affermò il fratello.

"Gary scordatelo. Proprio perché sei mio fratello, anche un piccolo sbaglio e ti sgriderò, anche una sola sciocchezza e riceverai una punizione. Dovrai impegnarti più degli altri."

La ragazza rispose seria, anche se in realtà lo voleva solo spaventare. Sarebbe stata giusta e corretta sia verso gli altri, sia verso suo fratello.

"Cambiando argomento, Gary anche quest’anno farai parte della squadra di quiddich di Corvonero?" domandò la giovane sperando di spostare l’attenzione da lei.

"Sì, uno dei migliori portieri che i Corvonero abbiano mai avuto, anche se non sarò mai come Oliver Baston, peccato che fosse un Griffondoro."

"Adesso che Rachel Granview se n’è andata siete rimasti senza cercatore"

"Già, speriamo di trovare qualcuno di cui non ci siamo mai accorti perché c’era lei. E dobbiamo cercare anche un cacciatore, anche Tommy Chestnut si è diplomato l’hanno scorso."

Disse il fratello.

"Per fortuna che io non sono mai stata una gran giocatrice… però Victoria era il miglior cacciatore che c’era quando andavamo ancora a scuola"

proseguì la ragazza mentre pensava ai vecchi ricordi di quando andava a scuola.

"Beh vado in camera mia… ho un po’ di libri da leggere."

La ragazza si alzò e andò nell’ingresso dove prese la borsa, poi salì in camera sua, si sedette sul letto ed estrasse il libro del primo anno "Arti oscure, le prime difese".

"Speriamo che vada tutto bene".

L’indomani mattina entrò nel suo ufficio con la Gazzetta del Profeta in mano… Oliver Baston aveva portato la sua squadra alla vittoria la sera prima, alcuni giganti avevano fatto visita al ministro della magia, alcuni babbani si erano scontrati con un ladro mago in fuga che aveva causato non pochi problemi…

Si sedette alla scrivania e andò alla pagina delle inserzioni, magari c’era del lavoro per lei… su una nave era stata ritrovata una sirena e i marinai non riuscivano ad avvicinarsi a lei, che con il suo canto li ipnotizzava.

"Ecco un lavoro per me. Vediamo dove si trova… Liverpool"

prese il mantello e si pigiò il cappello in testa. Prese la sua borsa e aprì uno sportello dove erano ben allineate decine e decine di pozioni di ogni genere e colore. Ne prese quattro o cinque diverse, mise la bacchetta in tasca e prese una manciata di polvere volante. Entrò nel camino, gettò la polvere a terra e gridò "Ufficio portuale magico di Liverpool". Dopo pochi secondi apparve nel camino del luogo che aveva indicato.

Alcuni maghi occupavano la stanza correndo da tutte le parti.

Uscì dal camino e tossì, della polvere le era entrata in bocca. Fermò una strega dai corti capelli castani.

"Scusi, ho sentito che avete un problema con una sirena"

"Sì signorina, se è un’altra giornalista si diriga in quella stanza…" e le fece segno verso una porta alla sua destra "…lì potrà ricevere tutte le informazioni che vuole."

Disse la donna mentre stava per andarsene, ma May la fermò.

"No, non sono una giornalista. Sono una cacciatrice di creature magiche."

A sentire quelle parole la donna si voltò verso di lei.

"Mi segua, la porto dal signor Headlight."

May seguì la donna che si inoltrava in vari corridoi per poi fermarsi davanti alla porta di un ufficio.

"Attenda un minuto. Vado ad annunciarla al signor Headlight. Qual è il suo nome?"

domandò la donna.

"Pereights, May Pereights. Della PBS creature magiche."

Rispose la ragazza.

La donna entrò nell’ufficio mentre la ragazza aspettava fuori. Pochi minuti dopo riapparve facendola accomodare.

Entrata nell’ufficio vide un uomo dai capelli grigi e lunghi baffi a punta che era in piedi accanto alla finestra.

"Signorina Pereights, ho sentito parlare della sua azienda. Pare che siate le migliori."

Con un gesto la fece accomodare sulla seggiola di fronte alla sua scrivania, che intanto aveva raggiunto.

"Diciamo che siamo brave. Ho sentito della sirena. Sono venuta ad offrirle il mio lavoro."

"E quanto mi costerebbe?"

"Se non ci riesco niente, se ce la faccio la tariffa usuale per "rare creature", più o meno quanto ha speso per acquistare il suo abito di pregiata sartoria"

rispose la ragazza, ormai molto abile nei contratti commerciali. L’uomo pensò per qualche momento.

"Va bene. La farò condurre alla nave."

Nel tardo pomeriggio May rientrò in ufficio, stranamente gli abiti erano ancora puliti e in ottimo stato. Victoria era seduta alla sua scrivania.

"Ciao Vic, dov’è Shannon?"

"Alcuni bambini hanno trasformato il loro gatto in un leone enorme. Dieci minuti e sarà di ritorno. Com’è andata con la sirena?"

"Le ho lanciato un incantesimo che l’ha resa temporaneamente muta, l’ho schiantata e l’ho addormentata per sicurezza con una pozione. Poi l’abbiamo trasportata nel suo mare tramite nave. Questione di quindici minuti il bloccarla, altre sei ore per portarla nel mare e tornare indietro."

"Hai mangiato qualcosa?"

"Niente da stamattina…"

"Tieni, ho uno zuccotto se vuoi."

Victoria prese il dolce da un cassetto della sua scrivania e lo lanciò all’amica che lo prese al volo.

"Grazie Vic."

In quel momento entrò Shannon e si tolse il mantello.

"Ciao May. Allora com’è andata da Silente?"

"Me ne ero completamente dimenticata. Allora May cosa voleva di preciso?"

domandò anche Victoria.

"Mi ha praticamente obbligata ad accettare di diventare professoressa. Devo dire che l’idea mi piace. Chi ci avrebbe mai pensato?"

disse May mentre prendeva un libro dalla sua borsa.

"Ti ci vedo come insegnante, sai spiegare bene. Ti ricordi tutte le volte che per qualche motivo mi perdevo una lezione, tu me la spiegavi senza problemi"

affermò Shannon sedendosi sulla scrivania dell’amica.

"Più che altro spero che i Serpeverde e altri come loro non mi facciano dispetti… non voglio fare brutta figura"

pensò May ad alta voce.

"Oh ti sai difendere bene… ti ricordi quella volta che Noel Miller voleva farti bere una pozione ipnotizzante per poi prenderti in giro?" domandò Victoria.

"Eccome, l’ho riconosciuta subito dall’odore e ho scambiato il mio bicchiere con il suo… che bei tempi erano quelli"

sospirò May.

"Scusa, mi è venuta in mente una cosa… tu sei una dei migliori in Difesa contro le arti oscure ma c’è una persona che è sempre stata la migliore di tutte…"

disse Shannon.

"Potter. Harry Potter è sempre stato un genio in Difesa contro le arti oscure. È molto più bravo di me. Anche io mi sono chiesta come mai Silente non l’abbia chiesto a lui di insegnare."

Disse May mentre apriva il libro e cercava la pagina a cui era arrivata la sera prima.

"Se non sbaglio è diventato un Auror… avrà troppi impegni"

provò ad ipotizzare Victoria.

"Strano… beh, meglio non pensarci. Devo concentrarmi su questo libro che userò per il primo anno. Mi sembra semplice… non dovrebbero avere problemi."

Disse May che si mise a leggere chiudendo il discorso di poco prima.

Vi prego commentata... un bacio

Miyan

 

  
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