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Autore: Akihiko    28/12/2010    3 recensioni
{Avete presente come dovrebbe essere un demone, eh?
Come ci hanno sempre descritti?[..]Avete ben presente in testa l’immagine di quelle zampette di capra tanto tanto pelose?
Bene, prendetela e buttatela nel cesso, con tanti saluti alla cara vecchia mitologia.
Strappatela in mille pezzi. Mangiatela. Cancellatela. Utilizzatela per costruire un aeroplanino di carta, cosa molto più proficua. Fateci quel che volete ma fatela sparire per sempre dalla vostra stupida piccola testolina.}
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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NdA:
Allora: nessuno dei personaggi da me descritti mi appartiene e non sto scrivendo nulla a scopo di lucro. Oh, e naturalmente i fatti descritti non sono mai avvenuti nella realtà e probabilmente non avverranno mai.
Questa è la prima storia che provo a buttar giù, siate clementi! u.ù
Leggete, leggete, mi raccomando *_*
E magari recensite anche, se avete un po' di tempo libero e non sapete come impiegarlo altrimenti  :P
Tra parentesi, dovrebbe uscir fuori una ColinxJared da tutto questo caos che c'è nella mia testa v.v







E’ così ingenuo.
Perché esaudisca il suo desiderio sarebbe disposto a fare di tutto.
Beh, io voglio la sua anima. La sua anima in cambio di una manciata di soldi o fama e gloria o amore.
Eppure non mi basta, no.
Voglio la sua vita e, cosa più importante, pretendo di riavere indietro la mia libertà.
E le voglio subito.
Ma lui, lui ha fatto le cose per bene. Gli sono indissolubilmente legato dal patto appena stipulato fino alla fine dello stesso.
In questi casi è sempre più difficile del previsto.

Oh, come sono arrivato fin qui? Semplice.
Quest’idiota qui, questo tizio del tutto anonimo che si trova all’esterno del cerchio magico, mi ha invocato.
Come? Chi sono io?
Io sono l’unico, il solo, inimitabile e stupendo demone che potreste ancora avere la fortuna – o sfortuna, dipende dai punti di vista – d’incontrare sulla faccia della terra.
Centinaia di pensone mi evocano ogni giorno, ma io non posso mica rispondere alle chiamate di tutti. Quindi, per favore, smettetela di provarci in continuazione e datemi un po’ di pace.
Come vi sentireste se ci fosse costantemente qualcuno attaccato al campanello di casa vostra?
Ecco, si, anch’io andrei a prendere quella bella spranga di ferro per sbatterla sul muso del prossimo seccatore.
Eppure, il lavoro è pur sempre lavoro e, dato che sono rimasto uno dei pochi, ogni tanto devo pure darmi da fare.

Bene, bene. Ora vediamo di chiarire un paio di cose.
Avete presente come dovrebbe essere un demone, eh?
Come ci hanno sempre descritti?
Avete presente le corna lunghe e appuntite, le orecchie piatte e quasi inesistenti, la pelle solitamente di qualche colore scuro – mai vista in vita mia l’immagine di un demonio che si rispetti color rosa salmone - o imbrattata di sangue e la totale assenza di qualunque possibile accenno di barba, sopracciglia o, ancora peggio, capelli?
Avete ben presente in testa l’immagine di quelle zampette di capra tanto tanto pelose?
Bene, prendetela e buttatela nel cesso, con tanti saluti alla cara vecchia mitologia.
Strappatela in mille pezzi. Mangiatela. Cancellatela. Utilizzatela per costruire un aeroplanino di carta, scopo molto più proficuo. Fateci quel che volete ma fatela sparire per sempre dalla vostra stupida piccola testolina.
Vi assicuro che noi demoni non siamo affatto diversi da voi esseri umani, esteriormente. E oh, ognuno di noi può cambiare forma e mutarsi nell’animale che maggiormente lo rispecchia. Io? Io sono fierissimo di appartenere alla gloriosa – e ruffiana! – stirpe dei demoni-gatto. Ma questo non dovrebbe interessarvi, no no.
Dicevo, abbiamo anche una forma umana. Possiamo facilmente confonderci con voi mortali. Guardate me, ad esempio: un bel ragazzo, modesto, alto circa 184 cm, dal fisico asciutto e atletico, con capelli corti e scuri e occhi quasi completamente neri, un piccolo accenno di barba sul mento – è seccante doverla tagliare ogni mattina – e una lunga coda ner.. ah, no, questo saltatelo.
Quando voglio posso trasformarmi in un’adorabile gatto nero dagli occhi gialli come quel lampione fuori dalla vostra finestra.
No, non quello spento. Quello accanto. Ecco, si.

D’accordo, chiarito questo, vediamo un po’ come ho fatto a infilarmi in questo enorme casino.
Ero lì tranquillo a fare i comodi miei, quando l’ennesimo seccatore viene a invocarmi per farmi fare chissà cosa.
E allora io prendo la mia bella spranga, mi avvicino alla porta, ma quando la apro vengo letteralmente risucchiato fuori. Ecco i danni causati da un’invocazione fatta proprio per bene.
No dico, ma vi sembra il caso di essere tanto scortesi e brutali? Tsk.
E’ per colpa di quest’idiota qui fuori – si quello che mi fissa a bocca spalancata come un baccalà -che ora ho i capelli tutti arruffati e fuori posto. Giuro, lo ucciderei solo per questo.

“Allora, ragazzino, non farmi perdere tempo. Che diavolo vuoi?”
Lo fisso con cattiveria, gli occhi ridotti a due fessure e l’aria più seccata che riesco ad assumere.
Ero nel pieno della mia vacanza, idiota!
Ancora mi fissa allibito, neanche gli fosse apparso davanti un coniglio parlante.
Lo fisso ancora, accigliato, e non posso fare a meno di sogghignare nel notare quanto tempo ci metta la sua voce a tornare.
Balbetta qualcosa talmente a bassa voce che neanch’io lo capisco, ma poco dopo sembra ritrovare un po’ di coraggio.
“Voglio che tu.. trovi questa persona.. “
Prende una foto sgualcita dalla tasca e me la mostra. Allungo la mano per prenderla e quasi gliela strappo di mano con uno scatto veloce. Osservo il tizio che rappresenta e annuso la carta, quasi potesse avere su impresso il suo odore.
“E..?”
“E.. devi.. devi aiutarmi a.. ucciderlo. Non.. fisicamente. Sarebbe troppo facile.”
Abbasso di nuovo lo sguardo su questo povero piccolo ammasso di carne e sorrido mettendo in mostra tutti i miei denti bianchi e perfettamente affilati.
“Sai quanto ti costerà tutto questo, vero? Il mio prezzo è unico per tutti. La tua anima..” Faccio svolazzare la foto davanti al suo volto. “In cambio di quello che mi hai appena chiesto.”
Lo guardo, nei suoi occhi posso leggere l’indecisione. Poi, alla fine, prende la sua decisione. La decisione che lo spedirà dritto dritto tra le fiamme dell’inferno. E’ già mio. Solo che ancora non lo sa.
So che sta pensando di potermi sfuggire, so che perderà ogni briciola di questo tempo che gli resta per cercare un modo di venir meno al patto, ma io non accetto compromessi.
E così, m’avvicino alla finestra spalancata di questa stanza vuota e squallida e m’affaccio a guardare di sotto. “Tornerò a lavoro finito, ragazzino. E la tua anima sarà mia.” Dopo avergli dato un’ultima occhiata ed aver allargato ancora il mio sorriso sghembo, m’arrampico sul davanzale della finestra e salto di sotto.

Com’è che dite, voi umani?
I Gatti atterrano sempre in piedi.
Ed è proprio vero, Mraow.
Ho appoggiato tutt’è quattro le mie zampe soffici su questa strada dura e ho iniziato a correre nella notte. La foto non mi serve più, ho già memorizzato quel volto.
Come si potrebbero dimenticare due occhi tanto azzurri?
E i vestiti.. beh, vedrò di procurarmene altri.
Attraverso velocemente la strada, ma qualcosa mi dice che forse non avrei dovuto farlo.
Il mio sesto senso, sapete.
O forse è quello stesso qualcosa che mi colpisce talmente forte da mandarmi a rotolare sull’asfalto per diversi metri. Una luce accecante m’abbaglia e sento qualche voce confusa, ovattata. Non capisco chi stia dicendo cosa, anche se sembrerebbero le voci di due uomini.
Vedo soltanto una sagoma confusa china su di me che abbassa forse una mano, sempre più vicina.
E poi, poi è stato solo buio.
  
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