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Autore: XShade_Shinra    28/12/2010    2 recensioni
«Walker! Walker!» potevo urlare, sbraitare, squarciarmi i polmoni tanto gridare, ma la mia voce non sarebbe mi riuscita ad arrivare alle sue orecchie - ad arrivare dall'altra parte di quella parete di vetro.
[ Shounen-ai - Link x Allen ]
[ FanFiction pubblicata per il "Linkllen Week 2010" ]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Link, Neah/Quattordicesimo | Coppie: Link/Allen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Glass of Silver - L’argento al di là dello specchio-
«Walker! Walker!» potevo urlare, sbraitare, squarciarmi i polmoni tanto gridare, ma la mia voce non sarebbe mi riuscita ad arrivare alle sue orecchie - ad arrivare dall'altra parte di quella parete di vetro.
[Shounen-ai - LinkxAllen]
~ FanFiction pubblicata per il "Linkllen Week 2010" ~


-Titolo: Glass of Silver - L’argento al di là dello specchio
-Autore: XShade-Shinra
-Fandom: D.Gray-man 
-Pairing: Link x Allen 
-Genere: Sentimentale, Malinconico     
-Rating: Giallo  
-Avvisi: Shounen-ai, Missing Moment/E se...
-Capitoli: One-Shot  
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
-Note: Mi sembra stupido dire che la frase alla fine del racconto è in senso metaforico, ma lo dirò, visto che sono stupida! v_v



- Glass of Silver - L’argento al di là dello specchio  -


«Walker! Walker!» potevo urlare, sbraitare, squarciarmi i polmoni tanto gridare, ma la mia voce non sarebbe mi riuscita ad arrivare alle sue orecchie - ad arrivare dall'altra parte di quella parete di vetro.
Abbastanza sottile per potersi guardare negli occhi, ma troppo spessa per poterla rompere.
Eravamo stati divisi da quel pannello incolore che ci impediva di ricongiungerci.
Eppure mancava così poco...
...così poco a risfiorare quella mano gentile e stringerla...
...così poco a riabbracciare quel corpo minuto ma forte...
...così poco a riadagiare le labbra sulle sue, e perdermi in un bacio. 
In preda alla disperazione più nera, detti un pugno a quel muro incolore, con il solo risultato di spaccarmi le nocche e sporcarlo di rosso, facendo preoccupare l'Esorcista, il quale iniziò a piangere - a sprecare per me le sue preziose perle cariche di sentimento. Lo vidi posare le mani sul vetro e scuotere la testa, chiedendomi implicitamente di smetterla.
Poggiai dunque il mio palmo sano esattamente davanti al suo, come se volessi sfiorarlo, intrecciare le dita con le sue. E Walker, piangente, posò le labbra tremanti al vetro, lasciandone l'impronta su quell’infernale ostacolo, regalandogli un presente.
No, non avrei lasciato che quel gesto andasse a rimpinguare il nostro nemico.
Lentamente mi sporsi anche io e baciai il vetro, ritirandomi subito dopo, come aveva fatto Walker, il quale mi abbozzò un sorriso, e tornò a ripetere quel suo gesto rimanendo però fermo, guardandomi con quei suoi occhi chiari e dolci. Capii in un lampo, e anche io baciai di nuovo quel muro, posando simbolicamente le labbra su quelle dell'inglese.
Un bacio freddo,
come madama morte.
«Link...» sentii la voce della signorina Lee, mentre mi toccava la spalla «Mi dispiace... Lui deve andare, ora.» bisbigliò, mentre un'ombra nera con gli occhi dorati compariva dietro Walker e gli cingeva le spalle con un braccio. Strappandolo da me.
«Nooo, Walker!» urlai riprendendo a sbattere la mano fracassata contro quella parete, riducendomela in poltiglia. Ma non ne sentivo il dolore mentre le ossa si spaccavano, procurandomi delle fratture esposte che recidevano i tendini e laceravano la pelle ed i muscoli.
Il dolore che sentivo al cuore era peggio, tanto forte da farmi mancare l'aria e annebbiarmi la mente.
«Walker, no! Ti amo! Torna da me!» urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, vedendo davanti a me un soffitto bianco, colorato del giallastro della luce della lampada a petrolio.
«Link?» sentii distintamente la voce di Walker e mi girai verso la direzione dalla quale proveniva.
«Walker...» sussurrai, vedendolo inginocchiato accanto a me, sul futon.
«Va tutto bene?» chiese apprensivo.
«Sì, Walker...» borbottai, notando la sua mano sulla mia spalla, capendo che era stato lui a risvegliarmi dall'incubo di poco prima.
«Ho parlato nel sonno?» chiesi subito, arrossendo appena.
«No, no.» rispose tranquillo l’Esorcista, scollandomi dalla fronte madida una ciocca di capelli «Se hai paura posso lasciarti Timcanpy per farti compagnia mentre dormi.» mi prese in giro, sorridendo.
«Spiritoso, Walker.» borbottai, guardandolo in tralice. «Comunque... grazie per avermi svegliato.»
«Di niente, Link.» mi sorrise, tornando sul suo letto a dormire.
Attesi qualche secondo nel quale Walker si rimise sotto le coperte e spense la luce, poi lo chiamai.
«Walker?»
«Nh?»
«Hai mai avuto altri problemi con quell'ombra?» domandai serio.
«No, Link. Se ne sta là a guardarmi senza né dire, né far nulla. Come sempre.»
«Se dovessi avvisare anche il minimo cambiamento, voglio che io sia il primo a saperlo, Walker.» dissi, ripensando al sogno che avevo appena fatto. A quell'incubo.
«...Va bene, Ispettore Howard.» lo sentii ridacchiare «Buonanotte.» mi augurò, mentre lo vedevo avvolgersi meglio nel piumone insieme al suo golem.
Sbuffando appena, guardai lo specchio rotto che Walker si ostinava a tenere appeso, tenendo i pezzi tra loro con il nastro adesivo, e aguzzai lo sguardo, cercando invano di vedere oltre quella superficie di vetro trattata con l'argento per potercisi riflettere sopra.
«No, non te lo permetterò.» sussurrai impercettibilmente, non riuscendo più a prendere sonno e restando tutta la notte a vegliare sul mio sorvegliato, con il timore che potesse svanire da un momento all'altro, rapito dall’altra parte dello “specchio”.


§Owari§
XShade-Shinra

 


Note:
Storia dello specchio:
I primi specchi realizzati nell'antichità erano semplici lastre di metallo, spesso argento, rame o bronzo, perfettamente lucidate.
Nel XIV secolo a Venezia si producevano specchi unendo una lastra di cristallo lucidato con fogli di stagno e mercurio: i sottili strati di stagno venivano uniti al vetro tramite un bagno di mercurio ed esercitando pressione; tale processo era costoso e complesso, rendendo lo specchio un prodotto di lusso.
Nella seconda metà del XIX secolo il costo degli specchi è radicalmente calato grazie ad un nuovo processo di produzione, l'argentatura: tramite una soluzione di ammoniaca ed acido tartarico si fissano al vetro dei nitrati d'argento, ed il vetro veniva successivamente ricoperto da gommalacca.
Oggi gli specchi consistono in una lastra di vetro su cui è deposto un sottile strato di argento o alluminio, fissato al vetro per elettrolisi. Lo strato metallico è deposto sul lato opposto a quello riflettente ed è ricoperto da una vernice a scopo protettivo. In questo modo il delicato rivestimento è protetto dal vetro stesso, ma si ha una seconda riflessione minore causata dalla superficie frontale del vetro. Questo tipo di specchi riflette circa l'80% della luce incidente.
Si ringrazia wikipedia.

  
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