Maka si guardò intorno con aria stanca. Erano ore che Soul era uscito,ore che lei aspettava il suo ritorno. Guardò l’orologio: segnava le 11 di sera. “ Bene” pensò “sono passate 6 ore da quando è uscito con Black   Star. Chissà cosa staranno facendo…”
Sospirò. Dopotutto,l’assenza di Soul le pesava. Per lei Soul era tutto, non solo la sua buki: si era accorta  lui era il suo unico vero amico,l’unico di cui si poteva fidare: il suo unico vero amore.
Iniziò a pensare a che cosa stessero facendo quei due. Stanca di aspettarlo, si sdraiò sul divano. Il tempo passava lentamente senza Soul. Sentiva  i rintocchi dello orologio, secondo per secondo. Cullata da questo ticchettio ritmato,si addormentò.
 
Intanto Soul e Black   Star erano seduti ad un pub. Chiacchieravano animatamente, aspettando Death the Kid. Soul pensava a Maka, da sola a casa, probabilmente ad aspettarlo. Era stufo di aspettare Death the Kid,così lo chiamò: ma peggiorò solo la situazione. Infatti scoprì che Death the Kid aspettava mezzanotte in punto per arrivare: secondo lui era un orario perfettamente simmetrico,degno di uno Shinigami.
“Fantastico. Maka dovrà aspettami per almeno altre 2 ore.” Borbottò Soul dopo aver chiuso la telefonata “ma degli amici normali non me li potevo trovare?”
“Senti Soul. Tu dovresti essere ONORATO di essere amico di un BIG come me. Quindi taci.”.
“uff…”
“che hai? Non sembri felice di stare qui con me. Strano. Scommetto che stai pensando a Maka.”
“M-ma che dici! Sono solo preoccupato,sono la sua buki dopotutto…”
“Dai,non esagerare! Aveva solo un po’ di febbre! Ti preoccupi troppo te! Pensa invece alla mia divina compagnia,dovresti essere onorato!”
“…”
[…]
Ormai era tardi. Soul stava tornando a casa,immerso nei suoi pensieri.
Arrivato,entrò aspettandosi le ramanzine della sua meister.
“A volte è veramente antipatica…” pensò.
Ma la scena che si trovò davanti quando entrò gli fece subito cambiare idea. Maka era addormentata sul divano,i capelli color grano sparsi sul cuscino. I grandi occhi color smeraldo erano chiusi, ma comunque sul suo volto era disegnata un’espressione preoccupata.
In mano aveva il cellulare. Avvicinandosi Soul notò che stava per chiamarlo: il suo nome era scritto sul display. Ma la cosa che lo colpì di più fu il fatto che dopo il suo nome c’era un cuore. Sorrise dolcemente, la prese in braccio e la portò nella sua camera.