Io,Kagome Higurashi  erouna quindicenne come tante prima di essere risucchiata nell'era Sengoku e prima di conoscere lui:Inuyasha.

Sentivo  il rumore scrosciante della pioggia gravarsi sempre più per poi scivolare lungo quella cupola rosa che ,ormai fradicia,si era tinta di fucsia e che ormai si era unito a me sottoforma di un pensiero  cupo  e difficile da eliminare , come tutti gli altri che ,come dei martelli pneumatici, premevano insistentemente  nella mia testa rendendomi complicato confondermi completamente con il terreno . Ero un mostro senza alcuna anima che camminava lentamente come se avesse da trasportare con sé tutta la Terra per farla girare mentre vedevo in quelle gocce che si consumavano a contatto con il suolo spezzoni di quella giornata  che pensavo fosse la peggiore della mia vita.
Cos’era successo?
Avevo preso un 4 in matematica , le mie amiche mi avevano tradito (ognuna in modo diverso per giunta) tra cui una si era fidanzata con Hojo il ragazzo per cui avevo preso una bella cotta , per  cui ero disposta a fare di tutto ,la mia famiglia mi aveva chiamato subito dopo scuola e mi aveva annunciato che il mio “adorato” fratellino aveva vinto un viaggio per non so quale stupido parco di divertimenti e che i biglietti erano solo 3 quindi sarei rimasta sola almeno per 2 giorni ,oltre a tanti piccoli strafalcioni che mi avevano generosamente regalato l’ultimo posto nella piramide sociale della scuola. Tralasciando tutto questo … niente. Così avevo lasciato un biglietto ,nel caso i miei parenti fossero rientrati prima , dicendo che ero da Erin ,mia ex-migliore amica,e che mi soffermavo per un paio di giorni .Fatto questo mi ero incamminata per quel lungo sentiero di campagna in cerca di un posto per riflettere con calma , un posto non familiare ,dove i ricordi non potevano assalirmi con la loro ira distruttiva .Camminai a lungo e ormai ero bagnata fradicia , mentre le mie scarpe diventavano sempre più simili a pezzi di cuoio neri  ,il problema era che in realtà il loro colore era  marrone chiaro. Ad un tratto lo sentii , era un vento debole che mi invitava a seguirlo ,sembrava un respiro … forse era proprio quello : Il respiro del vento. Mi sentivo un po’ ingenua ma d’altronde tutta quella situazione era fortemente surreale quindi lo seguii senza farci troppo caso . Mi portò davanti ad un quadrato o meglio un pozzo quadrato . Per poi  all’improvviso gettarsi in esso , senza lasciare traccia . Era una follia . Va bene seguire il vento e ritornare bambina ma di buttarsi dentro un pozzo  non se ne parlava proprio !Questa era la decisione del mio lato razionale che era in forte contrasto con quello irrazionale o sentimentale , così a decidere non fu nessuno dei due ma fu la mia collana .Già quella bella collana che avevo fin dalla nascita , con quella bella sfera violetta che in quel momento brillava di una luce accecante .Mi “trascinò “ verso il pozzo come se fosse una calamita e in un attimo ,il tempo di chiudere gli occhi per la paura , mi ritrovai “dall’altro lato” in una sorta di foresta piena di alberi ad alto fusto e qualche  ciliegio sparso qua e là .A quello strano gioco che stavo facendo si aggiunsero  i delicati fiori di ciliegio che davano un tocco magico al tutto .Così quel singolo respiro divenne un fiume  di respiri che scorreva felice tra gli alberi . Non sapevo dov’ero ma il vento ormai mi era amico e come tale mi indicò la strada. Lo seguì attentamente liberandomi pian piano di tutti quei pesanti pensieri  che si depositavano lungo il mio cammino ,diventando concime per la terra. Esso,il fiume,sfociò in un ampio piazzale con al centro un albero gigantesco , che mi lasciò a bocca aperta ,sbalordita  .Ma il meglio doveva ancora arrivare … Collegato ad esso vi era un ragazzo .