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Autore: Absteria    29/12/2010    8 recensioni
Piccola One Shot su Alice e Jasper al ballo della scuola con una piccola sorpresa finale...
Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
- Questa storia fa parte della serie 'Un Amore Immortale'
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Valzer

 

 

Un passo. Poi un altro. Uno indietro. Uno di lato.

Un passo. Poi un altro. Uno indietro. Uno di lato.

Era questo il ritmo della nostra lenta e dolce danza.

Andavamo avanti così da più di un'ora, ma io non mi sarei stancata mai. Non con il mio cavaliere.

Eravamo persi l'uno negli occhi dell'altra. Non c'era bisogno d'altro.

A mala pena ci accorgevamo della musica che faceva da sottofondo o di tutti gli altri studenti del piccolo liceo di Forks che ci fissavano mentre ballavamo soli al centro della pista.

Non eravamo neanche a tempo di musica. Seguivamo il ritmo dei nostri respiri.

C'era solo una nota stonata. Dopo la decima canzone Jasper aveva ancora quell'aria tesa totalmente ingiustificata.

«Potresti smetterla di morderti il labbro, per favore?», gli chiesi per l'ennesima volta ridacchiando. «Mi rendi nervosa», aggiunsi notando la sua riluttanza.

«Scusa», mormorò impercettibilmente. Sorrisi.

Non aveva smesso un attimo di torturarsi il labbro inferiore, tanto che temevo che di lì a poco si sarebbe staccato. Sarebbe stato un gran peccato, senza dubbio.

Mi alzai sulle punte e gli rubai un bacio a fior di labbra e, per tranquillizzarlo appoggiai la testa sul suo petto marmoreo, proprio lì, dove un tempo batteva il suo cuore.

Lo sentii sorridere ed in un attimo le sue braccia forti scesero dalle mie spalle fino a cingermi la schiena per non farmi cadere.

«Quando imparerai a fidarti di te stesso? Sei più forte di quanto non credi», sussurrai dolcemente cercando di trasmettergli la mia fiducia in lui.

«Non la penseresti a questo modo se avessi anche tu una linea diretta con la mia gola in questo momento», ribatté abbattuto.

«E' normale che bruci, Jazz. E' la sete», tentai di rassicurarlo, «quello che non è normale e non cedere all'impulso di uccidere, e mi pare che tu te la stia cavando benissimo! Guardati intorno, non è ancora morto nessuno», conclusi orgogliosa.

«Già, ancora», commentò cupamente, ma non riuscì ad ingannarmi. Lo conoscevo troppo bene per farmi sfuggire quella lieve nota divertita nella sua voce. Nascondeva qualcosa.

Mi scostai leggermente per guardarlo negli occhi.

«Che stai tramando Signor Hale?», lo accusai puntando l'indice della mia mano destra contro il suo petto.

«Io? Niente!», rispose innocentemente. Dovevo ammetterlo, era un bravo attore, ma non poteva abbindolare ME.

«Si, certo. E come mai non riesco a prevedere nulla di certo per domani? Su cos'è che non vuoi prendere decisioni?». A stento nascondevo un sorriso. Adoravo quando tentava di sorprendermi.

«E chi ti dice che tutto ciò dipende da me? Chissà, magari ha a che vedere con Eric, ti sta fissando da almeno mezz'ora. Forse è con lui che ti sveglierai domani mattina». Ormai non si tratteneva più, era scoppiato a ridere senza ritegno.

Ovviamente non diceva sul serio, o ci sarebbe già stata una vittima. E non stavo pensando ad Eric.

Decisi comunque di stare al gioco: «Sai che ora che mi ci fai pensare Eric non è affatto male? Dici che dovrei chiedergli di ballare?», dissi con aria seria.

Smise immediatamente di ridere e trattenne a stento un ringhio di gelosia rafforzando la presa sulla mia schiena, possessivo.

«Scherzetto!», sorrisi, furba e innocente allo stesso tempo. «Ma non hai ancora risposto alla mia domanda», precisai riprendendo il mio posto sul suo torace scolpito.

Sospirò, ma non era il suono sconfitto che mi aspettavo di sentire. Quello era un sospiro...trionfante?

«Appena dopo mezzanotte un aereo ci porterà ad una meta che sceglieremo insieme in aeroporto. Volevo regalarti una vacanza, e volevo che la meta fosse una sorpresa... Questo era l'unico modo per far si che funzionasse», disse sollevato. Odiava tenermi all'oscuro di qualcosa, lo sapevo bene, ma amava di più sorprendermi, e c'era riuscito.

«Ma... Ma così non avrò il tempo di fare shopping!», provai a ribattere contrariata, ma mi zittì con un cenno.

«Ci ha già pensato Rose per te», rispose ghignando. Aveva pensato a tutto.

Mi arrampicai sulle sue spalle per regalargli un bacio come si deve. Uno di quelli lunghi e pieni di passione, ma dolci allo stesso tempo, che raramente ci concedevamo in pubblico.

Quando ci staccammo notai che però evitava il mio sguardo.

«Sputa il rospo, Jasper. Che altro nascondi?». Dritta al punto stavolta, senza giri di parole.

Se prima mi aveva sorpresa, ora ero letteralmente senza parole.

Incatenò il suo sguardo al mio e si inginocchiò lentamente davanti a me. Solo allora notai che la tasca del suo elegante smoking nero non era vuota.

Vi infilò la mano e ne estrasse un piccolo pacchetto di velluto blu.

Lo aprì dicendo solennemente: «Ho già promesso di amarti e onorarti per tutto il resto della mia vita, ma ora voglio farlo in modo diverso. Voglio rendere ufficiale la nostra unione per l'eternità, perciò stavolta non ti chiederò di sposarmi davanti a Dio, o allo Stato. No, la mia proposta è un'altra».

Fece una breve pausa calcolata aumentando il livello della suspense. Poi prese un respiro.

«Mary Alice Brandon Cullen, vuoi tu diventare mia moglie stanotte al cospetto della Luna e delle Stelle, vere ed uniche testimoni del nostro amore senza tempo?»

…...

…...

...Ci misi un po' a riprendermi dallo shock, e lui rimase lì, in ginocchio, attendendo la mia risposta.

Alla fine riuscii a balbettare un «Sì» che espresse più gratitudine di quanto sperassi.

Mi mise l'anello al dito rischiando di farmi collassare definitivamente e poi si alzò per permettermi di abbracciarlo. Come mi conosceva bene.

Gli saltai addosso – con tanto entusiasmo che quasi rischiammo di cadere – e mi sollevò facendomi fare una piccola giravolta.

Quando mi riposò a terra mi strinsi nuovamente a lui poggiando ancora una volta la testa sul suo petto.

C'era una cosa importante che non avevo ancora avuto occasione di dirgli quella sera.

«Ti amo», sussurrai cercando di caricare quelle due parole di tutto il mio amore per lui.

«Lo so», fu la sua risposta, semplice e decisa.

Mi abbracciò stretta e ricominciammo a danzare come se non esistessimo altro che noi ed il nostro amore.

Un passo. Poi un altro. Uno indietro. Uno di lato.

Un passo. Poi un altro. Uno indietro. Uno di lato.

 

   
 
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