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Autore: Yvaine0    30/12/2010    4 recensioni
"Lei!" la chiamò una voce che conosceva bene. "Dove stai andando?"
Era stato proprio il Santa Claus della piazza a chiamarla. "Non mi hai ancora detto che regalo devo portarti stanotte!"
Lei gli sorrise e aspettò che lui la raggiungesse. "Uhm... vediamo... be', vederti scendere dal camino sarebbe proprio il massimo ma temo non sarà possibile, giusto?"

Lei, una ragazza che adora il Natale, un nome strano ma anonimo.
Harry, un ragazzo innamorato e paziente, che si è lasciato coinvolgere dalle bizzarre idee della sua ragazza.
La mia storia per augurarvi un buon Natale che arriva in ritardo, come sempre. :3
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I felt in love with Santa Claus.
 


I fiocchi di neve scendevano volteggiando lentamente nell'aria, un'atmosfera accogliente aveva inondato la città e gli auguri scambiati anche tra sconosciuti risuonavano nelle strade, rendendo il tutto ancora più magico.
Come ogni anno Lei era uscita di casa a metà pomeriggio e aveva vagato per i negozi alla ricerca dei regali dell'ultimo minuto, o forse sarebbe stato meglio dire tutti  i regali. Era una ritardataria nata, faceva tutto all'ultimo secondo, facendosi prendere dalla fretta solo quando non aveva realmente più tempo; prendeva tutto con calma, era un po' la sua filosofia di vita: rimandare a dopo ciò che si potrebbe fare ora, ma soprattutto pensare alle cose sul momento. 
Rifugiata al calduccio di tutti gli strati di lana e piumino che aveva addosso, ben coperta da sciarpa, guanti e berretta, i regali tutti finalmente riposti nei sacchetti che teneva tra le mani, Lei osservava le luci natalizie che illuminavano di giallo, bianco e, qua e là, rosso le strade del centro, una sensazione di allegria e dolce attesa nel cuore. Quasi preferiva la Vigilia al giorno del Natale; anzi forse senza quasi. Il ventiquattro e i giorni precedenti erano sempre pervasi da quell'atmosfera familiare che accomunava tutti, clienti e negozianti, grandi e bambini, amici e sconosciuti.
Lei sorrise vedendo dei bambini correre nella direzione di un uomo vestito da Babbo Natale. "Uo-oh-oh!" li salutò lui, abbracciandoli. 
Nella sua mente risuonò la profonda e calda voce di Andrea Bocelli che cantava Santa Claus Is Coming To Town. Ridacchiò tra sè. Con quella colonna sonora tutta la scena sarebbe risultata ancor più perfetta.
Prendendosi tutto il tempo per godersi l'atmosfera Natalizia che mai come nella vigilia riscaldava gli animi delle persone, si incamminò verso casa. Lì, ne era certa, la aspettavano i biglietti di auguri da preparare davanti ai soliti bei film natalizi e una tazza di cioccolata fumante.
Era sempre così bello attendere l'arrivo del Natale. Ogni anno ci si riuniva per cena e qualche volta si attendeva che i bambini andassero a letto per poi sgattaiolare fino all'albero, sotto al quale si lasciavano i doni da parte di Babbo Natale. Lei era riuscita a farlo solo un paio di volte -la sua sorellina non era poi così piccola e lei non era poi così grande per averlo potuto fare di più. 
"Lei!" la chiamò una voce che conosceva bene. "Dove stai andando?"
Era stato proprio il Santa Claus della piazza a chiamarla. "Non mi hai ancora detto che regalo devo portarti stanotte!"
Lei gli sorrise e aspettò che lui la raggiungesse. "Uhm... vediamo... be', vederti scendere dal camino sarebbe proprio il massimo ma temo non sarà possibile, giusto?"
"Direi di no". Il ragazzo rise e fece per togliersi la barba, ma Lei lo fermò. Perché deludere i bambini proprio il giorno della vigilia? Se pensavano che quel ragazzo coi vestiti di qualche taglia più grandi fosse il tanto amato Babbo Natale glielo avrebbero lasciato credere. "Non ci si comporta così Babbo!" lo rimproverò, divertita.
Lui borbottò qualcosa sul fatto che era stata Lei ad obbligarlo a prendersi quel ruolo. 
"Oh, è solo per un giorno! Se ti può far sentir meglio, ti prometto che quando torneremo a scuola non lo dirò a nessuno!"
"Dici bene! Lo hai già raccontato a tutti, Lei!"
La ragazza rise di cuore. "Non è vero, è stata Meg!"
"Sì, certo, diamo la colpa agli altri" il ragazzo si grattò la barba finta. "Mi sono cacciato in un bel guaio mettendomi con te, vero?"
Lei rise e si guardò attorno, osservando rapita per l'ennesima volta le vetrine dei negozi del centro. "L'importante è che sia un bel guaio, no?" gli sorrise. 
Il povero Babbo Natale improvvisato alzò gli occhi al cielo, divertito.
Sorrise a sua volta e chinò il capo su di lei. "Questo è poco ma sicuro" rispose, avvicinandosi per darle un bacio.
Lei lo guardò fisso negli occhi qualche istante, poi lo spinse via, fingendosi offesa, prima che il ragazzo potesse anche solo sfiorarla. "Allora di che ti lamenti!?" rise. "Ti faccio notare che quei ragazzini stanno aspettando solo te!" 
Lui volse lo sguardo verso la sua "slitta": un gruppetto di bambini lo guardavano ridacchiando allegri. 
"Forza, Harry!" lo incoraggiò Lei, serena. Si spostò dietro di lui e iniziò a spingerlo verso il gruppetto. "Ecco a voi il vostro Babbo Natale!" proclamò raggiante. "Mi raccomando, ditegli ciò che volete che vi porti, penserà lui a tutto il resto!"
Harry sospirò rassegnato alla gioia che ogni anno pervadeva ogni cellula del corpo di Lei nel periodo natalizio. "Uo-oh-oh! Buon Natale!" recitò, cercando di mettere più allegria possibile nella frase.
Lei rise. "Buon Natale, bambini! Ciao, Babbo!" la ragazza si sistemò la papalina sulla testa e poi si incamminò sorridente verso casa.
Povero Harry! Era riuscita ad incastrare anche lui!
Ogni anno obbligava i membri della sua famiglia e i suoi amici a fare qualcosa di carino per Natale. Una volta li aveva convinti tutti a organizzare uno di quei coretti da film americano che vagano per le strade il giorno della vigilia cantando canzoni natalizie. Era stata la cosa più divertente che fosse mai riuscita a convincerli a fare! Tuttavia quell'anno si erano rifiutati, e l'unico che aveva accettato di farla contenta era stato il suo Harry.
Il suo amato Harry che ancora le chiedeva che regalo volesse, come se quello che stava facendo per lei non fosse già abbastanza. 
 
Quella sera, Lei era sprofondata nel divano, avvolta in una coperta fin sotto il naso, calzini di lana nei piedi e una tazza di cioccolata fumante tra le mani. Era la terza da quando era tornata in casa, le aveva fatto notare sua madre mentre la preparava. "Ma è Natale mamma! Siamo tutti più buoni ...la cioccolata in particolare!" si era giustificata, facendo ridere la donna.
Suonò il campanello e suo padre le lanciò un'occhiata eloquente da sotto gli occhiali da vista, seduto sulla sua poltrona un grosso libro tra le mani. Lei affondò la testa sotto la coperta, fingendo di non esserci: stava così bene lì al calduccio, vicino al camino nel quale il fuoco scoppiettava allegramente!
"Lei..." la richiamò suo padre, aggrottando le sopracciglia.
La ragazza ridacchiò colpevole e si decise finalmente ad alzarsi. Si mise le ciabatte pelose e, posata la tazza sul tavolino del salotto, saltellò alla porta, incurante che la pesante coperta strisciasse per tutto il pavimento. Aprì, sorridente e scoppiò a ridere di gusto quando si trovò di fronte Harry con ancora indosso i vestiti da Santa Claus e due dita di neve sul cappellino rosso. Alla vista di Lei, il ragazzo si tolse la barba e fece per infilarla nell'ampia tasca dei pantaloni rossi. "Non c'è niente da ridere"
"Fidati, c'è tantissimo da ridere!" lo corresse lei. "Quella barba ti dona, dovresti tenerla!"
Harry fece una smorfia e gliela lanciò. "Prova a metterla tu" propose ridendo.
Lei non se lo fece ripetere due volte e obbedì, ridendo subito dopo assieme al suo ragazzo. 
"E' stato così tremendo?" gli domandò, chiedendosi se non fosse stato troppo chiedere ad Harry di fare Babbo Natale per i bambini in centro. Era stato un suo capriccio, in fondo, lui avrebbe avuto tutto il diritto di riderle in faccia.
...ma non l'aveva fatto. L'aveva presa sullo scherzo, ma non aveva riso di lei.
Lui sbuffò: quella ragazza doveva smetterla con le sue paranoie! "Non particolarmente. Sono venute un sacco di belle ragazze a sedersi sulle mie ginocchia, in effetti" la prese in giro, ridendo sotto i baffi.
Lei aprì la bocca, sorpresa e gelosamente esterrefatta. "Ah, è così?!" fece, il tono di voce più alto del solito di alcune ottave. I sensi di colpa che l'avevano momentaneamente colpita si erano dissolti come neve al sole.
"Non sarai gelosa, Lei?" la stuzzicò.
"Io non ci conterei" si intestardì lei. Si imbronciò e gli lanciò la barba bianca con stizza.
Il ragazzo scoppiò a ridere e lei lo spinse, fingendosi offesa. Tuttavia lui scivolò sui gradini e si aggrappò a lei per non cadere, finendo col trascinarla assieme a lui in mezzo alla neve. 
Dio benedica lo spazzaneve che ha ammucchiato qui la neve del vialetto!, pensò Lei.
Entrambi risero a lungo, spensierati, stesi una accanto all'altro nella neve.
"Scemo!" lo apostrofò Lei, rialzandosi dopo un po'. "Mi sono bagnata tutta!" 
"Capirai, io ho passato la giornata sotto la neve per colpa tua" brontolò lui, rimettendosi in piedi. In realtà stava ancora cercando di farla arrabbiare.
Lei lo guardò male. "Be', c'erano tutte quelle ragazze a scaldarti le ginocchia, no?"
Harry rise di cuore: aveva abboccato. "Oh, ma che me ne faccio? Io voglio la ragazza con la coperta, non una scalda-ginocchia" 
Lei lo guardò di sottecchi a lungo, pensierosa, prima di ricordarsi di avere la sua coperta di pile ancora stretta addosso e capire cosa il ragazzo avesse voluto dire con quelle parole. E allora arrossì violentemente e scoppiò a ridere, nascondendo il volto sotto lo spesso tessuto blu.
Lei sentì l'inconfondibile sensazione di essere abbracciata e si scoprì gli occhi per accertarsi di non essersi sbagliata. 
No, Harry era proprio lì, che la stringeva tra le sue braccia e la osservava sorridendo. "Stupida" la apostrofò.
Rapido, le spostò la coperta dal volto e le calcò il suo cappello da Santa Claus in testa.
Lei rise di nuovo. "Buon Natale, Harry" sussurrò, gettandogli le braccia e parte della coperta attorno al collo. 
"Buon Natale, Lei" rispose il ragazzo, dandole un bacio a fior di labbra.
  
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