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Autore: milly92    30/12/2010    3 recensioni
Per Emma fuggire senza affrontare i problemi era un qualcosa di ignobile. Per Alfredo inamorarsi di una ragazza strana che gli avrebbe solo portato i guai era un'eseperienza da non fare mai. Eppure, Emma fugge poco prima di Natale per trascorrerlo in un luogo che non le facesse pensare al suo ex, e Alfredo si innamora di Emma, la ragazza strana per eccellenza... Come pagheranno il risultato della loro incoerenza?
Genere: Commedia, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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questione di coerenza- 1
Questione di Coerenza

Capitolo 1

Arriva un momento in cui anche i coerenti più convinti finiscono con il tradire i loro ideali, con la scusa di non rendersene nemmeno conto. Anzi, forse, tradendo la loro caratteristica che li ha distinti da sempre, cercano di giustificarsi dicendosi che probabilmente sono cambiati, sono maturati, o che probabilmente l'essere corenti non li ha mai portati da nessuna parte...
Tutte queste idee, però, implicano un certo ragionamento e un arrovelarsi di pensieri che Emma al momento, nella situazione in cui si trovava, non era in grado di compiere, e forse questo era un bene per la sua indole fin troppo riflessiva.
Nel momento in cui aveva fatto la sua scelta, non si era nemmeno resa conto che essa andasse contro ai suoi princìpi di una vita, troppo presa da... cosa? Dalla sua triste e infelice condizione di ventiduenne in piena crisi esistenziale? Dovuta a cosa, poi?

Lei lo conosceva il motivo, certo, ma di certo non l'avrebbe detto ad alta voce, magari confessandolo a Giada che era tanto in pensiero per lei. Si preoccupava così tanto per ogni cosa, poverina, che di certo il tutto sarebbe stato facile da  accettare senza troppe domande dopo Natale. Era ovvio che Giada se ne fregasse tanto di lei, si ripeteva Emma: era l'unica che le volesse bene, l'unica che c'era sempre stata, quindi non aveva altre persone con cui dividere preoccupazioni e pensieri nei suoi confronti.
Questo lo pensava lei, però, che di Alfredo non aveva mai sospettato nulla. Non sospettava mai di nulla in realtà, tranne che della presenza costante dei suoi difetti e dello schifo che a volte poteva rivelarsi la vita.
Quando, quel ventitrè dicembre, si ritrovò sul treno che l'avrebbe condotta a casa delle zie, una vedova e una "zitella" sorelle di sua nonna, distante circa tre ore di cammino dal suo paese,  si sentì molto diversa da come pensava si sarebbe sentita in una simile occasione: impaurita, fragile, stupida.
"Sono un'emerita idiota, ecco quello che sono. Che scema" si disse, a voce ben alta, a metà tragitto. Si guadagnò un'occhiata stranita da parte di un uomo sulla quarantina ma non vi badò, convinta della sua affermazione. Guardò fuorì dal finestrino il paesaggio buio che le scorreva davanti agli occhi e sospirò, cercando di trattenere le lacrime.
Provava una rabbia stratosferica nei confronti di coloro che al momento avevano come unica preoccupazione il regalo da comprare a chissà chi e che se ne stavano a casa loro, al caldo, con le canzoncine natalizie che rieccheggiavano nei dintorni grazie a pubblicità insulse.
"Cioè, è normale andare a trovare le zie proprio a Natale? Le zie, quelle che mi regaleranno un maglione di tre taglie più grande e mi obbligheranno a ingurgitare il loro immangiabile cenone?" continuò, più a bassa voce. "E perchè poi? Perchè mi sentivo sola, perchè mamma e papà sono a Berlino a godersi il loro regalo di anniversario, perchè non volevo rompere le scatole a Giada che passerà il suo primo Natale con Piero! Sono sempre stata sola alla fine, no? Cosa sarebbe cambiato?".
Ormai piangeva senza vergogna, cacciando via lacrime di rabbia e di frustrazione, conscia del fatto che cambiare città fosse stato stupido e sensato solo in piccola parte, visto che il suo ego in fondo romantico non avrebbe sopportato di passare le Feste come l'anno precedente, ancora più isolata, nella stessa casa e nella stessa stanza che avevano fatto da testimone al suo precedente "crollo" per quello stupido di Gianluca.
Era semplicemente scappata, tutto qui, doveva riconoscerlo.
Lei, che aveva sempre criticato i deboli che sfuggivano davanti alle loro paure, era corsa via dal nido che forse, per la seconda volta, avrebbe rappresentanto il covo delle sue fobie. Lei, che aveva sempre amato il Natale. Lei, che riteneva stupide le persone che permettevano alle altre di impedirgli di essere sereni.
Piangeva, piangeva... Forse anche perchè, in quel momento di lucidità, aveva capito di essere diventata un'incoerente.
Erano quasi le ventidue quando il treno raggiunse la sua meta.
Emma si ritrovò avvolta nel freddo pungente della sera quando, fino a poco prima, stava bene grazie al caldo che caratterizzava il vagone in cui aveva viaggiato, ragion per cui la voglia di prendere un altro treno che l'avrebbe ricondotta a casa era molto forte. Anche il fatto di non trovare le zie che l'aspettassero non l'aiutava, e l'unica cosa che le restava da fare era alzare gli occhi al cielo, sospirare e cercare di ricordare la strada che avrebbe dovuto percorrere per raggiungere la loro abitazione. "Ecco, vedi" pensò, appena fuori dalla stazione. "Mai fuggire, mai evadere dalle situazioni spiacevoli, l'ho sempre detto io, ecco il risultato! Se c'era una possibilità di essere citata in un libro di filosofia tra cento anni, me la sono giocata con questa stupida fuga!".
 

Alla fine, le zie non si comportarono come Emma aveva previsto. Peggio.
A parte il cibo odioso, a parte i loro argomenti di conversazione più insulsi del solito, non le avevano nemmeno regalato il consueto maglione dicendole che le aveva avvisate troppo tardi circa il suo arrivo e non avevano avuto modo di comprarle nulla.
"...Carolina ci è venuta a trovare con il suo fidanzato, sai, Emma?" chiese radiosa zia Crescenza, riferendosi ad una delle sue nipoti che abitava poco distante da loro.
"Sì, infatti, se vedessi che bella coppia che sono! Lei è diventata ancora più bella del solito e lui è... Ricchissimo! Sì, sì, Ferdinando è ricchissimo..." asserì zia Anna, con gli occhi che quasi le brillavano.
"Si chiama Francesco, Anna, non Ferdinando!" la rimproverò zia Crescenza.
"E perchè, che ho detto io?".
Emma cercò di trattenere uno sbuffo, sentendo che quella visita si fosse rivelata un vero e proprio fiasco. Era evasa da casa sua, violando la sua coerenza, per sentirsi parlare di fidanzati con annessi e connessi, argomento che desiderava tanto evitare! Era come correre al riparo dalle api e poi farsi trovare di nuovo da loro cosparsi di miele. Addirittura, le venne in mente Gianluca, al suo essere il classico tipo bello e tenebroso, e a come lo avrebbero giudicato le due donne.
"Mi fa piacere" sentenziò, senza nemmeno sforzarsi di sorridere come faceva di solito, mentre era impegnata a pensare "Cavoli, Emma, piantala di pensare ad uno che ormai non è altro che un fantasma del tuo passato! Uno scheletro del tuo armadio! Se Alfredo mi sentisse mi rimproverebbe...".
Il solo pensare quel nome, almeno, le fece momentaneamente dimenticare di aver pensato a Gianluca. Alfredo!
Che amica ingrata era stata nel non avvertirlo circa la sua partenza, ora che ci pensava! Finchè lo nascondeva a Giada andava bene visto che era impegnata con Piero, ma Alfredo si sarebbe potuto sentire abbandonato visto che non aveva nessuno con cui trascorrere le vacanze oltre la madre e le zie, come ogni anno...
Così, in preda a questi pensieri, lasciò parlare  le zie dell'altra nipote appena sposata, della sua casa e del marito, annuendo ogni tanto, rendendosi conto che ormai si trovava in una situazione peggiore e più triste di quella che le avrebbe offerto un cenone solitario a casa sua, nella più totale malinconia.
E poi, ad animare per un istante la situazione, ci pensò la vibrazione del suo cellulare.
"Dove sei?".
Era un sms di Alfredo. Lei lo aveva pensato un istante  e lui le aveva mandato un sms: questa cosa le donò il sorriso per una frazione di secondo.
Probabilmente aveva chiamato a casa e si era insospettito vedendo che non aveva risposto, si disse la ragazza.
Peccato che non aveva un videocellulare per vedere la splendida cena che lui aveva organizzato per farle compagnia, con tanto di fiori rossi che non assomigliavano alle stelle di Natale ma alle più comuni e romantiche rose...


Alfredo non aveva parole per descrivere i suoi sentimenti.
Per un anno era stato vicino alla ragazza di cui era innamorato da circa tre mesi per tirarla su dopo che quell'idiota di Gianluca l'aveva tradita più volte e lasciata per una ragazza di sedici anni che aveva avuto la "fortuna" di avere molta più esperienza di lei in ambito amoroso e che, a suo giudizio, lo faceva sentire un re. Ce l'aveva messa tutta, si era dedicato anima e corpo a lei per aiutarla a dimenticare, e quando credeva di esserci riuscito e aveva deciso di farsi avanti con tanto di cena romantica... Lei era scomparsa dalla circolazione!
Nessuno sapeva dove fosse Emma Contini, nessuno, nemmeno la sua migliore amica Giada.
Per una bella manciata di ore, finchè lei non si era decisa a rispondere con un laconico "Poi ti spiego", si era sentito un emerito deficiente. Non solo solo si era innamorato perdutamente di una ragazza un bel pò strana, che dietro alla sua statura ordinaria e i lunghi capelli corvini celava una personalità alquanto difficile da tollerare, ma aveva anche ricevuto quella bella fregatura!
"Non ce la faccio, Gia, non posso farcela, mi manda in tilt! Non so dove sia, cosa sta facendo, e non mi ha detto nulla! Bel ringraziamento, eh, dopo che gli ho fatto da baby sitter e da spalla per tutto questo tempo!" aveva dichiarato con il capo tra le mani il giorno di Santo Stefano nel soggiorno di Giada Santi.
Se Emma era un pò strana, Alfredo era un pò paranoico ma aveva un cuore immenso e una capacità d'amare straordinaria. Troppo garbato, gentile e generoso: le tre G che, a detta di Giada, lo avevano reso l'eterno amico delle donne e gli avevano sempre impedito di essere visto come una preda da conquistare per tutte le ragazze di cui si era sempre invaghito.
Il fatto di essere un ordinario ventiquattrenne non molto attraente, poi, non aiutava nemmeno, vista l'ottica che tutte hanno sempre avuto quando si tratta della descrizione del famigerato principe azzurro.
"Al, devi calmarti! Tornerà, cavolo, e lo sai! Sarà dovuta partire così, all'improvviso..." gli aveva risposto quest'ultima, mentre il suo amato Piero annuiva docilmente.
"Non ce la faccio" ripetè lui, alzando lo sguardo. "Non avrò più il coraggio di dirle tutto ciò che provo per lei! E poi, a cosa servirebbe? Tanto comunque mi avrebbe respinto!".
"Oooh, ancora? Glielo devi dire, devi! Emma ha bisogno di sentirsi amata, è questo il suo problema, e sono sicura che capirà di ricambiarti! La conosco, non è capace di voler bene ad un ragazzo solo come amico, fidati!".
Era circa la decima volta che Giada ripeteva queste parole, e alla fine servirono di nuovo ad ottenere un risultato, dopo molti sforzi e preghiere.
Se c'era una cosa che Alfredo si era promesso di non fare nella sua vita, era quella di non innamorarsi di una donna delusa e fin troppo particolare. Lui, come Emma, in tutta quella situazione poteva dire di aver detto addio alla sua coerenza senza volerlo.


Era il trenta dicembre quando Emma ritornò a casa e mise piede di nuovo nel suo soggiorno dalla mobilia classica e addobbato con numerose decorazioni natalizie che, purtroppo, quell'anno non erano servite a nulla.
Si sentiva stanca, frustrata, ma soprattutto fuori di senno visto che aveva perso circa una settimana della sua vita. Evadere non era servito a nulla, se non a farle ricordare ancora di più i dolori passati e a farle riempire la memoria sms del suo cellulare di minacce da parte di Giada.  Solo il giorno prima le aveva detto che quell'anno aveva cercato di sentirsi meglio passando un Natale in un posto differente... Ormai, però, era stato inutile visto che l'amica sembrava aver capito tutto e aveva parlato anche di una certa "mancanza di affetto ed attenzioni che di sicuro sarebbero state colmate al più presto".
Chi la capiva era brava, pensò Emma, che ormai aveva lasciato perdere da tempo il comprendere le stranezze della sua migliore amica, anche perchè lei era dieci volte più strana... Doveva essere per questo che erano così amiche!
La avvisò del suo ritorno con una breve chiamata, sistemò la valigia e inviò un sms ai suoi genitori per dir loro che tutto fosse sotto controllo e che sperava si stessero divertendo sempre di più a Berlino in occasione delle loro nozze d'argento.
Aveva appena pranzato con un semplice panino quando il suono del citofono le annunciò una visita da parte di un Alfredo serio e infreddlito.
"Ciao, Al" esordì appena lo vide, chiudendo la porta d'ingresso alle spalle dell'amico.  
"Ah, scompari dalla circolazione per una settimana e questo è il massimo che riesci a dirmi! "Ciao Al"! Ma che diamine ti passa per la testa? Ero preoccupato!".
Emma sospirò e lo invitò a prendere posto sul divano del soggiorno. "Avevo bisogno di cambiare aria, ok? Non è servito a nulla, ma ne avevo bisogno!" spiegò dopo avergli servito un bicchiere di succo di frutta ed aver preso posto di fronte a lui.
Alfredo la guardò negli occhi e sentì l'arrabbiatura scemare insieme all'ansia, come al solito.
Era tutto ok, Emma, la sua dolce Emma, era tornata e lui poteva trascorrere con lei il resto delle vacanze prima di tornare a seguire i corsi di Giurisprudenza, la facoltà dove studiavano entrambi.
Non ce la faceva ad essere arrabbiato con lei per così tanto tempo. Avrebbe tanto voluto stringerla a sè e farla sua con un tenero e prolungato bacio, magari con in sottofondo una dolce colonna sonora come nei più commerciali film romantici, ma sentiva i piedi di piombo e lo stomaco annodarsi al solo pensiero.
Come poteva una creatura affascinarlo e attirarlo così tanto, seppur avvolta in un maglione enorme che nascondeva le sue forme e con i capelli arruffati legati in una crocchia scomposta? Nessuna sensualità, nessun gioco di seduzione che l'avesse fatto cadere in quella trappola spinosa ma anche accogliente da cui non riusciva a fuggire. Non che lo volesse, sia chiaro.
"Ero preoccupato e... E avevo preparato una sorpresa per te, la sera della Vigilia" confessò, torturandosi le mani.
Se c'era una cosa che le piaceva, erano le sorprese, e Alfredo lo sapeva bene.
Infatti, la vide allargare gli occhi e spalancare lievemente le labbra rosee un pò carnose, sorpresa. "Davvero?".
Il suo tono era poco più di un sussurro un pò stridulo, ma per lui andava benissimo, la conosceva come le sue tasche e sapeva che significasse un qualcosa di positivo.
"Sì, volevo portarti a cena da me, avevo anche rifiutato l'invito della zia ma non è servito a nulla" continuò, prima che i suoi sensi venisserò quasi oscurati dal profumo delicato della ragazza e dalle sue braccia sottili che lo avvolgevano. Emma lo stava abbracciando forte,  e lui ricambiò la stretta con decisione, posandole un soffice bacio sulla guancia destra.
"Se vuoi posso rifarlo, posso preparare di nuovo tutto per domani, la Vigilia di Capodanno..." propose speranzoso quando lei si separò.
"Oh, sì, magari!" fu la risposta soave di lei.
Il ragazzo già la vedeva seduta nel soggiorno di casa sua intenta nel rallegrarsi per qualche piccolo particolare che nessun'altra persona avrebbe notato al di fuori di lei e si disse di dover richiamare Giada per riorganizzare alla perfezione ogni cosa, la misa di lui compresa. Tutto doveva essere perfetto, perchè a non rispettare tale canone già c'erano loro due con i loro difetti e stranezze.
Si sorrisero, e Alfredo sentì un piccolo barlume di speranza prendere posto nel suo cuore, ormai troppo viziato dagli effetti di quell'incontro tra due persone che erano andate involontariamente contro i loro ideali e ora ne pagavano le conseguenze.


********

Ed eccomi di nuovo qui dopo tanto tempo. Chi ha seguito le mie ultime storie sa che ho avuto problemi di "Blocco" sia per mancanza d'ispirazione che di tempo, e sto cercando di rimediare a questo problema scribacchiando qualcosina... Ed ecco il risultato XD
E' una storia che si presenta diversa da quelle che sono solita pubblicare,un pò strana come i suoi personaggi.
Non so da dove mi sia uscita, anche se sarà breve, avrà al massimo 3 capitoli.
Il nome della protagonista l'ho preso dal libro che sto leggendo al momento, "Emma" di Jane Austen.
Il prossimo capitolo sarà ben più dinamico, ve lo prometto, e ne vedremo delle belle :D
Se vi va di esprimere qualche parere, io sono qui ^^
Grazie per aver aperto questa storia ed essere arrivati fin qui :)

milly92.
  
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