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Autore: KikiWhiteFly    30/12/2010    3 recensioni
«Non diventare così per me! Sorridi! E dimmi che Los Angeles è... vicina.»
Vicina... ad un passo dalle sue labbra, ad un battito dal suo cuore.
[Akito/Sana]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note: mh, che dire... in realtà questa è una specie di mini-long fic sotto forma di raccolta (?). Quattro momenti importanti, i primi tre riferiti ai volumi 9-10 e l'ultimo di mia totale invenzione, riprendendo una parte del volume 10 (quella in cui Sana disse ad Akito di diventare adulti insieme XD).

I titoletti si riferiscono ad alcune canzoni che sono nel mio cuore per un motivo o per l'altro.

© Cry Baby, Janis Joplin;

© Keep the faith, Bon Jovi;

© Thank you for loving me, Bon Jovi;

© Ever dream, Nightwish;


Se ve lo chiedete: sì, ho ripreso il titolo della seconda flash come titolo principale... in fondo, è il messaggio che volevo trasmettere : ). A voi interpretare il testo e capire perché – specialmente i tre momenti – sono così importanti a mio parere : ).

Ultimissima cosa: risponderò alle vostre recensioni grazie al nuovo modo di interagire con gli utenti di Efp :D. E vi anticipo fin da adesso che questa è una piccolissima storia, sì, in attesa di qualcosa di molto più grande e complicato che posterò domani : ).








Keep the faith.










Cry Baby [Akito e Sana, 13 anni]




Non poteva fare a meno di sentirsi in qualche maniera la causa principale della sua malattia.

Akito voleva essere forte – il suo pilastro, un po' come quello sdolcinato di Kamura – ma più passava il tempo, tanto più credeva che le sue debolezze prima o poi sarebbero venute fuori.

«Hayama...», Sana si gettò tra le sue braccia, sembrava quasi che si volesse lanciare in un gesto disperato.

Akito l'accolse ma fece fatica a tenerla saldamente. Fu in quel momento che realizzò la realtà dei fatti: senza la sua mano destra non poteva neppure abbracciarla... E questo lo faceva star male, più della stessa malattia di Sana.




Keep the faith [Akito e Sana, 13 anni e un po']




«Non diventare così per me! Sorridi! E dimmi che Los Angeles è... vicina

Vicina... ad un passo dalle sue labbra, ad un battito dal suo cuore.

Forse avrebbero dovuto pensare in quel modo elementare, avrebbero sofferto molto di meno. Sana sospirò, poi si unì con lui in un pianto liberatorio. Le lacrime le morirono in gola più e più volte, raramente gemettero, talvolta sembravano urla strazianti.

«E' vicina, vicina, vicina.»

Ripeté a se stessa. Poi raccolse tutto il coraggio che le era mancato in quel periodo e sussurrò la medesima frase ad una spanna dal suo volto.

«Dovremmo revisionare il concetto di distanza.»

Borbottò Hayama, con il suo solito tono sarcastico. Dopodiché, Sana sorrise: in fondo, pur contraddittorio che fosse, Hayama era l'unico in grado di strapparle un sorriso in certe situazioni.






Thank you for loving me [Akito e Sana, 13 anni ed una promessa]





«Manterrò intatta la mia verginità!»

Gli urlò contro il giorno della sua partenza.

In quel momento, Sana non badò agli sguardi piuttosto eloquenti degli altri ma guardò solo gli occhi di Akito. E lì – già, proprio lì – dimorava la certezza.

I loro cuori non avrebbero ceduto, ormai erano intrappolati in una fitta rete di avvenimenti ed emozioni senza tempo per far sì che il destino li soggiogasse.

«La prossima volta, voglio sentire un “I love you” americano.»

Sussurrò tra sé e sé, mandandogli un bacio da lontano – sì, perché era certa che lo sguardo di Hayama poco prima della sua partenza volesse dirle che l'amava.




Ever dream [Akito e Sana, 16 anni e l'amore]




Di quella notte avrebbe ricordato il profumo di Hayama, l'ampio letto matrimoniale che aveva messo a nuovo appositamente per lei, la violenza e al tempo stesso la dolcezza di Akito, l'improvvisa sensazione di esser tornata bambina e le sue mani, che le avevano graffiato la schiena per la prima volta.

Quello che avevano vissuto la notte precedente non era umanamente spiegabile: l'essere tutt'uno, uno con tutto, sentirsi a qualche centimetro dal paradiso e poi all'inferno. E mordersi le labbra con veemenza poiché il dolore era troppo, era insopportabile, era lacerante ma non era mai abbastanza – mai quanto il piacere, mai quanto le lacrime di gioia, mai quanto l'amore.

Sana tracciava invisibili circonferenze sul petto di Akito, lui nemmeno se ne accorgeva: il capo era rivolto dalla parte opposta, i suoi capelli erano disposti angelicamente sul cuscino. Sana si perse ad osservarlo, perché era da vicino che si vedeva bene la bellezza; lo sguardo sognante avrebbe dimorato nei suoi occhi ancora per molto, l'imbarazzo della prima volta non l'avrebbe abbandonata – nemmeno una seconda, una terza ed una quarta volta –, temeva, o forse sperava, che Akito sarebbe stato sempre un colpo al cuore.

«Ora siamo diventati adulti Hayama, vero?», rivolse quella domanda più a se stessa che a lui.

Poi spense le candele, visto che ormai erano grandi ed avevano capito che il buio non era più così terribile: almeno avevano una scusa per abbracciarsi.


   
 
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