Rientriamo in classe, al suono della terza campanella.
Caroline è già seduta al suo posto e si sistema i capelli, Bonnie mi supera sedendosi affianco a Caroline, e poi li, vicino al mio banco c'è Damon.
Rimanendo abbastanza tranquilla, mi siedo al mio posto e poggio la cartella. Prendo i libri di chimica e li poggio sul tavolo. Lui è immobile, che fissa davanti a se. Cerco di non guardarlo troppo; forse Bonnie aveva ragione, si era accorto che lo fissavo l'ora prima.
Avvicino un pò il banco a Bonnie per parlare.

'Non apre bocca.' le sussuro.
'Già, sembra quasi non respiri!' risponde Bonnie, a voce ancora più bassa.

Sospiro, e mi giro ad osservarlo. E' perfettamente dritto, e tiene le braccia conserte al petto. Dio, sembra quasi un statua di un dio dell'Olimpo. Distolgo da lui gli occhi, e mi guardo intorno. Ah, come al solito nessuno ascolta il professore. Vedo che Bonnie prende il suo blocknotes e comincia a disegnare.

'Che disegni?' le chiedo guardando che fa.
'Non so perchè, ma da quando mi son svegliata ho tre numeri il testa: 8, 14 e 22.' sospira e comincia a scriverli un pò in forme diverse.

La osservo mentre disegna, e mi metto a pensare. Anche quell'ora passa veloce, e, dato che è l'ultima, prendo velocemente Bonnie per mano, e al suono della campanella usciamo da scuola. Facciamo metà strada assieme, dopodichè io mi dirigo al cimitero. Si, non avevo specificato una cosa. Mia madre e mio padre sono morti in un incidente stradale, sul ponte di Wickery Bridge, a Fell's Church. Io ero in macchina con loro, e come mi son ritrovata in ospedale non si sa come. Dicono sia stato un miracolo.

Arrivo al cimitero, e mi appoggio alla tomba con la schiena. Estraggo il mio diario, e comincio a scrivere:' Caro diario, che strani questi giorni. Monotoni. Io odio l'autunno. Nessuna novità. Anzi si, ripensandoci bene una novità c'è. Ora che è ricominciato l'anno scolastico, abbiamo un nuovo compagno in classe. Il suo nome è Damon Salvatore, e non si sa molto di lui. Non ha socializzato con nessuno, e appena finisce la scuola scompare, non so dove. Pare alloggi al vecchio pensionato Salvatore, dove vive suo zio Zach. Mi incuriosisce questo tipo. Insomma, è strano. Porta un'enorme anello al dito, con, credo, un diamante di lapislazzuli di due centimentri per due! Sopra c'è incisa una D, credo l'abbia ereditato. Oltre al suo anello, l'altra cosa che mi ha colpito di lui sono gli occhi. Quegli enormi e impenetrabili occhi azzurri. Al suo intero c'è un mondo tutto da scoprire. Mi fanno rimanere senza fiato. Gli ho parlato solo una volta. A questo Damon, intendo. Caroline già ci prova. Pff, non si ferma mai quella ragazza! Spero di poter approfondire con lui. Mi intriga parecchio.'

Comincia ad alzarsi una fitta nebbia intorno a me. Un corvo si poggia sulla tomba a me stante. E' grosso, con enormi ali. 'Ciao pennuto. Sai, sembra tutto così tipico film horror. Cimitero, nebbia, tu. Che cosa manca ora? Che io veda un'ombr..' mi fermo. La mia voce muore. C'è una persona, proprio dietro quella grande tomba di famiglia. Si, c'è qualcuno, perchè vedo un'ombra. Indietreggio, di qualche passo. Raccolgo la mia borsa, e comincio a correrre. Non so bene cosa stia succedendo, ma non voglio rischiare. Mentre corro guardandomi continuamente le spalle, vado a sbattere contro qualcosa. Anzi, qualcuno.

'Ah!' urlo disorientata.
'Dove scappi? L'uomo cattivo ti insegue?'
Faccio due passi indietro, e lo guardo meglio. 'Damon?' l'unica parola che riesco a dire.
'Si, mi chiamano così. Allora, tutto bene? Mi sembri parecchio spaventata..' corruga la fronte. E' preoccupato per come mi sento. Perchè?
'Ehm, va tutto bene.. C'era..' mi giro ed indico il cimitero, ormai distante da me. 'Nulla, lascia stare.' continuo 'E tu che ci fai qui? Mi insegui?' non so con che toco parlare.
'Veramente sono venuto a trovare mamma e papà..' abbassa il volto. Mi sento morire.
'Oh, mi dispiace.' gli appoggio una mano sul braccio. 'Ti capisco.' controbatto.
Sorride, in modo sghembo. 'Posso riaccompagnarti a casa?'
'Ehm.. Credo di si.' sono sbalordita dalle sue parole.
'Vieni, non ti mangio.' sorride malizioso. Lo seguo.

Percorriamo il breve sentiero che c'è all'entrata del cimitero, fino ad essere fuori. Ci incamminiamo e cominciamo a parlare.

'Hmm, allora tu sei Elena, giusto?'
'Si, mi chiamano così.' cerco di tener testa a questo suo egocentrismo.
Sorride beffardo. 'E hai fratelli o sorelle?'
'Si. Un fratello più piccolo di due anni: Jeremy. Tu?'
'Si chiama Stefan, è più piccolo. Ma non vive qui.' da come parla mi sembra che non gli importi nulla.
Svolto alla curva della strada. 'Capisco. Hai detto che i tuoi genitori sono morti. Come?' sarò stata troppo sfrontata?
'Vecchiaia, nulla di che.' cerca di cambiare discorso quasi.
'I miei nell'incidente stradale nel Wickery Bridge, quest'estate.' sospiro. Metto le mani nelle tasche posteriori dei jeans.
'Dove abiti?'
'Oh, in quella casa li, vicino quel grande albero.' indico casa mia.
'Quercia.'
'Cosa?'
'E' una quercia quel grande albero.' sorride beffardo abbassando il volto.

Arriviamo davanti casa, e mi fermo prima di salire i quattro scalini che precedono la porta. Mi giro di fronte a lui, e lo guardo negli occhi. In quei meravigliosi occhi.

'Beh, grazie della compagnia. E scusami se ti sono sembrata un pò, ecco, un pò invadente e goffa.' mi riferivo alla domanda dei genitori, e alla quasi caduta al cimitero.
'Fa niente. Spero solo tu stia bene ora.'
'Certo, grazie. Beh, allora, noi ci vediamo domani a scuola, ok?' quegli occhi mi impedivano di parlare.
'Se non scappi da nessun'altra parte, è ovvio.' sorride maliziosamente.
Gli lancio uno sguardo d'intesa e salgo le scale. Apro la porta ed entro in soggiorno.