Titolo: Welcome to his life
Rating: PG
Avvertenze: none
Breve descrizione: Vi siete mai fatti domande sul passato di Paul? Perché si
comporta così? Cosa può averlo fatto diventare come lo conosciamo? Perché disprezza
i più deboli? E come può essere così diverso da suo fratello? Ho provato a
rispondere a queste domande facendo parlare Renji.
Note aggiuntive:Non mi piace come è venuta fuori…
Adoro l’idea ma non sono riuscita a metterla giù come volevo, purtroppo… Ho avuto questo colpo di
genio(?) sotto la doccia mentre canticchiavo Welcome to my life dei Simple Plan,
canzone che poi è diventata titolo della storia, con un piccolo adattamento.
Ero arrivata,
mi pare, al punto che dice are you suck
inside a world you hate, are you sick of everyone around […] No
you don’t know what is
like when nothing feels alright,
you don’t know what is
like to be like me e mi è venuto in mente Paul,
non so esattamente cosa c’entri la storia con questa canzone però l’idea l’ho
avuta così e, come ho detto, mi piace, ma non mi piace come l’ho scritta..
Welcome
to his life
"Lo sai che cosa ti dico?! Qualsiasi pokémon
diventa più forte se lo addestri"
"Uhmp!"
«Sai,
ognuno elabora gli avvenimenti a proprio modo, quando poi si tratta di un
lutto...le reazioni sono imprevedibili.
"Mi dici qual è il tuo problema?!"
Io ho
fronteggiato la situazione in un modo; mio fratello in un altro.
"Credevo lo avessi preso per fartelo amico!"
"Gli amici non servono a
niente"
Eravamo
sempre stati due bravi bambini, ubbidienti e silenziosi; forse lui lo era
addirittura più di me.
Sì, era molto timido, ma capitava ugualmente di scorgere sorrisi sinceri sulle
sue labbra.
Rideva, senza esagerare; si divertiva, rimanendo nei limiti; era felice.
Poi...poi
accadde...
Nostro
padre fu preso da una grave malattia.
L'agonia fu lunga, sia per lui che per noi.
Era sempre lì, tra la vita e la morte e noi tre gli eravamo costantemente
accanto, seduti presso il suo letto.
La mamma piangeva, ma consolandola lui ci diceva che sarebbe andato tutto bene,
che presto sarebbe finita.
Mio fratello era piccolo, non poteva comprendere.
Poi un
giorno tutto finì, finì davvero.
Stavamo
percorrendo il corridoio che portava alla sua stanza quando un uomo in camice
bianco ci venne incontro e ci diede la notizia.
Cominciai a piangere in silenzio, la mamma invece si disperò, urlò e maledisse
chi governava il mondo.
Paul non capiva cosa fosse successo, ci vedeva piangere e piangeva anche lui,
ma senza avere coscienza del perché.
Ricordo
che sentii Paul tirarmi la manica della camicia.
Mi feci forza, lo feci per lui: smisi di piangere.
-Dov'è andato il papà?- mi chiese.
-In cielo..-
-In cielo? Dove ci sono Rayquaza e Jirachi? E quando tornerà?-
-Non tornerà, Paul, il papà non tornerà più- gli risposi abbracciandolo e
stringendolo forte.
-Oh...-
Nostra
madre cambiò completamente da quel giorno, non fu più la stessa.
Non rideva, non si divertiva, non ci sorrideva.
Non viveva.
Come
era prevedibile dopo un po' di anni si ammalò anche lei.
Io avevo ormai rinunciato al mio viaggio di allenatore di pokémon
per prendermi cura di lei e di mio fratello, ma Paul era prossimo al suo:
mancava soltanto un anno e non aveva nessun intenzione di rinunciarvi.
La
mamma raggiunse nostro padre.
Sì, ci abbandonò anche lei.
Non era mai riuscita a superare la sua morte, non riusciva a sopravvivere senza
di lui.
Successe
una cosa inaspettata.
Paul
cominciò ad imprecare contro di lei e contro nostro padre: diceva che erano
persone troppo fragili, che non erano riuscite a farsi valere, che erano morte
senza lottare.
-Al mondo non servono creature di questo genere!- cercò di convincermi della
sua posizione -le persone che non sono forti sono inutili.
È inutile cercare di salvarle: hanno già deciso quale sarà la loro strada.
È inutile cercare di insegnar loro a combattere, perché i perdenti non
diventeranno mai vincitori.
È inutile cercare di renderli forti: rimarranno sempre deboli.
Il papà è morto per una stupida malattia e la mamma non è stata in grado di
reagire!
Che creature patetiche.-
Ovviamente
la malattia di nostro padre era tutt'altro che stupida, ma lui non ne voleva
sapere.
Cercai di spiegargli che bisogna aiutare i più deboli, che bisogna istruirli in
modo che diventino più forti, che possano superare le difficoltà, ma Paul non
si smuoveva dalla sua posizione.
Qualche
giorno dopo partì per il suo viaggio con questa convinzione e furono questi
avvenimenti e quella sua idea a dettare il modo con cui ora tratta i suoi pokémon.
Io invece, che sono convinto che i deboli vadano aiutati, ho aperto questo
centro di allevamento dove costudisco i pokémon che
gli allenatori non portano con sé.
"Questo non mi sembra male, quindi me lo terrò"
Due
reazioni opposte al medesimo avvenimento»
Vorrei
aggiungere una cosa, per dire che ci ho messo anche qualcosa di personale:
quando Paul tira la manica a Renji e poi hanno quel
piccolo discorso, ecco… quando morì mia nonna io avevo 5 anni e mio fratello 3.
Lui, vedendo che la nonna non veniva più a trovarci mi chiese dove fosse andata
io, che sapevo, gli dissi che era andata in cielo e lui mi chiese se aveva
usato un astronave e quando sarebbe tornata… Beh io non ebbi lo stesso tatto di
Renji e gli dissi di smetterla e che la nonna era
morta… avevo 5 anni e mia nonna era la persona a cui volevo più bene al mondo.
Spero
vi sia piaciuta almeno un pochino di più di quanto è piaciuta a me.