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Autore: Miss Ron    01/01/2011    4 recensioni
"-La smettete di fissarla così? Non è poi questa gran cosa-."
Missing Moments da La promessa della Morte.
Perché le prime volte non si dimenticano mai.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Tom O. Riddle
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'La promessa della Morte'
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 Il primo
 
 

Harry volse lo sguardo da Tom a Severus sbuffando scocciato.
Cosa aveva fatto di tanto strano…
Sì, sapeva che né a Tom, né a Severus piacevano particolarmente, ma considerando che giorno era pensava che avrebbero potuto fare un’eccezione.
-La smettete di fissarla così?- chiese a un certo punto. –Non è poi questa gran cosa-.
-Parla l’esperto- commentò Tom caustico continuando a fissarla.
-Di sicuro, ho più esperienza di te- ribatté il Grifondoro.
-E questa esperienza consiste in…-.
-Una volta,- borbottò Harry in risposta, arrossendo lievemente –un paio di anni fa-.
-Il che non ti rende un esperto- decretò la serpe.
Si trovavano nel dormitorio di Serpeverde, seduti sui loro letti, mentre Harry era adagiato su quello di Lucius Malfoy. E’ superfluo  specificare che non avrebbe dovuto essere lì, tuttavia i tre avevano deciso all’unanimità che, durante le vacanze di Natale, potevano anche dimenticarsi che facevano parte di due Case diverse. Ormai, il Cercatore era diventato ospite abituale del loro dormitorio e, qualche volta, si era anche fermato a dormire da loro (ringraziando Merlino, ci pensavano Fred e George a coprire le sue assenze, altrimenti Percy lo avrebbe punito a vita).
Quel giorno, Harry si era svegliato di buon ora e aveva preparato quella che gli era sembrata un’idea carina, ma
che, a giudicare dalle reazioni dei due Serpeverde, non lo era.
-Volete farla finita e darvi una mossa?-. Il sibilo di Nagini arrivò provvidenziale dal terraio situato affianco alla finestra. –State diventando noiosi. Harry ha ragione: non è poi questa gran cosa-.
-Sai, tu, in teoria, sei il mio famiglio- le fece notare Tom. –Dovresti sostenere me, non Harry-.
-Beh, in realtà, io avrei preferito avere Harry come padrone: tu sei stato la seconda scelta- rispose il serpente con tono indifferente.
Harry si portò una mano alla bocca per nascondere il sorriso che gli era sorto spontaneo sulle labbra. Tom, invece, sollevò le sopracciglia e continuò a fissare la serpe con uno sguardo incredulo.

-Cosa ha detto?- chiese Severus. Harry aveva mantenuto la parola data a Tom sul mantenere segreto il fatto che lui fosse un Rettilofono e, infatti, Sev era l’unico a saperlo: d’altronde era da quando erano piccoli che lo sentiva sussurrare ai serpenti. Invece, che lo fosse Tom, era risaputo da molti Serpeverde.

-Nulla- rispose il Grifondoro continuando a sorridere. –Ha solo ribadito che io sono una scelta migliore di Tom, ma lo sapevamo già, quindi niente di nuovo-.
-Non tirare troppo la corda, Harry,- mormorò quest’ultimo –e la stessa cosa vale per te, Nagini-.
Nessuno dei due interpellati sembrò minimamente turbato dalla minaccia.
-Allora, che ne dite di provarci?- propose Harry.
Tom, con un’espressione oltremodo scettica, si avvicinò al letto di Tiger, sul quale Harry l’aveva appoggiata.
-Quindi dovrei… soffiare?- chiese.

-Esatto- rispose il Cercatore con tono incoraggiante.
-Perché mi sembra una cosa molto stupida?-.
-Perché lo è- gli rispose Severus.
-Così non aiuti- gli fece notare Harry.
Tom stava per cominciare a soffiare, nella speranza che dopo Harry lo avrebbe lasciato in pace, quando quest’ultimo attirò la sua attenzione, urlando un:–NO!-.
-Cosa c’è, ora?- chiese scocciato. –Hai cambiato idea?-.
-Devi prima esprimere un desiderio- gli spiegò il Grifondoro. –Prima esprimi il desiderio, nella tua mente, e poi spegni le candeline. Chiaro? Prima il desiderio, poi le candeline-.
L’unica cosa chiara a Tom, era quanto quella storia stesse diventando assurda. Assurda e ridicola. Severus doveva pensare la stessa cosa perché lo fissava sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi ironici. Tom si chiese, se sarebbe stato sottoposto anche lui a tutto quello, quando fosse arrivato il giorno del suo compleanno. Si augurò di sì. Come si dice? Mal comune, mezzo gaudio.
-Harry,- disse col tono più pacato che riuscì a trovare. –non pensi che tutto questo sia insensato?-
Il Grifondoro lo fulminò con lo sguardo. –Sai quando mi sono svegliato per preparartela, Tom? All’alba. Chiaro? All’alba. Sono sceso nelle
cucine, col rischio di essere scoperto e punito, e mi sono messo a litigare con gli Elfi perché non volevano lasciarmi cucinare. “Ci pensiamo noi, signore!”, dicevano. Poi mi sono intrufolato di nascosto e illegalmente nella vostra Sala Comune, per portartela qui prima che ti svegliassi, col rischio di essere beccato dalla vostra Caposcuola, quindi ora, mi fai il favore di esprimere un dannato desiderio-.
Tom sospirò profondamente sotto lo sguardo dei due ragazzi e del suo famiglio.
C’era stato un periodo in cui aveva desiderato una festa di compleanno e una torta e persone con cui festeggiare, ma era passato molto tempo. Era cresciuto in fretta, Tom, e in fretta, aveva imparato a non sognare ad occhi aperti.
Espresse il suo desiderio e soffiò leggermente sulle candele, fino a spegnerle tutte, poi Harry lo raggiunse e le estrasse dalla torta al cioccolato, su cui vi erano decorate, con la glassa, le parole “Buon Compleanno, Tom”.

-Visto? Non era così difficile- commentò.
 Severus  si unì a lui e, insieme, cominciarono a mangiare la torta. Tom, invece, si limitò a sedersi e osservarli.
Quella non era esattamente una festa, e anche se lo fosse stata, non era come se l’era immaginata quando era piccolo, ma, tutto sommato, andava bene così.
Non lo avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura, ma una piccola parte di sé sperava che la tradizione di esprimere un desiderio soffiando sulle candeline non fosse totalmente sconclusionata, che il suo sogno si sarebbe avverato e che, un giorno, avrebbe festeggiato il proprio compleanno insieme a suo padre.
 
 
Era il 31 dicembre 1991 e quello era il primo compleanno che Tom e Harry trascorrevano insieme.

  
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