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Autore: Crystalya    01/01/2011    2 recensioni
Come può una ragazza come tante come me aspirare a qualcosa che le faccia capovolgere l'esistenza?
Uhm, forse dovrei presentarmi, avete ragione. Il mio nome non ve lo rivelo, però. Sappiate che mi chiamo L, e voglio narrarvi la mia storia.
Ci state?
Citiamo anche una frase dal racconto:
"Stop, il film è finito. Sta di fatto che me ne innamorai all'istante. Senza troppi petali di rosa o altri convenevoli sì, innamorarsi è facile durante l'adolescenza."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come può una ragazza come tante come me aspirare a qualcosa che le faccia capovolgere l'esistenza?
Uhm, forse dovrei presentarmi, avete ragione. Il mio nome non ve lo rivelo, però. Sappiate che mi chiamo L, e voglio narrarvi la mia storia.
Ci state? 
 
Riprendiamo dalla riflessione di prima. Facile fare riflessioni, a questi tempi. Dovunque tu rivolga lo sguardo troverai frasi estremamente depresse o estremamente mielose. Ci sono poi quelle volte a prendere in giro, che ti fanno sempre spuntare un sorrisetto sul volto. Vabbè, se ti offendi sei un gran permalosone, eh. Ops, ho perso il filo del discorso.
Ormai va di moda essere speciale per qualcuno; peccato però che vadano anche di moda dei modelli quantomeno assurdi e irraggiungibili. Bello schifo che è.
Prendiamo per ipotesi che io sia una di quelle ragazze belle, ma estremamente belle, e ricche. Alta, magra, con bei vestiti, sempre la frase pronta, bei voti a scuola. Insomma, il top del top, la perfezione. Prendete per vera quest'ipotesi, e ditemi se non è un paradosso. Oh, forse starò usando un parolone così buttato lì, però pensateci bene: una ragazza così, sarebbe mai soddisfatta? Avrebbe tutto ai suoi piedi, o no? E il gusto di lottare per avere qualcosa lo proverebbe?
Forse sì, forse no, solo lei potrebbe saperlo. E dato che io non sono una ragazza di quel tipo non lo saprò mai.
Però so come vive una ragazza comune, come tante. Vi va di ascoltare la mia semplice storia?
 
Era un fresco giorno di Settembre. Il 20 Settembre, se vogliamo essere pignoli. Quella mattina m'ero svegliata di buon'ora, e lo sapete il perchè? Io sì. Ma non ve lo dirò. Okay, sono una burlona, e la smetto perchè devo raccontarvi questa storia una volta per tutte. Ebbene sì, quel giorno cominciai la scuola superiore.
Mi ero alzata con un pensiero in testa, ovvero se avrei fatto nuove conoscenze, ma soprattutto ad una ragazza che più o meno conoscevo e che volevo farmi amica. Insomma, la giornata cominciava bene.
"Ciao Ma." avevo detto dirigendomi in cucina.
"Ciao Lya, sei pronta per le superiori?"
"Uhm, uhm, forse.
Quest'ultima frase era stata pronunciata con un sorrisetto beffardo, ma soprattutto, cosa più importante, mentre addentavo un biscotto. Poi avevo bevuto il latte. Vero, queste cose nelle storie romantiche non c'entrano proprio nulla, ma volevo dirle.
Sta di fatto che alle 7.20 mi ero trovata alla fermata dell'autobus con un mio fidato amico delle medie, che sarebbe venuto nella mia stessa scuola, anche se il destino (anzi, il preside) ci aveva mandato in classi diverse.
Com'ero vestita? Cosa di poco conto, ma nelle storie ormai la leggo sempre, così la inserirò anche qui. Una semplice t-shirt azzurra regalatami dalla zia, un jeans a pinocchietto e delle scarpe da tennis azzurro scuro. Al collo portavo una collana che era molto importante per me.
Saltiamo un mucchio di convenevoli e troviamoci subito nell'atrio della scuola.
Erano ormai le 8 e me ne stavo seduta accanto a delle ex-compagne delle medie (anche loro in altre classi) su una rovinata sedia dell'atrio della mia scuola. Stavo ascoltando, o perlomeno cercavo di darlo a vedere, il noiosissimo discorso del preside che esortava tutti gli studenti a studiare (che novità, non si era mai sentito di un preside che avesse invitato gli studenti a non farlo). Mi dondolavo costantemente sulla sedia e, tra un bisbiglio e l'altro, mi guardavo attorno. Caspita, che ben di Dio. La mia scuola era una delle più antiche della città ed era molto famosa e frequentata da un sacco di studenti che aspiravano ad alti titoli. Già, peccato che il tasso di bocciati fosse tra i più alti. Tralasciando i particolari prettamente scolastici, vi volevo informare che quel giorno tra i ragazzi di prima c'era veramente un ben di Dio. Tanti ragazzi che avrebbero potuto piacermi, zero il mio coraggio. Ad un tratto (e qui comincia il momento "da film") il mio sguardo incrociò uno dei presenti, quasi a rallentatore: aveva capelli neri e occhi scuri e penetranti, e ci guardammo per una frazione di secondo. Stop, il film è finito. Sta di fatto che me ne innamorai all'istante. Senza troppi petali di rosa o altri convenevoli sì, innamorarsi è facile durante l'adolescenza.
Che ve ne pare, vi va di seguirmi nella mia "emozionante" storia d'amore?
  
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