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Autore: hellomelancholy    01/01/2011    2 recensioni
Cosa succede quando, ogni cosa inizia a spaccarsi, andare in pezzi? Cosa succede quando, la familiarità delle persone svanisce e le relazioni bruciano, diventando cenere? Hayley, Jeremy e Taylor non lo sanno; ma scopriranno dove nasce la forza di riprendere in mano le cose, di cogliere una nuova speranza che porta a un nuovo inizio, fresco, dall'aria giovane che si nasconde semplicemente tra le braccia di chi si vuole bene.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento soffiava, impetuoso, fuori dalla finestra della camera. Il tempo quel giorno si adattava perfettamente al mio umore. Gli alberi si muovevano a ritmo del vento veemente, che muoveva le loro foglie da una parte all'altra, senza nessuna delicatezza, senza preoccuparsi del dolore che poteva provocare alle povere foglie che si lasciavano andare via dai rami prematuramente. Giovani foglie costrette ad andarsene dal nodo nido, da qualcosa più grande e più forte di loro. Io ero uno di quegli alberi o forse una di quelle foglie, che chiedeva aiuto e affogava nel vento poco dopo essere stata colpita, sballottata da una parte all'altra. Debole. Sciocca. Senza tempo di respirare né reagire, stanca e tremante. Mi strinsi ancora di più nella mia giacca, come se il vento potesse arrivare persino dentro la mia camera a scovarmi. Sapevo che il dolore mi stava cercando, bussava sui vetri della finestra, incapace di sfondarli. Ero consapevole che non sarei riuscita a bloccare il dolore/vento per sempre. Prima o poi mi avrebbe trovato, nel mio nascondiglio di tende e trapunte colorate, di chitarre e poster autografati, mentre per il momento riuscivo a nascondermi, ma a stento. La notizia ancora non mi aveva colpito abbastanza da trascinarmi per le caviglie in basso, verso l'odio; si era limitata a colpirmi, come acqua ghiacciata in un primo momento, poi aveva portato il vuoto totale. Non sentivo nulla. Non provavo nulla. E per quanto ne sapessi, l'apatia totale era peggio di un dolore profondo. Qualcuno bussò alla porta e senza pensarci due volte, sapevo già chi era. Le sue parole mi arrivarono alle orecchie, con un calore rivolto a me, ma che purtroppo, non riuscivo a fare mio.

Hayley, ti prego dimmi qualcosa. Non puoi restare lì tutto il giorno” disse Jeremy. La sua voce cadde sulle ultime parole, abbassandosi di tono, morendo sulle sue labbra. La porta che ci separava smorzava leggermente le parole, così, ogni cosa che entrava nella stanza, persino la sua voce, sembrava irreale, ovattata. Come tutte le cose la dentro, persino io volevo essere irreale.

Hayley” disse sottovoce Jeremy, ancora.

Non ce la faccio” dissi, senza riuscire a formulare un qualsiasi altro pensiero, più sensato. Il dolore era lì, nell'angolo della stanza che mi fissava come un gatto dagli occhi lucenti, acquattato e pronto ad attaccare.

Sapevi sarebbe successo. Lo sapevamo tutti” continuò. Era vero, sapevamo sarebbe successo. Josh e Zac ci avevano già avvisato del fatto che avrebbero lasciato la band. Senza preoccuparmi troppo, in quel caldo pomeriggio in cui ce l'avevano annunciato, avevo scacciato quel pensiero, come fosse una zanzara che mi ronzava intorno. In un primo momento non avevo pensato fosse una tragedia così grande. “Cambieranno idea” pensai. Ma non successe. Dicembre arrivò portandosi dietro il sonnacchioso periodo natalizio e con sé pure il momento in cui Josh e Zac ci annunciarono di nuovo che se ne sarebbero andati dalla band. “Voglio svegliarmi da questo brutto sogno” pensai in quel momento, pizzicandomi un braccio. Ma nulla mi aveva svegliato. Nulla mi aveva impedito di attraversare la porta appena ci ripeterono la notizia, per andarmene lontano, senza proferire parola, lasciandomi la stanza in cui eravamo alle spalle, nel silenzio più assoluto. Un silenzio pieno di parole che non venivano dette, parole tacite e nascoste. Parole che non erano solo mie, ma anche di Jeremy e Taylor. L'unica cosa che desideravo era di lasciare indietro Josh e Zac, sentendomi offesa, ferita, dalla decisione di lasciarci. Nessuno sapeva di preciso cosa si nascondesse dietro qualcuno che se ne andava, ma io l'avevo scoperto. Era la solitudine. La nostra band era sempre stata qualcosa di importante per me. Più che un gruppo di amici che condividevano una stessa passione, ma una famiglia. Josh e Zac ci avevano lasciato senza troppi complimenti, senza una ragione particolare. Forse, questa, era la cosa che più mi aveva ferito. Non mi sentivo in colpa per nulla e non riuscivo a darmi nessuna spiegazione sensata. I sette anni che avevamo passato insieme erano stati i migliori che chiunque avesse potuto desiderare.

Sì, sapevamo sarebbe successo” risposi.

Esci fuori, ti prego” Sentì la sua mano battere leggermente sulla porta della mia stanza, ma non mi mossi dal mio posto

Esci fuori e parliamone” continuò. Non avevo idea di quante parole avremo potuto spendere per quella situazione, già difficile.

C'è anche Taylor fuori. Ti aspetta. Dobbiamo parlare, Hayley” mi commossi al pensiero di Taylor, seduto sul divano del mio salotto, con i riccioli che gli cadevano in viso. Taylor, più piccolo rispetto a noi, Taylor sempre così allegro. Il suo pensiero mi spinse a muovermi e raggiungere la porta a piccoli passi. Appena la aprii, Jeremy era lì. Fece un sospiro di sollievo, benché non ci fosse nulla per cui sentirsi sollevati. Lo seguii lungo il corridoio fino al salotto, dove Taylor sostava davvero sul divano. L'albero di Natale con le sue luci intermittenti, apparentemente gioiose erano l'unica fonte di luce nella stanza e colorava tutto di blu, verde, rosso, giallo. Mi accomodai nel divano, davanti a Jeremy e Taylor. Lui era triste, come non lo avevo mai visto. Teneva lo sguardo basso, sul tappeto leopardato, davanti ai divani.

So che non è il momento giusto, ci sentiamo tutti tristi. Ma non possiamo rimandare questa discussione a un altro momento.” disse Jeremy, acquistando quella sicurezza e quel controllo che lo caratterizzava nei momenti difficili. Lo ammirai, desiderando anche io di essere come lui. Meno fragile, più forte.

Ora che Josh e Zac se ne sono andati..” iniziò “dobbiamo prendere una decisione. Non possiamo attendere a lungo. Dobbiamo decidere quale sarà il futuro della band” Alzai lo sguardo verso di lui. Né lui né Taylor mi guardavano, ma entrambi ora si fissavano le mani, muovendole senza sosta, nervosi.

Io non abbandonerò mai, questa band” dissi. Sapevo che la situazione era precipitata, a causa di Josh e Zac. Loro per me non erano soltanto amici e componenti della band, e Josh più di tutti avrebbe dovuto saperlo. Nonostante le cose stessero precipitando, io avevo mostrato la mia totale abnegazione nella costruzione di quella band per ben sette anni; Jeremy e Taylor lo stesso, perciò non trovavo giusto che le cose dovessero finire. Era come se la mia famiglia si stesse spaccando per la seconda volta. Prima i miei genitori, poi la mia band. Non era una situazione soprattutto se pensavo che le cose non potevano continuare a sfuggirmi di mano, dandomi dolore e frustrazione in qualsiasi situazione per me importante.

Io non lascerò la band. Questa band è la mia vita. Non posso” disse Taylor e mi guardò di sfuggita, negli occhi. Vedevo ancora che era nervoso, ma persino lui aveva preso la sua decisione.

E su questo siamo d'accordo” disse Jeremy, con un altro sospiro di sollievo. Nonostante nessuno di noi volesse mollare, l'aria era ancora colma di tristezza.

Vorrei una spiegazione” dissi “Perché non ci hanno detto nulla?” guardai sia Taylor che Jeremy in attesa di una risposta. Ma ci fu solo silenzio, come risposto alla mia domanda. Non capii se quel loro silenzio volesse dimostrarmi che sapevano qualcosa, e che quindi l'unica allo scuro fossi io, o se loro davvero non fossero al corrente di nulla.

Credete che ce la faremo?” chiesi ancora, in cerca di risposte. Le domande abbondavano nella mia testa, si affollavano, ma non c'era abbastanza spazio per loro, non nella realtà concreta di quella stanza. Jeremy finalmente mi guardò negli occhi e sorrise, come solo lui sapeva fare. Taylor fece lo stesso.

Siamo forti. Ce la possiamo fare” disse Jeremy. Per una frazione di secondo, la speranza sembrò voler prendere il posto del dolore, nell'angolino della stanza che mi aveva seguito.

Sì, ce la possiamo fare” concluse Taylor. Nella stanza, la speranza non riusciva ancora ad aleggiare matura nella stanza, come avrebbe dovuto succedere. Ma forse, ne stava nascendo una nuova. Una forza, una speranza nuova e buona. Se loro ci credevano, riuscivo a crederci anche io.

La vostra forza, è anche la mia” dissi. Mi alzai e con il passo malfermo, mi sedetti tra loro nel divano e li abbracciai. Con tutto il dolore che ancora cercava di attaccarmi, mi nascosi tra le loro braccia, per non farmi trovare ancora una volta. E così, la speranza nuova sembrava crescere, velocemente, sotto ogni cosa, nascosta tra le loro braccia e fuori.

Il futuro era ancora un mistero per noi; tutto ciò che avremo fatto era oscuro.

Ma qualsiasi cosa avremo fatto, l'avremo fatta insieme.

Il nostro nuovo inizio.” dissi, affondando nel loro calore.

Un inizio migliore.” disse Jeremy.

Un inizio di cui fanno parte solo i migliori.” disse Taylor.

  
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