Volevo solo afferrare una stella.
Ad Alessia. Perché sì.
E ad Anna, che ormai è
la mia enciclopedia medica.
Andy aveva ormai fatto l'abitudine a fare i compiti nella sala d'aspetto dello studio medico del padre. Ogni pomeriggio, finite le lezioni, si incamminava per le strade con lo zaino sulle spalle e arrivava in men che non si dica, anche perché il posto da raggiungere era lontano pochi isolati e la strada non era nemmeno troppo trafficata.
Quel bambinetto di sette anni era ormai diventato una sorta di mascotte per i pazienti dello studio medico, che ne lodavano l'essere calmo e tranquillo e il suo stare seduto in un angolo a studiare senza dar fastidio a nessuno.
A volte capitava che stringesse amicizia con qualche bambino che si trovava nello studio medico per sé o per accompagnare i genitori. Ma nessun incontro era mai stato particolarmente importante per Andy, tanto che il bambino tendeva a dimenticarsene dopo due o tre giorni.
Un pomeriggio però, accadde qualcosa di diverso.
Andy era seduto sulla scrivania accanto all'infermiera del padre e cercava di risolvere i problemi di matematica che gli erano stati assegnati a scuola. Erano cose semplici, sciocchezze sulla mamma che va al mercato, compra sei uova e due si rompono, ma quel giorno gliene erano stati assegnati tantissimi e lui si annoiava. Sbuffò, soffiando per aria e scuotendo il ciuffo di capelli castani che gli ricadeva sugli occhi.
- Cosa stai facendo? - una voce improvvisa, carica di curiosità, gli fece alzare gli occhi dal quaderno.
- I compiti... - borbottò Andy. Inforcò gli occhiali sul naso e poi il suo sguardo incrociò quello di un altro bambino dagli occhi azzurro-grigio. Aveva un braccio ingessato, ma non sembrava fargli troppo male, considerato il sorriso che gli illuminava il volto.
- Matematica? Forte! Mi fai vedere? A proposito, io sono Michael.
Andy squadrò meglio il bambino che aveva davanti e decise che sembrava simpatico.
- Il mio nome è Andy.
Gli porse il quaderno e osservò Michael che lo sfogliava, sentendosi per un attimo orgoglioso di tutti gli ottimi voti che la maestra annotava giorno per giorno sugli esercizi svolti.
- Ma fate ancora queste cose? Io so già fare le divisioni a due cifre. - fu il deludente commento di Michael. Andy assunse un'espressione contrariata, mentre borbottava che no, non aveva idea di come si facessero le divisioni a due cifre.
- Quanti anni hai? - chiese Michael.
- Sette.
- Ah, ma allora sei ancora piccolo per queste cose. Io ho nove anni! - esclamò l'altro con orgoglio.
Non sono piccolo, avrebbe voluto urlare Andy, ma era troppo timido per farlo. E poi, doveva ammettere che due anni di differenza erano davvero tantissimi.
- Cosa ti sei fatto? - chiese, accennando al braccio ingessato di Michael.
- Mi sono rotto il braccio. Sono... caduto da un albero. - farfugliò il bambino, arrossendo visibilmente.
- Da un albero?
- Sì, mi ero arrampicato perché volevo vedere le stelle da vicino. E afferrarne una.
Il discorso di Michael era ormai fatto solo di parole biascicate, come se si vergognasse di quello che era successo.
- Poi però sono caduto e mi sono rotto il braccio.
Andy sorrise.
- Tranquillo, vedrai che papà riesce a farti guarire. - lo rassicurò, allungando una mano verso di lui.
- Tuo papà è il dottore?
Il bambino annuì, orgoglioso del lavoro del padre. E di quello che un giorno sarebbe stato il suo lavoro.
Proprio in quel momento la porta dello studio si aprì e uscì il paziente che era stato appena visitato. L'infermiera controllò le sue carte e annunciò che era il turno di Michael Turner.
- Adesso tocca a me. - sorrise Michael, avvicinandosi ad una donna che probabilmente era la sua mamma. - Ciao Andy, ci vediamo presto, d'accordo?
Michael scomparve dietro la porta dello studio del padre, lasciando Andy a chiedersi per quale motivo quel bambino non gli era sembrato affatto dispiaciuto di essersi rotto un braccio pur di afferrare una stella.
____
Il racconto che avete appena letto è una SideAu della longfic "Stelle perdute" (a tematica slash).
Perché Au?
Tecnicamente Michael e Andy si sono incontrati il primo anno di università di quest'ultimo. Ma, scrivendo l'inizio dell'ottavo capitolo mi sono letteralmente innamorata dell'immagine di Andy che da piccolo passava i pomeriggi nello studio medico del padre. E mi sono chiesta cosa sarebbe successo se avesse incontrato Michael - sempre irrequieto e terremoto - in veste di *paziente*. Così è nata questa shot, che è perfettamente comprensibile anche a chi non segue la storia originale (se poi dopo aver letto, volete dare un'occhiata a Stelle Perdute, la trovate qui.
Non è un racconto particolarmente intelligente, ma mi sono divertita a scriverlo, soprattutto perché Andy&Michael da piccoli mi fanno tanta tenerezza *__*
E poi avevo bisogno di qualcosa di più leggero per augurarvi Buon Anno ^^
Spero che abbiate la voglia di lasciare un piccolo commentino, giusto per dirmi cosa ne pensate ^^