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Autore: eileireen    13/12/2005    1 recensioni
sarà forse una verità, o magari solo un brutto sogno... si accettno volentieri critiche costruttive
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tu eri troppo importante per tutti.

Tu eri troppo importante per me.

Troppo tempo abbiamo passato insieme, troppe vicende hanno coinvolto entrambi.

Troppe volte mi hai consolato, e abbracciato, e promesso che saresti rimasto al mio fianco.

E io ci ho creduto.

Io ho creduto veramente che il sentimento che ci legava fosse indissolubile, sincero.

Che stupido.

Non era forse troppo bello per essere vero?

Non era forse troppo puro?

Non so nemmeno se posso chiamarlo inganno, quello che tu hai fatto a me.

Io lo chiamerei omicidio.

Tu non sai¼ tu non sai¼

Come puoi sapere? L’unica persona che mi amava veramente¼ l’unica che credevo davvero che sarebbe rimasta con me¼

¼ l’unica¼

... non è mai esistita¼

¼ è stata solo una menzogna¼

Credevo davvero di poter diventare felice?

Credevo davvero che qualcuno sarebbe sceso all’inferno con me pur di non lasciarmi solo?

Credevo davvero che qualcuno potesse amarmi così tanto?

Amare una pecora nera come me¼

¼ è impossibile.

Nemmeno io mi amo, perché gli altri dovrebbero?

Mi ripetono che non sono solo, ma se non lo sono davvero perché il mio cuore ha cessato di battere?

Non lo sento¼

¼ non lo sento più¼

¼ da quando ho incontrato quegli occhi freddi, non lo sento più risuonare nel mio petto¼

¼ da quando lui è morto il mio cuore se n’è andato via con lui¼

Come farò ora?

Mi ha abbandonato¼

Come farò ora?

Mi ha tradito¼

Come pensa che io possa sopravvivere senza d lui?

Ma non gli interessa, non gli interessa più.

Mi sono innamorato di un’immagine, solo di una bellissima immagine portata via dal vento¼

“vada all’inferno da solo, signor Cain”¼

¼ non chiedo di meglio¼

 

cammino.

Vado avanti, senza una meta, per una città morta.

Tutto intorno a me è vita, ma dentro di me sento solo gelo, un gelo intenso che mi spinge attraverso questa grande città grigia, questa grande città viva¼ questa grande città morta¼

¼ me ne sono andato da tutti¼

¼ senza dire nulla, mi è bastato un po’ di ingegno per abbandonare quella villa piena di ricordi e fuggire via¼

¼ via da quei ricordi che mi assillano giorno e notte¼

¼ ricordi felici, di speranza¼

¼ infranti come gocce di pioggia sull’asfalto di questa città che non vuole morire¼

¼ infranti come le mie lacrime sulla mia anima che invece desidera farlo¼

¼ illuso¼

¼ penso davvero che riuscirò a suicidarmi?...

¼ sono troppo codardo per farlo¼

¼ perché dentro di me¼

¼ nell’appiglio più fragile di tutto il mio cuore¼

¼ spero ancora che lui torni da me¼

¼ spero ancora di svegliarmi domani mattina e di vedere il suo bel viso sopra il mio¼

¼ il suo sorriso sincero¼

¼ le sue mani¼

la gente mi guarda insistentemente¼

¼ mai visto un ragazzo piangere?

I passanti proveranno compassione per me, ma non è questo ciò che voglio, non lo è.

Io voglio Lui.

Lo voglio con tutto il mio nero cuore volato via.

Esiste un rimedio¼

¼ uno solo¼

¼ per dimenticare¼

la luna splende velata dall’ombra dell’incertezza su nel cielo, e mi guarda.

Sembra quasi che voglia rispondermi, incoraggiare le mie decisioni.

E dall’alto di questo pendio vedo tutto il mondo che fino a poco tempo fa mi giudicava.

Le luci di questa città morta e viva risplendono sotto di me e mi fanno ricordare¼

¼ ricordare un dolce sorriso che ogni giorno mi sosteneva e mi aiutava¼

¼ delle mani che brillavano sotto il primo sole che mi aiutavano a vivere ogni momento¼

¼ degli occhi che mi avvolgevano e mi proteggevano ogni attimo¼

¼ il terreno è sparito da sotto i miei piedi¼

¼ le luci si avvicinano piano piano a me¼

¼ ” vada all’inferno da solo, signor Cain”¼

 

ai suoi ordini.

 

° *° *° *° *° *° *° *° *° *° *° *° *

 

 

 

Mi svegliai di soprassalto, ansante, nel mio letto.

Era stato un sogno, uno stupidissimo sogno.

Ma era tutto così reale¼

¼ il dolore, la rabbia, il rimorso¼

¼ così reali¼

ma era comunque un sogno.

Forse il fatto di ricevere la lettera da quel lontano parente, lo zio Leonard, mi aveva turbato¼

Erano anni che non lo vedevo¼

¼ dal funerale della moglie Toko, mi pare si chiamasse così¼

beh, sarei partito quel giorno stesso e avrei capito il perché di questo gesto.

Il sole filtrava dalle finestre, si posava sulle coperte di seta di quel lussuoso letto, inondandolo di luce nuova.

Mi alzai da quel groviglio di lenzuola bagnate dal mio sudore, e mi diressi verso la finestra semichiusa, le cui tende erano tirate per garantirmi un buon riposo.

Il parco brillava di verde e i fiori di mille colori ondeggiavano al vento simili a mille e mille farfalle.

Esitai un momento e, con uno scatto, aprii la finestra, lasciando che la brezza mattutina mi accarezzasse il viso, mi asciugasse il sudore, e che il profumo di miele dei fiori giungesse ai miei sensi.

Sentivo i capelli che si muovevano, probabilmente ingarbugliandosi, ma era una sensazione piacevole.

Ci sarebbe stato Riff poi che me li avrebbe pettinati di nuovo¼

¼ Riff¼

¼ quel sogno così tetro mi aveva lasciato incertezza e dolore nel cuore.

E se fosse successo davvero?

E se Riff se ne andasse davvero da me?

No.

Non avrebbe potuto farlo.

il mio giocattolo non mi potrebbe mai abbandonare¼

¼ lo aveva promesso, tempo addietro¼

¼ non lo potrebbe mai fare¼

la porta si aprì silenziosamente.

“ signor Cain¼ è già sveglio?”

la dolce cortesia nella voce di Riff mi risvegliò dal mio sogno amaro.

Mi voltai a vedere il volto del mio maggiordomo.

Vidi che sgranò gli occhi, preoccupato.

“ signor Cain ma lei¼ stava piangendo?”

stavo piangendo?

Solo in quel momento sentii il sapore salato delle lacrime in bocca.

Riff era sempre più preoccupato, si dirigeva verso di me velocemente.

“ cosa le è successo?”

preoccupazione.

“ ho fatto¼ un sogno¼ molto triste¼

un’altra lacrima.

 

Il viso di Riff sempre più preoccupato¼

¼ sempre più vicino¼

“ che cos’ha sognato?”

“ che tu¼ te ne andavi via¼ via da me¼ via da questa casa¼

il viso di Riff era sempre più vicino.

“ e che io¼ che io¼

Riff non mi lasciò nemmeno finire la frase, mi abbracciò forte, stringendomi al petto.

“ crede davvero che io la lascerò soffrire di nuovo solo?”

lo credevo?

Lo strinsi forte, rassicurato dalla sua presenza.

“no¼

“ signor Cain¼ io non la lascerò mai, ha capito? Non permetterò che lei soffra ancora.”

 

Non c’era bisogno di rispondere.

Rimasero lì, abbracciati dal vento che portava il profumo dei fiori¼

¼ il profumo dei fiori che fioriscono a primavera¼

 

¼ e questo è tutto?

  
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