La sua paura aveva poco a che fare con l’oscurità.
Neppure il cielo più tenebroso e vuoto di stelle infondeva
ansia nel suo animo; erano i sogni che si accompagnavano alla notte a
spaventare di più Byakuya. Mentre il resto del mondo
riposava fra immagini di cieli primaverili e visi sorridenti, lui
riusciva a vedere soltanto lei. Di notte, per lui, è ancora
viva.
A volte la vedeva come la ricordava, il bagliore della pelle bianca e
perfetta, con quegli occhi scintillanti d’adorazione in un
violetto infinito.
Altre volte c’era il peso grave della malattia sulle sue
spalle, a dissetarsi della pelle finché non vi fosse rimasta
una scintilla di colore. I suoi occhi diventavano opachi come gli
scogli vessati da troppe onde. Nonostante Hisana tentasse di
sorridergli, in quei sogni, Byakuya intuiva l’angoscia
scivolare dagli angoli della bocca di lei.
A Byakuya non piace ricordarla in questo modo. Ma si sente rassicurato
dal fatto che, nei suoi sogni, Hisana appare come avrebbe dovuto essere
da viva. Quando il mattino trafigge la porta di shoji, e si sveglia in
un letto senza di lei, senza lenzuola rese calde dal suo corpo minuto,
si sente rassicurato dal fatto che anche dopo sessantacinque anni
Hisana può ancora vivere nei propri sogni.
Perché, in qualunque altro luogo, è morta.
[Perché non può permettersi di ricordarla in
nessun altro modo].
OoOo
Scritta per Springkink su Livejournal. Non sono soddisfatta al 100% del
finale, ma non ho più voglia di rifarlo.
* * * * * * * Nota della traduttrice
Ho ritenuto questa piccola perla di FFnet, anche se breve, troppo
toccante per non essere tradotta. Qui sotto trovate il link alla storia
in inglese, assieme alla pagina dell’autrice cui
tradurrò ogni vostra recensione.
Oneirophobia