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Autore: niwhitesoul    02/01/2011    0 recensioni
Un aeroplanino vola nel cielo limpido, una ragazza dal passato misterioso inquadra la vita da un obiettivo per immortalare ricordi, intraprende un viaggio per assemblare frammenti di memorie lontane alla ricerca di qualcosa,qualcuno.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho voluto inaugurare il nuovo anno con una fanfiction che nasconde un po’ i miei attuali sentimenti. Ero partita con l'idea di realizzare la mia seconda one-shot, tuttavia mentre scrivevo ho provato ad immaginare lo sviluppo della storia in più parti,ognuna delle quali intrisa di qualche elemento misterioso e malinconico. Buona lettura ^^

 
 
 
 
 

MEMORIES
 
 

 

“ Inquadratura perfetta, pochi secondi ancora e avrò immortalato un altro splendido paesaggio; no, aspetta, cos’è questa mano? La mia foto! ”
“  Bella giornata oggi, vero? ”
Riposi la mia macchina fotografica e lo fissai in modo scontroso. Non si accorse minimamente del mio sguardo, né di aver rovinato immancabilmente il mio capolavoro. Continuai a fissarlo mentre si sedeva accanto a me, aveva qualcosa in mano, probabilmente un taccuino, lo appoggiò sul muretto di pietra e contemplò il panorama dinanzi. Il sole si specchiava nel mare cristallino, i raggi filtravano l’acqua limpida e illuminavano il fondale. Il cielo si stagliava sereno al di sopra del mare e talvolta una lieve brezza gelida lo attraversava.
“Sophie? ”  Non risposi ancora adirata.
“ Sai mi piacerebbe scorgere cosa c’è oltre l’orizzonte, spiegare le ali come un’aquila e volare  via, lontano  ”
Sembrava parlasse con se stesso, i suoi occhi erano velati di malinconia e rivolti verso qualcosa di apparentemente invisibile, qualcosa che solo lui riusciva a vedere oltre l’orizzonte.
“ Sophie tu perché porti sempre con te la macchina fotografica? ”
Mi arresi, inutile perdurare il mio broncio di cui non si era neanche accorto, probabilmente il suo era stato un gesto del tutto involontario, così mi decisi a rispondergli.
“ Ecco … per cogliere ogni attimo della vita, inquadrarlo, immortalarlo, ricordarlo. In fondo siamo simili, anche io guardando attraverso l’obiettivo cerco di scorgere una realtà diversa, più profonda e misteriosa, ma di gran lunga più bella ed emozionante; una realtà alternativa o più semplicemente la stessa, ma vista con occhi diversi ”
Mi voltai e vidi il suo viso a pochi centimetri di distanza dal mio, istintivamente mi girai in direzione del mare e osservai in silenzio le onde infrangersi lievemente sulla riva e trasportare finissimi granelli di sabbia. Intravidi la sua espressione: un sorriso caldo che ravvivava il volto conferendogli giovialità. Strappò un foglio bianco dal taccuino, realizzò velocemente un aeroplanino e lo lanciò alto  nell’azzurro. Trasportato dal vento lo vidi scomparire tra le nuvole. Mi distesi sul muretto e chiusi gli occhi.
 
 
 
“Trenta minuti alla prossima fermata, ringraziamo i passeggeri per aver scelto la nostra linea e auguriamo buon viaggio"
Aprii gli occhi e dopo un lungo sbadiglio guardai fuori dal finestrino ancora intorpidita: dovevo aver dormito tanto perché le lande verdeggianti avevano lasciato il posto al mare. Le voce della signorina degli annunci riecheggiava ancora nella mia mente insieme al mio sogno, un lontano ricordo. Estrassi dalla borsa un succo di frutta a pesca e un’agendina. Notai che mentre mi ero appisolata un’anziana signora mi si era seduta accanto. Portava uno scialle di lana sulle spalle, una borsa di stoffa e un bagaglio a mano di modeste dimensioni. Era intenta a lavorare ai ferri, probabilmente nella realizzazione di una sciarpa. Le feci un cenno con il capo, lei mi sorrise per poi ritornare alla sua occupazione. Controllai sull’agenda l’indirizzo ove ero diretta, mancavano ancora tre fermate ed ero in viaggio già da tre ore, tuttavia ciò non mi dispiaceva affatto. Lasciarmi trasportare dal treno che correva veloce sui binari, vedere i paesaggi scorrere come diapositive e liberare tutti i miei pensieri mi procurava pacatezza. Pensai improvvisamente a quanto amavo da bambina fare il bucato, al suo volto, i nostri giochi tra le lenzuola bianche. Sorrisi istintivamente e strinsi tra le mani il succo di frutta ormai finito. L’anziana signora la mio fianco, forse stanca del lavoro, posò i suoi attrezzi nella borsa di stoffa e prese un piccolo recipiente contenente alcune fette di torta alle mele .Mi chiese se ne volessi, le feci cenno di no, ma data la sua insistenza non potei fare altro che accettare. Del resto avevo anche fame, così ringraziai e ne addentai un pezzo. Era deliziosa e aveva un sapore molto delicato. Le feci i complimenti e ci ritrovammo entrambe immerse in un’interessante e vaga conversazione. Partimmo da ricette di dolci per arrivare alle costellazioni. Il nipote della signora studiava infatti astronomia all’università ed io che amavo guardare il cielo stellato, ma non ero affatto un’esperta in materia, gli ricordavo inspiegabilmente lui.
“È un bravo ragazzo, gentile, pronto ad aiutare il prossimo ” Io annuivo, non sapevo cosa dire in merito.
“Anche tu devi essere una brava figliola, mi ricordi tanto lui, forse i capelli, no sarà la corporatura esile ”
Per non dare l’impressione di essere assente provai a pronunciare qualche parola in merito al brava figliola  “ La ringrazio “ risposi aggiustandomi la frangetta sulla fronte.
“Ah, che sbadata! Dimenticavo di chiederti dove sei diretta cara ”
“A Ristrassen ”
“Davvero? Anche io, vado a trovare mia figlia che non vedo da tre mesi “
“Capisco. Sarà contenta di rivederla “
“Molto. Tu invece cara? Cosa ti porta nella valle delle lucciole? ”
“Valle delle lucciole?  ”chiesi sorpresa
“Ristrassen è famosa per la grande quantità di lucciole che si avvistano di notte. Se ci sono loro lanterne e lampioni sono inutili, si risparmia energia ed è uno spettacolo meraviglioso da vedere “
“Non lo sapevo “ affermai stupita
“Mi reco da una mia lontana zia, ma non mi fermerò a lungo”
Mentii, non so bene il perché, non era mia abitudine raccontare bugie, o forse in quel momento cercavo solo di mentire a me stessa. Ritornai a guardare fuori dal finestrino e a scambiare di tanto in tanto ancora qualche a parola  con la mia vicina. Il cielo era così limpido: avrei desiderato vedere un aeroplanino attraversalo.    
 
          

   
 
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